Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: lupetto    19/11/2015    0 recensioni
Seguito de 'La Casa', narra le storie di un gruppo di amici alle prese con strane Abilità. I personaggi sono diversi ragazzi facenti parte del gruppo 'Percy Jackson, il capolavoro di R. Riordan'.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
II
 
Alberto non era mai stato in Presidenza, mai. Non era un tipo esuberante, iperattivo o logorroico; ascoltava le lezioni, prendeva ottimi voti a scuola e nel pomeriggio praticava diverse attività fisiche. Da diversi mesi si frequentava con una ragazza, sbrigava le faccende di casa più superflue e aiutava Mattia, il suo vicino, a studiare per l’esame di terza media. Tutta la sua vita era perfetta, montata come un plastico su basi d’acciaio, impossibili da far crollare, e il resto della sua esistenza si prospettava magnifico, seguendo un filo invisibile che lo avrebbe condotto prima all’Università, poi a un buon lavoro, a una famiglia con Alice e tantissime vacanze in posti esotici.
Ma si è mai visto che qualcosa vada secondo i propri piani? E’ mai successo che l’uomo abbia raggiunto tutti i suoi obiettivi e tutti i suoi sogni? No, e Alberto ne fu la prova lampante: una vacanza estiva in montagna cambiò completamente la sua vita, stravolgendola come l’uragano fa con le città, sradicando via ogni cosa.
La Casa lo aveva segnato, cicatrici e cuore erano ancora aperti, sanguinanti ed infetti, dandogli il tormento sino agli inizi dell’anno scolastico, che cominciò nel peggiore dei modi: una rissa nei parcheggi della scuola. Un ragazzo del suo anno guardò per un istante Alice, Alberto lo notò e passò subito alle mani, picchiandolo come se non ci fosse stato un domani. Il risultato fu una pozza di sangue, il viso del tipo completamente viola, l’espressione della ragazza che rivelava tutto il disgusto e la paura che stava provando per Alberto, e quest’ultimo si chiuse in se stesso, scontando quei quindici giorni di sospensione rinchiuso in camera sua.
Tornato a scuola tutti lo avevano abbandonato, nessuno cercava un approccio e tantomeno ne erano interessati. I suoi voti scesero radicalmente, non andò più a casa del suo vicino e abbandonò gli sport, preferendo semplicemente correre: la sua valvola di sfogo preferita.
Ogni tanto capitava che, sotto le coperte, Alberto piangesse per tutto ciò che gli stava accadendo, e il suo unico desiderio era quello di poter stare con i suoi veri amici e di poter vivere nel Suo posto, la Casa. Il cuore andava in mille pezzi quando il ragazzo sognava il lago della villa, il patio di legno, i boschi che sapevano di miele e terra bagnata, l’aria mite e dolce come la carezza di una madre. Ma sapeva che nulla sarebbe tornato, che anche volendo nessuno lo avrebbe seguito mai poiché tutti, al contrario, temevano un ritorno alla Casa. E Alberto andava a dormire con il cuscino bagnato anche se, il mattino dopo, il suo viso era duro come il marmo e la sua voce nera come il carbone.
A casa la situazione non era delle migliori: sua madre se ne andò durante le vacanze senza lasciare un recapito, suo padre preferì starsene da suo fratello; il ragazzo restò con sua sorella maggiore, che ogni giorno gli ripeteva più volte l’importanza e la bellezza della vita. « Io ho perso già tutto » rispondeva Alberto bevendo l’ennesima lattina di birra, guardando con rimorso la tv.
 
Tutto però, anche se buio, può illuminarsi: accade a pochi prediletti, a coloro che hanno toccato il fondo e non riescono, nemmeno con tutte le loro forze, a riemergere dalla Vita.
Settembre si mostrava triste nonostante il pallido sole regnasse su un cielo azzurro come il mare, e Alberto si girò nel letto affondando la testa nelle coperte, tentando di scacciare i fastidiosi raggi del sole: aveva dormito poco anche quella notte, perciò avrebbe utilizzato l’ennesima assenza per recuperare il sonno perduto. La sveglia suonò fastidiosa come ogni giorno, con il suo battere metallico e una melodia datata anni ’80. Alberto imprecò e la spense, rintanandosi nel suo cumulo di coperte, lontano dal mondo.
Proprio mentre Orfeo lo stava trascinando dolcemente nel sonno, qualcuno bussò lievemente alla sua porta. Alberto, per tutta risposta, emise un grugnito e non volle alzarsi, facendo intendere alla sorella che quel giorno sarebbe rimasto a casa. Passarono pochi istanti e un altro bussare, questa volta più deciso, si propagò per tutta la stanza.
« Giulia, smettila! Voglio dormire! » urlò il ragazzo infilando la testa nel cuscino, non ottenendo nessuna risposta. La maniglia silenziosamente girò senza emettere alcun suono e la figura di un ragazzo avanzò nella penombra, silente come fa il gatto: guardava incuriosito il letto, facendo attenzione a non calpestare maglie e mutande sparse sul pavimento. La figura però, forse non cosciente della sua goffaggine, inciampò sul filo del portatile e cadde a capofitto sul letto, facendo alzare un Alberto leggermente arrabbiato.
« Giulia, ti do cinque secondi per to- » disse con tono pacato guardando la figura, interrompendosi quando si accorse che non era sua sorella ad essersi buttata sul letto, ma bensì…
 
