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Autore: Vanex23    21/11/2015    1 recensioni
[...]
Una ragazza dai capelli biondi stava seduta fuori da un locale alle 22:00 di sabato sera, intenta a finire delicatamente la sua ultima sigaretta, cercando di non pensare a ciò che si stava perdendo all'intero del posto. I suoi occhi color cioccolato si erano quasi incantati a fissare il nulla, all'estremità della strada, da cui passavano auto su auto e aveva ormai perso il conto di quante ne aveva viste in quelle serata.
Si stava annoiando e stava aspettando e ciò la portava alla seccatura più totale perché odiava aspettare, soprattutto chi era in ritardo.
Si stava interrogando se le scelte che aveva fatto fin quella sera potevano essere giuste oppure no, ma d'un tratto si scordò pure perché stava pensando, quando incrociò il suo sguardo con uno sguardo azzurro, che la scrutavano come sempre e, uno sguardo così non te lo puoi dimenticare. Non te lo puoi dimenticare soprattutto se ci sei cresciuta insieme, se ci hai sperato almeno una volta nel vederlo addosso a te. Non te lo puoi dimenticare se ci hai passato tutte le notti più brutte della tua vita con quello sguardo che ti rassicurava [...]
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                                                              Settimo Capitolo.




"Give a little time to me
We’ll burn this out
We’ll play hide and seek
To turn this around
And all I want is the taste
That your lips allow."



3 anni prima.


"Allora, come va tra di voi?" Domandò Eric curioso, un giorno, trovandosi Luke mentre usciva da casa sua, sorridendo al ragazzo.
"Io e Keira siamo amici, lo sai.." Commentò visibilmente imbarazzato Luke alle parole del fratello della sua amica.
Quello che però loro non sapevano, era che dietro la porta, la stessa ragazza, era rimasta ad osservare la scena divertita, mentre ascoltava curiosa il loro discorso. Ogni tanto si imbarazzava pure lei quando suo fratello le chiedeva come stesse andando la sua amicizia con Luke, ma sapeva bene che lo faceva perché aveva ormai capito cosa poteva esserci sotto quella semplice amicizia.
"Non mi stupirei se un giorno dovessi dirmi di essere mio cognato." Disse scherzando Eric, che a sua volta sollecitò le risa anche del ragazzo.
"In realtà c'è una cosa che non ti ho ancora detto, non l'ho detto nemmeno a Keira.." Rispose Luke abbassando la voce.
"Questo cambiamento di umore deve farmi preoccupare?" Domandò l'altro notando come Luke fosse divenuto terribilmente serio.
"Io mi sto frequentando da un paio di giorni con una ragazza della nostra stessa scuola, ma non deve saperlo nessuno." Confessò Luke molto preoccupato. Eric capì allora il perché del suo turbamento quando gli aveva chiesto pochi secondi prima di Keira.
La ragazza che era rimasta nascosta, sentendo ogni parola, a quella frase restò come pietrificata. Era come se qualcosa dentro di sé si fosse rotto, e non riusciva a capire perché tutto d'un tratto stesse iniziando a mutare anche il suo umore dopo quella affermazione.
Si ripeteva che doveva essere felice per lui, era un suo amico, e doveva augurargli il bene, invece proprio non ce la faceva a stare tranquilla o a essere felice, proprio per lui.
Sentiva che stava iniziando a piangere, non voleva farsi vedere da nessuno, sicuramente Eric quando sarebbe rientrato l'avrebbe vista in quello stato e a lei dava tremendamente fastidio farsi vedere in quelle condizioni, così scappò in camera, si chiuse la porta alle spalle e sprofondò sul suo letto con il viso stretto tra i cuscini.
Stava piangendo per lui, e ancora non capiva perchè. Tutto ciò che le passò per la mente non aveva niente a che fare con i suoi reali sentimenti. Dare la colpa al suo cervello completamente diverso da quello degli altri era la scusa maggiore, lei lo sapeva, ma anche quella più realista. Sapeva di essere diversa, doveva solamente adattarsi.
Se lo era giurato quella sera stessa: tutto sarebbe cambiato da quel giorno.



