Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: M3K1317    13/11/2015    1 recensioni
Questa long-fiction è una versione migliorata di "Inazuma Eleven personalizzato", miglioramento della quale sono grato ad Ale2000.
Anno 2091 - Italia
Tra le tecnologie avanzate e i molteplici cambiamenti avvenuti sino ad ora, un gruppo di ragazzi tenta di creare una nuova potente squadra. Ma un ostacolo è in agguato nell'ombra.
Fra misteriosi personaggi, oscuri segreti e curiose rimembranze del passato, Milo e i suoi amici riusciranno nell'intento?
[Dal capitolo 4]
"Egli rideva in un modo così sguainato che Milo dovette coprire il telefono con una mano, per impedire che il tutto svegliasse i genitori o la sorella. E sopratutto che i suoi poveri timpani si distruggessero.
Dopo la scena a dir poco surreale, il portiere sbottò, mantenendo però un tono di voce basso:
"Ma... Era proprio necessario?".
Dall'altra parte ci fu il silenzio come risposta. Ormai sembrava inevitabile."
Genere: Avventura, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 16
 
Nicola aveva appena dribblato Volt, e si apprestava a tirare in porta. Il colpo fu centrale ma molto potente. Milo lo agguantò saldamente, riuscendo a contenerne la forza. Sul rilancio accorse Giuliano, che si trovò la strada sbarrata da due difensori. Cassate in quel modo le probabilità di un tiro, un terzo giocatore accorse a rubare palla al ragazzo.
I tentativi dei Sovrani Antichi di segnare erano scarsi e facilmente bloccabili da Milo. Al contrario, la loro difesa appariva come un’autentica muraglia. Ovunque provassero a passare, i giocatori dell’Alleanza Infinita erano sempre bloccati.
Vedendo l’ennesima azione offensiva vanificarsi, il capitano di tale squadra, si lanciò in avanti, rubando palla a Nicola, che non ebbe tempo di usare lo Scatto Repentino. Fatto ciò, Tundir saltò in aria, dichiarando: “Vortice di Vento!”.
 
La signora Luce non amava certo le faccende domestiche, ma non vi si sottraeva col classico procrastinare. In quel momento stava rastrellando il cortile. Si potrebbe dire che non amasse le nuove tecnologie, poiché si rifiutava spesso di farne uso, preferendo ad esse “il buon vecchio olio di gomito”. Raccogliendo alcune foglie secche davanti al cancello, scorse veruno dall’altra parte del marciapiede. “Ottavio?” chiese a sé stessa, sbalordita più che mai. L’uomo attraversò la strada giungendo davanti alla casa della signora. “Ottavio…” ripeté lei “Sei proprio tu?”. Egli per tutta risposta mostrò un sorriso malevolo, mentre si apriva il cancello da solo senza neppure aspettare il permesso.
 
