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Autore: simoasr94    28/11/2015    1 recensioni
TRATTO DAL PRIMO CAPITOLO:
Quel giorno Merlin decise che non poteva andare a lavorare, sentiva qualcosa di strano dentro di se,come una cosa che gli bruciava nel petto e allora si alzò di soprassalto, che stesse per accadere? Senza troppi convenevoli i suoi occhi diventarono d’oro e si ritrovò sulle sponde di Avalon. [...]
Ormai la giornata era quasi finita, Merlin avrebbe dovuto tornare a casa, ma non aveva la forza di alzarsi e l’unica cosa che poteva sentire erano gli occhi bruciargli per le troppe lacrime. Ci aveva creduto con tutto se stesso. Improvvisamente sentì dei passi dietro di se e una voce chiamarlo “Ehi.. ehi tutto bene?”, nel sentire quella voce sgranò gli occhi e sentì il cuore fermarsi, quella voce gli era rimbombata nella testa negli ultimi mille anni. [...]
Con tutta la forza che aveva in corpo si tirò sulle gambe, si asciugò le lacrime e con gli occhi ancora arrossati si voltò: era Arthur. Quando il moro si voltò Arthur sentì una fitta al petto e si bloccò, in quegli occhi c’era qualcosa che apparteneva anche a lui, che era suo da sempre, ma come poteva essere?!
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Morgana, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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YOUR TOUCH IS MY MEMORY

DECIMO CAPITOLO

 
La serata a casa di Gawain trascorse tranquillamente, alla fine optarono per una pizza improvvisata e la maratona di Rocky in tv “Stasera sono come lui, quindi fatemelo godere!” fu questo il commento di Gawain per convincere gli altri a guardare tutti i film. Mentre stavano facendo la pausa tra Rocky 3 e Rocky 4 Arthur ricevette una telefonata da suo padre
 
“Arthur ma dove diavolo siete? Sto chiamando Morgana e non mi risponde”
 Arthur si voltò verso sua sorella che lo stava osservando, evidentemente immaginava chi era
 
“Siamo a casa di Gawain papà!”
Dal telefono giurò di aver sentito suo padre sbuffare scocciato
 
“Avete intenzione di fare tardi? Anche se quello che studiate lo trovo completamente inutile ho pagato per farvelo fare, non vorrei che durante le lezioni siate addormentati per le ore piccole con la vostra banda di…”
 
“Io dormirò fuori” lo interruppe bruscamente Arthur “E Morgana tornerà quando tutti ce ne andremo, è inutile che continui a spargere insulti sulle persone che frequentiamo da anni”
 
non sapeva neanche lui da dove avesse preso tutto quel coraggio, tra lui e sua sorella lui era sempre stato quello più pacato proprio per non stare sempre a combattere con una persona come Uther. Sentendo il tono di Arthur tutti i ragazzi si zittirono e iniziarono a osservare lui più che altro per non disturbarlo con le chiacchiere.
 
“Come sarebbe dormi fuori? E da chi dormiresti?” tuonò Uther.
Già non sopportava l’idea di un figlio gay, in più doveva sapere che andava addirittura a dormire a casa di qualche ragazzo… no non poteva accettarlo
 
“Dove sono già andato a dormire una volta, non preoccuparti papà nessuno mi mangerà, e se tu iniziassi ad accettare la realtà dei fatti te lo farei conoscere, avrebbe sicuramente un aspetto familiare anche per te.”
 
Sentendo quelle parole le reazioni furono diverse, anzi in realtà furono di due tipi: una era quella di tutti, erano colpiti ma contenti di sentire quelle parole, Arthur era sempre stato quello più tranquillo ma era nell’aria che prima o poi sarebbe scoppiato, e l’altra era quella di Merlin: era sbiancato e aveva la bocca secca, era molto meno divertito degli altri
 
“Sai che ti dico se vuoi sbattermi fuori di casa fallo, tranquillo tanto non mi fai nessun torto, ho dove andare. Devi ringraziare la mia banda di… aspetta prima non ti ho lasciato il tempo di definirli; cosa sono? Delinquenti? Scansafatiche? Sessualmente deviati? Ti dico un’ultima cosa papà, se io vado via Morgana verrà con me, non la lascerei mai in quella casa da sola”
 
Per un momento ci fu il silenzio tombale da entrambi i lati del telefono
 
“Ascoltami bene Arthur! Tu stasera dormirai da chiunque sia quella checca che hai conquistato con il tuo sorrisetto per spassartela una notte e rinfacciarmelo a vita, domani quando tornerai a casa parleremo di tutta questa faccenda”
Uther parlò con quel tono lento e scuro che incuteva terrore a chiunque.
 
