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Autore: La Setta Aster    20/11/2015    1 recensioni
Vi è mai capitato, scrutando il cielo, di sentire dentro di voi la sensazione che altri occhi come i vostri siano puntati al firmamento in cerca di risposte? E se vi è capitato, avete provato a parlare con le stelle? Aster, una ragazza aliena di Neo Cydonia, e James, un giovane terrestre come voi, a distanza di anni luce hanno in comune un cuore sempre in fuga dal mondo, in direzione dell'universo.
Genere: Avventura, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Zoe fu la prima a svegliarsi: l’emozione la costrinse ad abbandonare il letto per andare ad esplorare la zona boschiva. Soprattutto doveva trovare il modo di entrare in contatto con Kibernete. Ancora non sapeva come fare, ma lo avrebbe fatto. Passeggiava per il sottobosco, ben godendosi la frizzante aria che solo in un mattino sotto la pineta marittima del pianeta Terra ella avrebbe potuto respirare. Le pareva così buona, su per le narici, sulla lingua. Era aria di libertà. Eppure i livelli di anidride carbonica del pianeta – aveva controllato diverse volte – erano talmente alti che al suo precedente corpo avrebbero probabilmente causato problemi. Ma non era la composizione chimica il fattore determinante di quella delizia, erano proprio le emozioni suscitate dal camminare sul pianeta che, enigmatico, si era presentato come oggetto del desiderio della sua vita e di quella di suo padre, Diastin, primo capitano della Ziggy Stardust. E mentre passeggiava, Zoe pensava, osservava, ammirava la bellezza di quegli alberi, della flora, della vegetazione aliena. Ogni tanto spuntava qualche fiore dai colori vivaci.

Sono sulla Terra, ancora non ci credo!

Pensò bene di tornare al campo base senza fare troppo tardi: la aspettava una chiacchierata con il suo salvatore.  

*

Orbita Terrestre, diverse ore prima

Kibernete lottava disperatamente contro il virus che pian piano stava abbattendo tutte le barriere. Era inarrestabile, l’astronave stava perdendo il controllo. Il primo sistema a cadere fu il rifornimento di ossigeno, poi l’atmosfera. Ciò significava che se ci fosse stata ancora Aster a bordo, sarebbe morta. Chiunque avesse attaccato l’astronave, aveva tutte le intenzioni di uccidere  l’equipaggio. Ma quel nemico non era visibile, non si poteva affrontare: si trattava di un nemico che aggredisce dall’interno, e poco alla volta devasta ogni cosa, divora i sistemi, prende il controllo. Ma chi? E perché? Cosa c’era dietro quell’attacco? Non c’era tempo per farsi domande, la velocità di calcolo di Kibernete era limitata a qualche secondo dalla sua personalità, e adesso l’Intelligenza Virtuale aveva pochissimi sistemi attivi, non era in grado di dedicarsi anche alla meditazione di quesiti. L’obiettivo del virus era chiaro: controllare o distruggere, senza possibilità di dialogo. In entrambi i casi, la Ziggy Stardust non aveva speranze contro una tale potenza tecnologica. In pochi secondi, il software cedette, e il nemico ebbe accesso anche all’hardware: poteva manovrare la nave a suo piacimento, cancellare dati, acquisirne altri. Se non che Kibernete riuscì a compiere l’unica opzione rimasta per concedere ad Aster la possibilità di un ritorno.

Dallo spazio, quello scontro silente appariva immobile, statuario, come un monumento. Ma la Ziggy Stardust era tornata visibile, tanto agli occhi quanto ai radar terrestri. I satelliti potevano intercettare l’astronave aliena. Tutt’un tratto, quello che prima era un combattimento interno e fermo, immerso nello spazio orbitale della Terra, si fece movimento: la nave prese la direzione della superficie, e quando fu entrata nell’atmosfera, caricò una sempre maggiore velocità, diretta verso il Mar Mediterraneo. Kibernete tracciò la rotta basandosi su quella di Aster, ma nel caos che infuriava fu un’operazione difficoltosa anche per un computer. Una volta impostata quasi casualmente la destinazione, utilizzò i sistemi di emergenza per dirigere la nave verso quella direzione, per poi abbandonarsi in caduta libera, disattivando, quindi, anche il virus. Avrebbe riattivato i propulsori di freno atmosferico a circa centocinquanta metri da terra, e poi si sarebbe totalmente disattivata. Sulla meta ancora regnava la notte.

*

Jim si svegliò trovando il letto di Monica ancora intatto: doveva aver dormito in tenda con Abigail, e si saranno date alla pazza gioia. Ma anche Zoe non era presente all’appello. Se n’è andata? Peccato, era davvero carina. Dobbiamo trovarla, potrebbe avere ancora bisogno di aiuto.
  
Non ci fu bisogno di cercarla, ché proprio mentre Jim faceva per partire alla sua ricerca, la ragazza si presentò alla soglia della casa. Jim rimase impietrito, come sovrappensiero, di certo non aspettandosi di ritrovarsela davanti.

