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Autore: Arianna_T    25/11/2015    6 recensioni
L'episodio con Jack Hide è solo un lontano ricordo e Ana e Chistian possono vivere finalmente la loro nuova vita con il piccolo Ted, mentre sono in attesa della secondogenita Phoebe. Ma Christian riuscirà a dimenticare il suo passato o questo inciderà sulla sua nuova vita e sull'educazione dei suoi piccoli?
Premetto che la storia non è mia ma di un'autrice inglese e io la sto traducendo. Qui potete leggere la storia in lingua originale https://www.wattpad.com/story/42067147-fifty-shades-forgiven
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Katherine Kavanagh, Theodore Grey, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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L’ultima cosa che vedo è Ted  sbattere con la testa sulle sbarre e poi cadere in acqua. TED! Il mio piccolo! No, il mio bambino, no. L’ultima cosa che la mia mente riesce a registrare è Christian che si toglie scarpe e giacca e si tuffa in acqua per riprendere il bambino.
“TAYLOR” urlo. Corro verso il ponte cercando disperatamente Christian e Ted. Ma non riesco a vedere nulla, solo acqua che si muove ovunque. Prima che me ne accorga, Taylor è al mio fianco che si affretta a prendere il gommone e lanciarsi in acqua. Riesco vagamente a distinguere la testa di Christian che scorge dall’acqua, ma è tutto sfocato dalle mie lacrime, che ormai scendono senza controllo. Dentro di me prego solo che  mio figlio sia vivo.
E’ colpa mia, solo ed esclusivamente colpa mia. Mi sono fatta sopraffare dalla rabbia e ho perso di vista mio figlio. Cosa diavolo ho fatto? Che razza di mamma sono? Non me lo perdonerò mai!

Taylor urla a Christian, esortandolo a tirarsi su sul gommone. Io guardo la scena inerme, come se fossi una spettatrice esterna, non riesco nemmeno ad esternare il terrore che provo dentro gridando. Una mano di Christian emerge dall’acqua e si aggrappa al gommone, mentre con l’altro braccio fa uscire Ted dall’acqua, tenendolo stretto al suo corpo. Perché non piange? Perché non sento i suoi lamenti? Dovrebbe piangere! Ti prego fa che il mio piccolo stia bene! Taylor spinge il gommone fino alla barca e salta su, poi prende Ted tra le braccia e porge una mano a Christian per tirarlo su.
Ted è inerme sul pavimento. Non si muove. Il suo viso è pallido e non da segni di vita. No! No NO NO! Non è possibile! Ti prego piccolo svegliati, non sopravvivrei a te! Ne morirei!
Christian si avvicina e libera Ted del giubbotto salvagente, poi lo prende tra le braccia e comincia cullarlo tenendolo stretto a se. Lo guardo e vedo il terrore dipinto sul suo volto e le lacrime che cominciano a scendere dai suoi occhi, ma nonostante questo non perde il suo controllo. “Andiamo piccolo, svegliati, torna da papà” lo sento sussurrare con la voce incrinata dal pianto. Gli da diversi colpetti sulla schiena. Non riesco a guardare la scena, sono inutile e la colpa è solo mia. Vedere Christian piangere, non fa altro che incrementare la mia paura.
Ma improvvisamente Ted inizia a tossire in modo incontrollabile e a sputare tutta l’acqua che aveva ingoiato. E’ vivo! Oh grazie a Dio è vivo! Il mio bambino, il mio piccolo è vivo! Sento le mie gambe cedere dal sollievo e mi accascio accanto a Ted e Christian. Dopo che ha sputato tutta l’acqua che aveva in corpo, comincia a respirare debolmente tra le braccia di Christian. Taylor si avvicina con delle asciugamani e solo ora mi rendo conto che non ci ha lasciati per un momento. I deboli lamenti di Ted mi sconvolgono perché so che è spaventato e ferito alla testa, ma non sono mai stata così contenta di sentire questo suono, perché mi conferma che mio figlio è vivo.
“Va tutto bene Ted. Ora stai con papà. Papà è qui con te” gli sussurra Christian con dolcezza. Cerco di regolarizzare il mio respiro scosso dai singhiozzi, ma le lacrime ancora non ne vogliono sapere di fermarsi. Christian si alza con Ted tra le braccia e si avvia dentro. Anche lui è scosso e trema, ma cerca di mantenere il sangue freddo anche perché non sappiamo ancora se nostro figlio è fuori pericolo dato che ha battuto la testa. E sono consapevole che io non sono molto d’aiuto in questo momento. Mentre entra dentro lo sento dire a Taylor: “Porta Ana dentro”. Sono ancora seduta sul pavimento e quando alzo lo sguardo vedo la faccia di Taylor preoccupata. Mi porge le mani e mi ci aggrappo per tirarmi su. Mi deve sostenere perché non ho neanche le forze per camminare  e penso che questo non faccia bene alla mia bambina. La dottoressa mi aveva raccomandato di evitare emozioni forti e devo cercare di darmi una calmata perché non posso rischiare di perdere due figli in un giorno. La mia stupida e ingiustificata gelosia è quasi costata la vita di Ted. Penso che non me lo perdonerò mai.