 Arthur era un fascio di nervi, teneva il telefono talmente stretto nella morsa della mano che aveva paura si potesse spaccare
 
“Ritira quello che hai detto su di lui o ti giuro che non mi vedrai mai più”
 
“E invece ti rivedrò!” Uther urlò talmente tanto che anche i ragazzi vicino ad Arthur lo sentirono
 
“Ascolta ragazzino, se tu puoi studiare quello schifo che hai scelto all’università è solo perché io ti finanzio gli studi! Quindi fossi in te non giocherei a fare troppo il Re e voler dettare le leggi. Perché se ti taglio i viveri finirai per lavorare in qualche squallido bar. Domani tornerai a casa e mi spiegherai cosa ti stai ostinando a farmi pagare facendo quello che fai!”
 
Arthur sentendo quelle parole sospirò come rassegnato, suo padre non avrebbe mai capito. Con voce calma si limitò a rispondere
 
“Ci vediamo domani sera” e senza attendere la risposta del padre riagganciò.
 
Quando si girò verso gli altri aveva lo sguardo mortificato “Scusate tutti… non avrei mai voluto che assisteste ad una cosa del genere” senza dire una parola Morgana corse da lui e lo abbracciò “Sei il miglior fratello del mondo”
 
piano piano tutti si avvicinarono al giovane per rassicurarlo “Ehi Arthur, è tutto apposto! Tu sei il Re, non devi mai chiedere scusa!” scherzò Gawain. Arthur sorrise e non poté fare a meno di guardare Merlin; il biondo ricordava l’avversione che aveva Gawain verso i nobili prima di conoscere lui “Hai sempre frequentato Re sbagliati Gawain. Un vero Re deve essere in grado di chiedere scusa, e anche di chiedere l’aiuto delle persone che ama per farcela” Merlin aveva gli occhi lucidi, in quel momento era Re Arthur di Camelot a parlare, glielo vedeva negli occhi.
 
“Piano con le lusinghe che poi finirai per montarti la testa” scherzò Lancelot “E soprattutto non provare a rubarmi la ragazza” cosi dicendo afferrò Gwen in una morsa.
Tutti risero sonoramente “Pensa se si scoprisse che in realtà il Grande Re Arthur avesse tutt’altri gusti” cosi dicendo si voltò verso Merlin, che in quel momento si era messo al suo fianco, e gli diede un delicato bacio sulle labbra “Dai Sire…” iniziò Merlin facendo credere agli altri di stare al gioco “Andiamo a vedere Rocky 4 e non pensarci più”. Cosi dicendo tutti si rimisero in postazione davanti alla tv mentre Gawain faceva partire il DVD.
 
Usciti da casa dell’amico tutti tornarono alle proprie macchine per andare a casa tranne Percival che sarebbe rimato dal compagno quella sera
“Se stasera o domani dovesse dirti qualcosa dimmelo, ci penso io” affermò Arthur verso la sorella “Tranquillo, sono sempre riuscita a tenergli testa abbastanza bene” lo rassicurò la mora.
“Ci vediamo domani ragazzi”
“A domani” si salutarono tutti.
 
Arrivata a casa Morgana sperava vivamente che Uther dormisse, ok che riusciva a tenergli testa ma non era fatta di pietra. Purtroppo per lei lo trovò in piedi “Oh, ciao” esordì la mora per sembrare disinvolta “Ciao Morgana, ero troppo arrabbiato per andare a dormire” la ragazza si liberò della sciarpa e del cappotto e si andò a sedere sulla sedia vicino al padre
 
“Quanto pensi che possa durare cosi?” iniziò Morgana “E’ un essere umano, è tuo figlio, e tu non fai altro che farlo sentire sbagliato e inadeguato…”
 
l’uomo si voltò verso Morgana, lei era l’unica che riusciva a scalfire la sua corazza. Era sempre stato un tipo burbero ma dopo la morte della sua amata moglie quell’essere burbero si era trasformata in vera cattiveria.
 
“E’ il mio unico figlio maschio. E gli piacciono gli uomini”
“Pensi che sia una cosa fatta apposta? Che non abbia di meglio da fare che vivere la sua vita facendo i dispetti a te? È innamorato papà, dovresti vederlo, è l’Arthur più felice e bello che io abbia mai visto, come puoi pensare che quella felicità sia un dispetto a te” a quelle parole Uther si pietrificò
 
“Lui…” iniziò con un filo di voce “E’ innamorato di un uomo?”
“E’ innamorato di una persona, che differenza fa se sia uomo o donna. Papà… l’amore è amore e basta. Loro si guardano nello stesso modo in cui vi guardavate tu e mamma.”
 
