Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Fenice_blu    21/11/2015    3 recensioni
«Allora… che ne dici Bea? Ti andrebbe di uscire con me?»
Ci riflettei un attimo e lo guardai. I capelli un po’ scompigliati, gli occhi verde smeraldo che mi fissavano speranzosi in attesa di una risposta, il sorriso caldo e gentile…
Sorrisi e dissi «sì, mi piacerebbe molto Ale».
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
« Mi raccomando chiamami quando stai per ritirarti ok? »
«Certo mamma »
«Cerca di non fare troppo tardi! E soprattutto non..»
«Scusa mamma ma… sto solo andando ad una festa. Sta tranquilla me la caverò!»
«Sì lo so, ma se non ti facessi mille raccomandazioni che madre sarei?» sorrise.
«Mi pare giusto. Allora ciao!»
«Divertiti!» mi salutò. Scesi dall’auto e mi voltai verso Villa Sant’Andrea, dove era in corso la festa di Michele. Un misto di nervosismo ed eccitazione mi attraversavano, sentivo letteralmente le farfalle nello stomaco. Mi chiesi perché mi sentivo così nervosa, era solo una festa in fondo. Mi dissi di darci un taglio e cercai di riflettere.
Alessandro mi aveva detto che suo fratello aveva scelto di fare un buffet invece della classica cena al ristorante, e che essendo all’inizio dell’estate voleva che fosse all’aperto. Così mi diressi verso il giardino.
C’era da dire che aveva scelto un posto stupendo. C’ero stata un paio di volte e Villa sant’Andrea era davvero spettacolare come location per le feste: un parco immenso, all’entrata un prato curatissimo attraversato da una stradina che portava alla zona della festa.  Alcuni ragazzi avevano già iniziato le danze sulla pista da ballo, che si trovava sul bordo di un’immensa ed invitante piscina, circondata da alcuni tavolini.  Subito dopo sotto una serie di gazebi ricoperti da un folto strato di edera altri ragazzi chiacchieravano e ridevano, mentre un cameriere portava loro da bere. Infine sotto un gazebo più grande era allestito il buffet, al momento, straripante di antipasti e stuzzichini di ogni tipo su un lato, mentre dall’altro un cameriere serviva le bevande agli ospiti che si avvicinavano.
Con lo sguardo continuavo a cercare Alessandro, purtroppo senza molti risultati.
«Ciao Beatrice!»
Una mia compagna di classe, Lucia, si avvicinò per salutarmi «Ciao, Lucia!»
«Non sapevo che fossi stata invitata» esclamò. «Come conosci Michele?»
«Beh lui è il mio vicino di casa, ma in realtà mi ha invitata suo fratello Alessandro. Tu invece?»
Alzo le spalle «Semplicemente abbiamo fatto catechismo assieme.»
Da lì iniziammo a chiacchierare per un po’, fino a quando una mano mi toccò la spalla cogliendomi di sorpresa «Buonasera principessa!».
Mi trovai davanti l’immancabile sorriso di Alessandro. Era vestito in modo molto elegante ma senza strafare: indossava una camicia bianca che gli stava a pennello, un paio di pantaloni neri e delle scarpe nere.
 «Ehi! Ti sei messo in tiro vedo! Stai benissimo!» gli sorrisi, contenta che fosse arrivato.
Mi sorrise in risposta «Beh senti chi parla! Stai alla grande!»
Il complimento mi fece arrossire «Grazie, ma il merito è di Jasmine se sto bene sta sera! Non sono un granché su queste cose» risposi lisciando la gonna del vestito color glicine che Jas aveva voluto che mettessi. Quel pomeriggio aveva insistito per aiutare a prepararmi per la serata.
 Il ragazzo davanti a me ridacchiò «Sì lo so bene. Comunque, ora che sei qui non ci resta che una cosa da fare!»
Alzai un sopracciglio «Cosa?»
«Beh è chiaro! Divertirci!!!»
 
