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Autore: Peanuts_e_Chocolate    16/11/2015    1 recensioni
[Spoiler per chi non avesse letto il quarto libro!]
Non me l’ero più sentita di restare, di vedere Lissa che si preoccupava per me, ma nei suoi pensieri ardeva di desiderio per usare il suo potere e quando lo faceva, anche solo per far migliorare la fioritura delle piante sul balcone o per guarire qualche ferita o per piccole cose, la mia testa esplodeva, il mio umore iniziava a variare da triste, ad arrabbiato senza un motivo.
Ma sentire le sue emozioni mi ha fatto riflettere molto, o meglio agire con il mio solito carattere irresponsabile.
E alla fine presi l’unica decisione che avrebbe permesso alle mie emozioni di sfogarsi senza far del male a nessuno e a lei di usare il suo potere. Scappare, di nuovo.
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dimitri Belikov, Lissa Dragomir, Nuovo personaggio, Rose Hathaway
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Famiglia.

 “Ecco,” disse aprendo l’album fotografico e facendomi vedere tutti i suoi figli. “Lui è il più grande.” 
Mi mostrò una foto di un giovane uomo alto e dai capelli scuri e ricci insieme a due bimbe sorridenti una più grande che aveva all’incirca dieci anni che lo teneva per mano e quella più piccola di tre o quattro anni in braccio alla madre Moroi. Andrew aveva un aria sorridente e veramente felice nella foto. Vidi Mary accarezzare la foto e sorridere.  
 “E poi ci sono i gemelli, sono nati esattamente due anni dopo. Inizialmente non pensavo nemmeno fossero due, infatti fu una sorpresa enorme per tutti.” Mi mostro sorridente le foto di una ragazza dai capelli castani tendenti al rosso e di un ragazzo della solita età ma dalla capigliatura come Mason ed entrambi con gli occhi chiari.
 “Loro sono le fotocopie di Robert. Lei è Hanna e lui Jake. Adesso hanno trentasette anni, li ho fatti quando avevo diciannove anni. Lei ormai è madre di una bellissima bambina,” Mi indicò una foto di una bimba di circa un anno con i capelli più scuri di Hanna ma con gli stessi occhi. “E invece Jake studia ancora, vuole diventare un medico.” Lo disse quasi fiera. 
 Mary aveva avuto entrambi che era poco più grande di me, io stessa mi stupivo perché ero certa che non sarei mai riuscita a tenere un bambino alla mia età.
Cambiò pagina mostrandomi stavolta la foto di una ragazza dai capelli castani lisci e molto lunghi tenuti su una morbida coda laterale. Ma aveva un’espressione molto vulnerabile. Sembrava che si potesse spezzare da un momento all’altro. 
 “Lei è Ashley, l’ho avuta un po’ più tardi ha ventiquattro anni ed è stata la nostra pena più grande.” Disse con un tono triste, ma non capii subito.
 “Appena nata non avrebbe nemmeno dovuto passare la prima notte, poi dicevano che non avrebbe superato la settimana, poi il mese. Ma alla fine, con la sorpresa di tutti è vissuta e tutt’ora è viva e questo è merito di Robert perché ha ereditato i suoi geni di Moroi che sono più forti. Ha trentadue anni e anche se è sempre stata esposta a molte malattie ma ce l’ha sempre fatta. Ho pianto molte volte per lei, pensando che non ce l’avrebbe fatta. Mi ripetevo ogni volta che stava male; ‘Questa è l’ultima volta che la vedrò.’ Sapevo che prima o poi sarebbe successo. Ma invece è sempre andata avanti.” Le cadde una lacrima ai ricordi che sicuramente le riaffioravano.
  “Ma ora sta bene?” Chiesi preoccupata anche se non la conoscevo e la vidi annuire. “Certo, ed ha un bellissimo bambino. Williams!” Mi mostro la foto di un piccolo bambino dhampir di appena un anno dai capelli chiari e il marito di Ashley, un biondo Moroi molto bello. 
