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Autore: FairySweet    12/11/2015    1 recensioni
Non sei mai stato bravo a raccontare bugie. Non l'hai mai fatto, non a te stesso per lo meno, come puoi pensare di ingannarti così? Dimenticare i suoi occhi, il suo sorriso, dimenticare il battito accelerato che ti sconvolgeva il petto ogni volta che l'avevi vicino.
Eppure ci hai provato, hai cambiato vita per lei, per te stesso, per la tua famiglia ma era bastata una telefonata, era bastato il suo nome per convincerti a scappare via di nuovo ...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elliot Stabler, Olivia Benson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Dovrei smettere di bere caffè” mormorò sorseggiando la bevanda bollente “Sono già abbastanza nervoso così, come posso rilassarmi se continuo a berne così tanto?” fece un bel respiro posando il bicchiere sul tavolino lì accanto “Non porta a niente” sussurrò sfinito “Ogni passo in avanti verso Colman è un passo indietro da te” sfiorò la mano della ragazza sospirando.
Aveva promesso al suo capitano che avrebbe riposato, che si sarebbe allontanato almeno per qualche ora da tutto il caos che avevano attorno eppure era ancora lì. Era in quella stanza, con la stessa ragazza che per tutto quel tempo era rimasta saldamente ancorata ad ogni suo pensiero.
“Non ci capisco più niente Liv” mormorò sfinito “Colman è protetto da qualcuno di molto potente o da qualche bastardo figlio di puttana che fa il doppio gioco. Abbiamo rintracciato gli utlimi movimenti bancari di Collister, stiamo seguendo Hopkins notte e giorno e Gale ...” un debolissimo sorriso gli sfiorò le labbra “ … Gale sta per essere portato in centrale dove probabilmente lo prenderò a cazzotti” si fermò qualche secondo cercando di respirare “Scusa, scusami, non dovrei nemmeno parlarne” il silenzio invase i pensieri mentre quel volto d'angelo massacrato dai lividi restava immobile.
I macchinari la costringevano a respirare e poco importava cosa accadesse fuori da quella stanza, fino a quando quel suono costante avesse riempito il silenzio tutto sarebbe andato bene.
Le sfiorò il volto sedendosi sul letto accanto a lei, i tagli si rimarginavano lentamente e i lividi regalavano dolorse sfumature che non poteva cancellare, era debole, così debole da non riuscire a respirare da sola, così debole da scivolare velocemente via da lui ma non gliel'avrebbe permesso, non di nuovo.
“Liv” si avvicinò a lei sospirando “Ehi, lo so che mi senti, so che sei qui con me” le dita si intrecciarono alle sue mentre con le labbra sfiorava la pelle delicata del collo dove i segni di quelle maledette mani ne massacravano la dolcezza “Non ti permetto di volare via da me, non puoi farlo chiaro? Ho bisogno che resti qui con me, che continui a respirare. Ho bisogno di sentire il tuo cuore che batte perché altrimenti impazzisco e in questo momento ...” sollevò lo sguardo seguendo la linea costante del monitor “ … ho bisogno di tutta la razionalità che riesco a trovare. Non farmi arrabbiare detective e non voglio brutti scherzi, devi continuare a lottare chiaro?” “Elliot?” si voltò di colpo spaventato da quella voce apparsa dal nulla “Scusa, non volevo spaventarti” “Va tutto bene?” domandò preoccupato alzandosi “I ragazzi stanno bene?” “Non preoccuparti, non c'è niente che non va” “Scusa” “Per cosa?” domandò avvicinandosi di qualche passo “Non hai fatto niente di male, perché chiedi scusa?” “Avrei dovuto telefonare” “Avresti dovuto farlo molte volte in passato e non l'hai fatto. Mi sono arrabbiata con te, così tanto da non ricordare nemmeno più le notti insonne passate ad insultarti. Sapevo con chi le passavi, sapevo che era lavoro ma in quel lavoro nasceva qualcosa di più” Elliot sorrise tornando a concentrarsi sul monitor “Lei come sta?” “L'ultimo intervento è stato … il cuore si è fermato” sentì la mano della donna stringersi con forza attorno al suo polso “Il suo cuore ha smesso di battere” “Ma continua a respirare, è sempre stata molto forte Elliot” “Si sta lasciando andare” “Non accadrà” “La sento Kathy, sta scivolando via da noi e non posso fare niente per tenerla qui” “Puoi parlarle” “Tu non ...” “Ehi” lo sguardo tornò sul volto di sua moglie e un debole sorriso le sfiorò le labbra “Credi che non sappia cosa stai provando? Ormai sono anni che questa cosa ti sconvolge, che ci sconvolge Elliot” “Non dovrei nemmeno parlarne, non così, non ora che stiamo bene” “Staremo sempre bene, i ragazzi ti vogliono bene e non te ne vorranno di meno solo perché hai scelto con il cuore” si lasciò stringere tra le braccia senza opporre alcuna resistenza.
Il respiro lento e regolare di Kathy lo cullava dolcemente allontanandolo dall'incubo orrendo dove da giorni ormai viveva.
Strinse le braccia attorno a lei posando la fronte sulla sua spalla, gli occhi chiusi, il cuore che lentamente riprendeva la sua corsa regolare “Dovresti dormire un po'” “Non posso” “Non puoi nemmeno continuare così Elliot” gli sfiorò la schiena con le mani sorridendo “Hai bisogno di riposare” ma lui sospirò sciogliendosi leggermente da quell'abbraccio caldo “Devo tornare in centrale, ho del lavoro da fare” si avvicinò al letto sfiorando la fronte della ragazza con le labbra “Ricordi cosa ti ho detto? Continua a respirare Liv, io torno subito” “Vai” sussurrò Kathy “Resto io assieme a lei” ma lo sguardo sul volto dell'uomo la fece sorridere “Giuro di chiamarti qualsiasi cosa accada, ora fuori di qui” prese la giacca e la pistola cercando di cacciare il più lontano possibile il desiderio folle di restare lì dentro “Grazie” annuì leggermente sedendosi accanto al letto, il rumore leggero della porta e di nuovo silenzio “Siamo rimaste sole” mormorò studiando per qualche secondo il volto della ragazza “Siamo sempre state sole non è vero? Mi dispiace, credimi, mi dispiace davvero” posò la mano sulla sua sospirando “Ti ho odiata così tanto, per le scelte che faceva Elliot, per la gioia che gli colorava lo sguardo ogni volta che parlava con te. Ora invece, in qualche modo ti sono grata per quella gioia perché l'hai reso un uomo migliore, gli hai regalato quello che ormai tra di noi non c'è più” le sorrise perdendosi nello schermo scuro del monitor con lo sguardo “Siamo stati sposati così tanto, lo conosco bene, meglio di quanto lui immagini e credimi, l'amicizia che prova per te non c'è più” strinse più forte la mano della ragazza “Non c'è più perché ha cambiato nome Olivia, capisci quindi che non puoi andartene, non puoi fargli del male perché non ne uscirà mai più. Se ora scegli di allontanarti dal mondo non se lo perdonerà mai” si avvicinò leggermente a lei, lo sguardo addolcito da qualcosa che forse, era chiuso dentro di lei da anni o forse, si nascondeva sotto il nome di empatia e amicizia “Devi restare qui Olivia, devi restare qui e aprire gli occhi per sorridergli di nuovo”.
  
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