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Autore: LeoValdez00    13/11/2015    3 recensioni
"Bianca era morta.
E con lei la sua vita"
"Ignorare i demoni, le paure, i sensi di colpa.
Vivere per gli altri, non per sé stessi"
Due ragazzi molto diversi, che forse riusciranno a ritrovare la voglia di vivere...
(ValdangeloFriendship AU College) (Solangelo e Lazel)
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Leo Valdez, Nico di Angelo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La prima cosa di cui Leo si accorse nel dormiveglia, fu di essere abbracciato a qualcuno.
Doveva essere Beck, evidentemente, così strinse quell’abbraccio usando l’altro come cuscino.
No.
Quello non era suo fratello.
A meno che Beckendorf non si fosse fatto un operazione particolare ai piani alti, quella doveva essere una ragazza.
Si allontanò di scatto, spalancando gli occhi quasi terrorizzato, quando riconobbe la figura di una Hazel profondamente addormentata e raggomitolata accanto a lui, che per fortuna non si era accorta di nulla.
Si impose di calmarsi e di ricominciare a respirare, non era successo nulla di grave dopotutto.
Quando si riprese, afferrò il cellulare dalla tasca dell’enorme felpa e mandò distrattamente un messaggio al fratello.

-Ci vediamo a casa oggi pomeriggio, sto bene (06.38)

Ed era vero, stava bene.
Si sdraiò nuovamente accanto alla ragazza, un po’ più lontano, per quanto il piccolo divano lo permettesse.
Hazel si mosse appena nel sonno, stringendosi di scatto a lui fino ad appoggiare il viso nell'incavo del suo collo, impedendogli qualunque pensiero di senso compiuto.
Era troppo, troppo, troppo, vicina.
Senza pensarci le portò una mano sulla fronte per poi accarezzarle delicatamente i capelli e guardarla con tenerezza.
Sembrava un angelo.
La ragazzina mormorò qualcosa, probabilmente stava sognando, e i piccoli sbuffi che uscivano dalle sue labbra lo fecero rabbrividire.
'Sorella di Nico. Infatuata di un Universitario che sembra la versione maschile della Barbie. Decisamente non alla tua portata sotto ogni punto di vista' si costrinse a ricordare, il respiro lievemente accelerato.
Una mano della ragazza andò a cingergli il fianco e poteva tranquillamente sentire distintamente il proprio corpo irrigidirsi.
Non poteva nemmeno alzarsi, l'avrebbe svegliata, ed era certamente l'ultima cosa che voleva.
Una piccola parte del suo cervello realizzò che, se Nico era rientrato a casa quella notte, li aveva visti in una situazione piuttosto fraintendibile.
Anche se tutto ciò che avevano fatto era stato saccheggiare la dispensa in cerca di Fonzies e guardare 'Criminal Minds' finché non erano entrambi crollati dal sonno.
Ben poco romantico in effetti, ma Leo non ricordava di essere stato così bene negli ultimi tempi, nemmeno con Beckendorf.
“Leo…”
Il ragazzo voltò il viso di scatto verso di lei, completamente arrossito, cercando inutilmente nella propria mente una scusa.
Ma Hazel stava ancora dormendo placidamente al suo fianco.
Hazel lo stava sognando.
***
Nico era sveglio da ore, forse non si era mai davvero addormentato, teneva gli occhi aperti a guardare il nulla davanti a sé.
Gli effetti del post-sbornia lo facevano sentire come se lo avesse appena investito una carica di elefanti.
Ma quanto diavolo aveva bevuto la sera prima?
Il lieve ma insistente suono del cellulare lo costrinse a controllare, per evitare un esaurimento nervoso.

Da: numero sconosciuto
-Nico  (06.39)
-Lo so che probabilmente stai dormendo  (06.39)
-Oggi in obitorio parliamo ok?  (06.40)


