Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Loisyr    26/11/2015    0 recensioni
Aveva trovato qualcuno da amare finalmente, ed era stato il suo stesso padre e fratello ad averlo condotto da lei, non si aspettava di certo di essere così felice in un posto come quello, ma era accaduto.
Tratto:
-Charles… cosa ci fai qui?-
Il giovane la guardò un po’ stralunato, non capendo la domanda e aggrottò la fronte, segno che ci stava seriamente pensando.
-Come cosa ci faccio, sto con te… Sono legato a questa terra-
-Tu non sei di Lancaster- mormorò quasi alterata la ragazza incurante di quanto, quella frase, fosse sembrata una delle accuse peggiori che si potesse fare ad un uomo. Charles chiuse gli occhi e lasciò cadere in avanti il viso, il mento quasi a toccare il petto.
-Sono qui per te.- La ragazza aggrottò la fronte manifestando chiaramente la sua confusione riguardo quella affermazione, rimase in silenzio non sapendo cosa dire, o meglio, sperando che fosse il ragazzo a proseguire senza essere incitato.
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Dopo

 
 
   Un silenzio irreale aleggiava nell’aria, così denso da sembrare quasi palpabile; il tempo sembrava essersi bloccato, le stesse nuvole che oscuravano il cielo sembravano essersi fermate; nessuna foglia che vorticava nell’aria, nessun albero scosso, nessun suono, nessun rumore.
   La calma prima della tempesta.
Lux si sentì per un attimo al sicuro nell’occhio del ciclone, era vicina alla sua destinazione, le mancava davvero poco.
Poi in un attimo quella quiete si sbriciolò e fu un esplosione di rumori assordanti, tutti insieme che devastavano le sue orecchie. Il cielo minacciò pioggia illuminandosi di un lampo di luce, il vento iniziò a fischiare forte smuovendo ogni albero, foglia e filo d’erba. Lux corse ancora più velocemente, con l’adrenalina in circolo nelle proprie vene, il cuore che le martellava nel petto. Doveva scappare, doveva raggiungere suo padre e suo fratello; avrebbe dovuto farlo già molto tempo prima.
   -Lucretia non puoi scappare da me, io ti troverò. Sempre- ringhiò una voce potente alle sue spalla mentre una scarica di paura la invadeva gettandola nello sconforto. Aveva la vista annebbiata dalle lacrime e dalla pioggia che era iniziata a scendere a catinelle, le stille d’acqua cadevano così velocemente che sembrano vetri rotti che le graffiavano la pelle scoperta del viso,delle braccia e delle gambe, l’asfalto era così scivoloso che più volte rischiò di scivolare e rovinare a terra, ma non sarebbero stati questi ostacoli a fermarla anzi la spronarono ancor di più di procedere, il suo desiderio più grande era vicino al compimento.
   Con la coda dell’occhio notò una statua di angelo su un basamento di marmo, un piccolo sorriso le increspò le labbra, era vicina. Girò l’angolo e corse ancora fino alla settima fila e si addentrò, contò tredici lapidi e finalmente trovò suo padre, Nicholas Arthur Collier e a sinistra suo fratello Williams Stanley Collier.
   -Padre, fratello! Vi prego, sono pronta, portatemi via con voi.- 
Le gambe le cedettero sotto la fitta pioggia e si ritrovò in ginocchio sull’erba bagnata, piangendo più forte e urlando i loro nomi incitandoli ad affrettarsi mentre il freddo della pioggia la penetrava fino alle viscere. Poi si sentì sfiorare una spalle e perse un battito temendo che il suo inseguitore l’avesse raggiunta per riprenderla con sé, ma quando alzò lo sguardo vide un timido sorriso e due occhi chiari infossati.
   -Oh Charles!- La sua voce si era alzata involontariamente di un’ottava. Aveva faticato a riconoscerlo, la sua carnagione di sera fatta più cinerea, gli occhi erano più infossati che mai ed emanavano un’alone davvero oscuro, così in piedi, spiccava nel cielo grigio con la sua divisa da soldato bucata e sporca di sangue coagulato in tre punti distinti del petto e dell’addome, non aveva mai fatto caso a quanto fosse sudicia e logora.
   -Lucretia…- pronunciò il suo nome con dolcezza, come se temesse di vederla scomparire assieme al suono; si inginocchiò accanto a lei e la strinse tra le sue braccia, cullandola appena, rassicurandola come meglio poteva.
   -Chiama mio padre, digli di venirmi a prendere- sussurrò la giovane con voce fievole mentre il suo corpicino veniva continuamente scosso dai brividi per il freddo.
   -Ti ha già sentito, sta arrivando. ma guarda come ti sei ridotta, ricordi quando ci siamo incontrati la prima volta? Indossavi proprio questo abito, ricordo che mi era sembrata una visione angelica, vestita di bianco, i capelli sciolti al vento fresco di primavera.- Si sedette a gambe incrociate e la fece appoggiare con la schiena contro il proprio petto mentre sfregava le mani sulle sue braccia nel tentativo di darle un po’ di calore.