“Vortice di Vento!” aveva dichiarato Volt. Il suo tiro era di innegabile forza, ma data la difesa imbattibile della squadra avversaria, era stato effettuato da lontano, consapevolmente che ciò gli avrebbe fatto perdere non poca potenza. Un difensore apparve dinanzi alla sfera di cuoio, contrapponendo se stesso tra di essa e la porta. Il suo tentativo fu vano. Ciò nonostante, un secondo giocatore si oppose al tiro, riuscendo a togliergli quella poca potenza che gli fosse rimasta dal precedente tentativo di bloccarlo. Salvatore non aveva nemmeno dovuto toccare palla, eppure, il goal era stato eluso. Il difensore che aveva fermato il colpo passò a Nicola, che si preparò a fronteggiare Rich. “Scatto Repentino!” urlò il primo, seguito a ruota dall’avversario, che dichiarò: “Carro di Diomede!”.
Pochi dei presenti avevano mai assistito ad uno scontro tra tecniche micidiali, cosa che diede a quel duello una sfumatura ancor più interessante di quanto non fosse già. Entrambe le tecniche sparirono nel nulla, lasciando vedere solo i due calciatori: Nicola aveva superato Rich.
Seguì un tiro, centrale come il precedente e facilmente parato da Milo.
Mancava poco alla fine del primo tempo, ma Lio volle provare ugualmente un’ultima azione offensiva. L’attaccante chiamò Hammer, chiedendogli di passargli la palla. Pur non essendo stato un passaggio di elevata qualità, Nitro riuscì ad ottenere la sfera. Trovandosi la strada bloccata da due difensori, il ragazzo fintò un passaggio all’indietro, sapendo che gli avversari si sarebbero aperti per seguire il loro schema, che aveva avuto occasione di studiare. Fu un attimo: i due difensori si mossero come ad inseguire l’inesistente passaggio, dando a Lio lo spazio necessario per tirare. “Fuoco e Fiamme!” urlò colpendo il pallone. Questa volta non vi era nessuno tra Salvatore e Nitro, rendendo lo scontro tra di loro inevitabile. “Barriera Magnetica!” dichiarò il portiere, eseguendo i dessi movimenti dell’altra volta. Le vampate impattarono con lo scudo invisibile, mandandolo in frantumi, ma senza evitare di esserne indeboliti: Salvatore aveva bloccato il tiro di Lio.
Emanuele fischiò due volte, rendendo chiaro come il primo tempo fosse finito sullo 0-0.
 
“E adesso, cosa facciamo?!” commentò esasperato Giuliano “Ci sono superiori su tutta la linea!”. Volt si affrettò a placare gli animi: “Non è finita! Ride bene chi ride ultimo!”. “Già…” si aggiunse Valerio “Inoltre siamo in parità… Mi sembra un ottimo risultato come prima partita!”.
Mentre il più della squadra colloquiava su come fare ad aprirsi un varco nella devastante difesa degli avversari, Andrè camminava avanti e indietro, all’ombra di un albero lì vicino. Lio gli si avvicinò con fare calmo e spensierato. “Ehi!” commentò poi “Non vuoi prender parte alla conversazione…”. “No.” rispose seccamente Rocciosi “Ho altro cui pensare…”. “Ossia?” chiese spiegazioni l’amico. “Ricordi quei fogli che la signora Luce ci diede tempo fa?” chiese il difensore. L’altro, per tutta risposta annuì. “Beh…” spiegò Andrè “Mi sono fatto tradurre il mio…”. L’attaccante fece un volto sbigottito, che costrinse l’amico a spiegarsi meglio: “Mio zio Furda è un interprete, e conosce il giapponese…”. Nitro si dimostrò colpito da tale informazione, pur non capendone il significato appieno. “Beh…” continuò Rocciosi “Sembra la descrizione di una tecnica micidiale…”. “Cosa?!” esclamò l’altro.
 
Il secondo tempo iniziò di lì a breve. Volt chiese spiegazioni di ciò ad Emanuele, che rispose seccamente che non trattandosi di una partita ufficiale, non aveva senso concedere un intervallo di quindici minuti. Il capitano dell’Alleanza Infinita provò ad obiettare, ma l’arbitro lo interruppe dicendogli di parlarne col quarto uomo. “Ma…” commentò sconsolato Tundir “Non abbiamo un quarto uomo…”.
 
Il calcio d’inizio del secondo tempo fu della squadra di Volt. Proprio lui, intimando a Cristoforo di passargli la palla, cosa che non gli fu proprio gradita, scatenò un litigio interno alla squadra. I due giocatori iniziarono a darsi spallate, quasi fossero avversari, ostacolandosi a vicenda sino all’intervento in scivolata di un difensore, che spazzò via il pallone.
Rich si diede una manata in faccia, commentando: “Siamo senza speranze…”.
Poco dopo furono gli avversari ad attaccare, con un centrocampista, che si trovò la strada bloccata da Andrè. “Piedi ben saldi…” si ripeteva il giocatore dell’Alleanza Infinita “Sguardo verso l’orizzonte… Concentra l’energia nella pancia…”. Purtroppo per lui, mentre ripassava le istruzioni, l’avversario aveva avuto tutto il tempo, di passare il pallone a qualcun altro, superando Rocciosi senza difficoltà alcuna.
 
