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Autore: Petricor75    18/11/2015    1 recensioni
Su una linea temporale, questo racconto si colloca un po' di tempo dopo la fine della terza stagione. Ruota soprattutto intorno a Bea e ad un personaggio originale. Boomer la fa da padrona per le parti divertenti.
Questa fanfiction è stata scritta e pubblicata prima che venisse rilasciata la quarta stagione, i personaggi originali sono totalmente inventati e farina del mio sacco.
Wentworth e i suoi personaggi non mi appartengono e questa storia è stata scritta senza nessuno scopo di lucro.
Genere: Comico, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Liz scostò appena la tendina sulla porta della cella, la donna era sdraiata sul letto e con le braccia incrociate sotto la testa, fissava annoiata il soffitto. Bussò ed aprì senza aspettare. "Ciao, io sono Liz, sono il supervisore delle ragazze qui, e mi occupo di accogliere le nuove arrivate e di fare da mediatore, se ci sono delle necessità particolari.", disse in tono cordiale entrando e accostando la porta. Dawn si alzò accogliendola con un sorriso. Le strinse la mano presentandosi e confessandole che moriva dalla voglia di farsi una doccia.
"Dovrai aspettare dopo l'ora del pranzo.", informò porgendole l'articolo. "Le ragazze mi hanno raccontato che non sei di qui… sai… è successo un putiferio un po' di tempo fa…", "Ok, lo leggerò.", disse l'altra dando un'occhiata al titolo che recitava "ERGASTOLO SENZA CONDIZIONALE PER IL MOSTRO DI WENTWORTH!". Liz spiegò il funzionamento del nuovo pulsante antipanico, presente in ogni cella, raccomandandosi come suo solito che era meglio non premerlo. Spiegò le regole di sicurezza della struttura, orari, allarmi, conte, uso dei telefoni e le assicurò che le avrebbe mostrato il locale docce al ritorno dal pranzo. "Quando sei pronta, ti presento le altre. Ad ogni modo, tra poco ci chiameranno per il pasto.", concluse sorridendo. Doveva ammettere che le ragazze l'avevano incuriosita, così si sedette sul letto, incrociò le gambe e si mise a leggere.

ERGASTOLO SENZA CONDIZIONALE PER IL MOSTRO DI WENTWORTH!
Concluso in tempi record il processo contro la ex direttrice-mostro del carcere di Wentworth. Ironia della sorte, è proprio a Wentworth che sconterà la condanna a vita. Pesantissime le accuse pendenti fino a questa mattina su Joan Ferguson, in primis l'omicidio della detenuta Jessica Warner e l'occultamento e il vilipendio del suo cadavere, per mezzo dell'incendio doloso che mesi fa distrusse alcune sezioni della struttura di detenzione. La donna è risultata inoltre essere la mandante del delitto di Harry Smith e del tentato omicidio di Matthew Fletcher, una delle guardie carcerarie sotto il suo comando, ricordiamo che Neils Jasper è già stato riconosciuto colpevole come esecutore materiale dei due crimini sopracitati; segue l'accusa per tentato omicidio della detenuta Lucy Gambaro, nonché la tortura ai danni delle detenute Jodie Spiteri e Bea Smith: ricorderete la sentenza a vita per l'omicidio di Jacqueline Holt e mesi dopo del figlio Brayden, per il quale la Smith riuscì anche ad evadere dal penitenziario, infliggendosi profonde ferite da taglio che richiesero un trasferimento di urgenza in ospedale, si scoprì in seguito che la Smith aveva trovato il modo di assumere un antiemorragico per evitare di dissanguarsi. Oltre a ciò l'accusa aveva ipotizzato il coinvolgimento della Ferguson nella morte per overdose di un altro membro appartenente al clan degli Holt, Simone Slater, trovata esanime nella sua cella, con una siringa ancora nel braccio.
La difesa puntava tutto sull'infermità mentale, ma grazie alle numerose dichiarazioni giurate dei vai testi che si sono succeduti nel corso delle passate settimane, si è provato senza alcun dubbio che la natura psicopatica dell'imputata non influiva sulla sua capacità di intendere e di volere, né sulla distinzione tra bene e male. Benché, in seguito al suo arresto, la donna abbia manifestato evidenti segni di un crollo psicotico grave, è stata quindi respinta la richiesta degli avvocati e si è deciso per l'isolamento permanente nell'ala psichiatrica del più importante penitenziario della zona, Wentworth, appunto. Sono invece cadute tutte le accuse di favoreggiamento a carico della vice-direttrice, Vera Bennett, in quanto si è provato senza alcuna ombra di dubbio l'altissima capacità manipolatoria della Ferguson.
Testimoni chiave dell'accusa, proprio la stessa Bennett, assieme alla dottoressa Bridget Westfall, psicologa forense di servizio presso la struttura detentiva, le guardie Matthew Fletcher e Will Jackson, vedovo di Meg Jackson, una delle precedenti direttrici del penitenziario, e la ex detenuta Francesca Doyle che ci ha gentilmente concesso una breve intervista, poco dopo essere uscita dall'aula del tribunale.