 Mary voltò nuovamente pagina mostrandomi l’ultimo dei suoi figli. “Ed ora c’è l’ultimo della nostra famiglia, Daniel. L’ho avuto a trentadue anni e lui ne ha ventiquattro, viaggia spesso e torna una volta ogni tanto portandoci un sacco di souvenir.” Mi sorrise indicando qualche maschera proveniente dall’Africa che erano appese nella camera.
 Guardai Daniel, aveva dei riccioli castani di media lunghezza proprio come sua madre ed aveva un espressione seria che mi ricordava tantissimo Dimitri, facendomi quasi male.
  “Tutti i miei figli sono stati la luce dei miei occhi, hanno sempre portato con loro un sacco di allegria e di vita nella nostra famiglia e tutti loro hanno trovato la loro strada, si sono sposati con delle persone giuste e hanno delle famiglie stupende.” Sorrise guardando le foto dei suoi figli. 
  Le sorrisi anche io e lei chiuse l’album. “Ecco tutto. Questi erano i miei figli e anche la mia vita.” Disse ridendo. “Mi sembra ieri che li ho fatti!” Parlò andando a riporre l’album dove lo aveva preso.
  Io la seguii, vedendo che riponeva l’album fotografico sopra il camino accanto alla porta d’entrata e mi fece cenno di seguirla al piano di sopra. 
*
 “Da fuori sembra una casa minuscola, ma ti posso garantire che qui dentro ci entra pure un esercito!” E lo potevo immaginare, visto che erano stati una numerosa famiglia.
Mi portò al piano superiore, dove c’era un lungo corridoio con tre stanze che Mary mi spiego erano due camere e un bagno.
 Entrammo nella prima a destra ed era graziosa e femminile. Aveva un letto matrimoniale a baldacchino e ai piedi del letto un grazioso cassettone bianco con ornamenti a forma di rose, dipinti a mano.  
  “Siediti pure. Non fare complimenti, tanto ormai non ci dorme più nessuno e stai certa che le mie figlie non arriveranno ad urlarti che quel letto è loro e non devi sederti.” 
  Mi sedetti e lei aprì il cassettone e ne estrasse qualche abito.
  “Penso che quelli di Hanna dovrebbero starti. Altrimenti vediamo se ti stanno quelli di Ashley, ma ho qualche dubbio.” Mi porse qualche maglietta e un paio di pantaloni. Poi da un altro scompartimento estrasse dell’intimo. Mi imbarazzò quando me li porse e mi disse che scendeva lasciandomi tutto il tempo per provarmi i vestiti e mi disse pure che potevo curiosare tra i cassetti e che avrebbe rimesso lei le cose al loro posto una volta che avessi fatto e così uscì dalla camera. 
  Osservai le magliette, una aveva raffigurata una rock band degli anni ’80 mentre un'altra era più semplice con colori pastello e disegni vorticosi. Misi la maglia della rock band perché mi stava più larga e mi muovevo meglio e riposi quella color pastello.
 La stanza era immacolata e c’erano ancora alcune loro foto attaccate alla parete di una scrivania in un angolo della stanza che raffiguravano le due figlie e Hanna indossava la stessa maglietta che io avevo messo.
 Per l’intimo però c’erano stati un po’ di problemi, quello di Hanna mi stava un po’ stretto ma non perché ero grassa, anzi avevo un fisico tonico e con tutte le curve al posto giusto. Uguale per l’intimo di Ashley solo che era ancora più magra ed ebbi solo fortuna che i suoi reggiseni mi stavano.
 Perciò optai per il reggiseno di Ashley e le mutandine di Hanna, anche se mi causava un po’ di fastidio ai fianchi visto che l’elastico mi stringeva un po’.
*
 Uscii dalla camera spegnendo la luce, ritrovandomi in un corridoio quasi del tutto spoglio, se non fosse stato per qualche quadro raffigurante qualche cervo e dei fiori.
 La mia curiosità, però, ebbe il sopravvento e andai a curiosare nelle altre due stanze. Entrai nella stanza accanto a quella di Hanna e Ashley, ritrovandomi sorpresa nel vedere che era divisa a metà, dove una parte era in tinte calde come rosso, arancio e giallo mentre l’altra in colori freddi, verde, blu e nera. Capii subito che era la stanza dei fratelli, Andrew e Jake.  