Uther non diceva una parola, si limitava a guardarla con un’espressione indecifrabile
“Che tipo è?” chiese semplicemente “Questa… persona… che tipo è?”
 
Morgana sorrise sentendo quella domanda, con lei Uther non riusciva ad essere duro “E’ un bravissimo ragazzo, è buono, lavora nel bar del padre di Gwen, e dovresti vederli papà… sembra che si conoscano da sempre, anzi anche di più”
 
Uther fece un sorriso amaro “Si… conosco quelle sensazioni” disse con voce cupa ripensando alla prima volta che aveva incontrato la madre dei suoi figli
 
“L’unica cosa che lui ti rinfaccia è che mamma era fiera di lui a prescindere, mentre tu ti stai comportando… molto male” ogni volta che si parlava di Igrain per Uther era come una coltellata.
 
“Ora vai a dormire, sennò domani fai fatica” quando diceva cosi, per quegli istanti tornava ad essere il papà premuroso che era un tempo.
 
Morgana gli mise una mano sulla spalla “Dobbiamo crearci una vita nostra, non vivere nell’ombra della tua. Arthur è una persona con la testa sulle spalle, sa quello che fa. Per una volta prova a fidarti” Uther mise la sua mano su quella della figlia
“La mia gioia più grande è vedere quanto vi amate e siete legati l’uno a l’altra” la mora sorrise
“Buonanotte papà”
“Buonanotte”.
 
Quando Morgana salì in camera sentì il telefono squillare, era un messaggio
 
– Ciao principessa, come stai? Tra una settimana atterrerà il mio aereo, non vedo l’ora di tornare da te.
 Quando lesse il messaggio il cuore batté a mille, a causa di problemi con le linee telefoniche non si erano sentiti per un po’.
 
– Ciao amore, sei riuscito a risolvere il problema? Mi manchi tanto, e manchi tanto a tutti quanti,  qui ci sono un sacco di novità. Ti prego sbrigati a tornare. Ti amo
composto il messaggio premette l’invio e quando tornò sul nome del destinatario gli brillarono gli occhi come ogni volta che parlava di lui: Mordred.
 
 
Quando entrarono nell’appartamento istintivamente Merlin si buttò sul divano
 
“Mamma mia che giornata, sono esausto” il biondo sorrise “E ci credo” il moro si tirò su mettendosi seduto
 
“Ehi, ma quello che hai detto a Gawain, del fatto che avesse sempre frequentato re sbagliati, che volevi dire” il biondo si sedette vicino a lui “Beh… se non ricordo male, appena è arrivato a Camelot gli davo parecchio fastidio, e come me tutti i nobili che conoscesse”
 
Merlin aveva un sorriso enorme sul volto “Poi però ha conosciuto te, e ha visto il Re giusto e buono che eri, tu sei sempre stato nobile nell’animo, prima che per il titolo” “Come tutti i cavalieri che ho scelto di avere vicino a me”
 
il moro lo guardò “Come ti senti?” “Bene, sento di avere tante lacune, del tipo: cosa è successo a tutti quanti, come se ne sono andati. Poi so che Morgana era diventata cattiva e mi odiava, ma non ricordo perché. E tu… sento che anche di te ho qualche lacuna, che mi manca qualcosa”
 
Merlin per un momento trattenne il respiro, sicuramente era legato al fatto che lui fosse un mago
“E poi non mi ricordo come me ne sono andato io, cosa è successo o con chi ero”
 
“Arthur…” Merlin lo bloccò, non voleva parlare di quel giorno, nessuno dei due era ancora pronto “Sono cose che arriveranno piano piano, e se non arriveranno ne parleremo” Arthur rimase in silenzio per un po’
 
“so che ti da fastidio quando lo dico ma… le leggende dicono che mi ha ucciso Mordred a Camlann, cosa c’è di vero in questo? È vero che Mordred era figlio e mio e… o mio dio non riesco a dirlo… di Morgana?” chiese Arthur temendo la risposta
 
“Ma no! Arthur non ne voglio parlare ok, di quel giorno non voglio parlarne e no, Mordred non era figlio tuo e tanto meno di Morgana” Arthur fece un profondo respiro di sollievo “O mio dio meno male”
 
e si fermò a pensare “Non vuole parlarne?! Quindi lui era li, era con me. Che palle perché non riesco a ricordare. E perché non gli ho mai detto di amarlo se dovevo dirglielo prima di partire per Camlann?? E se non gliel’ho detto dopo è forse perché sono davvero morto li e non c’è stata un’altra occasione”
 