D: Francesca, è soddisfatta della sentenza o avrebbe preferito che Joan Ferguson venisse trasferita altrove?
R: Joan Ferguson è un mostro e deve essere tenuta dove non sia più in grado di nuocere a nessuno. È molto abile nel manipolare le persone, e questo processo lo ha ampiamente dimostrato. Il personale di Wentworth la conosce fin troppo bene e sono più che sicura che non esista luogo più adatto a questo scopo. Quindi, si, sono soddisfatta.
D: Durante la sua permanenza a Wentworth, lei è stata testimone di molte delle crudeltà di cui la ex direttrice si è resa responsabile, quali sono state le più atroci?
R: Come è stato provato dall'accusa, Joan Ferguson ha ordinato a Neils Jasper di investire il Signor Fletcher, perché era venuto a conoscenza di dettagli compromettenti sul suo passato, che sicuramente avrebbero messo in serio pericolo la sua carriera. Ha usato lo stesso Jasper per somministrare un allucinogeno a Bea Smith e metterla fuori uso durante l'inchiesta interna in cui Jodie Spiteri avrebbe mosso pesanti accuse contro di lei. In seguito ha spinto la Spiteri a sfregiarsi un occhio con una matita, proprio usando le abilità manipolatorie di cui si è già parlato. Devo continuare?
D: Parlando di Bea Smith, si dice che abbia avuto un ruolo chiave sul crollo psicotico della direttrice.
R: Bea Smith ha anche avuto la forza e il coraggio di non arrendersi ai soprusi e alle prepotenze che in generale si verificano all'interno di una struttura detentiva, compreso tutto l'affare Ferguson. Quindi direi che ha avuto un ruolo chiave in molti aspetti di questa vicenda.
D: Si riferisce al caso Holt?
R: Mi riferisco all'ipotesi di omicidio di Debbie Smith, la figlia di Bea, per mano di Brayden Holt, che le avrebbe iniettato una overdose di eroina, su ordine di sua madre Jacqueline, detenuta a Wentworth per omicidio e associazione per delinquere di stampo mafioso. Tutti siete a conoscenza del caso ormai, ma forse non sapete quel che Bea ha fatto all'interno del carcere per combattere il contrabbando di sostanze illecite ed arginare la violenza tra le detenute. Insomma, gente, le ha rimesse in riga tutte!
D: E come ci è riuscita, secondo lei?
R: Con la perseveranza, dimostrando di avere a cuore il benessere del gruppo, si è imposta in prima linea contro la Ferguson, bisogna ricordare che è stata lei a fornire il DNA di Jasper, riuscendo a far attribuire l'omicidio dell'ex marito ai veri responsabili, omicidio per il quale una persona innocente rischiava l'ergastolo.
D: Signorina Doyle, devo ammettere che ha una bella parlantina! Gira voce che lei voglia intraprendere la carriera di avvocato.
R: L'obiettivo è ancora lontano, ma ci sto lavorando!

Ringraziamo la Doyle per il tempo che ci ha dedicato e ci auguriamo di tutto cuore di ritrovarla presto in veste di avvocato presso questa corte.
29 Settembre 2016, Dannie Terrence per Herald Sun.

"Wow!", esclamò tra sé sconvolta, trovando difficoltà di articolare pensieri più complessi. Adesso capiva come mai tutte avevano guardato in direzione di Bea quando erano arrivate, e capiva anche perché sembrassero così intimorite quando la rossa aveva ricambiato gli sguardi. Pensò che forse era stato un bene che l'avesse conosciuta prima di sapere chi fosse. Non voleva esserne intimidita.
   
 
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