3 anni dopo.



Arrivare in ritardo non sempre poteva procurare dei benefici. Quasi mai. O addirittura mai. Soprattutto se la prima ora rischi di avere un'interrogazione che non puoi più rimandare in biologia. Cominciare a correre all'impazzata, essere scambiata per una matta e non riuscire nemmeno a capire che ore sono, quello è molto peggio.
Keira era appena arrivata in classe, il prof doveva ancora chiamare l'appello, per fortuna sua, o forse no, e aveva mille cose per la testa che le viaggiavano.
Doveva affrontare mille problemi in quella mattina, cose a cui non era pronta, forse non lo sarebbe mai stata, ma da cui doveva liberarsi perché ormai costretta.
Ripensava alle parole che il suo psicologo le aveva riferito un paio di giorni prima, su ciò che le stava accadendo in quell'ultimo periodo e si tormentava sulle idee che aveva lei in contrapposizione con quelle dette da lui. Proprio non ce la faceva a farsi del bene al posto di continuare a marcire dentro e accoltellarsi da sola.


***

"Keira io credo che se questo compito ti spaventa così tanto è solamente perché hai paura che possa uscire la vera te tramite questo stimolo." Le spiegò lo psicologo, mentre la ragazza continuava a rileggere il tema che aveva scritto, non ancora conscia di ciò che aveva fatto qualche sera prima.
"Ovvero che sono pazza? Che ho qualche problema strano al cervello e che chiunque e dico chiunque avrebbe più fortuna di me in tutto, anche un verme." Commentò acida Keira.
"Per prima cosa credo che dovresti essere un po' meno dura con te stessa. Secondo, perché continui a definirti una pazza? Non sei pazza! Smettiamola con questo luogo comune dell'essere usciti fuori di testa quando ci mostriamo per ciò che siamo veramente." Continuò lo psicologo molto arrabbiato questa volta.
"Ma io sono pazza, o malata o come volete etichettarmi tutti voi." Disse Keira seria.
"Tu non sei né pazza, né malata. Il tuo è un disturbo e sai benissimo cos'è perché tu stessa mi hai detto da quanto tempo lo state studiando, perché lo state studiando e come ve ne siete accorti." Le risposte stavolta, avendo centrato il bersaglio della discussione.
"Ma è anche vero che sto peggiorando dall'ultima volta, ultimamente sono in una fase di declino e ciò mi porterà alla pazzia!" Esclamò in modo confuso la ragazza, sedendosi su una poltrona, quasi incupita dalle preoccupazioni nella sua mente.
"Se vuoi avere almeno un briciolo di sollievo, smettila di annientarti da sola, e soprattutto parlane con le tue amiche, loro possono aiutarti standoti vicine. So che hai ragione quando dici 'e se dovessi scoppiare all'improvviso farei del male a tutti quelli che mi stanno vicini e che ho coinvolto', ma è anche vero che faresti più del male loro tenendo tutto nascosto e facendo scoprire la verità solo dopo essere troppo tardi. Devi uscire da questo vortice finché sei in tempo Keira e cercare di non ricaderci più allontanando tutti. Non passerà mai, purtroppo, ma almeno evitarei di farti del male da sola per salvare gli altri."Le disse tranquillamente lo psicologo mentre cercava di farla calmare. E aveva ragione. Ma lei stessa sapeva che l'unica persona che poteva davvero farla stare bene era la stessa che proprio tre anni prima l'aveva aiutata ad arrivare a questo declino anche involontariamente. E non poteva più permettersi altri momenti di cedimento così disastrosi, doveva evitare a tutti i costi che ciò potesse accadere una seconda volta.