“Sai…” iniziò Arthur per imporsi di smetterla di far macchinare il cervello “Devo confessarti una cosa… in questa epoca… c’è anche Gaius: lui, per me è molto più di un amico come era a Camelot”
 
A Merlin brillarono gli occhi, l’uomo che per lui era stato come un padre era qui “E dov’è?” “Vive poco fuori da Londra, in campagna e lui… beh… lui è mio nonno. Il padre di mia madre” il moro rimase stupito da quella rivelazione, ma era felice
 
“E poi, anche Mordred è qui” sentendo quel nome Merlin indurì la mascella, la gioia di poco prima era svanita e aveva iniziato a stare sulla difensiva come se da un momento all’altro spuntasse fuori da qualche mobile
 
“Come?? E vi conoscete? Perché non l’ho ancora visto?” Arthur rimase sorpreso della reazione del moro
 
“Beh… si ci conosciamo e anche molto bene. Lui ora non c’è, è dovuto partire per lavoro, è andato a New York. Per un po’ lui e Morgana hanno dovuto smettere di sentirsi perché lì c’è stata una nevicata talmente potente che ha interrotto tutte le linee internazionali” Merlin guardò verso il compagno
 
“Mordred e Morgana si conoscono?”
“Mordred e Morgana stanno insieme da quando avevano 18 anni”.
 
Dopo quella rivelazione Merlin rimase senza parlare, l’unica cosa che disse fu “Ho bisogno di una camomilla” cosi dicendo si alzò dal divano per dirigersi in cucina
 
“Perché fai cosi? Che cosa è successo? Chi era Mordred, ha fatto qualcosa di male?” Merlin si limitò a scuotere la testa negando e si sorseggiò un bicchiere d’acqua intero senza prendere fiato
 
“No, no… tutto bene Arthur tranquillo, sono solo stanco” mentì “Tu invece cosa ricordi? Dimmi tutto quello che ti viene in mente, ma non mentirmi mettendo in mezzo cavolate delle leggende, so come stanno davvero le cose” sorrise il moro prendendo tutto l’occorrente per la camomilla
 
“Beh…” iniziò Arthur “… vediamo, ricordo quando ho nominato cavalieri i ragazzi, ricordo da dove viene ognuno di loro ma non come e quando se ne sono andati. Mordred l’ho ricordato ora, ricordo che era anche lui un mio cavaliere, ma nient’altro. Poi so che Gaius ha visto crescere me e Morgana e che quando tu sei arrivato a Camelot ti ha subito preso sotto la sua protezione. Di te ricordo tutto di quando sei arrivato a Camelot, io ero davvero uno stronzo te lo riconosco” entrambi sorrisero
 
“Oh decisamente”
 
“Ma te l’eri cercata, mi hai sfidato davanti a tutti chiamandomi “AMICO MIO”
 
“Oh scusatemi se il grande Re Arthur non può essere chiamato “amico mio”” disse facendogli il verso “Non sapevo neanche chi fossi” aggiunse il moro
 
“Si mi ricordo, ci stavamo ammazzando. Ricordo anche di averti fatto mettere alla gogna”
“Solo perché Gaius si è messo in mezzo, sennò tuo padre mi avrebbe fatto molto peggio” Arthur si fermò “E’ una cosa sensazionale Merlin. Questa cosa della gogna, non la ricordavo eppure è uscita fuori, e ora la ricordo perfettamente, è lì che hai conosciuto Ginevra”
 
il moro rise “Si è vero, bella figura che mi hai fatto fare. Devo capire cosa ti sta accadendo Arthur, ma ho bisogno che tu non sia qui… non riesco a concentrami” disse con un filo di voce.
“Perché cosa c’è che ti distrae?” cosi dicendo Arthur si avvicinò al moro cingendolo per la vita, aveva iniziato a dargli baci sul collo finchè non salì vicino all’orecchio e iniziò a mordicchiarlo.
 
Merlin era tutto un brivido sotto le mani del compagno “Oddio” fu l’unica cosa che riuscì a formulare con la voce tremante “Lascia stare la camomilla Merlin, ci penserò io a farti calmare” così dicendo Arthur non poté far a meno spingere il bacino e far schiacciare la sua crescente erezione verso i glutei di Merlin; a quella sensazione il moro si inarcò sospirando violentemente.
 
Arthur lo fece voltare “Arthur…” disse semplicemente Merlin carezzando il viso del biondo, lo amava cosi tanto che non gli sembrava vero di averlo di fronte, e che stessero inevitabilmente per fare l’amore “Andiamo in camera” più che una domanda quello di Arthur era un ordine.
 