 
 
 
«Non posso credere che mi hai convinto a ballare…» mi lamentai sottovoce.
Alessandro rise «Oh andiamo! Non sei così male! Stavamo per cadere solo due volte! Per i miei standard è un gran risultato!»
«Ti ricordo che ti ho anche pestato un piede… anzi ti chiedo ancora scusa» abbassai la testa mortificata.
«Ma dai non ti preoccupare! Per fortuna non te l’ho pestato io! Altrimenti ti avrei rotto un piede!»  Dopo questo non potei fare a meno di ridere. Avevamo ballato per un po’ma poi  ci eravamo un po’ allontanati, dato che il dj aveva iniziato dei giochi assurdi a cui né io né Alessandro avevamo intenzione di partecipare.
«Certo che tuo fratello ha fatto le cose in grande!» commentai.
«Sì.. non sai da quanto tempo si sta organizzando, ti dico solo che tre mesi fa aveva già scelto la torta! Aveva un’idea precisa su come sarebbe dovuta essere l’intera festa!»
«Beh direi che è un successo! Deve esserne molto felice!» dissi sentendo le urla degli invitati sulla pista.
«Sì direi che si sta divertendo un sacco» disse sorridendo, indicando la figura di Michele che ballava in mezzo alla folla.
Ci sedemmo su una panchina, in una piazzola più piccola e isolata, delle lucine pendevano da un albero ad un altro, dando al posto un aria romantica. Chiacchierammo per un po’, fino a quando non sentimmo la musica di una canzone lenta e dalle note dolci.
«Adoro questa canzone» dissi rivolta al castano seduto affianco a me.
Con mia sorpresa questo si alzò mi allungò una mano «Allora che ne dici se la balliamo? Magari riusciremo a stare in piedi senza inciampare!»
«Non ci penso nemmeno! Con una canzone lenta si vedrà anche di più quanto sono impedita!» scossi la testa terribilmente imbarazzata.
«Andiamo se non provi non potremo mai saperlo! E poi non è necessario andare andare dove stanno gli altri! Possiamo stare qui, non ci vedrà nessuno!» detto questo mi prese la mano e mi tirò leggermente dalla panchina. Lo guardai in quei suoi occhi color smeraldo, lanciai un sospiro esasperato, ma alla fine cedetti.
«Sento che me ne pentirò… e va bene! Ma solo perché sei tu!»
Alessandro sfoggiò un largo sorriso «Fantastico allora vieni!»
Ci mettemmo al centro della piazzola.
A quel punto si avvicinò all’orecchio e sussurrò «Segui me, d’accordo?» Io annuii incerta.
Gli misi la mano sinistra sulla spalla, mentre lui prese la mia destra e la sollevò leggermente, mentre l’altra la mise sul mio fianco. Per un attimo non potei fare a meno di arrossire. Abbassai lo sguardo cercando di capire come dovevo mettere i piedi. A quel punto il ragazzo iniziò a muoversi, facendo un passo alla volta, io tenendo lo sguardo fisso sui piedi cercando di non pestarglieli mentre mi muovevo, quando lui mi chiamò. Lo guardai, i nostri visi vicinissimi «Fidati di me» disse sottovoce. Lo fissai ancora, cercando di mettere da parte l’insicurezza «Va bene».
A quel punto mi lasciai andare, seguendo i passi di Alessandro e tenendo gli occhi sul suo viso. Senza accorgercene iniziammo a parlare, e quel punto tutto il nervosismo sparì. Dopo un po’ Alessandro sorridendo me lo fece notare  «Stai ballando davvero bene sai?».
Lo guardai dritto negli occhi e ricambiai il sorriso, sentendomi per la prima volta a mio agio mentre ballavo. «È grazie a te»
Lui mi strinse leggermente a sé, e ci ritrovammo ancora più vicini, tanto da riuscire a sentire il suo respiro. Il cuore, batteva all’impazzata,  sembrava quasi che volesse uscire dalla cassa toracica. Ci avvicinammo ancora e…
«ALEEEEE!!!!!» sobbalzai per la sorpresa, ed ebbi l’impressione che fosse stato lo stesso pure per il castano. Quando realizzò chi ci aveva interrotto lanciò uno sguardo truce, al diretto interessato, il suo adorato fratellone.
«Michele» salutò freddamente Alessandro.
«Ti stai divertendo fratellino? Ciao Beatrice!» lo salutai con un cenno.  Il diciottenne non sembrò far caso al tono del fratello minore.
La somiglianza tra i due era innegabile, avevano la stessa forma del viso, lo stesso sorriso divertito, ma mentre Alessandro aveva gli occhi verdi, il maggiore li teneva di un castano scurissimo, quasi nero, e anche i capelli erano più scuri. In più era più alto circa di una decina di centimetri rispetto al fratello più piccolo, quindi doveva stare sul 1,85 m.
Ale sospirò «Sì, certo Mike. Ci stavamo divertendo»
«Fantastico! Spero solo di non aver interrotto nulla» fece un occhiolino verso di me.
«No tranquillo. Adesso se non ti spiace non ce ne stavamo per …» fece il castano, visibilmente irritato.
«Stupendo allora venite! Stavo giusto andando dagli altri! Credo anche che stiano per servire l’altra portata!» rispose contento.
«Veramente noi…» tentai di prendere la parola, ma lui ci trascinò entrambi verso la pista.
«Su ragazzi! È una festaaa!!! Diamoci dentro!»
 