***
Appena suonò la campana della fine delle lezioni, tutto il corridio della scuola fu letteramente invaso da un via vai di ragazzi che non vedevano l'ora di scappare. Gente che usciva dalla porta principale, altra che usciva dalle porte sul retro, altra ancora che restava vicino le porte delle classi per aspettare altre persone uscire, in vero e proprio ingorgo stradale. Keira si guardava attorno, ripensando a ciò che avrebbe dovuto fare tra pochi secondi e si aggirava vicino le classi guardando quali erano completamente vuote e quali ancora piene o quasi.
Steffy le si avvicinò subito salutandola e affiancandola, cercando Allison, che era ancora rimasta in classe mentre stava sistemando dei libri. Keira notò subito la classe completamente vuota, entrò dentro dirigendosi dall'amica, mentre Steffy la seguiva e chiuse di scatto la porta.
"Non vuoi uscire da scuola oggi?" Domandò scherzando Allison, notando Keira estremamente silenziosa e cupa in volto.
Stava iniziando a tremare e strinse le mani a pugno dietro la schiena per rimanere il più tranquilla possibile. Si avvicinò alle amiche molto titubante e disse loro - "Devo parlarvi un attimo."
Le due ragazze annuirono e si sedettero sul banco mentre Keira che nel frattempo pensava a cosa dire, facendo avanti e indietro per la classe.
"E' successo qualcosa?" Domandò Steffy preoccupata, guardando Keira che ancora non proferiva parola.
"Non so bene da dove cominciare, perciò ho deciso di farvi leggere questo." Disse solamente, porgendo alle sue amiche il tema che aveva scritto per la lezione di letteratura. Le due ragazze non capirono subito il perché e quando Steffy lesse il titolo del tema ad alta voce, scosse la testa.
"Keira, ma.." Iniziò Steffy, ma venne subito bloccata.
"Dovete leggerlo." - Protestò Keira dando il suo tema alle sue due amiche. - "Dovete leggerlo davanti a me."
"Non possiamo, lo sai, non che io voglia copiarti, però.." Cominciò Allison.
"No! Questo tema non può essere copiato comunque perché parlo di tutto tranne che della traccia." Rispose quasi urlando Keira. Si stava agitando senza motivo e lo aveva capito.
Si sedette di scatto prendendosi la testa tra le mani.
Steffy cominciò a leggere a voce alta il tema insieme ad Allison, mentre Keira cercava di calmarsi, pensando di essere davvero impazzita.
Improvvisamente Steffy bloccò la sua lettura, leggendo nella propria mente le ultime frasi, rimanendo incredula.
"Sto impazzendo. Non ero in me quando l'ho scritto." Disse Keira piangendo.
"Tu sei innamorata di lui, Keira!" Rispose Steffy incredula per quello che aveva letto.
"Io non posso amare nessuno, sono malata." Fu l'unica frase che disse Keira prima di lasciarsi abbracciare dalle sue amiche.
Quel giorno nessuno seppe davvero cosa si dissero le tre ragazze in quella classe, mentre al di fuori c'era una folla di ragazzi che andava avanti e indietro per i corridoi, ma loro tre lì passarono inosservate a tutti, talmente così inosservate da svelarsi ogni scheletro nell'armadio.




