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Autore: NightWatcher96    12/11/2015    1 recensioni
Spesso le malattie ritornano e talvolta più forti di prima. Mikey è stato un bambino colpito dalla leucemia infantile, si sa... ma sarà in grado di sconfiggere il vecchio nemico adesso che è molto più forte? Sequel di "My Peace of Heart"
Genere: Azione, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Splinter
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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N/A  Buonasera, ragazzi! Dopo un breve periodo di stallo per mancanza di tempo (Potere del tempo, vieni a me!), ecco finalmente qui un nuovo capitolo, forse quello davvero più importante e "medicinoso", sì perché troverete molti termini medici che conoscevo in questo campo (P.S. Non sono una dottoressa! :P). Un grazie sempre e comunque a tutte le mie fan è d'obbligo, così, oggi ho pensato di postare prima il capitolo! Quindi, bando alle ciance e buona lettura!




Emocromo con formula leucocitaria, ore 07:00.
Tac dell'addome, ore 08:30.
Radiografia del torace, ore 09:00.
Dosaggio delle immunoglobuline nel sangue, ore 09:45.
 

Mikey era un'adorabile macchiolina sbiadita nel mare bianco delle lenzuola pulite della sua stanza. Era stanco, un vero relitto immobile nel suo lettino e dolorante ovunque. Sulle sue braccia capeggiavano alcuni batuffoli di cotone tenuti fermi da cerotti color carne.

E lui già sapeva che nell'arco di alcuni giorni si sarebbe trovato la pelle bucherellata nonché striata di un viola stonante con il suo abituale verde .
"Avevo quasi dimenticato cosa significasse restarsene nelle amorevoli mani dei dottori!"- mormorò sarcastico.

Non vedeva l'ora di rivedere la sua famiglia, che tra l'altro gli aveva promesso di venirlo a trovare ogni santo giorno, anche nelle ore più bizzarre!

Il solo pensiero dei suoi fratelli gli allargò un leggerissimo sorriso sulle labbra pallide. Se solo non si fosse sentito tanto schifosamente male, l'umorismo sarebbe pure rimasto.
Improvvisamente, il giovane scoppiò in una leggero colpo di tosse ma in pochi attimi si trasformò in un autentico incendio nella gola; la cosa peggiore fu una sensazione ferrosa proveniente dall'esofago scavalcare la bianca dentatura e schiantarsi contro il palmo della mano mancina.

Sangue.

Mikey era nauseato, disgustato e inorridito.
Come di riflesso, con l'altra mano si strofinò la fronte e quasi subito si ritrovò i polpastrelli appiccicosi dal sudore tipico di febbre. Forse l'aveva più alta.
Mikey gemette rumorosamente, frugando sotto al cuscino per trovare l'asciugamano che Don gli aveva suggerito di tenere in questi casi.
"Mio fratetello è incredibile..."- sussurrò soddisfatto.

Ripulire il sangue era più difficile, Mikey lo sapeva, per questo continuò a strofinare anche spellacchiando i polpastrelli fino a quando il rosso non divenne un rosato sbiadito. Per il sudore fu un giochetto sbarazzarsene.

Un improvviso rumore contro la porta lo fece distrarre dal conteggiare i suoi nuovi problemi mattutini. Mikey non fiatò, leggermente curioso oltre che perplesso e lasciò entrare.

"Buongiorno!".

Era la sua famiglia.
Era qui, per lui! Mikey non poteva esserne più orogoglioso.

Immediatamente fu sommerso di abbracci, carezze e baci contro la fronte.

"Come stai, pulce?"- chiese immediatamente Raph, mentre cercava goffamente di celare uno zainetto marrone dietro al guscio.

"Insomma... potrei star meglio...".

"E sei anche piuttosto caldo, più di ieri."- aggiunse Leo, preoccupato, mentre gli tastava la fronte.