Intanto, in una stanza illuminata da grandi finestre, con innumerevoli apparecchi tecnologici, attaccati in ogni angolo, un ragazzo sui vent’anni attendeva una visita. La porta robotica d’ingresso si aprì, dando libera entrata ad un uomo con una lunga barba. Il ragazzo, che altri non era se non Arsenio, collaboratore di JJ, si rivolse al nuovo arrivato: “Signor Rampolli… Mi allieta rivederla…”. “Risparmia per dopo gli ossequi!” tagliò corto l’altro “Siamo in un mare di guai!”. Arsenio si avvicinò all’anziano, togliendosi la sigaretta di bocca. Il fumo soffiato fuori dalle sue labbra si confuse col pallore della sua pelle ed il nero dei suoi capelli, contribuendo maggiormente a far parere l’individuo fuoriuscito da un film senza colori. “Mi lasci indovinare…” disse poi “I Sovrani Antichi stanno giocando una partita a mia insaputa…”. Egli virgolettò di proposito, con le dita, le ultime tre parole. Il docente di Latino fu colpito nel vedere il suo collaboratore tanto informato. “Ebbene?” chiese poi “Cosa intendi fare? Sai bene che quella squadra doveva restare nascosta a tutti!”. “Cosa intendo fare?” ripetè sghignazzando l’altro “Assolutamente nulla!”. “Mi stai prendendo in giro?!” chiese esasperato Rampolli “Era la squadra selezionata per il Progetto Alfa Due!”. “E così rimarranno le cose!” rispose prontamente Arsenio. Successivamente, nel vedere lo stupore sul volto dell’uomo, continuò: “I Sovrani Antichi saranno ottime cavie… Ma il vero Progetto Alfa Due sarà applicato ad un elenco di cinquantacinque ragazzi, selezionati dal sottoscritto, per idoneità al piano!”. Dicendo ciò, passò al suo ospite un tablet di ultima generazione, sottile come un foglio di carta, su quale apparivano i volti di una cinquantina di ragazzi. Rampolli si sistemò gli occhiali sul naso, per poi passare in rassegna i volti delle future cavie. “Ma…!” esclamò “Ti sei reso conto di chi vi è in prima ed in quindicesima posizione?!”. “Certo…” rispose l’altro, mentre un sadico sorriso si dipingeva sul suo volto. “Beh!” spiegò l’uomo “Il Kaiser non approverà mai qualcosa di simile!”. Detto ciò, fece per voltarsi ed andarsene, ma la porta robotica dalla quale era entrato si chiuse in automatico, mentre Arsenio rideva sguaiatamente. Interrompendo le risate, il ragazzo disse: “Signor Rampolli… Non mi dica che pensa di prendere ancora a lungo ordini da qualcuno come il Kaiser…”. Dicendo ciò, appoggiò un braccio sulla spalla del professore di Latino, in un modo spaventosamente amichevole.

 
ANGOLO DELL’AUTORE
Chiedo umilmente perdono per aver fatto attendere tanto codesto capitolo, per poi deludervi con tale obbrobrio!
In verità, non è nemmeno come si sarebbe dovuto presentare, se avessi seguito il progetto originale… Ma così non fu!
Nell’ultima parte del capitolo ho inserito una scenetta non prevista dalla prima stesura della storia, ma che deve fare da trampolino di lancio per un sequel sul quale sto lavorando… Insomma, se non aveste capito: non sono nemmeno a metà di questa fanfiction e già penso ad un sequel!
Infine, ringrazio JKEdogawa per la sua recensione, nonché tutti coloro che abbiano letto il soprastante testo.
 
P.S. Per farmi perdonare del ritardo ho tolto alcuni termini aulici e li ho sostituiti con parole che non richiedano la ricerca di un dizionario…
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: M3K1317