Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Piuma_di_cigno    12/11/2015    2 recensioni
Elsa guarda sua sorella Anna volteggiare entusiasta tra le braccia di Kristoff il giorno del suo matrimonio. Per un attimo, rimpiange che il suo cuore sia tanto freddo da non permetterle di conoscere davvero qualcuno.
Ma quella sera, quando decide di fare una passeggiata nei giardini del castello, qualcosa stravolge il cuore di Elsa.
*“Come mai siete qui tutta sola? Vostra sorella ha dato inizio alle danze, dovreste andare a cercarvi un cavaliere.”
Strinsi le labbra.
“E voi lo stesso.”
(...)
“Non sono interessato alle dame nel castello.”
“Perché, se posso chiedere?”
Il giovane mi lanciò un'occhiata.
“Ballo solo con la dama che amo.”*
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo 16 – In partenza

 

Cador si rivelò essere un anziano Custode della veneranda età di settecento anni, con una barba argentea lunga fino al pavimento e mani con dita affusolate e ancora salde. I suoi occhi avevano mantenuto una lucentezza sorprendente e brillarono nella semi oscurità della sua stanza quando entrammo.

“Aaah. I Custodi. Cosa devo fare per voi, oggi?” in realtà, più che una stanza era un'officina: scaffali e scaffali pieni di alambicchi tappezzavano le pareti e un grosso pentolone nero ribolliva sul fuoco, mentre un mestolo girava lentamente da solo al suo interno. Non avevo mai visto uno stregone, perciò lo osservai attentamente e notai che, mentre si alzava, i suoi movimenti non erano affatto quelli di un vecchio, bensì quelli di una persona molto più giovane. Mi chiesi se il suo aspetto fosse quello che aveva realmente, o se in realtà si stesse semplicemente facendo beffe di noi.

“Niente di serio, un banale incantesimo di camuffamento.” intervenne Harry alle mie spalle. Gli occhi di Sam scintillavano nella penombra, riflettendo le luci del fuoco e delle numerose candele nella stanza.

Cador accennò un sorriso.

“Ah, certo. Invisibilità, allora? Aspetto d'altri? Aspetto d'altre creature? Volto di animale? Parte qualunque del corpo di un altro animale?” ammiccò. “Durata eterna o limitata?”

Rabbrividii dietro al suo sguardo furbo e sveglio.

Harry non parve farsi intimidire, probabilmente ci era abituato.

“Aspetto d'altri, di durata limitata.” rispose, la voce chiara e ferma. Il vecchio lo scrutò per un istante, lisciandosi la barba con aria pensierosa.

“Aspetto d'altre persone o d'altre creature? Esistenti o non esistenti?”

Questa volta, Harry ci pensò su un attimo, lo sguardo perso nel vuoto.

Infine, disse:”Penso che sia più sicuro per noi avere l'aspetto di Capi Neri. Solo l'aspetto, bada bene.” lo ammonì.

Cador sogghignò.

“Ovviamente.”

Si spostò nella stanza, agile come un gatto, e prese a leggere le scritte su alambicchi e bottigliette, le sopracciglia aggrottate e l'aria di chi è palesemente deluso di non poter rovinare la vita di qualcuno con un imbroglio. Notai che, nonostante le scritte fossero microscopiche, non aveva bisogno di occhiali e trovò subito quello che gli serviva.

“Sì. Certo, certo.” borbottò. “Quindi facendo il conto ...” si voltò verso di noi. “Trenta monete d'oro a testa, non si fanno sconti.” sentenziò con gli occhi che scintillavano. Harry non fece una piega.

“Assolutamente. Saranno tuoi a pozione pronta, come sempre.”

Cador si sedette, di nuovo pensieroso.

“E a cosa vi serve un camuffamento simile?”

Harry sbuffò, ma gli occhi di Sam guizzarono sul vecchio, improvvisamente accesi di malizia.

“Andiamo a trovare la strega leggendaria.” dichiarò con voce divertita. “In mezzo alle montagne, al calar della notte, troveremo la strega errante.” disse soavemente. Cador raddrizzò la schiena e il suo sogghigno, prima accennato, divenne enorme e intriso di malvagità, anche se forse, preferii credere, era effetto della luce fioca nella stanza.

“Capisco.” scoppiò in una risata secca. “Non vi augurerò certo buona fortuna. In fondo, la fortuna è Lei.”