No, non era okay per niente.
L’ idea di rivederlo sembrava tranquillamente paragonabile a quelle assurde torture psicologiche dei libri horror che tanto adorava.
Quel giorno non sarebbe andato in obitorio, nemmeno il giorno dopo e quello dopo ancora.
Non ci sarebbe più andato. Avrebbe trovato un altro posto per fare pratica. Avrebbe cambiato corso all’Università appena possibile.
Non doveva più vederlo.
Il muro di carta stava crollando e lui lo avrebbe spazzato via senza nemmeno accorgersene.
***
“Leo…” ripeté la ragazza poco dopo, solo che questa volta i suoi occhi dorati erano aperti e lo fissavano lievemente intontiti dal sonno.
Lui arrossì appena accennando un sorriso, cercando di non pensare a quanto fosse terribilmente vicina.
“Buongiorno Haz” mormorò facendo per alzarsi, ma venne bloccato da lei.
“Se mio fratello non si è ancora alzato vuol dire che è presto” protestò la ragazzina riappoggiandosi delicatamente a lui, lo sguardo quasi infantile mentre richiudeva gli occhi stringendolo a sé.
Leo non riuscì a trattenere una piccola risata, intenerito dal suo atteggiamento.
“E va bene…” sussurrò ricambiando quella piacevole stretta.
“Grazie” rispose la ragazza con un sorriso, la voce attutita dalla coperta che la copriva fin sotto il naso.
“Di nulla, fidati” mormorò Leo chiudendo a propria volta gli occhi.
Il ragazzo, ripiombato in uno stato di dormiveglia, sentì distrattamente qualche rumore provenire dall’altra stanza, forse il bagno, ma non ci fece molto caso.
Almeno finché non sentì la voce di Nico inquietantemente vicina.
“Muoviti Valdez, prima che cambi idea e ti tagli le mani per aver toccato mia sorella”
Merda.
***
Mentre Leo si rivestiva nella stanza di Nico, guardando attentamente le proprie mani a cui si scoprì davvero affezionato, sentì parlare fratello e sorella nella sala.
Non voleva origliare, solo che il tono di Hazel faceva sì che potesse essere sentita anche dall’altra parte della strada, non ascoltare sembrava davvero impossibile.
“Non mi interessa che tu ‘non ne voglia parlare’ sai? Che diamine è successo ieri? Perchè hai labbro così?” chiese la ragazzina con la voce tanto preoccupata quanto arrabbiata.
“Mollami Haz, ora non ho voglia di parlarne e sono in ritardo per le lezioni” replicò Nico con un tono talmente definitivo che Leo si stupì quando sentì Hazel ribattere.
“Tanto devi aspettare Leo”
Il ragazzo non credette si essersi mai vestito in così poco tempo, afferrò in fretta lo zaino, il cellulare e le cuffiette e tornò dagli altri due.
Nico lo guardò male come sempre, ma per la prima volta sembrava sollevato, la ragazzina invece scoppiò a ridere non appena lo vide.
“Hai ancora la riga del cuscino”
Figura di merda numero … 
Ormai aveva perso il conto.
Quando uscirono di casa, dopo aver fulminato Leo con lo sguardo quando Hazel si era avvicinata e gli aveva dato un bacio sulla guancia, l’altro ragazzo si costrinse al totale silenzio stringendosi nella felpa.
“ Ehm… amico, guarda che non è successo nulla con tua sorella…” cercò di rassicurarlo l’ispanico, irrimediabilmente arrossito.
Nico sbuffò infastidito continuando a guardare il marciapiede.
“Lo so, altrimenti adesso saresti mutilato, e forse non solo riguardo alle mani” rispose con incredibile freddezza, chiudendo in questo modo la discussione.
Presero l’autobus in silenzio, entrambi in piedi visto che era pieno, entrambi con le cuffiette nelle orecchie cercando di distrarsi dai loro pensieri più insistenti.
Forse erano più simili di quanto volessero ammettere.
***
Nico non ascoltò nessuna lezione di quel giorno, non prestò attenzione alla Dodds che spiegava una formula chilometrica, né tantomeno al prof Esculapio mentre li portava nel laboratorio di chimica.
Vide che anche Leo non ascoltava nulla, ma non era diverso dal solito.
Al termine delle lezioni non si fermò nemmeno per prendere il solito caffè amaro nel giardino est, per paura di incontrare Will e di dovergli parlare.
Se ne andò in fretta dall’aula cercando di arrivare velocemente all’uscita, iniziando già a prendere i biglietti dell’autobus dalla tasca della giacca per non perdere tempo alla fermata.
