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Autore: Alish_Chantica    21/11/2015    1 recensioni
[The Last of Us AU] [Pricefield] Gli umani infetti sono ormai fuori controllo e i sopravvissuti si uccidono a vicenda per recuperare cibo e armi da un mondo stravolto da una pandemia. Max e Chloe dovranno lottare per tenersi stretta la propria vita e cercare di scoprire come debellare questo virus. La trama e l'ambientazione saranno molto simili a quelle di The Last of Us. Niente tornado, niente sparizioni ma soprattutto niente poteri. Questa è la mia prima Fan Fiction, le critiche costruttive saranno molto apprezzate. Buona lettura.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Chloe Price, Max Caulfield, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Prologo


C’era odore di benzina e le orecchie le fischiavano. Chloe aprì gli occhi solo per vedere l'abitacolo rovesciato e un leggero fumo nero che avvolgeva l'auto. Sbatté le palpebre un paio di volte e si accorse di ciò che era successo. Una macchina o, molto probabilmente un furgone, si era scontrato contro la loro vettura facendola ribaltare. Si ricordò solo ora con chi era in macchina.
«Papà? Hei.» si affacciò da dietro il sedile «Hei.» William sembrò apparentemente confuso e si massaggiò la testa.
«Cosa?» In quel momento entrambi rivolsero lo sguardo davanti a loro solo per vedere la scena raccapricciante di un uomo che veniva dilaniato vivo da un presunto infetto. William sembrò ricomporsi.
«Indietro tesoro, torna indietro.» sussurrò. Chloe fece come le era stato detto e si riparò dietro il sedile ormai rotto guardando il padre mentre cercava di rompere il parabrezza dell’auto. Con la coda dell’occhio notò che lo zio David non era in macchina.

Forse è già uscito.

Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dalla voce di suo padre:
«Chloe, forza, dammi la mano.» La bambina uscì con qualche ferita dalla vettura ormai distrutta.
«Dobbiamo correre.» David era proprio accanto a William con una pistola in mano. Chloe voleva chiedere spiegazioni ma sapeva che non era né il momento né il luogo adatto per una riunione di famiglia. Improvvisamente si sentì sollevare da terra.
«Tieni gli occhi chiusi, tesoro.» Le braccia di suo padre le davano sicurezza anche se aveva le mani e la maglia sporche di sangue. Anche l’orologio che gli aveva regalato poche ore prima, era macchiato di quello stesso liquido scarlatto. I tre iniziarono a correre per le strade di Arcadia Bay in cerca d'aiuto. Sfortunatamente non erano i soli: c’era gente che gridava, piangeva, ardeva viva e urtava gli altri passanti per sfuggire a quell'assurda e strana minaccia.
«Non guardarti intorno. Guarda me.» le sussurrò suo padre. Chloe non era ancora consapevole della gravità della situazione ma si fidava di suo padre tanto da mettere in discussione tutto quello che dicevano gli altri. D’improvviso una macchina uscita da un piccolo viale sfrecciò sulla strada e andò a scontrarsi contro una pompa di benzina facendola esplodere. William strinse di più la figlia, voltandosi di spalle per proteggerla. L’esplosione fece indietreggiare tutti i presenti disorientandoli per pochi secondi. Il fuoco era talmente intenso che Chloe trovò piacevole sentire il calore delle fiamme sfiorare il suo volto.
«Merda. Per di qua, presto!» gridò David. Quella sera erano dovuti uscire di fretta portando con loro solo una pistola. Ormai nessuno faceva più caso alla brezza autunnale. Imboccarono un vicolo, le strade principali erano troppo affollate e pericolose per spostarsi velocemente. Sentirono dei passi dietro di loro e affrettarono il passo riuscendo a rifugiandosi dentro un bar. David fu veloce a chiudere la porta dietro di sé e a bloccarla con il suo stesso peso.
«Vai all’autostrada!»
«Cosa?» William sembrava confuso.
«Vai…tu hai Chloe! Io li semino!» gridò David caricando la pistola.
«…Zio David…» Chloe non poteva davvero crederci.

Cosa sta succedendo?

«Ci vediamo lì.» rispose William scattando e uscendo dal locale passando attraverso un buco nel muro. Saltò una recinzione ormai distrutta scendendo a grandi falcate giù per un sentiero sterrato parzialmente illuminato da qualche lampione.
«Ci siamo quasi.»
«Si avvicinano.» disse Chloe sporgendosi dalla spalla di suo padre «Papà?» Sul ciglio del viottolo vi era un camion dei gelati ribaltato e un uomo cercava di uscirne strisciando con i gomiti e imprecando. Chloe non disse nulla a riguardo e abbassò la testa. Era abbastanza sveglia da capire quando era il momento d’aiutare qualcuno o meno. Non appena fecero qualche metro più avanti entrambi sentirono le urla strazianti di quell’uomo.

Andrà tutto bene.

Non appena riuscirono a risalire il sentiero, sentirono degli spari a distanza ravvicinata e automaticamente William strinse di più la figlia. Dopo pochi secondi non si udirono più le urla di quegli esseri.

Papà mi ha detto che andrà tutto bene.