“Zoe” disse lui.

“James!” sorrise felice.

“chiamami pure Jim" sorrise a sua volta "dove sei stata?”

“ho fatto un giro qui intorno”

“stai bene? Ti sei ripresa totalmente?”

Come dire al ragazzo di aver subito il trauma del trasferimento in un corpo diverso dal suo, per poi precipitare su un pianeta alieno potenzialmente pericoloso, in un mare estraneo, di notte, e quindi di aver nuotato fino a riva tanto da rimanere priva di forze?

“sì, sto abbastanza bene” rispose semplicemente, anche se sentiva un gran bisogno di mangiare.

A quel punto i due presero a guardare in basso, senza rivolgersi la parola, finché lui non ruppe il ghiaccio “mi sento in parte responsabile per quello che è successo, mi consentiresti di offrirti almeno la colazione?”

“ne sarei felice!” Zoe si rese subito conto che oltre ad essere contenta di quell’atto di galanteria, lei era priva di soldi “anche perché tutto ciò che avevo è andato perduto in acqua, non ho un soldo, mi dispiace. Ma non voglio approfittarne, accetto per questa volta, ma troverò un lavoro al più presto”

“non ti preoccupare, puoi rimanere da noi quanto ti pare” le parlò con una tale gentilezza che Zoe si sentì in colpa per aver accettato.

L’aliena era emozionata come una bambina, quando Jim le porse una “ciambella, non esattamente un gourmet, ma sul palato è una meraviglia”. Assaggiò con foga e curiosità il cibo straniero, e parve apprezzarlo molto. Non amò allo stesso modo la bevanda nera e amara che invece Jim bevve con gran gusto. La chiamavano ‘caffè’, gli umani. Zoe assunse un’espressione di ribrezzo, ma tentò di nasconderla subito, e bevve il prima possibile la disgustosa sostanza.
“allora, Zoe” prese parola ad un certo punto Jim “ti ho trovata sulla spiaggia quasi catatonica, adesso mi vuoi dire da dove vieni?”

Zoe rimase sorpresa e confusa, abbassò lo sguardo.

“tu mi hai salvata, non solo dal mare” confessò “da dove vengo? Non importa, là non mi vogliono. Non sarò un peso per molto, lo prometto, ma non chiedermi altro sul mio passato”

“ah, sei una little runaway!”

“una cosa?”

“la canzone di Bon Jovi! Sei un fuggiasca, scappata di casa per distruggere la routine e trovare la tua strada”

“esatto!” Zoe fu sollevata di sapere che lui la capiva.

“ti capisco. Quanta strada hai fatto?”

“ah! Ho fatto gli anni luce, credimi!” e infatti non mentiva.

“va bene, resta enigmatica. Beh, benvenuta nel club. Sai suonare uno strumento?”

L’imprinting del corpo di Zoe avrebbe dovuto possedere un background da chitarrista, ma non era stato ancora caricato, quando Aster si impossessò dell’involucro.

“no, mi dispiace”

“beh, ti troveremo un lavoro, non temere”

Decisero di passeggiare fino alla spiaggia, parlando del più e del meno. Lui le raccontò di come solo un paio di anni prima era entrata in vigore la legge secondo cui era possibile acquisire la patente di guida a sedici anni, e dopo un solo anno di pratica era possibile guidare anche auto di grossa cilindrata. Disse che era stata una manna dal cielo, per loro (sebbene molti altri temevano che sarebbe vertiginosamente cresciuto il tasso di incidenti): potevano mirare a spingersi più lontano per i concerti, portando con loro tutta la strumentazione. Aster ricordò le sue lezioni di volo, e rise, pensando a cosa avrebbe detto il suo istruttore sapendo che aveva attraversato la galassia a bordo della più sofisticata astronave dedita ad uso privato. Pensò che era stata una fortuna che fosse un vascello dotato di intelligenza artificiale dedita anche al pilotaggio, in questo modo Aster compariva come capitano e passeggero non guidante: nessuna legge infranta per la mancata acquisizione della patente di volo. Passarono a parlare dei concerti di Jim. Si trovarono in sintonia per quanto riguarda la musica: anche Jim amava David Bowie, ma lui era decisamente più esperto di lei, e conosceva molti più gruppi, cantautori e complessi. Lui le raccontò anche del suo mestiere, di come imparò a suonare la chitarra, a cantare.

“a ispirarmi come chitarrista ci fu per primo Mark Knopfler, frontman dei Dire Straits, mentre la passione per il canto giunse con Matthew Bellamy, che invece canta e suona nei MUSE, gruppo che devo assolutamente farti conoscere!”

“sono ansiosa di ascoltare le loro canzoni, allora!”

“cielo, gli acuti di Bellamy sono eccitanti come il corpo di una bella ragazza!”

Jim si accorse che iniziava ad assumere la parlantina che di solito aveva con gli amici. Sentiva Zoe come un’amica, o qualcosa del genere.