 
 
«Michele finiscila!» si lamentò Lucia, con la quale ci eravamo ritrovati, quando eravamo andati al buffet.
Era la seconda volta che il ragazzo tentava di buttarla in piscina. Io e Alessandro intanto ridevamo della scena.
«Uffa!! Ma insomma fa pure caldo! Un tuffo in piscina fa solo bene!»
«Vacci tu allora a farti un bagno!» rispose indispettita la mia compagna di classe, facendo ridere ancora di più noi altri. Scoprii che Michele non era così antipatico come pensavo, anzi era molto divertente.
Mentre i due continuavano la discussione Alessandro si rivolse a me «Beatrice, senti prima siamo stati interrotti..» iniziò imbarazzato. Sentii che le guance mi stavano andando a fuoco.
«Io volevo solo dire… che.. »
Sembrava proprio che Alessandro non sarebbe mai riuscito a completare le frasi con me quella sera. Non arrivo neanche a metà frase, che Michele lo spinse dritto dritto in piscina, con un sonoro “splash”.
Mentre il diciottenne si sbellicava dalle risate, il fratello minore riemerse dall’acqua.
«SEI UN IDIOTA!!» gli urlò furioso, ma la sua rabbia non fece altro che aumentare le risate dell’altro.
«Hahahaha è stato fantastico!» continuava tra le lacrime.
Era così vicino al bordo che, non potei resistere: lo spinsi con tutta la mia forza e riuscii a buttarlo in acqua.
A quel punto eravamo io e Alessandro a ridere come matti. Il povero Michele si ritrovò zuppo fino all’osso. «Te lo sei meritato!» disse sghignazzando Alessandro.
Lui mi lanciò uno sguardo assassino «Piccola strega!»A quel punto non fui abbastanza svelta a farmi indietro, infatti lui mi afferrò con uno scatto il braccio e mi trascinò giù con lui.
Ci ritrovammo tutti e tre in piscina, lo guardai per un attimo sbalordita, poi guardai anche Ale che sorrideva. Ci guardammo e scoppiammo a ridere, incapaci di trattenerci. Improvvisamente qualcuno sul bordo gridò  «Tutti in piscinaaa!!» prima di tuffarsi a bomba. Alla fine la festa si trasformò in un vero e proprio “pool party”, con tutti i ragazzi sul bordo o dentro la piscina a schizzarsi l’un l’altro. In mezzo alla confusione andai da Alessandro e lui mi disse euforico «Questa sì che è una festa memorabile!»
Risi di gusto «Non potrei essere più d’accordo!»
 
