Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: Zughy    25/11/2015    0 recensioni
"Era anima, aveva ora; sola anima, sola e illusa. Era anima, solo merda, sola anima, solo merda." ~Aquefrigide
Vorrei che Anima comunicasse qualcosa e che si addentrasse in quegli aspetti che un po' tutti evitano. Ma non parlo di violenza, storie macabri, disturbi mentali o quant'altro aleggia in queste pagine, bensì di ciò che si annida dentro di noi: il resto è solo un mezzo per arrivarci.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quell'uomo era così simile a me. Avevamo gli stessi zigomi, lo stesso taglio degli occhi. Ma era un uomo? Dal suo portafogli era qualcuno: perché venire da me? Si sentiva forse solo? Ma io non ero rimedio per lui, non ero che un passatempo per lui. E i miei genitori, si sentiranno soli? Cosa penseranno di me? Si ricorderanno di me? Dovrei avere il cellulare qui da qualche parte. Ah, eccolo. Registro chiamate: vuoto. Ne avrò un altro a casa, non posso essere sola. Prenderò la macchina di quell'uomo, non gli serve più. Non sono sola.

Mi ero sempre domandata come fosse dentro: casa, intendo. Assomiglia a tutte le altre prigioni, perché dovrei preferire questa? Sarà l'abitudine? Eppure vorrei bruciarle tutte. Ecco, l'altro cellulare: è in cirillico, i nomi sono in cirillico. Дима: sarà lui? O sarà Саша? Perché non ricordo il mio alfabeto? È IL MIO CAZZO DI ALFABETO, COME CRISTO È POSSIBILE?!

...Beh, non chiamerò nessuno. Nessuno mi ha mai chiamata, non ci son chiamate: mi han dimenticato. E io ho dimenticato loro. Perché non dovrei andarmene da qua, quando mamma e papà non si preoccupano di me? Cosa m'importa se faran loro del male? Ne stanno già facendo a me: loro e i miei clienti. A chi importa di me? Neanche il mio ragazzo mi ha mai chiamata. Starai già scopando con un'altra donna? Con una come me? O ti sarai rifatto una vita? Dovrei chiamarti, ma non ricordo l'alfabeto. Perché non ricordo l'alfabeto? Eppure vorrei chiamarti.

E le mie lettere, ancora sparpagliate sulla scrivania... almeno quelle che non hanno già raggiunto il cestino dell'immondizia. Ma perché le scrivo, se nessuno le legge? Perché una puttana dovrebbe scrivere? Le penne che tiene in mano son di altro genere e qui c'è un'“n” di troppo. Nessuno la paga per scrivere.
E... non riesco a capirle, non ricordo l'alfabeto.

Il motore di una macchina: una macchina, perché c'è una macchina qui fuori? La polizia? Ma se quell'uomo è morto non è colpa mia, si è suicidato, posso spiegare tutto, mamma, possiamo spiegare tutto, vero mamma? Smettila di startene lì in piedi e fissarmi come se fossi un mostro, mamma, PERCHÉ NON MI AIUTI MAI, SPORCA TROIA?! Non sono stata io ad uccidere il coniglio, non sono stato io ad ucciderlo, “Non sono stato io!”

...La porta si è aperta. Mi avranno sentito urlare? Vogliono arrestarmi? Merda, merda, merda... Devo ancora avere il coltello da qualche parte. Sì, sì, eccolo.
“Hey, ma quel gioiellino lì fuori, amore?”
Un uomo. È ubriaco, biascica. O è fatto. Ma non è il mio ragazzo, perché mi chiama amore? Però lo conosco... Niente coltello. Sembro me stessa? Dove sono i capelli? Ah, eccoli...
“Spero ci sia rimasto dello spazio per me lì dentro...”
Mi guarda, vuole farmi del male, eppure fatica a stare in piedi. Che lo debba fissare anch'io? Forse è meglio cambiare stanza, crollerà sul letto esausto. Magari non si rialzerà più. Spero non si rialzerà più.

“Non me ne frega un cazzo se sei stanca, io non valgo meno di loro!”
Urla, afferra il braccio, stringe forte, fa male, mi spinge sul letto. Un'altra volta? Ma neanche lui mi ama, perché vuole farlo? Lo vedo, nel suo sguardo, che non mi ama. Mi ha tirato uno schiaffo, ma è troppo tardi, ho già visto che non mi ami. E mi graffia la carne, tenta di sfilare la gonna: perché sfilare la gonna? Vuole solo farmi male. Pensa di potermi fare male. L'odore di alcool mi soffoca, le sue labbra mi soffocano; voglio respirare, non mi ascolta. Dov'è il mio ragazzo? Anche lui mi ha dimenticato?

Sta sganciando la cintura, ricorda le catene dei fantasmi: e lui è un fantasma? E io, sono un fantasma? Viviamo di notte e gli adulti proteggono i loro figli quando ci vedono per strada: ma non voglio essere un fantasma. Eppure non ho paura di lui, per quanto mi stia imponendo con la forza a tener aperte le gambe, nel tentativo di non vomitare nel mentre. E si sa, i fantasmi non si temono tra di loro. E ha vomitato; ma non ha intenzione di fermarsi, mi pulisce con una mano. Ora so di lui. Dov'è il mio ragazzo?

Ha sgranato gli occhi, non capisce ciò che vede. È rimasto impassibile al vomito, ma non alle mie gambe. E il coltello è così vicino. E i lividi anche. Ma il coltello di più. Mi basta accarezzare il suo volto, fingere ancora un po', adularlo e fargli credere che potrà fottermi come uno straccio per tutta la notte. Ed eccolo, c'è cascato, sorride anche lui. Ma anche il coltello vuole fottere. E il coltello di più. Non è mio il culo pieno, questa volta. Oh, e quanto sangue.

Sembra gli stiano estraendo la spina dorsale dalla testa, vuole spezzarsi all'indietro. Urla, gratta le corde vocali, il vomito si mesce. NON URLARE! Un taglio netto sulla gola, si è ripiegato in avanti, ho il sangue sullo stomaco, i suoi occhi vogliono uscire dal cranio. Eppure non può più dire una parola. E il suo sguardo, si vede che non mi ama. E il suo sguardo, si vede che non si ama. Mi odia? Non voglio guardarlo negli occhi, sarà meglio togliere anche quelli. Ma è troppo tardi, ho già visto che non ti ami.

Mi chiedo quale fosse la tua storia. Come sei diventato un fantasma? Ma non importa, nessuno la ascolterà mai, non sei tu la persona che ho deciso di salvare. Eppure non riesco a guardare un film senza chiedermi quali fossero le storie di tutti, soprattutto di quelle comparse da una manciata di secondi con l'unico ruolo di prendersi un proiettile e morire. Perché nessuno si preoccupa per loro? Perché danno tutti per scontato che debbano morire? E che il protagonista debba vivere? È perché ci rivediamo nel protagonista? Eppure siam tutti comparse. E mi sarebbe interessata la tua storia. Ma te l'ho detto, non sei tu la persona che ho deciso di salvare.

Tra poco sarà giorno. Dove sono i capelli? Ah, eccoli...
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Zughy