Nello stesso momento in cui attraversò il cancello, credendosi ingenuamente al sicuro, sentì una voce che gli fece gelare il sangue nelle vene.
“Nico aspettami!”
Il ragazzo si fermò, chiudendo gli occhi per calmarsi, inutilmente.
“Che vuoi Solace?” chiese nervoso, senza nemmeno accennare a voltarsi.
“Credo che dovremmo proprio parlare, non trovi?” replicò lo specializzando, raggiungendolo e parandosi di fronte a lui.
‘Parlare? Già faccio fatica a respirare’
***
Leo non aveva alcuna intenzione di rimanere nel campus più del dovuto, sarebbe uscito, passato di casa o in officina per far vedere di essere vivo e in salute e poi magari si sarebbe rifugiato in libreria nella sezione dei fumetti Marvel.
Stava per attraversare il cancello est, quando sentì una voce fastidiosamente familiare, della quale però non riusciva a capire le parole esatte.
Si sporse di poco per guardare la scena senza essere notato e rimase stupito nel vedere quell’arrogante biondino di Solace a parlare con Nico.
Ma che avevano quei due?
Considerato che Nico era un secchione, l’unica cosa che gli venne in mente era che gli chiedesse qualcosa sulla lezione.
Ma quel giorno non avevano avuto nessuna ora di Anatomia, e comunque questo non avrebbe spiegato la presenza del biondino anche la sera prima a casa loro.
Che lo specializzando stesse già uscendo con Hazel?
In quel caso Nico avrebbe minacciato lo specializzando esattamente come aveva fatto con lui e, pensandoci, sembrava l’ipotesi più sensata.
Leo si rese conto di esserci cascato di nuovo dato che, dopo la sera precedente, una piccola e ingenua parte di sé aveva continuato a sperare di essere notato dalla ragazza.
Che idiota.
In ogni caso, non si sarebbe perso per nulla al mondo la sfuriata di Nico con conseguente minaccia, né tantomeno la reazione di Will.
***
Il ragazzo cercò di ragionare lucidamente, anche se lo sguardo dello specializzando puntato nel suo non aiutava per niente.
“Allora parliamo” rispose con una voce che non sembrava neanche la sua, tanto era seria e controllata.
Il più grande annuì appena con un lieve sospiro.
“Io… mi dispiace per ieri…” iniziò tentennando, mentre a Nico sembrava di riceve un pugno all’altezza dello stomaco.
‘Se ne è pentito. Ovviamente. Ti aspettavi davvero qualcosa di diverso?’
Rimase in silenzio continuando a guardare gli occhi chiari dell’altro, come a spingerlo a continuare.
‘Che sia una cosa breve e indolore, ti prego’
“Probabilmente ora mi odi, ma non… okay ho pensato per un secondo che non era tutto solo nella mia testa e che magari anche tu… voglio dire… Dio, mi sto incasinando peggio di prima” sbottò lo specializzando.
Nico aggrottò le sopracciglia confuso.
‘Cosa nella tua testa? Anche io cosa?’
Non lo avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura, ma in quel momento aveva paura.
Il tarlo che aveva in mente e che lo spingeva a fidarsi e a credere che davvero Will potesse provare qualcosa per lui cresceva di secondo in secondo e, qualunque fosse stata la risposta finale, non voleva saperla davvero.
‘Calmati, non gli interessi sotto nessun punto di vista, non voleva baciarti. Sarà solo un’altra voce nella tua fila di delusioni. Non farà così male’
“Il fatto è che mi piaci parecchio, Nico di Angelo”




#AngoloDiLeo
Oh si, sono sulla strada del perdono per i precedenti capitoli vero?
*shippa Solangelo anche se è lei a scrivere*
Allora, intanto devo dire una cosa, prima che mi dimentichi.
Quando Will parla con Nico, voi vi chiederete... Ma non si accorge del labbro spaccato e compagnia bella?
E la risposta è no.
Perchè quello che avevo descritto come 'occhio nero' nel precedente capitolo, lo ha coperto usando qualcosa che ha trovato nel bagno di Hazel (non fatevi venire in mente strane idee, era solo per non farlo vedere alla sorella!) e il labbro spaccato non lo nota perchè... andiamo, chiunque stia facendo una pseudo-dichiarazione non sta a guaradre i particolari no?
Comunque non vi preoccupate, se ne accorgerà nel prossimo capitolo ; )
In ogni caso, vi è piaciuto? Perchè non me lo fate sapere con una recensioncina così mi dite anche cosa poter migliorare?
Un bacio
-LeoValdez00

 
   
 
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