 
 
«Cielo ragazzi ma come vi siete ridotti!» fece una cameriera portandoci degli asciugamani.
A un certo punto avevo iniziato a battere i denti per il freddo, e Alessandro notandolo disse che era il momento di uscire a cambiarci.
Entrambi avevamo i vestiti fradici che si attaccavano al corpo, e per fortuna che il mio non era di quelli troppo leggeri, o sarebbe sembrato che stessi solo in intimo, cosa che tra l’altro era capitata ad altre ragazze.
Ricevuti gli asciugamani non esitammo a metterceli addosso, e per riscaldarci meglio decidemmo di farci portare anche un phon.
La cameriera se ne andò sbuffando e borbottando frasi sull’idiozia dei ragazzi.
«Credo che non le stiamo molto simpatici» sdrammatizzò il castano.
Risi piano «Probabilmente hai ragione.»
Ci guardammo per un lungo istante, in silenzio, finché non parlai «Senti… ti volevo ringraziare. Mi sono divertita tantissimo» gli sorrisi. Lui mi fece uno dei suoi sorrisi più caldi «È stato un vero piacere».
«Comunque c’è una cosa che sto cercando di dirti da tutta la sera…» cominciò per la terza volta «Spero solo di non essere interrotto ancora».
Lo guardai: anche se cercava di non mostrarlo era un po’ nervoso, si leggeva in faccia. Era un ragazzo davvero speciale, non mi ero mai sentita così felice insieme a qualcuno. Così decisi che dovevo fare quello che sentivo.
Cercai di distoglierlo dal suo imbarazzo «Ehi…».
Mi puntò addosso quegli occhi verdi che sentivo di non poter più dimenticare, che riuscivano a farmi sentire diversa… una persona speciale.  «Fidati di me» gli dissi in un sussurro, per un attimo mi fisso confuso, ma prima di lasciargli il tempo di dire qualcosa, mi avvicinai di scatto verso di lui e lo baciai.
Per un attimo rimase fermo, poi rispose al bacio, con una mano mi accarezzò il viso, mentre l’altra la sentii sulla schiena, per stare più vicini. Era un bacio inesperto e improvviso, ma lieve, delicato e allo stesso tempo intenso. Era un emozione indescrivibile e bellissima. Quando ci staccammo ci guardammo negli occhi e sorridemmo nello stesso istante. Mi abbracciò con una tenerezza infinita e ricambiai con la stessa intensità, e nonostante fossimo entrambi fradici, sentii il calore del suo corpo sotto la camicia bagnata. «Mi piaci molto Beatrice, e se tu vuoi, vorrei stare con te».
Gli sorrisi come no avevo mai sorriso a nessuno, ancora una volta: con una gioia indescrivibile.
«Anch’io voglio stare con te, Alessandro». Dopo questo ci scambiammo ancora un bacio.
Dopo quel momento, eravamo entrambi sicuri che quella era decisamente la festa più memorabile di sempre.




Angolo autrice

Salve a tutti!! Sì lo so sono troppo in ritardo, ma ultimamente tra scuola, impegni vari e blocchi dello scrittore, questo capitolo non riuscivo proprio a finirlo. Per farmi perdonare questo è più lungo rispetto agli altri, spero solo che vi piaccia. ^^ Ringrazio ancora una volta chi recensisce e chi ha messo la storia tra le seguite. Vi ringrazio davvero! <3 E ringrazio anche chi legge la storia, se vi va lasciate una recensione, anche critica, mi servirà per migliorare. Al prossimo capitolo allora! Un abbraccio e a presto! ( spero! ^^")
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Fenice_blu