Donnie, acuto come sempre, adocchiò l'asciugamano impastricciata di sangue mal nascosta sotto il cuscino. Appena la aprì di fronte a tutta la famiglia, il buonumore si sfumò in un solo attimo in una cupa preoccupazione morbosa.
"Mikey..."- fece, non sapendo cosa dire.

"Ho tossito poco fa. Tutto qui".

Raph e Leo si scambiarono uno sguardo straziante in merito alla situazione... loro fratello era peggiorato nella notte, probabilmente.

"Hai fatto degli esami?"- domandò curioso il genio, vagando con lo sguardo alla ricerca di cartelle cliniche.

"Sì! Mi hanno torturato, te lo dico io!".

Una risatina per quel broncio adorabile si levò forte nella stanza del minore. Mikey era un'autentica forza della natura, anche una malattia non lo fermava mai del tutto!

"Nello specifico?"- continuò il viola, con le dita a sorreggersi il mento.

"Beh, hanno parlato con termini non comprensibili per un comune mortale come me! Posso, però, dirti che mi hanno preso il sangue, fatto una radiografia... no, anzi due! Sì, due radiografie al petto e poi mi hanno pure iniettato qualcosa nel braccio!".

Nessuno notò l'abbaglio di terrore nello sguardo del genio.

Era l'unico a rendersi conto che tutti quegli esami facevano parte di una fascia particolarmente pericolosa e aggressiva; quando i pazienti erano già abbastanza gravi, si usavano abbinare questi anche a Biopsie Midollari per scoprire il numero esatto dei linfociti nel midollo. In casi speciali, si eseguivano anche esami di Biologia Molecolare, per studiare eventuali alterazioni genetiche delle cellule tumorali.
Un pronto intervento, per farla in breve. O per riassumere un po'.
Forse avevano scoperto quello che non volevano.

"Ivan è già venuto?"- chiese Splinter.

Mikey scosse il capo: "No. Forse verrà più tardi. Sapete? Quel dottore è in gamba ed è anche dolce e gentile! Pensate che ieri mi ha anche offerto delle deliziose caramelle alla fragola a forma di perle!".

"E fammi indovinare... le hai mangiate tutte tu, vero?"- schernì il rosso.

"Ti piacerebbe, eh? E invece no! Le ho conservate per tutti noi!"- ridacchiò l'altro, afferrando la generosa manciata rossa dal cassetto del suo comodino bianco.

Raphael spalancò gli occhi, il suo fratellino lo aveva proprio stupito. Lui pensava che, come al solito, si fosse rimpinzato senza lasciare nulla agli altri.

"Io non posso ancora mangiare. I dottori mi hanno detto di non farlo fino a quando non mi avrebbero servito la colazione!"- aggiunse il minore.

Senza profferire una parola, Donatello abbracciò il suo fratellino e lo tenne a sé per un lungo lasso di tempo, mentre un silenzio dolce scendeva tutt'intorno. Aveva già intuito.
Erano arrivati troppo tardi.

Quegli esami compresi dietro le paroline confuse di suo fratello rappresentavano lo Stadio 3. Don non sapeva l'esatta classificazione dei tumori, ma riconosceva la gravità del problema.

"Don, perché mi abbracci?"- domandò dolcemente il piccolo Mikey.

Il viola spalancò gli occhi, sorpreso, poi li abbassò e chiudendoli strinse maggiormente quelle magre spalle pallide a sé.

"Figliolo, hai un pallore piuttosto spaventoso..."- mormorò piano Splinter, mentre gli sollevava leggermente il mento per osservarlo. "E non è certamente un fattore causato dal neon bianco".

Mikey era così pallido che le labbra e le occhiaie erano gli unici aspetti più accentuati, rispetto al verde sbiadito del corpo magro e debole.
"Sarà perché mi hanno preso tanto sangue!"- ridacchiò ma la sua battuta non contagiò nessuno.

In quel momento, un colpetto alla porta anticipò finalmente Ivan, con due cartelle cliniche gialle e verdi sotto al braccio destro.

