Eccoci.
-Mike…- mi chiama. Certo, ora mi chiami, allora perché prima mi hai praticamente mandato via?
-No fammi parlare. Abbiamo fatto poco insieme in questi giorni, ma a me è sempre sembrato tanto, ogni secondo passato con te pareva durare un minuto.- Quanto sono poetico.
-…- ecco, così, ascoltami in silenzio, stronzo.
-E adesso te ne vieni fuori che era solo interesse? Pensavo tu ci tenessi davvero a me-
-Ma ti giuro che non era di solo interesse! Solo non credo di poterti reputare come “fidanzato” o “compagno”, dopo quella brutta storia che ho avuto non me la sento, davvero…-
-Però te la senti di sbattermi!-
-Ma no, non è quello, è che-
-Oltre a falso sei anche ipocrita. Mi hai rotto, pensavo di interessarti sul serio, poi te ne vieni fuori così e cerchi pure delle scuse. Fanculo.- e me ne vado, sbattendo la porta del magazzino e lasciandolo là dentro.
Forse è l’ultima volta che lo vedo, chissà.
***5 giorni dopo***
[Chester POV]
E che cazzo.
Mi richiami anche?
Era solo interesse, te l’ho già detto.
E non sto parlando di…Mike. Cazzo, ancora in testa ce l’ho. Perché non riesco a non pensare a lui, almeno una volta al giorno?
Brian mi richiama. Stavolta rispondo.
-Si?- ancora la sigaretta tra le labbra. Non fumavo mai molto, ma questo era periodo di eccedere.
-Chester, sono io…-
-L’avevo intuito, dal tono piagnucoloso.-
-Ascolta, magari potremo smettere di vederci…che ne dici? Non sono più tanto sicuro.-
-Non mi importa. Stanotte alle 11 dal magazzino.- e metto giù.
Se voglio dimenticare Mike, meglio che mi trovo altro da fare. Come fumare, scrivere canzoni e sbattermi ragazzi per il vecchio magazzino. E non ho assolutamente la coscienza sporca. Ogni volta che me ne faccio uno, mi sento meglio. Anche se dura per poco, ma mi basta così.
Eccolo, puntuale. Lo faccio entrare nel magazzino, mi assicuro che nessuno ci stia spiando e lo seguo, chiudendo a chiave. Preferisco che ci sia buio, non voglio trovarmi davanti il suo sguardo piagnucoloso.
Lo faccio adagiare sullo scatolone, abbassandogli pantaloni e boxer. Lo stesso faccio io, e lo penetro, senza lubrificante o protezioni.
-Mmm…Chester…- ecco che inizia a piagnucolare. Cazzo, resisti, non stai mica morendo. Velocizzo le spinte, ci metto poco a trovare il suo punto debole. Eccolo che inizia a godere.
Sono le 11 e mezza. Brian se n’è già andato e io me ne sto qui nel magazzino a fumare un’altra sigaretta. Forse è meglio che torno a casa, ma chi se ne frega.
Ad un certo punto sento scricchiolare da fuori. La porta lentamente si apre, mi nascondo dietro uno scatolone. Non sono uno che ha paura, di certo, ma meglio essere previdenti.
Rimango in attesa. Sento dei passi, la porta che si chiude. Ancora silenzio.
Poi una voce familiare rompe l’attesa.
-…Chester?-