“un corpo come il mio?” questa frase lasciò Jim di stucco, e iniziò sentirsi agitato, a balbettare.

“beh, devo dire che sei molto diretta” seguì un attimo taciturno “ma certo! Cioè, sei una ragazza molto bella, perché dovrei negarlo? Solo che… sì, insomma…” non sapeva che dire.

Proprio in quel momento giunsero alla spiaggia, e la sabbia cancellò quel momento imbarazzante. Era insolitamente piena di gente, e durante la notte doveva esserci stata una bella marea, perché i segni dell’acqua avevano bagnato gran parte della spiaggia.

“è strano” osservò Jim “sono tutti vestiti, nessuno è in costume, e tutti fissano il mare e scattano foto, selfie…”

Chiese informazioni ad un tizio, e la risposta fu tanto sorprendente quanto scioccante: “durante la notte, o la prima mattina, qualcosa è caduto in mare, al largo, e io credo sia un Ufo, ma il governo ci dirà che è un piccolo meteorite, o un aereo sonda”

“perché dovrebbe?” domandò Zoe.

Nessuno le rispose, ma lei non indagò oltre.

A Zoe venne subito in mente che doveva essere la Ziggy Stardust, precipitata mentre tutti dormivano. Adesso aveva una pista, e doveva seguirla. Ma non poteva ancora parlarne a Jim e agli altri, avrebbe dovuto agire di nascosto. Jim vide che c’erano degli uomini vestiti di nero, che osservavano la scena da un’auto del medesimo colore, grande ma elegante. Stavano parlando in una ricetrasmittente. Ad un certo punto, aprirono le porte del mezzo e fecero per dirigersi sulla spiaggia, quando un altro uomo, questa volta in abiti grigi, ma sempre molto formali, li fermò, e, mostrando loro un cartellino di plastica, li convinse a tornare in auto e ad andarsene. L’uomo in grigio aveva dei capelli rubizzi e ben regolati, e quando si voltò mostrò una carnagione caucasica, uno strato rado di barba e due occhi chiari, Jim non capì se azzurri o verdi. Chi era quell’uomo? E perché aveva allontanato gli agenti?

*

Su un lontano pianeta, Neo Cydonia, una madre piange sempre una figlia scappata di casa. Ma la donna che generò Aster non piangeva: ella sapeva che la sua prole avrebbe seguito le orme del padre. Non riusciva, infatti, ad immaginare, nella mente, un futuro diverso da quello che la ragazza stava intraprendendo. Fuggire dai dolori della vita, fuggire dalla mediocrità, fuggire dal grigiore monotono di una vita ordinaria, questo, la madre lo aveva sempre saputo, sarebbe stato il viaggio di Aster. Ma cosa aspettava dietro l’angolo? Sapeva bene che gli umani erano capaci di compiere azioni mostruose, mentre Aster era stata cresciuta in mezzo alle loro meraviglie, alle loro creazioni più fantastiche.

*

“vorresti noleggiare una barca? Sei sicura che sia una buona idea? Dopo il tuo naufragio di ieri sera?” domandò Jim.

“voglio vincere le mie paure, e fare un giro di notte per queste acque” disse risoluta Zoe.

“qui non si tratta di paura, è pericoloso”

“lo devo fare, capisci?”

Jim tacque, non sapeva che rispondere. Gli sembrava irresponsabile acconsentire ad aiutarla, e nella mente del ragazzo si agitava un pensiero: se le succedesse qualcosa mi sentirei io il responsabile, e non riuscirei a perdonarmelo. Ma, alla fine, Jim sapeva che lui avrebbe voluto fare lo stesso, se fosse stato nelle condizioni di Zoe.

“va bene, ti aiuterò, ma solo se mi lascerai venire con te”

Zoe non poteva chiedere di meglio.

“va bene, andiamo appena si fa sera”

“io in realtà dovrei suonare ogni sera, qui. E poi non possiamo prendere una barca a caso, dobbiamo noleggiarla, ci toccherà aspettare fino alle sette di domani, poi potremo noleggiare un paio di barcacce per tutti noi e andare a farci un giro; intanto, perché non vieni al concerto a vederci suonare? che ne dici?”

Questa sera vedrò un vero gruppo musicale in concerto!

“ci sto!”

ANGOLO DEGLI AUTORI
Aster decide di curiosare in giro per quel luogo alieno e scopre che fine ha fatto la Ziggy Stardust. Ovvio è che il suo atterraggio non è passato inosservato dalle autorità terrestri, ma un misterioso individuo vestito di grigio blocca l'indagine dei Men in Black. Chi sarà? Come mai ha impedito che la Ziggy Stardust venisse scoperta? Chi leggerà vedrà! ;-) ci teniamo ad avvisare che nonostante i nostri biblici tempi di pubblicazione siamo sempre qui! ;-) grazie di cuore per chi non ci ha abbandonati! 
  
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