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Autore: La_Birba    26/11/2015    1 recensioni
“Il magico mondo di Cremson”, era l'unica giocheria nella piccola cittadina di Armen. Era gestita dal signor Cremson, un uomo sulla sessantina con grossi baffi grigi. Non era mai stato sposato e non aveva neppure dei figli al quale poter lasciare il suo piccolo negozietto...
...Venivano persone un po' da tutta la provincia solo per i suoi giocattoli. Si dicevano fossero i migliori del mondo. Avevano una gran fama, soprattutto per un piccolo dettaglio. Ogni singolo giocattolo, a partire dai semplici soldatini fino ad arrivare alle bambole più complesse, erano completamente fatti a mano.
Quel vecchietto un po' ingobbito trascorreva giornate e nottate a creare giocattoli. C'erano delle piccole leggende sui suoi giocattoli, si diceva fossero magici. O meglio i bambini lo dicevano, gli adulti ovviamente pensavano fossero solo sciocchezze.
Tratto dal primo capitolo... è una storia particolare parlerà di un ragazzo, uno studente come tanti e..di una bambolina..non ci sarà alcuna storia d'amore tra loro due semplice amicizia..ma entrambi si innamoreranno di qualcuno simile a loro. è storia d'amore e di amicizia, un'amicizia un po' surreale :)
spero di avervi incuriosito se vi va' passate e magari lasciate un piccolo commento ;)
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Prologo

 

“Il magico mondo di Cremson”, era l'unica giocheria nella piccola cittadina di Armen. Era gestita dal signor Cremson, un uomo sulla sessantina con grossi baffi grigi. Non era mai stato sposato e non aveva neppure dei figli al quale poter lasciare il suo piccolo negozietto. L'aveva aperto da giovane, aveva acquistato quel piccolo locale nell'angolo tra la strada che conduceva alla parrocchia e quella delle scuole. Era perfettamente nel centro di quel piccolo paese. Venivano persone un po' da tutta la provincia solo per i suoi giocattoli. Si dicevano fossero i migliori del mondo. Avevano una gran fama, soprattutto per un piccolo dettaglio. Ogni singolo giocattolo, a partire dai semplici soldatini fino ad arrivare alle bambole più complesse, erano completamente fatti a mano. I pelouche venivano cuciti in ogni piccolo particolare da lui stesso. Quel vecchietto un po' ingobbito trascorreva giornate e nottate a creare giocattoli. Non ce n'era uno uguale al''altro e di ciò lui era sempre andato fiero. Il signor Cremson chiudeva il suo piccolo negozietto ogni anno per metà novembre. Lo faceva per poter costruire i giocattoli che poi sarebbero stati acquistati a natale. Amava il suo lavoro, nonostante l'avanzare dell'età e di conseguenza la perdita inesorabile dei suoi riflessi e della vista, cercava sempre di creare cose nuove e perfette. C'erano delle piccole leggende sui suoi giocattoli, si diceva fossero magici. O meglio i bambini lo dicevano, gli adulti ovviamente pensavano fossero solo sciocchezze.

 

La signora Depeau era al limite della sopportazione, da un mese lavorava incessantemente tutti i giorni fino a tarda sera. Il chignon che si era fatta in modo perfetto quella mattina ora era un semplicemente un ammasso di capelli annodati. Nonostante molti uomini l'avessero sempre trovata attraente, in quegli ultimi giorni sembrava invecchiata tutta d'un tratto. Presto avrebbe avuto una crisi di nervi, madre di cinque figli di cui una sola femmina, in quel preciso momento si ritrovava da sola a dover mandare avanti tutta la casa. Suo marito sarebbe tornato da un viaggio di lavoro la sera successiva per festeggiare il compleanno della loro piccola, Stephanie. Essendo così impegnata non era ancora riuscita a comprare nulla alla sua bambina. Fu proprio per quel motivo che quel giorno domandò un'ora di permesso per poter uscire prima e poter passare da “Il magico mondo di Cremson”. Lì era certa che avrebbe trovato qualcosa di adatto per festeggiare i sei anni di sua figlia. Camminava veloce ma quei suoi tacchi e il tailleur grigio le limitavano l'andamento. Finalmente arrivò al piccolo negozio che per sua fortuna era ancora aperto. Entrò. Il signor Cremson era intento a ridefinire una bambola di pezza. Notò che era davvero bellissima.