  Un passo leggero che non sentii subito, mi fece girare e vidi Mary che mi guardava. 
  “Ecco, non volevo essere indiscreta o impicciona, volevo soltan-” fui interrotta da un suo cenno.
“Oh no. Devi stare tranquilla, puoi guardare. Volevo solo sapere se ti andavano le cose.” Mi disse.  “Si, vanno benissimo. Grazie.” Dissi gentile ancora imbarazzata per essere stata scoperta mentre curiosavo nelle camere dei suoi figli.
  “Vieni, ti mostro le altre!” E così, seguendola mi mostrò il bagno che era di fronte alla camera dei ragazzi, era piccolo ma grazioso. Conteneva una piccola doccia a vetro, un lavandino in ceramica, un bidet e una cesta per i panni sporchi. 
 “Non è un gran che, ma Robert cercò di metterci l’essenziale per i ragazzi. Sai, prima era un ripostiglio, ma avendo cinque belve in casa, l’altro bagno era praticamente inaccessibile. Così Bob ebbe la buona idea di sfruttare questo spazio per far loro un altro bagno. Non che il problema fosse del tutto risolto, ma era sempre meglio di niente. Alla fine, avere cinque figli in casa è stato peggio che tenere lontano gli orsi dall’orto!” 
 Risi seguendola nell’ultima camera, la quale si apri ai miei occhi come quella di un bambino di due anni. Era azzurra e bianca con aeroplani disegnati sul soffitto e un sacco di disegni pasticciati     sui muri. Per il resto aveva dei mobili chiari e un lettino con trapunte marroni. 
  “Wow, me l’aspettavo più… come dire, maschile.” Lei mi guardo con occhi divertiti.
“Sai, molte volte dicevamo di ridipingerla ma Daniel ha sempre detto che era meglio spendere i soldi in altre cose che in vernice. Anche se più piccolo è sempre stato molto maturo e alla fine è rimasta così. Non siamo mai stati molto bene con i soldi, ma quando i nostri figli ci chiedevano qualcosa che desideravano davvero tanto, gliel’abbiamo sempre presa. Vestiti, trucchi, strani congegni che i ragazzi volevano per costruire o inventare oggetti, uscite o altro. Non abbiamo mai permesso che i nostri figli si sentissero inferiori ad altri. Anche se ovviamente, ci sono stati molti problemi. Ma li abbiamo sempre superati.” 
 Mi spiegò e tornammo al piano inferiore, dove Robert stava dormendo su una poltrona davanti alla televisione spenta. Un pensiero mi colpì.
  “Dove dormite?” Lei mi guardò, riponendo le sedie con cura sotto il tavolo. 
  “Non devi preoccuparti, se pensi di averci rubato il posto ti sbagli. Sai, con Ashley che spesso stava male, Robert ha usato il nostro ex salotto come camera di riserva, ovvero dove dormi tu. Quando nostra figlia Ashley stava male veniva con me a dormire perché aveva bisogno di essere sorvegliata.” 
 Annuii e lei mi fece cenno di seguirla e mi mostrò una porta accanto al camino che prima non avevo notato, aprendola mi si mostrò una camera bellissima. Aveva un letto alto matrimoniale in color avorio con delle bellissime coperte ricamate, un armadio alto quasi fino al soffitto del medesimo colore del letto e un cassettone in ebano con affianco una specchiera ovale.
  “Wow, è stupenda!” Dissi osservandola estasiata, non pensando che avessero un lusso, se cosi poteva essere chiamato, in quella casa che fin ad ora mi era parsa mediocre. 