Il moro fece segno di assenso con la testa e staccando le loro labbra il meno possibile si diressero in salone; nel tragitto Arthur era rimasto a torso nudo e Merlin con i pantaloni sbottonati che sparirono prima di arrivare al letto.
 
Quando entrarono in camera si buttarono letteralmente sul letto “Ti voglio Merlin” Arthur tolse velocemente la maglietta al moro che era rimasto quindi con i soli boxer. Arthur si incantò a guardarlo, a vederlo era magro ma non quel magro rachitico, in realtà aveva i muscoli dell’addome e del petto ben rifiniti e il biondo pensò che era stupendo
 
“Non guardarmi Arthur, tra me e te non c’è mai stato confronto fisicamente” disse Merlin imbarazzato cercando di coprirsi il più possibile con le braccia. Arthur gli accarezzò la guancia scendendo lentamente, con delicatezza e decisione afferrò i  polsi di Merlin per farlo scoprire e andò ad adagiare leggeri baci sul petto del moro; da lì poté sentire che il cuore di quest’ultimo sembrava sarebbe uscito dal petto, per Arthur le sensazioni che stava provando lo mandavano in estasi.
 
“Sei stupendo Merlin. E l’unica cosa che deve coprirti è il mio corpo!” sentendo quelle parole Merlin lo afferrò per le spalle facendolo sdraiare su di se, era inebriante sentire i corpi uno attaccato all’altro. Arthur prese i polsi di Merlin e glieli portò sopra la testa. Tenendolo fermo iniziò a baciargli il collo lentamente, arrivando fino all’orecchio per leccarlo.
 
Nel mentre le loro mani si avvicinarono sempre di più fino a che si unirono. Questa volta più che una visione per Arthur sembrava un sogno ad occhi aperti, non come le altre volte in cui si estraniava dal presente. Ora sentiva Merlin che gli baciava il collo, lo sentiva sussurrargli parole dolci, lo sentiva fremere sotto di sé e sentiva che stringeva fortissimo le loro mani;
 
ma nel frattempo vedeva immagini di loro due, erano tante situazioni diverse, e tutto era incentrato nel modo in cui si guardavano, lui guardava Merlin, Merlin guardava lui. Sempre, costantemente, a discapito di tutti. Non c’erano parole. Il momento più bello gli era sembrato quando stavano andando ad affrontare l’esercito della Regina Annis di Carleon. I suoi cavalieri, Merlin compreso, erano radunati intorno al fuoco, lui era sull’entrata della tenda e lo stava osservando, stava osservando il suo amore scherzare con i cavalieri; pensava che era fiero di lui, che era coraggioso e a costo di stare al fianco del suo re non aveva mai avuto paura di affrontare la morte, chissà se era amore o solo senso del dovere.*
 
Quando le immagini finirono non poté far a meno di dirlo “Ti amo da sempre Merlin!”.
Il moro separò le loro mani per andare ad afferrare il volto di Arthur per baciarlo avidamente.
“Ridimmelo” sembrava quasi un ordine, anzi.. senza quasi.
“Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo. Non voglio mai più stare separato da te”
“Ho dovuto aspettare mille anni per sentirlo ma non mi importa”
 
Lentamente Arthur fece scendere le mani sul corpo del moro fino ad arrivare ai suoi boxer, Merlin senza esitare alzò il bacino per permettere al compagno di sfilare l’ormai fastidioso indumento. Davanti a quella visione Arthur rimase estasiato. Merlin era perfetto, sotto ogni punto di vista. Con delicatezza il biondo iniziò a massaggiare l’erezione del compagno che si lasciò sfuggire un gemito che fece venire i brividi ad Arthur, ormai anche per lui i boxer erano diventati troppo ingombranti. Come un fulmine si portò le mani ai lembi dei boxer e li tolse lanciandoli a terra.
 
Ora era sdraiato sopra a Merlin ed entrambi erano nudi. Il moro si irrigidì quando sentì vicino alla sua apertura il pene duro del compagno che faceva una piccola pressione “Arthur…” disse con la voce spezzata “… è la prima volta per me” Il biondo lo guardò, più lo guardava e più se ne innamorava.
 
Sapere che per Merlin lui era il primo (e sperava anche l’ultimo) era stupendo. “Farò pianissimo amore mio, riesci a fidarti?” in tutta risposta Merlin incollò le loro labbra in un bacio avido, in cui le lingue sembravano due spade che combattevano l’una contro l’altra. Arthur si staccò e abbassandosi arrivò con la bocca all’altezza del membro di Merlin, ma invece di fermarsi continuò a scendere finché la sua lingua non era perfettamente allineata con l’apertura del moro.
 