   -Certo che ricordo, il giorno in cui avevo ritrovato la speranza di una vita felice, e il signo “io non posso offrirti nulla” che mi teneva il broncio, geloso di un pulcino.- Rise appena mentre inclinava il viso per poterlo guardare quei occhi che le davano tanta gioia.
   -Tesoro…- Una mano fredda le aveva preso la sua, accarezzandone il dorso dolcemente.
   -Padre io sono pro…-
   -Lo so, lo so, è ora di andare, devi solo seguire la luce.- La voce di suo padre era rassicurante. Doveva solo lasciarsi andare e tutto sarebbe andato bene. Sarebbe finita come in quelle fiabe principesche: “e vissero sempre felici e contenti”.
   -Lucretia.- L’aveva raggiunta, quel mostro che non aveva avuto pietà di lei e del suo dolore, che aveva abusato di lei senza vergogna e pudore. Ma ormai non le importava più era salva e al sicuro con le persone che amava più al mondo.
   -Tu! Sporco bastardo ti avevo affidato la mia unica figlia femmina affinché te ne prendessi cura, non per abusarne per i tuoi piaceri carnali. Ti farò pagare ogni carognata le hai fatto subire a partire dalla sua innocenza!- L’ira del colonnello era smisurato ed incontenibile e per un istante solo, Lux giurò a se stessa di aver visto i suoi occhi completamente neri, densi come la pece.
   -Quella puttana d’alto borgo… Volevo dire Nicholas, signore inten…- Non aveva completato la frase che si ritrovò in ginocchio a terra, con le gambe che formavano un’angolatura davvero terrificante mentre il suo urlo di dolore squarciava l’aria; cadde su un fianco a peso morto, il polso destro scricchiolò rotto sotto il suo peso mentre l’altra mano correva alla gola come per allontanare qualsiasi cosa stava facendo presa su di essa da  togliergli il respiro. In pochi secondi i suoi urli si erano trasformati in rantoli agonizzanti e i suoi occhi colmi di rabbia e iniettati di sangue passarono ad essere vitrei come biglie da gioco, ed infine le palpebre si chiusero su quei occhi che tempo prima avevano guardato la giovane in modo così orrendo, da dilaniarle l’anima. Lux non aveva avuto il coraggio di guardare quella scena raccapricciante, si era stretta al petto di Charles, il viso così premuto contro di esso che sembrava volersi soffocare, cercava di frenare i singhiozzi e regolare il respiro che le riempiva troppo i polmoni. 
   Il Capitano era ritornato in sé e aveva abbandonato la sua aura oscura di puro odio, si inginocchiò accanto alla figlia accarezzandole i lunghi capelli per tranquillizzarla.
   -Tesoro, dobbiamo andare, la mamma ci aspetta e non vede l’ora di riabbracciarti.- Una sola parola specifica era riuscita a calmarla. La mamma. Finalmente era riunita alla sua famiglia.
   -La mamma?-
   -Sì tesoro-
   Charles portò un braccio intorno alla sua vita e la issò in piedi sostenendola sicuro che non sarebbe riuscita a reggere il proprio peso. 
   Da in piedi Lux notò che tutto era cambiato, ogni cosa aveva riacquistato il suo colore naturale e la sua vitalità, era un tipico pomeriggio di quel lontano aprile. Si voltò verso Charles per chiedergli se solo lei avesse notato il cambiamento ma quando incrociò il suo sguardo, rimase senza parole, non aveva mai notato quanto fossero azzurri i suoi occhi.






Author's corner


    Lo so, lo so, lo so, non sono mai puntuale e non sopporto davvero questo difetto, so che fin quando potrò procrastinare i lavori non mi tirerò indietro nel farlo, chiedo venia per questo.
   Allora miei cari lettori, vi siete goduti la conclusione di questo breve racconto? C'è stato un vero salto, un cambiamento radicale con vari missing moments lo ammetto, ma spero comunque che vi sia piaciuto. Non esistate a lasciare una recenzione e fare domande io sono a vostra completa disposizione per avere informazioni.
   Quasi dimenticavo, è possibile che visualizzate il testo tutto in corsivo e so che dal punto di vista grafico è davvero orrendo, e per questo vi chiedo scusa, sono settimane che cerco di sistemare ma nulla, non so proprio che fare, lo stesso vale con il capitolo precedente e un'altra os. Ho notato però che se sui dispositivi dove possedete l'opzione vista Reader, il testo lo da normale, per cui provate ad attivare quello, sarà più decente e piacevole da leggere.
   E con questo vi saluto, un bacio.


Loisyr

 
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Loisyr