______




Si sa che quando viene sera, la mente comincia a viaggiare pensando a mille cose quando poi effettivamente non si è pensata nessuna cosa. Quella sera Steffy si sentiva così, estremamente confusa, ma allo stesso tempo debole e distrutta. Era appena uscita dalla palestra, era da sola e aveva deciso di fare il giro più lungo per tornare a casa, doveva pensare, così si era ripetuta più volte nella sua testa. Camminava lentamente e aveva lo sguardo quasi perso, non riusciva ancora a credere a quello che era successo la stessa mattina a scuola e a ciò che aveva detto Keira. Era la sua migliore amica da quasi una vita e non si era neppure accorta da sola di ciò che andava e non andava in lei. Stava iniziando a pensare che potesse essere veramente colpa sua questo essersi allontanata da chiunque perché aveva paura di coinvolgere persona a cui teneva molto, ma lei non voleva abbandonarla, non lo avrebbe fatto comunque.
Quella sera il pensare troppo però la stava uccidendo piano piano, e non poteva permettersi di essere debole proprio quando doveva salvare qualcun'altro all'infuori di se stessa. Ed era proprio in quel momento che si ritrovò davanti casa di Calum, risvegliandosi per un attimo e rientrando nel mondo reale. Era strano il fatto che proprio quella sera aveva deciso di passare da lì per puro caso e le mancava quasi la stessa persona che fino al giorno prima quasi odiava.
"Adesso vado lì e suono, mal che vada potrei dire di essere passata per caso." Aveva pensato tra sé e sé.
Si avvicinò alla porta e suonò al campanello. Dopo nemmeno due secondi, c'era proprio Calum ad aprire alla porta. Aveva la solita tuta addosso e una maglietta a maniche corte. Squadrò più volte Steffy davanti la porta, col borsone della palestra e la sua solita tuta grigia che Calum conosceva molto bene.
"Ciao?" Disse sorpreso accennando ad un mezzo sorriso.
"Ciao." - Cominciò Steffy estremamente atona, e Calum se ne rese conto. - "So che è tardi, ma passavo di qui e ho un bisogno estremo di parlarti." - Continuò leggermente veloce.
"Entra." Rispose lui facendola accomodare dentro casa. Ormai sapeva bene com'era casa di Calum, c'era stata così tante volte che la conosceva addirittura meglio di casa sua. In un attimo fu avvolta da quel senso di calore che le aveva sempre dato questa casa, si trovava bene qui e si sentiva meno combattuta.
"Ciao cara!" La salutò la madre di Calum quando la vide dalla cucina.
"Buonasera signora Hood." Rispose Steffy abbracciandola.
"Calum non mi avevi detto che sarebbe passata Steffy!" Disse la donna guardando il figlio, perplessa.
"No signora, sono solamente passata un attimo per consegnare una cosa a suo figlio per la scuola, l'ha dimenticata oggi in classe e me ne sono accorta." Rispose Steffy, mentre Calum non accennava a dire niente.
"Quindi non resti qui a cena tesoro?" Domandò quasi delusa la donna.
"No mi dispiace, però mi ha fatto molto piacere rivederla." Disse Steffy sorridendo alla madre di Calum.
"Anche a me e mi devi una cena signorina, la prossima settimana ti voglio qui come ospite e non accetto un no!" Esclamò tutta felice la donna.
"Mamma.." - Cominciò Calum cercando di salvare il salvabile. - "Andiamo un attimo sopra, tu perché non continui a cucinare, sto morendo di fame."
"Sì non preoccuparti. Ciao Steffy!" Salutò la ragazza prima di ritornare in cucina.
"Arrivederci signora Hood." Rispose Steffy contenta.
"Tu sali!" Esclamò Calum contrariato alla scena di prima, prendendo Steffy per una mano e portandola in camera sua.
"Grazie." Disse solamente Steffy sedendosi sul letto di Calum mentre lui si sedeva sulla sedia della scrivania, portandosi di fronte la ragazza.
"Di cosa volevi parlarmi?" Chiese curioso il moro.
Steffy abbassò subito lo sguardo, si sentiva pizzicare gli occhi e non sapeva se dire o no a Calum la verità. Non voleva tradire Keira, ma non riusciva a sopportare tutto ciò da sola.
"Io ho promesso di non dire niente a nessuno, ma non ce la faccio." Scoppiò a piangere guardando Calum estremamente mortificata.
Il ragazzo la tirò verso di sé e l'abbracciò forte per farla calmare, mentre Steffy cominciò a singhiozzare disperatamente.
"Va bene, non dirmi niente, ma posso almeno sapere perché ti fa stare così male?" Sussurrò Calum all'orecchio della ragazza.
"Si tratta di Keira e so che lo dirai a Luke, ma non posso dirti niente. Mi sento così male al solo pensiero e mi sento così in colpa per averla lasciata sola certe volte." Rispose Steffy distrutta.
"Tu non hai mai lasciato Keira da sola, le sei sempre stata vicina e l'hai sempre sostenuta perché è la tua migliore amica." La riprese Calum incoraggiandola.
"Invece no, non sono stata capace nemmeno ad aiutarla o a capire da sola certe cose." Disse Steffy, quasi come a volersi rimproverare.
"Adesso stammi bene a sentire." - La riprese Calum, staccandosi da lei per poterla guardare negli occhi - "Non mi ricordo un solo giorno, e dico uno solo, da quando vi conosco, in cui voi due abbiate passato anche solo mezza giornata separate o in cui tu o lei vi siate lasciate sole a vicenda per altre persone. Quindi non riproverarti di ciò, perché penso che Keira non vorrebbe altra persona al suo fianco se non te. Se non hai capito magari qualcosa se non prima che te lo dicesse lei è perché semplicemente è stata brava lei a non far capire nulla. Lo sai com'è, dovresti saperlo meglio di tutti noi. Tende sempre a nascondere qualcosa se non vuole farlo sapere a nessuno e difficilmente poi lo dice. Ma a te poi lo ha detto, quindi questa è l'unica cosa che conta." Le spiegò Calum asciugandole le lacrime che continuavano a scorrere sulle sue guance ininterrottamente.
"Io.. Ti ringrazio Calum per avermi ascoltato e ti giuro che vorrei dirti tutto ma non posso, l'ho promesso." Rispose Steffy, abbracciandolo di nuovo.
"Non dire più niente." Disse Calum tenendo stretta Steffy tra le sue braccia.