Improvvisamente Arthur affondò il volto tra le sue gambe e cominciò a leccare per preparare Merlin e cercare di fargli sentire meno dolore. Per il mago fu un momento estasiante, non aveva mai provato una sensazione simile, sentiva la magia bruciargli nelle vene. Arthur continuava a leccare finché non si allontanò un po’ per permettere al dito di andare a stuzzicare e ammorbidire l’ano di Merlin. quando lentamente il dito entrò dentro di lui Merlin penso di impazzire; ed era solo il dito!
 
Non poteva negare che già solo quello gli stava facendo male, ma voleva resistere, voleva fare l’amore con Arthur, lo voleva da secoli. Dopo aver fatto su e giù per un po’ di volte il biondo tornò vicino a Merlin, si avvicinò al suo orecchio “Posso?” gli sussurrò, non ce la faceva più, il suo sesso era di marmo talmente era la voglia che aveva di stare con Merlin. il mago non rispose, si limitò ad aprire maggiormente le gambe e far aderire perfettamente Arthur a lui.
 
Il biondo lo baciò e nel mentre si spinse in lui, sentì Merlin trattenere il fiato e lo vide stringere gli occhi. Iniziò a muoversi piano per far abituare il corpo del moro a quella sensazione. Il biondo non riusciva ad evitarlo, gemeva in modo quasi indecente, non aveva mai goduto in quel modo facendo l’amore con qualcun altro. Quando si accorse che Merlin cominciava a sentire meno dolore iniziò a spingere più velocemente ed entrando del tutto in lui. Merlin aveva cominciato a gemere, aveva la bocca aperta e gli occhi chiusi di chi stava sognando.
 
“Sei stupendo Merlin” disse Arthur con il fiatone “Ti amo” rispose il moro stringendolo forte a se. Merlin si voltò e leccò lentamente l’orecchio del compagno che senza rendersene conto iniziò a spingere molto più forte e veloce “A-Arthur… Arthur…” gemeva Merlin
 
“Oddio Merlin mi stai facendo impazzire”
“Sei mio” disse il moro stringendo le mani nei capelli del Re
“Sono tuo, solo tuo” per Merlin sentire quelle parole era qualcosa di inimmaginabile, il Re del Passato e del Futuro si stava consegnando completamente a lui. Gli stava dicendo che lui era in suo possesso.
“Arthur… fammi venire” sentendo quella richiesta Arthur uscì ancora di più fuori di senno, nonostante fosse in Merlin il pene gli doleva talmente era duro.
 
Senza smettere di muoversi prese il sesso del compagno in mano ed iniziò a muovere la mano su e giù per tutta l’asta. Arthur si sorprese quando sentì anche il moro in che condizioni era, aveva un’erezione bellissima. Mentre masturbava Merlin continuava a muoversi dentro di lui “A-A-ARTHUR… AAH… ODDIO!!!!!” nel momento esatto che Merlin venne anche Arthur esplose con un urlo violento in lui.
 
In quello stesso frattempo si guardarono ed è lì che successe, durante l’orgasmo gli occhi di Merlin diventarono d’oro e come per riflesso, lo diventarono anche quelli di Arthur e nella sua testa tornò tutto… TUTTO!
 
MERLIN:  SONO UNO STREGONE, HO LA MAGIA, LA USO PER TE ARTHUR, SOLO PER TE   
ARTHUR: VATTENE…
 
MERLIN: NON POSSO LASCIARTI MORIRE…
 
ARTHUR: MI HAI MENTITO PER TUTTO QUESTO TEMPO…
 
ARTHUR: MI FIDAVO DI TE…
 
ARTHUR: PERCHE’ LO FAI? PERCHE’ CONTINUI A COMPORTARTI COME UN SERVO?
MERLIN: E’ IL MIO DESTINO, LO E’ DAL GIORNO IN CUI CI SIAMO CONOSCIUTI… INOLTRE LO FACCIO PERCHE’ SEI MIO AMICO E NON VOGLIO PERDERTI…
 