Se esistesse un premio per gli abbracci stritolanti Alberto avrebbe vinto la prima coccarda: stringeva Yuri per salutarlo, ma anche per non lasciarlo andare via.
« So che ardi dalla voglia di sedurmi su questo letto, bel marpione » commentò il tipo ridendo, contraccambiando l’abbraccio. Alberto ebbe bisogno di qualche minuto buono per realizzare che il suo amico fosse lì, che non se ne sarebbe andato e che tutto ciò che fino a quel momento parve sprofondato nell’oscurità stava per essere immerso nella luce più bella e dolce di questo mondo: la speranza.
« Innanzitutto: mi sei mancato da morire, ed ho una spiegazione più che logica ad ogni cosa. Ne parlerei volentieri di fronte ad una bella colazione, e so che hai tante cose buone, vero? Perciò mettiti qualcosa addosso – anche se con questi boxer rossi non mi dispiaci affatto! – e scendiamo di sotto! »
Alberto scoppiò a ridere, afferrò le prime cose trovate e insieme scesero di sotto, mentre Yuri si guardava incuriosito intorno.
Il ragazzo notò che l’ospite inatteso fosse leggermente cambiato: i suoi capelli lunghi avevano assunto una tonalità rossiccia e la pelle aveva perso la sua abbronzatura, rivelando una carnagione incredibilmente chiara. Ma lo avrebbe riconosciuto tra mille anche solo guardando il suo sorriso, poiché era quello che lo rendeva speciale.
Dopo aver servito una grossa tazza di caffè a Yuri e preparato il suo immancabile latte caldo con cereali, Alberto prese posto al tavolo e insieme presero a chiacchierare su tutto ciò che accadde dopo la Casa.
« Ora ti chiederai perché sono sparito: ebbene, incredibile ma vero, la nostra cara amica Corruzione mi ha cancellato la memoria. Penso che lo abbia fatto con molti altri, e penso che sia stata spinta dal fatto che alcuni di noi non abbiano preso con garbo tutta la faccenda della vacanza. Perciò fino ad una settimana fa pensavo che io e mia madre avessimo passato le vacanze in Sicilia e non mi posi mai il problema di pensarci su: dopotutto credevo fosse reale, non ne avrei mai dubitato. Ma ecco che di punto in bianco sogno questa donna che mi trascina in diverse epoche e la memoria ritorna nella mia mente come se non fosse mai stata cancellata o distorta. Perciò ho buttato giù diverse cavolate riguardo ad una borsa di studio vinta in qualche posto in Francia ed ora sono qui a bere questo caffè che mi fa innamorare con uno dei miei amici migliori. Domande? »
Alberto ascoltò attentamente e finalmente ogni suo quesito trovò risposta, lasciando che la sua mente lo riportasse a quell’estate, facendolo andare incontro però ad una triste verità: molti ragazzi non sarebbero tornati alla Casa, e il non sapere chi lo faceva stare in pensiero, dopotutto erano suoi amici.
« Hai ancora le tue Abilità? » domandò Alberto mangiando i cereali. Yuri scosse la testa e fece un sorso di caffè. « Diciamo che Madame Corruzione, oltre alla memoria, abbia cancellato proprio tutto. E dalla tua domanda deduco che tu non sia stato salvato, perciò penso che l’annullamento della Abilità sia stata una cosa che abbia compreso tutti. »
« Sei andato a trovare gli altri? »
« No, una volta tornata la memoria il primo che ho cercato sei stato tu. » rispose Yuri finendo di bere. Alberto accennò un sorriso e una volta finita la colazione salirono in camera, in modo che il ragazzo potesse darsi una lavata e vestirsi. Yuri intanto studiava ogni minimo particolare della camera da letto, dai poster di famose band al disordine addensato sulla scrivania di legno.
« Cosa si fa ora? » chiese Alberto uscendo gocciolante dalla doccia coperto da un semplice asciugamano. Yuri accennò un sorriso malizioso e scosse la testa, afferrando un paio di boxer puliti. « Direi che, per ora, tu possa vestirti! Diciamo che la cosa non è affatto facile, Al: c’è un piccolissimo, insignificante problema »
Il ragazzo, una volta vestito, guardò Yuri aspettando una risposta.
« C’è qualcun altro che ora vive nella Casa ».

 
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: lupetto