 

La visita a Cador mi aveva fatto correre più di un brivido lungo la schiena e fu un sollievo uscire da quella stanza con l'aria tanto stantia e rivedere la luce brillante del castello. In effetti, nemmeno le luci del castello erano poi così brillanti, ma era sempre meglio che starsene lì dentro.

Persino Harry sembrava più pensieroso del solito. Sam, invece, era l'unica a non presentare sintomi di nessun genere, mentre camminava agilmente su una delle travi sul soffitto. Gatti, pensai fra me e me.

I gatti mi erano sempre piaciuti: solitari, proprio com'ero stata io per tanti anni. Avevo sempre voluto avere un gatto, anche se temevo di congelarlo e così avevo allontanato anche quelli. In cucina, al castello, le cuoche tenevano un gran gatto persiano, con il pelo rosso e aggrovigliato e gli occhi feroci. Serviva a dare la caccia ai topi.

Ogni tanto, eravamo stati entrambi in cucina, a debita distanza, ignorandoci a vicenda. Nonostante tutto, mi resi conto che avevo voluto proprio bene a quel gatto: non aveva cercato di avvicinarmisi. Non aveva cercato di fare proprio niente, era questo il punto. Stava sempre e comunque sulle sue. Per certi versi, per me era la cosa più comoda e nei miei giorni peggiori consideravo quel gatto un vero genio.

Harry interruppe i miei pensieri sulla genialità del gatto della dispensa, prendendomi la mano. Guardai in alto, sulle travi, ma vidi che Sam era scomparsa.

“Vieni ad allenarti un po' con me?”

Abbassai lo sguardo e incontrai i suoi occhi blu, che brillavano nella penombra del corridoio. Era tardi, il pomeriggio volgeva al termine, e la luce era quella splendida del tramonto, quella che illuminava i tratti delle persone e le faceva sembrare splendide, quasi magiche. I capelli di Harry sembravano risplendere in un alone dorato.

“Certo.” accettai, accorgendomi con un istante di ritardo che la mia mano era ancora nella sua. Avrei voluto sentirmi così sempre, pensai. Come se fossi nel posto giusto al momento giusto. Il senso di colpa mi lanciò una fitta quando ricordai che era così che mi sentivo di solito con Anna. Non volevo che qualcuno la sostituisse. Mai.

Harry parve percepire la mia inquietudine e si voltò verso di me.

“Tutto bene?”

Annuii.

“Pensi ad Anna?”

Mi voltai verso di lui, le sopracciglia corrugate. Era molto strano: di solito in pochi capivano cosa mi passasse per la testa. Mia sorella diceva che il mio viso era una maschera, visto dall'esterno. Potevo avere la tempesta nel cuore … E nessuno se ne sarebbe accorto.

Ma Harry aveva visto. Per un attimo, fui troppo sorpresa per parlare.

“Come lo sai?” chiesi infine.

Sorrise e abbassò lo sguardo.

“Quando pensi a tua sorella stringi un po' le labbra e sgrani gli occhi, come se avessi paura di qualcosa. E ti si forma una ruga proprio qui.” sussultai quando lo sentii sfiorare la mia fronte con la mano, ma Harry sorrideva, gli occhi limpidi e l'espressione sincera. Avvertii le mie labbra stendersi in un sorriso quasi involontario in risposta al suo.

“Sei il primo ad essersene accorto!” esclamai ridendo. “Di solito solo mia sorella nota queste cose. A volte penso che riesca persino a leggermi nel pensiero.”

“Davvero?”

“Sì. Era una cosa che diceva sempre quando eravamo piccole … Che dovevo parlarle di tutte le persone che conoscevo, perché prima o poi avrebbe visto i miei occhi illuminarsi parlando del ragazzo di cui mi sarei innamorata.”

Sentii la stretta alla mano farsi più forte.

“Tua sorella voleva che ti innamorassi?”

“Disperatamente. Era pericoloso starle vicino ai balli. Una volta o due mi ha letteralmente buttata tra le braccia di qualche principe, sperando nel colpo di fulmine o qualcosa del genere, ma alla fine sono emerse solo situazioni molto imbarazzanti.” mi ritrovai ad arrossire, pensando allo sfortunato giorno in cui Anna mi aveva restituito il favore del ballo col duca di Weselton. Ero finita a ballare col conte d'Inghilterra e i miei piedi avevano fatto male per giorni e giorni … Come se non bastasse, aveva cercato di baciarmi diverse volte.

“Situazioni imbarazzanti, eh?” vidi un lampo divertito negli occhi di Harry e mi sentii arrossire ancora di più.