"Buongiorno."- salutò.

"Salve, dottor Ivan. Allora, passando subito al sodo, com'è la situazione?"- domandò immediatamente Donatello.

L'umano si alzò leggermente gli occhiali sul naso e si avvicinò al piccolo paziente, guardandolo quasi con rammarico e dolore. Quei penetranti occhi scuri e tristi erano una terribile risposta per il viola.
"Come medico, è mio dovere spiegare ogni cosa."- introdusse, aprendo la cartellina verde.

Mikey rimase semplicemente coricato, soggiogato dal peso della febbre, della stanchezza e dalla mancanza di sangue. Era talmente debole che faticava a tenere gli occhi aperti e perfino la fredda luce del neon lo infastidiva.
Però doveva sapere.

"Ho subito avviato un gruppo di analisi specifiche, più accurate perché i sintomi annotati mi hanno insospettito e purtroppo avevo ragione. Emocromo con formula leucocitaria, l'ecografia dell'addome, la radiografia del torace e il dosaggio delle immunoglobuline nel sangue mi hanno portato alla conclusione che a distanza di anni, nonostante il trapianto di midollo osseo, si è sviluppata ancora..."- spiegò Ivan, senza guardare nessuno. "Si tratta di Leucemia Linfatica Cronica e cosa peggiore è a uno stadio già avanzato".

Mikey sbatté le palpebre, confuso da tutti quei termini medici uditi in mattinata e guardò subito la sua famiglia. I suoi fratelli... suo padre... avevano lo shock dipinto sul volto.
C'era da preoccuparsi.

"In queste lastre, è chiaramente visibile la metastasi allargata a macchia d'olio dal midollo, causando una splenomegalia, ossia, un aumento di volume della milza che va curato immediatamente."- continuò il dottore, illustrando i risultati corvini raccolti nella cartella gialla. "Mi dispiace molto tutto questo, ma la situazione è molto grave. La metastasi è molto grande. Da oggi pomeriggio cominceranno le Chemioterapie".
Il piccolo Mikey chiuse gli occhi, ormai troppo stanco. Era stato uno stupido a pensare che sarebbe vissuto sano e felice per sempre. Quando una malattia colpisce, rimane immancabilmente il segno e lui era stato un prescelto della morte già a tre anni.

"M... ma..."- balbettò Raph, mentre la vista gli si sfocava di lacrime.

"Mi dispiace molto, ragazzi ma qui c'è in gioco il tempo. Prima interveniamo, maggiori saranno le possibilità di salvezza per Michelangelo".

Leonardo si mordicchiò le labbra, abbassando il capo; il suo fratellino era sprofondato nel mondo dei sogni e sembrava un angelo.
Come morto.
Non poteva essere. Si rifiutava di crederlo! Il suo piccolo Otouto era soltanto influenzato, non malato.
"Mikey..." pensò, trattenendo le lacrime. "Perché lui? Perché proprio lui? E' solo un bambino!".

"Come funzionano le chemioterapie?"- domandò Splinter, con un filo di voce.

La notizia lo aveva talmente distrutto che a malapena si sorreggeva ancora in piedi; sperava solo di non cadere in terra, svenuto. C'era già suo figlio in cima alle preoccupazioni e non voleva assolutamente aggiungersi.

Ivan si infilò le mani in tasca e guardando il faccino cadaverico di Mikey, rispose: "Beh, somministreremo dei farmaci con o senza cortisonici. Ovviamente questo avverrà ciclicamente, per alcuni giorni con intervalli tra un ciclo e l'altro. Se non dovessero dare risultati sperati, aumenteremo l'intensità con combinazioni di altri farmaci, sempre a cicli intervallati e poi si vedrà".

Gli Hamato annuirono, mentre fuori il temporale rombava di dolore.

Sarebbe stato un nuovo calvario, se lo sentivano...
 
  
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