ARTHUR: SONO TORNATO PERCHE’ SEI IL MIO UNICO AMICO E NON VOLEVO PERDERTI…
 
MERLIN: NON HO INTENZIONE DI CAMBIARE ORA…
ARTHUR: NON VOGLIO CHE CAMBI, VOGLIO CHE TU RIMANGA SEMPRE COME SEI…
 
MERLIN: NON CI SARA’ MAI NESSUNO COME TE ARTHUR
 
ARTHUR: PERCHE’ NON ME LO HAI MAI DETTO?
MERLIN: AVREI VOLUTO MA…
ARTHUR: COSA?  
MERLIN: MI AVRESTE FATTO TAGLIARE LA TESTA
ARTHUR: NON SONO SICURO DI COSA AVREI FATTO
MERLIN: E POI NON VOLEVO METTERVI IN QUESTA POSIZIONE…
ARTHUR: ERA QUESTO CHE TI PREOCCUPAVA…
MERLIN: ALCUNI UOMINI NASCONO PER ARARE I CAMPI, O PER ESSERE GRANDI MEDICI, ALTRI PER ESSERE GRANDI RE. IO, SONO NATO PER SERVIRTI ARTHUR. E SONO FIERO DI QUESTO E NON CAMBIEREI NIENTE
 
ARTHUR: TUTTE LE VOLTE IN CUI TI HO DATO DEL CODARDO, NON L’HO MAI PENSATO DAVVERO, HO SEMPRE PENSATO CHE TU SIA L’UOMO PIU’ CORAGGIOSO CHE ABBIA MAI CONOSCIUTO…
 
ARTHUR: SEI RIMASTO QUI FUORI TUTTA LA NOTTE?
MERLIN: NON VOLEVO CHE VI SENTISTE SOLO.
ARTHUR: SEI UN AMICO LEALE, MERLIN.
 
ARTHUR: MERLIN…
 
MERLIN: ARTHUR…
 
MERLIN: SIETE UNA GRAN TESTA DI FAGIOLO
 
MERLIN: DA QUANDO VI ADDESTRATE PER ESSERE UN BABBEO?
ARTHUR: NON PUOI RIVOLGERTI A ME COSI!
MERLIN: OH SCUSATE, DA QUANTO VI ADDESTRATE PER ESSERE UN BABBEO… MIO SIGNORE!
 
MERLIN: CHE COS’HA QUEL WILDREN IN FACCIA, OH NIENTE E’ SOLO MERLIN!!
 
MERLIN: HO SEMPRE PENSATO CHE SE LE COSE FOSSERO STATE DIVERSE SAREMMO STATI BUONI AMICI…
ARTHUR: GIA’…
 
MERLIN: VENGO CON VOI!
ARTHUR: MERLIN E’ PROBABILE CHE IO MUOIA.
MERLIN: SI E’ PROBABILE SE NON SARO’ LI’, SAPETE QUANTE VOLTE HO SALVATO IL VOSTRO REGALE POSTERIORE??
ARTHUR: VUOI DAVVERO AFFRONTARE IL DRAGO CON ME?
MERLIN: NON RESTERO’ QUI A GUARDARE
 
ARTHUR: CHE COSA FAI?
MERLIN: NON VOLEVATE ABBRACCIARMI?
ARTHUR: NO!!!!
 
ARTHUR: TUTTI QUESTI ANNI MERLIN, E NON TI SEI MAI PRESO NESSUN MERITO
 
ARTHUR: PENSAVO CHE IL TUO SILENZIO SAREBBE STATO PIACEVOLE MA LO TROVO UGUALMENTE IRRITANTE… SEI PROPRIO UN’ENIGMA…  MA DEVO AMMETTERE CHE MI PIACI
 
ARTHUR: MERLIN SCAPPA! TORNA A CAMELOT
MERLIN: NON VI LASCERO’ QUI!
 
ARTHUR: SE VOLESSI UN SERVITORE IN UN’ALTRA VITA…
MERLIN: NON CHIEDETE ME!
 
GAIUS: UN GIORNO IMPARERETE ARTHUR, UN GIORNO CAPIRETE QUANTO QUESTE PERSONE HANNO FATTO PER VOI
 
ARTHUR: TUTTO QUELLO CHE HAI FATTO, LO SO ORA. PER ME, PER CAMELOT, PER IL REGNO CHE MI HAI AIUTATO A COSTRUIRE. VOGLIO DIRTI UNA COSA CHE NON TI HO MAI DETTO PRIMA… GRAZIE!
MERLIN: ARTHUR… ARTHUR… NO!!! *
 
“Arthur… Arthur che cos’hai?” non sapeva quanto tempo era passato, sapeva solo che era ancora sopra Merlin, erano ancora sporchi del loro seme e sapeva che stava piangendo, non semplici lacrime, era un fiume in piena di disperazione, amore, paura e rabbia. Era scoppiato a piangere da un momento all’altro con gli occhi assenti e Merlin non sapeva cosa fare, non era certo di quello che stava accadendo perché le loro mani non si erano toccate
 
“Arthur, parlami” Merlin iniziava a spaventarsi, Arthur non riusciva a smettere di piangere e non si muoveva. Con un balzo il moro si tirò su per mettersi seduto e prese il viso del compagno tra le mani “Arthur!!! Guardami!! stai calmo!!!”.
 