Stephanie però, era in quel periodo in cui i bambini vogliono un animale domestico, un cane per la precisione. Decise che poteva soddisfare in parte questa piccola richiesta comprandole un pupazzo. Notò un piccolo cucciolo di volpino che sembrava esser vero, strabuzzò gli occhi per la sorpresa. Non ci pensò neppure un momento e lo prese portandolo alla cassa. Mentre stava per tirare fuori il portafoglio le cadde l'occhio sul balcone. C'era una bambola di ceramica piccola e quasi assurda. Aveva i capelli lunghi blu e viola alternati. Le gambe e le braccia pieghevoli, ed era stata messa seduta a gambe incrociate con le mani sulle gambe. Aveva un sorriso di un rosa vivo e lunghe ciglia disegnate perfettamente. Indossava un vestito floreale a mezze maniche, con rifiniture di pizzo, lungo fino a mezza cosca. Non sapeva neppure il motivo ma ne rimase incantata. Allungò una mano per prenderla ma il signor Cremson la fermò.

“Non so se le conviene prenderla!”

La donna lo guardò con aria stupefatta, non capiva cosa stesse blaterando.

“La bambolina, non mi è venuta perfetta purtroppo. Ogni tanto mi capita di non fare tutto al meglio”.

Loren Depeau prese in mano la bambolina, se la rigirò un po' di volte in mano. Non vide nessun difetto, pensò che l'uomo fosse impazzito. Così decise di comprare quella bambolina per se stessa. Lei amava le bambole di ceramica, ne aveva diverse sulla libreria in camera da letto. Gliele aveva regalate la madre quando era piccola, le aveva tenute come un tesoro per ricordo. Uscì con i suoi acquisti in borsa piuttosto allegra e molto più rilassata di poco prima. Non si rese conto che un giovane ragazzo nel tentar di rubarle il portafoglio alla fermata dell'autobus afferrò un pacchetto dalla sua borsa. Se ne accorse solo a casa, una decina di minuti più tardi.

Il giovane in questione era Marcel, usciva con una compagnia che l'aveva portato irrimediabilmente sulla cattiva strada. Era da diversi mesi che rubacchiava per potersi comprare ciò che più gli aggradava. Quando si rese conto di non aver afferrato ciò che desiderava era troppo tardi. L'autobus era ormai arrivato. Sperava di trovare qualcosa di prezioso in quel pacchetto che aveva tra le mani, l'avrebbe magari rivenduto. Stracciò la carta velocemente e quando vide quella piccola bambola la sua delusione era tangibile. Era stata messa seduta su una piccola sedia di legno. Infatti se fosse stata in piedi sarebbe sicuramente stato più grande il pacco, almeno una ventina di centimetri se non di più. Sospirò irato, camminando per le vie continuava a guardare quel giocattolo.

“Stupida bambola”.

La scagliò con tutta la sua forza dinanzi a sé per poi girare l'angolo. Quella sera tornò a casa dopo tanto tempo. Il pacchettino era riverso a terra. La bambolina ben legata non si era ne scomposta ne rotta fortunatamente. Passò l'intera nottata in quel vicolo al freddo.

 

Noè, un cucciolo di pastore belga tutto nero tanto che somigliava a un lupo, era su di giri. Voleva andare a fare il suo giro mattutino. Cercò di salire sul letto del suo padrone senza però riuscirci così iniziò a guaire nella speranza che si svegliasse. Iniziò poi ad abbaiare sempre di più fino a quando non sentì dire “ Ok ok! Sono sveglio! Ho capito!”. Iniziò così a scodinzolare felice, il ragazzo in questione si alzò. Si passò una mano tra i capelli neri che doveva assolutamente far tagliare e si stiracchiò. Si preparò il caffè e diede un biscotto al suo cane per farlo stare bravo almeno per altri cinque minuti. Erano le 6.13 di un sabato mattina di maggio e per una volta era riuscito a dormire bene ecco che la sua sveglia personalizzata si era attivata. Sospirò prima di bersi una tazza di caffè tutta d'un fiato. Si vestì e alle 6.26 uscì di casa. Si stava bene ancora con le mani lunghe a quell'ora del mattino, anche se poi al pomeriggio avrebbe fatto un caldo incredibile! L'aveva sentito al telegiornale la sera prima, l'estate che sarebbe arrivata sarebbe stata la più calda degli ultimi trent'anni.