***


Keira era seduta sul dondolo nel giardinetto fuori casa intenta a leggere un libro di suo fratello, sulla psicologia, ormai faceva solamente quello. Non si interessava dei libri di scuola, non voleva leggere quei libri, a lei interessavano i libri in cui poteva chiarirsi le idee su un suo fatto personale. Era terribilmente in ansia da quando aveva avuto quella discussione con le sue amiche e ciò sembrava aumentare ogni ora che passava. Ogni tanto si diceva che aveva fatto la cosa più giusta a parlarne con le amiche e un attimo dopo si malediceva perché le aveva coinvolte in un qualcosa che neppure lei avrebbe saputo combattere da sola. Perché doveva fare questo: combattere sempre. Ma da sola.
Alzò un attimo lo sguardo dal libro, sospirando stanca e delusa da ciò che in questi giorni le era successo, meditando sull'idea di rifare anche il tema, o non consegnarlo o consegnare l'originale rischiando il tutto, ma non sapeva a quale delle tre opzioni lasciarsi andare.
Ci vollero pochi secondi per farle dimenticare comunque tutto ciò che aveva pensato prima, quando vide una sagoma nera avvicinarsi verso di lei, sempre più velocemente.
Si alzò si scatto in piedi non indentificando bene la figura e guardandola venirle incontro, quando grazie ad un lampione, riuscì a vederne il volto.

"Adesso mi fai le visite quasi notturne?" Domandò la ragazza seria.
"Se tu non avessi lasciato questi in classe oggi, forse nemmeno sarei qui." Rispose Luke porgendole gli occhiali da vista.
"Ecco dov'erano finiti, era tutta una giornata che li cercavo. Lasciarmeli prima, no vero?" Domandò Keira sorridendo.
"Sono un ragazzo molto impegnato, mi sono liberato giusto un attimo adesso." Rispose sedendosi accanto alla ragazza.
"Ti ringrazio, comunque." Disse lei, poggiando gli occhiali sul dondolo, vicino alle sue gambe.
Attimi imbarazzanti di silenzio che sembravano non passassero più, i due ragazzi riuscivano a malapena a guardarsi, quando l'occhio di Luke sbirciò la copertina del libro che stava leggendo Keira.
"Psicologia?" Domandò il ragazzo.
"E' di Eric." Rispose la ragazza mostrando il libro per poi spostarlo completamente dal dondolo.
Proprio in quel momento, Luke ricordò una scena successa in quel punto, un paio di anni prima. - "Sai, ho sempre pensato una cosa, da un paio di anni.." - Cominciò il biondo girandosi a guardare Keira, mentre era rimasta ad ascoltarlo. - "Quel giorno, quando ero uscito da casa tua, quel famosissimo giorno, non c'è neanche bisogno che ti dica quale, si capisce già da solo, tu mi hai sentito parlare con tuo fratello, vero?" Domandò Luke. Era impossibile non rispondere a questa domanda posta in questo modo e Keira sapeva perfettamente quale giorno fosse.
"Sì." Rispose solamente guardando di nuovo Luke, curiosa della sua reazione.
"E' per questo motivo che non hai più voluto parlarmi?" Domandò il ragazzo cercando di capire qualcosa.
"In parte." Disse solamente Keira.
"In parte? Tutto qui?" Domandò ancora più confuso di prima Luke.
"Quel giorno hai deciso di non confidarti con me, quindi io adesso decido di non confidarmi con te." Sviò la risposta Keira, per non ammettere il reale motivo di tutto ciò.
"Stai mentendo, come sempre. Chiamami quando magari vorrai dirmi una volta per tutte la verità." Commentò Luke estremamente serio, prima di uscire dal giardinetto e sparendo sotto la luce del lampione.
Sì, stava mentendo, ma sapeva anche che lui non si merita niente di ciò che lei stava passando, doveva salvarlo, anche al costo di perdere se stessa, di perdere tutto.