  “Ti piace? È stato il regalo di anniversario che Robert mi ha fatto per i nostri dieci anni di matrimonio. Una volta venuti ad abitare qui, abbiamo chiesto al prete del paese se avesse potuto benedirci e sposarci. Così acconsentì e ci sposammo, solo io e lui. Con nessun invitato o testimone, non ne avevamo bisogno dopotutto. Fu Robert a fare le nostre fedi. Le fece con una collana d’oro che suo nonno gli aveva dato molti anni prima, per i suoi diciotto anni. La sciolse e fece a forgia le nostre fedi. Tutto a mia insaputa.” Sorrise mostrandomi la fascetta d’oro che portava al dito, aveva dei disegni raffinati, erano come piccole onde divise da alcuni fiori e sulla parte superiore aveva incastonato un piccolo brillante rosso. 
   “E non sai come ci sono rimasta quando mi ha detto che in realtà quelle due fedi erano la collana di suo nonno. Quasi mi venne da svenire e piansi dicendogli più volte che era stato uno stupido e che non avrebbe dovuto. Ma lui disse che mai se ne sarebbe pentito, sapendo che un pezzo di quella collana sarebbe stata per sempre con me. Perché mi amava e voleva stare con me per sempre. E da allora è sempre stato così.” 
Rimasi colpita da quella rivelazione pensando che quello era ciò che io definivo ‘amore’.
 Andammo in cucina dove Robert si sveglio e Mary iniziò a fare della camomilla. Guardai la fede di Robert, vedendo che era identica a quella della moglie. Erano due riproduzioni quasi perfette se non fosse stato che la sua era più grande.
  Mary ci servì la camomilla, dopodiché Robert andò a letto lamentandosi della sua schiena e Mary mi disse che avrei fatto meglio ad andare a letto anche io e dandomi anche un pigiama più adeguato mi salutò dicendomi che l’indomani mi avrebbe portata in paese per avere più informazioni del posto e se volevo per chiamare qualcuno, dopodiché andò a dormire e mi lasciò sola nella ‘mia’ camera.
  Mi cambiai mettendomi il pigiama e poi buttandomi sul letto. Era stata una giornata, o meglio dire serata particolare e piena di cose nuove. 
Non sapevo dove si trovasse Lissa, se stesse bene e avesse ricevuto la notizia, a sua mente era una barriera, sembrava non volesse farmi entrare nella sua testa. Non sapevo se i guardiani mi stavano ancora cercando o già preparavano il mio funerale.
  Quest’ultimo pensiero mi causò un enorme disagio e una fitta al cuore, soprattutto per Lissa.
Avrei dovuto far sapere che ero viva. Almeno a Lissa e Adrian glielo dovevo.
 Adrian sicuramente stava ancora aspettando la mia chiamata. Prima di andare via gli avevo promesso che lo avrei cercato io, che gli avrei fatto sapere come stavo e che non doveva cercarmi.
*
Sospirai, sentendo la stanchezza farsi pesante e il viso indolenzito, chiusi gli occhi e dovetti arrendermi all’evidenza che ero esausta e anche se avevo voglia di uscire di nascosto e di cercare un posto dove chiamare senza essere disturbata mi resi conto che nemmeno sapevo da che parte andare. 
 Mi infilai sotto le coperte e spegnendo la luce mi abbandonai alle tenebre addormentandomi poco dopo.
*



N.d.a.: Ed eccomi qua con il quarto capitolo della mia saga! :D Spero vivamente che vi possa piacere e che non sia stato noioso. Questo capitolo è servito più che altro a far chiarezza su determinate cose e sarà il capitolo prima dell'arrivo di uno dei cinque figli di Mary! Sicuramente già a vete capito chi sia ma vi lascio nel dubbio! (?) 
 Ringrazio sempre chi mi segue, recensisce o legge e basta la mia fan fiction! Qua sotto metterò delle piccole note per chiarire: 
-I figli di Mary sono tutti sposati con Moroi, perché nati da Mary (dhampir) e Robert (Moroi) ovviamente sono nati dhampir. (Che genio che sono! XD )
- I posti ripresi nella fiction esistono realmente nella realtà. Adesso Rose è a Nine Mile Falls, un posto esistente vicino a Spokane!
E con questo stop.. per ora ho solo queste cose da dire! Al prossimo capitolo aggiungerò altre informazioni se mi vengono in mente! :D
A presto YK91!

 
   
 
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