Quella volta cambiarono giro, era Noè che portava a spasso lui. Nonostante avesse solo cinquanta giorni era già piuttosto forte. Mattwe era ancora nel mondo dei sogni quando il pastore belga si fermò di colpo. Lui aprì leggermente un po' di più un occhio per guardare cosa stava odorando. Aveva il terrore potesse essere uno di quei bocconcini avvelenati. Fortunatamente era tutt'altro, una scatola bianca sigillata. La prese in mano e voltandola vide al suo interno una bambolina. Pensò dovesse essere caduta a qualcuno, era un peccato siccome era ancora nuova. Era particolare quella bambolina, era il primo giocattolo che vedeva imbronciato. Aveva gli occhi tristi e la bocca rosa all'ingiù. Vedendola gli venne da sorridere. Conosceva la fama del signor Cremson, era sicuramente stata opera sua. Era davvero un tipo stravagante per fare una bambola triste. Fu così che decise che era uno spreco riportala in negozio ed anche buttarla, così se la portò a casa.

 

 

***

 

 

Mattwe Ringer era ancora in giro con il suo piccolo Noè con il pacchetto bianco sotto braccio. Arrivarono al parco lontano dal centro e gli tolse il guinzaglio per farlo correre e giocare. Appena si fosse stancato sapeva che sarebbe voluto andare a casa. Quel giorno avrebbe dovuto trascorrere l'intera giornata sui libri, nella settimana che stava per cominciare doveva dare gli ultimi esami. Era un giovane ventiduenne che abitava in un piccolo bilocale al terzo piano del palazzo più vecchio di Armen. Studiava per diventare ingegnere aerospaziale. Aveva sempre amato le stelle, l'infinità dello spazio; era qualcosa che lo terrorizzava ma al contempo lo elettrizzava. Quel corso era davvero duro e difficile, era già fuori corso, se tutto gli fosse andato bene sarebbe riuscito a laurearsi in un paio di anni. O almeno così sperava. Quella mattina nonostante fosse ancora addormentato quando era uscito di casa si era ricordato di prendere i suoi appunti per poter studiare mentre il suo cucciolo si divertiva rincorrendo gli scoiattoli. Dopo una ventina di minuti, Noè ritornò dal padrone abbastanza soddisfatto e con il fiatone. Si sdraiò un poco ai suoi piedi per riprendere fiato. Il ragazzo mise via i suoi fogli e lo carezzò.

“Allora torniamo a casa?”

Il cane al quale mancava solo la parola scodinzolò. Andarono prima dalla fontana così poté bere un po'. Arrivarono a casa che erano quasi le 7.30. Mattwe si sedette sul suo sgabello vicino al tavolo della piccola cucina e aprì la bambolina. La prese e se la rigirò un po' tra le mani. Nonostante fosse di ceramica non si era rotta, era strano. Lesse il foglietto illustrativo nella scatolina, come il ragazzo prevedeva era una creazione del signor Cremson. Vi era scritto che era di plastica, eppure sembrava proprio ceramica. Ecco perchè non si è rotta pensò il giovane. Andò nella sua stanzetta in cui vi era solo una scrivania, il letto e qualche mensola e la posò sulla scrivania. Aveva un bel vestito bianco a fiori, sarebbe stata una piccola decorazione per quel luogo che di personalizzato aveva ben poco. Nonostante ci vivesse da tre anni non aveva mai aggiunto molto a quel piccolo bilocale. La cucina era formata da un piccolo frigo, il lavabo, una credenza e un tavolo. Lui aveva comprato lo sgabello. Mentre in camera oltre ad avere libri di scuola ovunque non aveva aggiunto nient'altro. Non era importante, quella casa era momentanea solo perchè vicino alla fermata dove passava l'autobus diretto alla sua università.