"Give me love like never before
Cos lately I’ve been craving more
And It’s been a while but I still feel the same
Maybe I should let you go."






















Angolo Autrice:
OK CI SONO, ECCOMI QUI, NON SONO MORTA.

Allora, qui dobbiamo ricapitolare un sacco di cose:
1) Scream ovviamente la continuo, non l'ho abbandonata. C'è da chiarire un concetto base per le mie storie sui 5sos qui su efp. Scream l'ho scritta in un periodo non molto brillante della mia vita, ecco, l'ho scritta soprattutto per sfogarmi su un bel po' di cose successe e diciamo che per scriverne i capitoli, gioca molto sulle mie emozioni. Ho già in mente la fine, tranquilli, mancano solo due capitoli finali, ma, siccome per ora ho avuto problemi col pc e con la linea, sono stata molto impegnata, non ho avuto modo di aggiornare. Tra l'altro, per ora sto meglio, quindi, scriverne un finale forzato quando non mi ritrovo in certi canoni di quella storia, mi sembra molto poco carino perché Scream tendo ad aggiornarla quando sono emotivamente vicino alla storia. Anche questa ff gioca molto emotivamente su di me, quindi cerco di aggiornarla a seconda di come sto io, di che sentimenti provo e cerco di renderla il più realistica possibile.
2) Essendo Scream ormai in finale e spero di poter pubblicare gli ultimi due capitoli presto, anche se come ho scritto sopra, molto dipende dalla mia emotività nella storia, ho pensato di scriverne un'altra, ma non la pubblicherò subito perché ovviamente questa è ancora a sette capitoli e siccome sarà molto più intrinseca della prima, devo sviluppare meglio i concetti e le storie, anche perché sarà anche questa storia molto seria, credo sarà anche più lunga e soprattutto pensavate che avrei svelato tutto in questo capitolo e invece no, tatatatadan. (Gotham e Arrow come serie tv mi stanno influenzando parecchio in questo periodo con colpi di scena e puntate in cui credo di sapere tutto e poi mi smontano le teorie.)
Ad ogni modo, adesso passiamo a questo capitolo. Mi spiace se sarà più corto degli altri, ma sto scrivendo con un braccio quasi mezzo rotto e mi fa malissimo, quindi mi scuso pure in anticipo se ci saranno errori di battitura e poi vorrei tanto sapere, come sempre, cosa ne pensate e se vi è piaciuto.
Noi ci vediamo alla prossima e ps: se mi prendo un po' di tempo in più per aggiornare è perché si sta avviciando anche il mio 18esimo e sono impegnata coi preparativi e tutto il resto ahah.
Buona lettura, xoxo Vanex23

SPOILER:


[...]
"A te lei è sempre piaciuta, quindi non capisco perché tu ci stia pensando solo adesso." Rispose il moro indagando sui pensieri dell'amico.
"Mi ha confessato di aver sentito la discussione con suo fratello tempo fa, quando mi frequentavo con Aleshia." Disse Luke rivolgendosi a Calum.
"Quindi tu nel tema parlerai di questo?" Chiese curioso Calum.
"Non ti dirò mai di cosa parlarlò nel tema, se è questo quello che vuoi sapere." Rispose Luke facendogli l'occhiolino.
[...]
  
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