Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Addy6702    17/11/2015    3 recensioni
Jack Frost ha perso il suo amore, ma non tutto è perduto.
Qualcuno lo sta aspettando.
Qualcuno con grandi occhi di ghiaccio...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Jack seguì le due ragazze finché non le vide entrare nella stanza della bambina.

Entrò a sua volt e vide zia e nipote intente a scegliere gli abiti perfetti da mettere in valigia. Erano così felici e spensierate, quasi euforiche. Jack si domandò come fosse possibile che una cosa così piccola potesse scatenare una tale gioia.

Poi trovò la risposta: amore. Quelle due si adoravano e si vedeva bene che anche un evento minuscolo era un pretesto per stare insieme a divertirsi.

“Zia Elsa! C’è lo spirito dell’inverno!” urlò Emma ad un tratto riportando Jack nella realtà.

“Jack! Che ci fai qua?” chiese la regina poggiando sul letto una gran quantità di vestiti.

“Oh io nulla. Ero solo venuto a fare un saluto alla persona che non mi ha detto neanche che parte”

“E perché ti importa tanto?” chiese Emma con un espressione furba dipinta sul volto.

Giusto! Perché se l’era presa tanto? D’altronde Elsa la conosceva da pochissimo, e non è che fossero oramai legati legati al punto che lei gli dovesse raccontare ogni dettaglio della sua vita no?

Allora perché gli interessava tanto?

“Non importa così tanto come pensi tu pulce! Solo che… Ho salvato la vita a tua zia ieri e quindi mi sembra giusto che non abbia fatto tanta fatica per niente e che lei non intraprenda viaggi mortalmente pericolosi. Se non mi dice dove va come posso salvarla di nuovo se necessario!” inventò Jack sul momento non sapendo che altra risposta dare.

Emma guardò lo spirito per un po’ e poi scoppiò a ridere.

“Come no! Ahahaha!! Trovane un’altra spiritello!”

“Emma, non essere sgarbata!” la rimproverò Elsa.

“Ma anche se fosse vero che ti ha salvato la vita, nessuno si preoccuperebbe così tanto per questo motivo!”

- Maledetta bambinetta, come mi piacerebbe congelarti! Mai la bocca chiusa, mai!- pensò Jack aumentando la presa sul bastone.

“Emma non c’è niente che volevi dire a Jack?” chiese ad un tratto Elsa.

“No zia cosa… Ahhhh… è vero: mi dispiace per l’altra volta, ma era difficile credere che tu fossi lo spirito dell’inverno. Mi perdoni?” disse Emma facendo gli occhi dolci a Jack.

-Che lecca piedi!- pensò fra se e se lo spirito ma poi disse:“ Ok ti perdono, ma solo perché mi piacciono i bambini.”

Emma sorrise soddisfatta.

“Tesoro, non trovo la tua vestaglietta preferita, mi sa che l’hai lascita in camera mia. Vai a prenderla tu?” chiese Elsa frugando nel cassettone delle vestaglie.

“Va bene zia” rispose quella e corse via dalla stanza, lasciando i due giovani soli.

“Allora, dimmi la verità perché volevi sapere dove andavo?” chiese ad un tratto Elsa a testa bassa per non incontrare lo sguardo del giovane.

“Te l’ho detto. Non voglio che tu ti faccia male” rispose lui.

“Quindi… Ti preoccupi per me?” chiese nascondendo un sorrisetto contento.

“No! Beh io… Forse giusto un po’. Siamo amici no?” ammise Jack.

Elsa sorrise ancora di più.

“Da vero siamo amici Jack? Ma si può esserlo dopo così poco tempo?” chiese Elsa come sempre diffidente.

“Non so. Ti fidi di me?” chiese lo spirito avvicinandosi.

“Si” disse lei dopo un attimo di esitazione.

“Allora siamo amici!” disse lo spirito sorridendo.

Elsa alzò lo sguardo.

Jack vide ancora una volta quei bellissimi occhi azzurri ghiaccio che su di lei stavano a pennello.

Erano stati la prima cosa che veramente l’aveva colpito di lei. Aveva ammirato la sua tenacia e la sua calma durante le situazioni critiche, ma quando aveva visto i suoi occhi era rimasto ipnotizzato.

Erano così belli, così azzurri così… Perfetti.

Senza quasi accorgersene si avvicinò a Elsa trovandosi molto vicino a lei. Quasi la toccava.

“Zia! L’ho trovata, l’ho trovata!” urlò una vocina dietro di lui e tutti e due i ragazzi si affrettarono a recuperare una distanza ragionevole l’un dall’altra.

Jack restò lì ancora per un po’ aiutando la piccola peste ed Elsa con le valige.

Quando tutto fu pronto Jack si preparò a volare via.

“Verrai a trovarmi a Corona?” chiese Emma dietro di lui “Così ti presento la zia Rapunzel!”

Quella bambina sarebbe stata la sua fine, Jack se lo sentiva.

“Sono sicura che Jack ha tante cose da fare tesoro. Non disturbarlo.” rispose Elsa per lui.

Salvo.

Elsa l’aveva salvato da una situazione stra imbarazzante, anche se non ne era consapevole.

“Va bene, ci vediamo presto però!”

“Senz’alto pulce!” rispose Jack sorridendo per poi volare via.


La mattina seguente Jack si alzò di buon ora felice per qualche motivo anche se neanche lui sapeva dire quale.

Qualche giorno prima non avrebbe certo provato questa sensazione e lui lo sapeva bene.

Ma ora era lì con il sorriso stampato sul volto che camminava sulle sponde del lago Morto.

Era felice.


Elsa era felice, si era svegliata di buon ora e aveva fatto una colazione stupenda, si era vestita e pettinata con i suoi vestiti preferiti, ora era sulle scale del palazzo di Corona ascoltando Anna e Kristoff fare mille raccomandazioni alla figlia senza smettere un secondo di stritolarla negli abbracci o soffocarla con i baci.

“Va bene, credo che abbia capito!” sbuffò infine la sovrana.

“Non si è mai troppo sicuri con i figli” ribattè la sorella.

“Si come no! Se nascerà un maschio cosa pensi di fare allora?” chiese Elsa punzecchiandola

“Comprerò un guinzaglio e una museruola” scherzò lei.

“Dai avanti, o faremo tardi!” disse spazientita Elsa.

“Va bene. Allora ciao tesoro” si arrese la madre dando un nuovo bacio alla figlia.

“Comportati bene ok?” le disse il padre abbracciandola.

“Si, si. Voi però ora andate” provò a dire la bambina.

“Come ti devi comportare con gli zii?” continuò la madre.

“Insomma Anna muoviti!” la rimproverò la sorella.

“Ok ok…” rispose Anna montando sulla carrozza inseme al marito.

Elsa diede un forte abbraccio alla nipote e poi tutti e tre cominciarono a chiacchierare mentre la carrozza si allontanava dal castello.


   
 
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