Siccome Noè si addormentò lui decise di scendere per andare a comprare qualcosa da mettere sotto i denti. Erano giorni che il suo frigo era vuoto e non poteva di certo mangiare le scatolette per cani. Quando tornò in casa trovò il pastore belga che stava giocando con la bambolina.

“Noè! No! Ma come hai fatto a prenderla?” la tolse dalle sue grinfie e controllò che l'avesse rovinata. Strabuzzò gli occhi. Se prima era certo di averla vista imbronciata ora aveva un sorriso e gli occhi felici. Si sfregò gli occhi eppure lei era sempre lì sorridente che lo guardava.

“Ma com'è possibile?” si chiese tra sé e sé. Si buttò sul letto con ancora il giocattolo tra le mani. Sentì poi un flebile starnuto. Ritornò a guardare la bambolina. Si sentiva quasi pazzo, iniziò a dubitare di sé stesso. Eppure mentre la stava fissando la bambolina si mosse e starnutì. Lui fece un salto e la lasciò cadere a terra.

“Ahi! Ma che modi! Sono stata fuori tutta la notte, mi sembra il minimo prendersi un raffreddore!”.

Mattwe si diede un pizzicotto ma sentendo dolore comprese di non stare sognando. Fissò di nuovo la bambolina che era a terra. Era dritta in piedi e si stava scrollando il vestito. La sua voce era flebile. Un sussurro praticamente. Ritornò Noè scodinzolando e saltò vicino a lei. Strusciava il suo naso contro di lei. Altro che laurea, il giovane pensò di doversi far vedere da un bravo psicologo. La bambolina rideva felice e lui si stava sempre più cercando di convincersi di essere in un sogno. Sospirò e facendo finta di niente ritornò in cucina dove si aprì una birra che aveva appena comprato. Sperava forse che alcool l'avrebbe aiutato a non avere più visioni. La mandò giù tutta d'un fiato, si voltò e stavolta vide la bambola sul dorso del suo pastore belga.

“Sbaglio o sei andato a fare la spesa?! Allora abbiamo fame!”

Era una bambola viva ed aveva per di più un bel caratterino. Mattwe pensò dove fosse un bravo psicologo nei suoi paraggi. Sospirò non venendogli in mente nessun nome. Mentre aveva la testa tra le mani pensando che non riuscisse più a scindere il sogno dalla realtà, sentì Noè abbaiare e una vocina subito dietro

“Abbiamo fame! Abbiamo fame!”

Si alzò prese la scatoletta con il cibo per cani e la versò nella ciotola del suo cucciolo, il quale si affrettò per divorare tutto, come se qualcuno potesse arrivare e rubargli quelle squisitezze. Tornò a sedersi sul suo sgabello, sentì qualcosa che si stava arrampicando sui suoi pantaloni. Guardò in basso e vide la bambolina che cercava di scalare la sua gamba come se fosse una montagna. La prese tra le mani e se la posò davanti a sé sul tavolo. Quel piccolo giocattolo mise le mani sui fianchi e iniziò a battere un piede a terra.

“Anch'io ho fame!”

Mattwe ormai era convinto di essere pazzo e decise di assecondare quelle sue assurde visioni. Così chiese alla bambolina che cosa volesse da mangiare. Lei di tutta risposta si intrufolò nella borsa della spesa che poco prima il ragazzo aveva abbandonato sul tavolo. Ne uscì dopo pochi minuti tirando dietro di sé il pacchetto di orsetti gommosi.

“Questi!”

Il giovane scrollò la testa ma aprì comunque il pacco di caramelle. Lei se ne prese uno verde e iniziò a mangiarlo. Nonostante avesse la bocca di plastica riusciva comunque a mangiare, il ragazzo era sempre più stranito. Si aprì un'altra birra.

“Guarda che l'alcool fa male sai?”

Stava venendo sgridato da un oggetto di plastica. Mattwe scoppiò a ridere per quanto tutto quello che stava vivendo fosse terribilmente assurdo.

