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Autore: P S T D    18/11/2015    0 recensioni
Un paio di incontri in cui si discute delle percezioni, della distanza tra le persone, della teoria dei meme e del caldo record annunciato da Studio Aperto. Non so dove si andrà a parare, ma dovrò pur far qualcosa mentre aspetto la prossima estinzione.
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'incontro avverrà dove è sempre avvenuto. Ieri era un cimitero stellare, domani una nuvola di aria fritta. Ora - perchè è ora l'unico momento di cui si ha coscienza, il passato è un' illusione, il futuro non esiste - è su una retta infinita, il binario con cui la sua immaginazione corre tra tempo e spazio. Il luogo non ha importanza, il luogo è solo una rappresentazione.
"Sono al di là del muro"
C'è un vagone che corre. L'uomo al suo interno fissa fuori dal finestrino, appoggiato a un palo, attende una fermata che mai raggiungerà.
"Sono in un luogo buio"
"Eppure sento la tua presenza"
Una nota d' irritazione vibra nella voce del giovane. Ora è un vecchio, ora un cadavere, e quando le sue parole vengono sovrastate dallo sferragliare delle ruote sui binari c'è solo il suo scheletro abbandonato sul sedile. Ogni universo attraversato lo mostra per ciò che è in quel mondo. Un demone di carne di carne e cenere, una bambina sovrappeso, il cavalletto di un pittore. Eppure, qualunque cosa diventi, la fame di sapere resta sempre lì.
"Puoi vedermi?"
"No"
"Allora non puoi capire"
"No. Ma posso immaginare"
Gli pare quasi di sentirla, la risata della Musa. E questo non fa che accrescere la stizza. Non l'ha inseguita ai limiti estremi del creato per essere preso in giro.
"Perchè ridi?"
Nessuna risposta.
"Perchè sto immaginando che tu rida?"
Si guarda le mani. Dita paffute, ossa nude. Artigli e ventose, pelliccia, falangi robotiche. Lasciò il suo mondo come un uomo, ora il suo puro intelletto oscilla senza pace tra una sembianza e l'altra. La Musa, personificazione della Verità insondabile, non ha forma alcuna. Forse è solo lo spettro della sua pazzia e non vuole pensarci, perchè a questo punto sarebbe tanto stato meglio restare in una vita ordinaria e senza meraviglia.
"Ti trovi nella terra murata dei tuoi sensi mortali e a volte dimentichi di esserne consapevole. Eppure..."
La Musa lo incalza ad arrivare sempre allo stesso punto, sempre a questo punto. E forse sono passati millenni, forse solo una settimana da quando ha ricevuto l'ennesima risposta sempre uguale. È questa la condanna a cui l' ha incatenato la curiosità?
"... percepisci l'incompletezza delle tue risposte, la solitudine nell'intuire la verità senza poterla raggiungere."
"Non stai dicendo nulla che non sappia. Questa è una verità che ho trovato da solo nei recessi della mia psiche. Perchè non mi parli del resto? Perchè non mi dici finalmente cosa c'è oltre il muro?"
"E come potrei, Silenzio, figlio mio?"
Il cosmo vuoto e muto, attorno a lui si scontrano atomi e idee, i cocci dell'impatto sono nuove realtà. Nuove terre murate.
"Da sempre gli esseri senzienti si interrogano sulla vera natura delle cose e toccano, sentono, guardano i Mondi frutto tra l'interazione della materia e i loro sensi. Tu stesso hai iniziato a farlo, una vita fa."
Mille vite fa.
"Ma è una ricerca che non avrà fine. Come potresti comprendere il mio canto, se esso stesso viene filtrato dai tuoi sensi, dalle tue idee?"
Il treno sfreccia tra le urla di due eserciti, inni alla guerra santa. Ogni schieramento ha Dio dalla sua parte, la Verità che ha deciso essere reale. Silenzio si ritira infastidito nel suo guscio mentale. Stupidi bambini.
"Tu credi di poter raggiungere questo vero stato delle cose. Credi ci sia una risposta alla tua esistenza e a quella del multiverso, e che quella risposta sia io. Ma mi dispiace..."
"Ti sbagli."
"La risposta non c'è. E noi siamo la nostra stessa prigione."
Ma questa volta è diversa dalle precendenti. Ere cosmologiche passate a pensarci e l'indizio era vicino a lui, l' indizio era lui. No, stavolta non si perdonerà il dubbio. La sua voce smuove venti e maree su pianeti appena formati, ne accende l'atmosfera al solo vibrare.
"Io posso Immaginare."
"Lo hai gia detto."
Ora, giovane. Ora è il momento. Dì quella frase, da un senso a tanto cercare. Affronta la tua sofferenza e non preoccuparti della mia.
"Tu dici che non posso esplorare ciò che è al di fuori dei miei sensi. Che sono la mia stessa prigione. Ma io sono capace di immaginare qualcosa oltre questo confine. Il mio pensiero, che è la mia essenza unica e inimitabile può proiettarsi oltre la terra murata."
Non tutto è perduto, la speranza è infranta, vero, ma si può costruirne un' altra.
"Posso gettare semi di me al di là del confine. E pur non potendo raggiungerti non sono intrappolato per forza. Era questo che cercavi di dirmi?"
Il trionfo è tale da combinare molecole organiche e innescare reazioni chimiche. Percepisce i deserti di tutti i mondi riempirsi di nuova vita.
Ci sono un uomo e una bambina. Può darle forma adesso. Ci sono un uomo e una bambina, forse nudi, forse vestiti con tute spaziali. Non hanno importanza i dettagli, ma solo che ci sono un uomo e una bambina a guardarsi negli occhi, da soli in quel treno.
"Questo non basta.", dice lei, "sei ancora intrappolato tra una pagina e un bit informatico, in un racconto scritto da qualcuno."
"Lo so. Ma sono fiducioso. Forse la Fantasia può davvero superare ogni muro."
E quindi parlarono, parlarono del destino,di Dei e Demoni, dei mostri creati dalla fantasia dei bambini. E dopo eoni, Silenzio si sente svuotato:
"Ancora una volta, abbiamo parlato. Ci siamo tenuti per mano senza arrivare da nessuna parte."
"Forse ti sbagli, figlio mio. Sei così ossessionato dalla Verità, ma forse non ti interessa davvero trovarla. Ti senti vivo solo mentre ti disperi a cercare."
-

note: questo capitolo è nato a seguito di ripetute letture di http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=38367&i=1, fic scritta da uno dei primi autori che ho letto quando sono approdato qui. Colpito da tanta genialità, ho sentito il bisogno di scrivere qualcosa di simile - o al limite di assassinarne l' artefice per l' invidia - ed è uscito questo capitolo, direi quasi un plagio anche se si basa su tematiche diverse. Hah, la frase "Affronta la tua sofferenza e non preoccuparti della mia." non viene da me. L' ho letta in un' altra fic, so di averla letta e di essermi ispirato a quella, ma è stato tanto tempo fa e non ricordo nè l' autore nè la storia in questione. Se qualcuno può aiutarmi, mi contatti pure.
  
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