“Ecco ...”

Percepii la sua risata vibrare dalla sua alla mia mano.

“Fammi indovinare. Qualcuno ha provato a sciogliere la regina di ghiaccio?”

Avevo le orecchie bollenti.

“Sì.”

Sentii il braccio di Harry scivolarmi attorno alla vita e stringermi contro di lui.

“Dai Elsa, stai tranquilla! Stavo solo scherzando! E poi ...” abbassò la voce, chinandosi verso di me, e il mio viso divampò letteralmente sotto le fiamme. “Ci sarò io a proteggerti al prossimo ballo.”

“P-prossimo ballo?” balbettai piuttosto incoerentemente.

“Sì. Prossimo ballo.” ripeté Harry ridendo. “Mi considero invitato.” mi lanciò un'occhiata. “Perché lo sono, vero?”

Il lampo d'incertezza che vidi nei suoi occhi costrinse le mie labbra a un altro sorriso e fece battere il mio cuore più veloce. In un attimo, mi figurai il momento in cui finalmente avrei presentato Harry a mia sorella, in cui lei avrebbe visto che ero innamorata di lui e lo stupore dei sudditi, quando avrebbero visto che la regina di ghiaccio aveva trovato qualcuno …

“Sei assolutamente invitato. Come ospite d'onore.”

Non disse nulla, ma sentii la sua mano stringersi un po' sul mio fianco.

“Pensi che piacerò ad Anna? Sempre se ...”

“Ti presenterò.” finii la frase al posto suo, “E le piacerai un sacco. Ti abbraccerà probabilmente, ma mia sorella abbraccerebbe anche un troll se mi rendesse felice. E io farei lo stesso per lei.”

“Lo immaginavo.” rispose Harry. “Sarà tutto più facile. Una volta trovata la strega, le cose si risolveranno.” il suo tono era fermo, ma gli occhi lontani e capii che mentiva, ma non potei fare a meno di apprezzarlo: cercava in tutti i modi di farmi stare tranquilla. Era un'evenienza a cui nessuno pensava, nemmeno a corte. Arrivavano lì, tutti con i loro problemi, le loro richieste, le nuove emergenze nel regno e nessuno immaginava che anche la regina avesse paura. La regina decideva per i sudditi, ma chi decideva per la regina? Me l'ero chiesto tante volte. Avrei voluto che i miei genitori fossero rimasti con me ed Anna per insegnarcelo.

“Chi ti ha insegnato ad essere re?” chiesi ad Harry mentre entravamo nell'immensa stanza degli allenamenti, ormai illuminata solo dalle candele, dopo l'arrivo della notte.

“Nessuno. Non sono cose che si imparano dai libri … Diventi re e basta. Puoi studiare l'economia del regno, i suoi problemi, ma non ci sono libri che ti insegnano come risolverli. Né persone. E' troppo difficile.”

“E allora cosa bisognerebbe fare?”

“Dare semplicemente il meglio di sé.” rispose Harry facendomi volare addosso qualche fiocco di neve. Sorrisi al tocco gelido e familiare della neve.

“Dai, insegnami qualche trucchetto che non so.”

Ci pensai su un attimo. Volevo sorprenderlo. Pensai a qualcosa di molto difficile, che avevo imparato in anni di allenamento, e ricordai che ogni tanto avevo provato a creare degli animali da compagnia, con la neve, perché giocassero con me.

Mi concentrai un istante e poi lasciai uscire dalle mie mani un lupo, interamente fatto di neve.

Vidi Harry sgranare gli occhi, mentre il lupo lo fissava con i suoi occhi curiosi; era fatto solo di fiocchi di neve, non era molto solido, e sapevo che aveva vita breve. Il lupo di avvicinò a me con incedere elegante e si lasciò accarezzare tra le orecchie, prima di svanire in un vortice di neve.

“Fantastico!” esclamò Harry, esterrefatto. Sorrisi.

“Ora fammi vedere tu qualcosa che non conosco.”

Un'espressione furba comparve sul suo viso.

“Per fortuna che non porti la gonna.” commentò un attimo prima di sollevarsi in aria. In meno di un istante fluttuavo accanto a lui, a metri da terra, i piedi sospesi nel vuoto. Pensai ad Avery e mi chiesi se anche volare con un paio d'ali fosse così … Magico.