“Io sono viva per davvero! Posso farmi vedere così solo dal mio proprietario che ho dedotto essere tu, dato che mi hai messo sulla tua scrivania”

La bambolina era tutta felice mentre diceva quella frase. D'istinto abbracciò il gomito del ragazzo.

“Ti prego non gettarmi via. Vedrai che ti aiuterò in quello che potrò o almeno ti potrò tenere compagnia in questa brutta casetta vuota”.

Aveva messo su il broncio mentre diceva quella frase. Il ragazzo dopo essersi finito anche la seconda birra, sospirò e disse un semplice “D'accordo!”. Il suo primo coinquilino o meglio coinquilina era una bambolina con i capelli assurdi. Si vedeva da vecchio a raccontarlo ai suoi nipoti, l'avrebbero chiuso in qualche manicomio sicuramente. Sorrise a quel pensiero.

 

***

 

“Ehi ma io dove dormo?”

La bambolina stava saltellando sulla scrivania per attirare la sua attenzione. Lui stava cercando di studiare e dato che anche il suo povero cane non ne poteva più di quella scalmanata, si era messo a dormire in un angolo. Ora assillava lui con domande assurde.

“Ehi, ma non hai altri giocattoli? Mi annoio! Mi annoio!”

Stanco di quella tiritera continua, prese una scatola e gliela mise sopra. “Santo silenzio” pensò. La bambolina tirava calci e pugni a quel muro e al soffitto che la obbligava a stare in ginocchio. Gridò parole a caso, senza però essere udita o compresa. Dopo poco si arrese e si sdraiò. Il sonno arrivò presto. La sera era giunta inesorabile e con essa anche l'ennesima passeggiata con Noè. Mentre il ragazzo si stava preparando si ricordò solo allora del piccolo giocattolo ma decise di non aprirla ancora. Quando tornarono tirò su la scatola e la ritrovò addormentata. Era davvero buffa, la bocca spalancata le faceva assumere un'espressione assurda. Sorrise poi mise in quella stessa scatolina un po' di cotone che aveva appena comprato, con molta attenzione prese la piccola e la adagiò al suo interno, poi la coprì con uno straccio con il quale in genere spolverava. Erano le 19.30 e come sempre chiamò sua madre per riferirle che stava bene.

La signora Ringer era solita preoccuparsi del figlio. Era una classica mamma ansiosa e troppo apprensiva. Quando Mattwe prese la patente, durante le sue prime uscite in macchina lo seguiva senza perderlo mai di vista. Era stata molto contraria al suo trasferimento in quella minuscola casa. Aveva paura che ci fossero gli spifferi e che venisse malato. Il primo mese ogni giorno era andata a trovarlo e lo aveva accudito come se fosse un bambino. D'altronde per le mamme i figli restano sempre dei bambini. Con il tempo si era tranquillizzata leggermente, però pretendeva ogni sera una chiamata per essere sicura andasse tutto al meglio. Era solita andarlo a trovare almeno una volta ogni settimana o almeno ogni dieci giorni insieme al marito e all'altro figlio più piccolo. Aveva deciso infatti che sarebbe andata a trovarlo l'indomani alle 14.00. Era una donna puntuale e precisa. Amava pianificare ogni cosa della sua vita e della sua giornata in ogni singolo minuto. Se qualcosa andava fuori dal suo controllo perdeva la ragione andando nel panico.

Il giorno successivo, Mattwe non aveva università e si svegliò in tarda mattinata. La bambolina era già attiva insieme a Noè che quella mattina aveva deciso di farlo dormire fortunatamente.

“Ben svegliato Cenerentola!”

Scoppiò a ridere con la sua vocetta dolce. Lui la guardò con aria confusa: “Vorrai dire Bella Addormentata immagino.”. Lei mise il broncio e incrociò le braccia. Il ragazzo si tirò su sedendosi sul letto e si grattò la testa. “Sai pensavo che devo trovarti un nome..”. Si stiracchiò, lei lo guardò con aria sognante. Un nome..sapeva che nel momento in cui qualcuno le avesse dato un nome lei sarebbe appartenuta a lui e solo a lui. Era felice. Iniziò a battere le mani dalla gioia, mentre Noè girava come un matto per i suoi bisogni. Mattwe si vestì velocemente, legò al guinzaglio il suo fedele amico afferrò al volo la bambolina e le chiavi e uscì. Andarono di nuovo nel parco che era pieno di altri cani. Lasciò andare il suo cucciolo così da farlo giocare con loro. Si sedette poi su una panchina in disparte e iniziò a pensare.