«Tutto bene piccola, siamo al sicuro...» un soldato era davanti a loro con un fucile in mano e la torcia che era saldamente agganciata all’arma «…al sicuro.» William prese un respiro per poi iniziare a parlare. In quel momento Chloe aprì gli occhi. Il soldato le incuteva timore così strinse la maglia del padre.

Andrà tutto bene.

«Ehi! Ci serve aiuto!»
«Fermi!»
«Ti prego.» disse William avvicinandosi «è mia figlia. Stiamo fug-»
«Fermi dove siete!»
«Noi non siamo malati!» cercò di convincerlo ma invano. William fece un passo indietro, l’ultima cosa che dovevano fare era risultare ostili. Il soldato tirò fuori dal giubbotto una ricetrasmittente e iniziò a parlare con tono fermo e chiaro.
«Ho due civili sul perimetro esterno. Istruzioni?»
«Papà, e lo Zio David?» mormorò d’un tratto Chloe.
«Ti porto al sicuro e torno a cercarlo, ok?»
«Signore c’è una ragazzina.» lunga pausa «ma..» pausa «Sissignore.» In quel momento il soldato ripose la ricetrasmittente e imbracciò il fucile puntando sia Chloe che il padre.
«Merda.» mormorò William. Il militare aprì il fuoco e in quel momento Chloe chiuse gli occhi e gridò. Improvvisamente sentì le braccia del padre che la lasciavano andare e la bambina si scontrò con la dura terra rotolando un paio di volte. Si sentiva frastornata e non riusciva a capire cosa fosse successo. Aprì gli occhi e vide la canna del fucile del soldato che le era a un palmo dal naso. Il sangue le si gelò. Poi udì uno sparo e vide il militare cadere a terra come se fosse un sacco. David corse verso di lei ma si bloccò improvvisamente sul posto.
«Oh, cazzo…» Chloe girò la testa solo per vedere suo padre accartocciato su se stesso con le mani al ventre. Aveva un’espressione indescrivibile.
«Papà..» disse con voce flebile «Papà!» ripeté correndo e inginocchiandosi vicino a lui abbracciandolo. «No, papà, ti prego. No!» la bambina scoppiò in lacrime.

Mi avevi detto che sarebbe andato tutto bene.

David si avvicinò a loro riponendo la pistola e fermandosi accanto a Chloe. Non poteva e non voleva crederci. Appoggiò le mani sul ventre del fratello cercando di fermare l’emorragia.
«Cristo! Resisti.» William sembrava stanco. Aveva gli occhi velati, le pelle gelata e lo sguardo perso nel vuoto.
«Non lasciarmi, papà.»

No, non è vero. Non mi hai mai mentito. Mai! Ma allora... allora perchè..?

Chloe gridò talmente forte da graffiarsi la gola. Prese a singhiozzare.
«Fatti forza amore… fallo per me, o-ok? Io-Io sarò sempre con te… fino alla fine. Ti-Ti voglio bene.» sorrise debolmente prima di guardarla un’ultima volta. I loro sguardi si incontrarono. Gli occhi di William erano di un azzurro sbiancato mentre quelli di Chloe erano di un blu intenso. Sapeva che sarebbe stata l'ultima volta che li avrebbe visti. Le palpebre dell'uomo morente si chiusero lentamente, ma prima di abbandonarsi ad un sogno perenne, concesse alla figlia un debole saluto.
«…papà.» David abbassò per un attimo la testa trattenendo le lacrime per poi staccare le mani dal corpo del fratello. Graffiò il palmo delle sue mani con le unghie. Scosse la testa.
«No... papà.» le parole si fecero impastate per via delle lacrime «Ti voglio bene… papà, ti prego. Non-Non puoi farmi questo…» per un attimo sfiorò il volto del padre «Oh no… no, no, perfavore…» David prese delicatamente la bambina per le spalle facendola alzare.
«Chloe, andiamo via…»
«Ti prego, non puoi farmi questo. Papà, non p-puoi... avevi detto che sarebbe-e andato tutto bene. Papà, perché...»


«Il numero di decessi confermati superano le 400 vittime. Il governatore ha dichiarato lo stato d’emergenza. [...]»
«Cadaveri, incidenti, sangue, morte: è il caos!»
«Sono state create delle zone di quarantena. [...]»
«Gli scienziati posso finalmente confermare che il nuovo vaccino è inefficace.»
«[...] Un gruppo che si fa chiamare le “Luci” ha rivendicato la paternità di tre attacchi.»
«Gli stati richiedono il ripristino di tutti i rami del governo.»
«[...] Nuove manifestazioni dopo l’esecuzione di altri sei membri delle Luci.»
«Potete ancora ribellarvi con noi. Ricordate: se vi perdete nel buio… cercate le Luci. Credete nelle Luci.».


 

Heilà! Prima di tutto ti ringrazio per aver letto la storia e spero che ti sia piaciuta. Come hai potuto notare nel prologo, non accennerò ne a Sarah o a Joel ne ad altri personaggi di The Last of Us. Questa è la mia prima fan fiction in assoluto e confido in te. Conto sulla tua recensione costruttiva per migliorare. Probabilmente questo mio “Angolo autrice” non è molto ben definito ma ci conosceremo meglio capitolo dopo capitolo!
  
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