L’atmosfera nella cabina è pesante. Mi sento vuota, come se tutte le mie emozioni fossero state portate via. Christian è seduto sul moderno ed elegante divano con Ted tra le braccia. Gli ha tolto i vestiti bagnati e lo ha avvolto in un morbido ed enorme asciugamano e lo tiene stretto a se, cullandolo.  Gli sta mormorando qualcosa che non riesco a capire, ma vedo che Ted risponde annuendo.
“Come sta?” chiedo a bassa voce.
“Sembra che stia bene, ma dobbiamo portarlo in ospedale per fargli controllare la ferita alla testa”mi risponde, ma non mi guarda. Merda. Deve essere veramente arrabbiato con me.
Finalmente il mio corpo decide di collaborare e mi vado a sedere accanto a loro. Accarezzo la testa di Ted e sento i suoi capelli ancora umidi e freddi. Il suo corpo è gelato ed è scosso da frequenti brividi di freddo.
“Sto cercando di riscaldarlo, poi lo vestirò. Per fortuna non siamo lontani dall’ospedale” mi spiega.
“Da a me, faccio io. Anche tu sei fradicio e hai bisogno di asciugarti”. Me lo passa e lo posiziono sulle mie gambe. Copro tutto il suo corpicino con asciugamani calde, lasciandogli scoperta solo la testa. Lo stringo a me e annuso il suo profumo da bambino. Le lacrime si riaffacciano al solo pensiero che oggi avrei potuto perdere il mio dolce bambino, solo per colpa della mia stupida gelosia. Ora mi rendo conto che Chirstian può fare qualunque cosa con Elena, non c’è niente più importante dei miei figli.  Vedo Christian guardami e poi sparire in camera da letto, presumo per cambiarsi. E’ un bene che teniamo dei vestiti di ricambio sulla barca, anche se presumo che non ci ritorneremo così tanto presto.
“Stai più caldo Ted?” gli chiedo e lui annuisce. Gli do vari baci sul faccino e lui si accoccola sul mio petto. Sento Christian avvicinarsi completamente asciutto e vestito. “Ana, dammi Ted lo vesto io. Anche tu hai bisogno di cambiarti”.
“Sto bene, lo faccio io”.
“Ana!” mi ammonisce. Lo fisso. Ancora una volta vengo trattata come una bambina. Questo è anche mio figlio e cosa crede che non sia capace di vestirlo?
“Ana per favore. Lascia fare a me. Non è il momento di discutere, portiamo Ted in ospedale e poi ne parliamo quando saremo a casa”mi dice con più calma. Si, credo che abbia ragione. Vedi dove ci ha portato tutto questo discutere: mio figlio morto quasi annegato.
 
L’ospedale è sempre lo stesso: bianco, luminoso e con l’odore di disinfettante che mi fa venire la nausea. Odio questo posto. Odio gli ospedale in generale. Mi riportano alla mente solo brutti ricordi, ricordi che mi tormentano: l’incidente di Ray, l’aggressione di Jack e il dolore per la nascita di Ted.
Ted è seduto sul letto, la sua maglietta tirata su e Grace che lo controlla. Questa visione mi fa immaginare un piccolo Christian di quattro anni con la paura di essere toccato e amato. Guardando Grace negli occhi, posso vedere che sta pensando la stessa cosa, anche perché la somiglianza è incredibile. Deve essere molto difficile per lei. E’ la donna più straordinaria e forte che conosco.
“E un altro piccolo respiro, Ted…bravo, proprio così” la sua voce mi riscuote e mi fa tornare al presente. Sta ascoltando il respiro di Ted dallo stetoscopio è ed incredibile come lui se ne stia tranquillo. E’ davvero un bravo bambino.
“Non c’è niente di cui preoccuparsi, tutti i suoi parametri vitali sono buoni. Penso che sia solo spaventato. Comunque dovrebbe stare bene. Controllatelo e se gli dovesse venire mal di testa, dolori al petto o se dovesse salire la febbre portatelo immediatamente qui” ci spiega con calma. Poi si rivolge a me e mi chiede dolcemente:” Tu come ti senti, cara?”
“Bene, io sto bene. E’ per Ted che sono preoccupata” .
“Credo che dovresti farti controllare, Ana. Hai preso un incredibile spavento oggi e non è un bene al settimo mese di gravidanza. Posso mandarti giù dalla dottoressa Greene, giusto per essere sicuri”mi risponde con calma. So che ha buone intenzioni, ma non ho davvero voglia di farmi fare un ennesimo controllo. Sono stanca di farmi esaminare una volta a settimana e credo che anche la dottoressa ormai si sia stancata di me e mio marito.
“Anastasia, mamma ha ragione, dovresti farti controllare” interviene Chirstian. Oh, adesso sono Anastasia. Questa è la conferma che è davvero arrabbiato con me.
Passiamo le successive tre ore in ospedale. Alla fine mi hanno costretta ad andare dalla dottoressa Greene che è rimasta sconvolta quando ha sentito cosa era accaduto. Grace ha controllato anche Christian, che per fortuna anche sta bene. Quando ha chiesto spiegazioni su come Ted fosse caduto in acqua, lui l’ha liquidata con una bugia. Di certo non poteva raccontarle che viviamo all’Escala perché Elena vive comodamente a casa nostra. Credo le sarebbe venuto un infarto. Per fortuna anche la mia gravidanza procede bene e la dottoressa ha raccomandato tranquillità e riposo, paroloni per la situazione che si è venuta a creare.
Quando torniamo in auto mi giro verso Christian e vedo che ha assunto la sua espressione impassibile che non mi fa capire a cosa diavolo sta pensando. Ma il senso di colpa mi sta lacerando e non ce la faccio più a sostenere questo silenzio da parte sua.
“Christian, mi dispiace davvero tanto” sussurro.
Mi prende la mano e la stringe e poi mi risponde:”Ana non devi scusarti. Non è stata colpa tua, ma come al solito sono sempre io la causa di tutti i mali. Ti spiegherò tutto quando torneremo a casa, non voglio parlare mentre Ted è con noi”.
 
 
   
 
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