“È difficile sai trovare il nome giusto..” bisbigliò a lei. Non voleva essere preso per pazzo. Lei non si mosse, sembrava una comune bambola. Lui continuava a fissarla sperando in un'illuminazione, senza però risultato. Andarono a casa per mangiare prima dell'arrivo del suo parenti. Alle 14 in punto il citofono suonò e Noè scodinzolò felice. La piccola l'aveva posizionata sulla scrivania seduta con le gambe lunghe e le mani sul vestito. Quando arrivarono Phil, il fratellino minore di Mattwe, gli saltò al collo. Stravedeva per il fratellone, adorava poterlo andare a trovare. Era il suo eroe. Aveva nove anni, ma alcuni bulli lo tormentavano alcuni mesi prima, il maggiore aveva fatto mettere la testa a posto a tutti con una bella strigliata. Ogni volta gli portava qualcosa da vedere e quella volta portò un supereroe. Era da poco uscito il film ed aveva fatto record di incassi quindi ovviamente le grandi ditte si erano messe a produrre qualunque gadget di quel eroe. Si chiamava Mr Big. Come ogni supereroe che si rispetti sapeva volare, era super forte, super veloce e inoltre, aveva il potere del fuoco. Nel film salvava la classica donzella in pericolo dal cattivo che aveva il potere del ghiaccio. Era un bel giocattolo, rispecchiava fedelmente quello del film. Capelli neri, occhi azzurri, tutina aderente nera con la scritta MR Big e mantello rosso e blu. Il bambino lo fece volare correndo per tutta la casa. Quando poi notò la bambolina sulla scrivania la prese e iniziò a giocare con loro due. Lei era la donzella in pericolo e Noè addormentato era un mostro feroce. Mattwe invece chiacchierava con i suoi genitori sorseggiando il tè verde.

Lo avevo portato sua madre, era un amante di ogni tipo di tè. Giunte le 18.00 i signori Ringer decisero che era arrivato il momento di togliere il disturbo. Phil, poco prima di uscire abbracciò un ultima volta il fratellone e poi si salutarono. Il ragazzo rimasto di nuovo solo andò a far fare una passeggiata veloce al suo fedele amico. Tornando poi a casa notò che là vicino alla bambolina vi era anche il supereroe di suo fratello. Se l'era scordato; aveva sempre la testa fra le nuvole. La piccola saltellava vicino all'altro giocattolo gridandogli di svegliarsi. Non sembrava funzionare.

“Ehi, secondo te perchè non si sveglia?”

Mattwe scrollò le spalle, “Sinceramente devo ancora spiegarmi come puoi tu, essere viva..”

Lei voltò il capo in modo offeso e lo ignorò. Più tardi la rabbia le passò, eppure lui non si voleva proprio svegliare, era triste perchè sarebbe stato un ottimo principe azzurro. Si era divertita quel pomeriggio in quel assurdo gioco nella quale veniva salvata da quel mega muscolo.

Venne poi messa a dormire nella sua scatolina, insieme al supereroe con un sorriso smagliante. Quella notte sognò di essere salvata e di volare tra le sue braccia.  



****tadann :) gli asterischi in mezzo sono per dividere un po' :) all'inizio ammetto che pensavo di dividerli appunto per capitoli invece poi ho notato che erano troppo corti così ho fatto tutto unito :) non so sinceramente da dove mi sia uscita un'idea simile anche perchè non mi è mai piaciuto toy story xD però come avete capito è completamente diverso da quel cartone :) ringrazio tutti voi che l'avete letta e se mai voleste lasciare una recensione grazie ancora, per dirmi magari cosa ne pensate e anche per migliorarmi :) 
spero vi sia piaciuta ;) alla prossima :D

  
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