“Harry ...” sussurrai, vedendo quanto era lontano il pavimento. Non riuscivo a credere che fosse vero. Era talmente impossibile. Sentii il mio stomaco sobbalzare vedendo la terra così distante e il mio cuore accelerò. Vidi il pavimento traballare, le pareti stringersi su di noi e un lampo di paura scuotermi dentro, facendomi rabbrividire.

Proprio in quel momento, Harry mi abbracciò da dietro e mi accorsi che dovevo essere gelida, perché il suo corpo mi parve bollente contro il mio.

“Andrà tutto bene. Fa paura solo la prima volta.” sussurrò. Le sue labbra posarono un bacio delicato sulla mia guancia, costringendomi a spostare lo sguardo dal pavimento verso di lui.

Dolcemente Harry mi fece voltare verso di lui nell'aria; quell'assenza totale di appoggio, ai piedi, alle mani, alle braccia, in qualunque punto, mi faceva sentire completamente sperduta. Alzai lo sguardo e vidi i suoi occhi, il suo viso, vicinissimo al mio.

“Se dovesse succedere qualcosa, qualunque cosa, mentre salviamo tua sorella, o mentre cerchiamo la strega, dovresti volare via. Provarci almeno.” mormorò, quasi implorante.

Scossi leggermente la testa.

“Non andrà male. Niente andrà male. Torneremo qui, con mia sorella e tutto tornerà come prima.”

Harry mi fece una carezza sulla guancia e si limitò a sorridere, sfiorandomi le labbra con un bacio e facendomi correre un brivido lungo la schiena.

“Non hai paura?”

“Ne ho tanta.”

Mi baciò di nuovo e questa volta fu un vero bacio, come quello che ci eravamo dati la sera prima.

“Sei la regina più coraggiosa che conosca.” la sua mano sfiorò delicatamente i miei capelli.

“Grazie Harry.”

Harry mi fissò un istante, come cercando nei miei occhi qualcosa che non sapeva se avrebbe trovato o meno, e timoroso di non trovarlo. Infine, parve decidersi.

“Elsa?” parlò in tono esitante. “Quando avremo trovato tua sorella e … E voi sarete di nuovo insieme, pensi di rimanere qui?” incontrò il mio sguardo. “O te ne andrai?”

Sospirai. Era davvero l'ultima domanda che volevo sentirmi fare, nonostante nel profondo capissi che lui aveva bisogno della risposta. Come ne avevo bisogno io, anche se non sapevo ancora dove trovarla.

“Credo che dipenda da quello che vorrà fare Anna.” risposi piano, pentendomene subito quando vidi una scintilla spegnersi nei suoi occhi. “La accompagnerò di nuovo ad Arendelle, al sicuro, da Kristoff e …”, mi assicurai di averci pensato davvero prima di parlare, “Poi potrei tornare qui.”

Spazio autrice: cari lettori, se dopo tutto questo tempo ci siete ancora, vi devo delle lunghe, interminabili scuse! Dopo l'inizio della scuola trovare qualche istante per scrivere si è rivelato molto più difficile di quanto avessi previsto alla fine dell'estate. Il capitolo purtroppo non è nemmeno molto lungo ... E il colore usato è proprio un blu oceano, spazio infinito che spero vi ricordi quanta pazienza dovrete avere prima di leggere un capitolo decente!
In ogni caso, almeno sono andata un po' avanti e ora nella nostra storia tutto è pronto per la partenza e finalmente Elsa e Harry cominciano a prendere la loro storia più seriamente e a capire che solo Anna li tiene insieme nello stesso posto; cosa succederà dopo? Ho intenzione di tenervi in sospeso per molto con questa domanda. L'incontro con la strega avrà un ruolo a dir poco fondamentale con tutto questo. :)
Novembre è ormai arrivato e tutto è circondato dalla nebbia; giusto ora guardo dall'immensa finestra del salotto e le uniche cose che vedo sono due lampioni e un grande, nebuloso nulla. Se non avessi così tanto da studiare a ogni ora del giorno e della notte, penserei che è proprio il tempo adatto per leggere, scrivere e disegnare, o per una semplice cioccolata calda o un tè al mirtillo ... Che cosa fate voi nelle giornate in cui la nebbia non vi permette di vedere oltre il vostro naso? :)
Posso solo sperare che la mia storia vi piaccia ancora e augurare tanta fortuna e bravi insegnanti agli studenti come me! In fondo, alle vacanze di Natale mancano solo una cinquantina di giorni! ;)
Baci,
Piuma_di_cigno.

   
 
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