Arthur rinvenne come da un sogno, sentiva il cuore uscirgli dal petto. Quando guardò Merlin fu come rivederlo per la prima volta dopo… mille anni!
 
“MERLIN!!!!” quasi lo gridò e gli si gettò al collo come se non lo vedesse da chissà quanto.
 
“Merlin sei tu. Il MIO MERLIN! Pensavo di ricordare qualcosa di te e dei nostri tempi insieme ma in realtà quello che ricordavo era niente in confronto a quello che abbiamo vissuto!”
 
“Arthur… ma di che stai parlando?”
 
“Merlin… sono io” Arthur disse semplicemente questo e Merlin capì… era tornato Arthur, Re Arthur.
 
“C-cosa intendete?” senza accorgersene era tornato a dargli del voi non sapendo neanche lui perchè, come se ora che ricordava tutto e ricordava di essere un Re pretendesse di nuovo la formalità (seppur finta) di quei tempi.
 
“Sono io Merlin!” ripeté con voce calma il giovane
 
“S-Sire…” Merlin aveva gli occhi gonfi di lacrime che non riuscì a trattenere a lungo
 
“No! Arthur! Solo Arthur, come sono sempre stato per te… credevo che non ti avrei mai più rivisto” disse ricominciando a piangere silenziosamente.
 
Merlin non sapeva cosa fare o cosa dire “Ho vissuto mille anni non sapendo se ti avrei mai rivisto. Non sai neanche le volte in cui ho provato a morire per venire da te, ma sono immortale! Sono schifosamente immortale”
 
“Non dire queste cose Merlin” disse piano il biondo abbracciandolo
 
“Arthur tu sei sempre stato la mia ragione di vita! L’unico motivo per cui esisto e sono quello che sono… è per te! Se tu non ci sei non ho motivo di esserci nemmeno io!” Merlin disse quelle parole come una profezia
 
“Evidentemente c’è stato un motivo se tu hai vissuto tutto questo tempo senza di me… e ci siamo rincontrati proprio ora!”
 
“Quale potrebbe essere il motivo?” chiese il moro “Non lo so”…
 
 “Cosa è successo Arthur? Come hai fatto a ricordare tutto?”
 
“Sono stati i tuoi occhi Merlin, quando sono diventati d’oro lo sono diventati anche i miei e ho rivissuto tutto dal primo giorno che ci siamo incontrati” il moro rimase ammutolito
 
“S-sono stato io….” Disse a bassa voce “Ma… non so nemmeno come ho fatto”
 
Arthur sorrise “Come al solito, salvi il mondo e non sai come fai”.
 
Dopo queste parole i due rimasero in silenzio, abbracciati sempre più stretti fino a che sentivano di essere diventati quasi una persona sola. In tutto quel frangente le lacrime di Arthur non avevano accennato a fermarsi, stava ripercorrendo tutto con la mente.
 
Fu lui a rompere il silenzio “Tu eri con me. Sei stato con me fino all’ultimo secondo” sentì Merlin singhiozzare “Ti prego Arthur… non voglio parlare di quel giorno” cosi dicendo si strinse ancora di più al compagno, come se avesse paura di perderlo di nuovo.
 
Arthur acconsentì a cambiare argomento, si erano appena ritrovati (questa volta nel vero senso della parola), avrebbero affrontato un’altra volta il discorso della sua morte. C’era cosi tanto di cui parlare.
 
 “Fai comparire il draghetto come hai fatto quella volta?” Merlin si staccò da lui e lo guardò con occhi indecifrabili
 
“Che cosa?” chiese per essere sicuro di aver capito la richiesta del Re
 
“Quando mi hai rivelato di essere un mago, me lo hai mostrato con un draghetto di fuoco, era bellissimo” a Merlin involontariamente uscì una risatina sarcastica “La tua reazione non è stata propriamente bellissima”
 
Arthur sapeva a cosa si riferiva, lo aveva visto anche nel sogno che aveva fatto qualche notte prima e che non era riuscito a capire “Merlin mi dispiace! Mi dispiace per quello che ti ho detto, mi dispiace di averti mandato via! Se non fosse che stavo già conciato piuttosto male mi sarei voluto uccidere quando ho visto il male che ti avevo fatto, è stato orribile vedere i tuoi occhi in quel momento… perdonami”
 
Merlin lo fissò e poi disse “E’ surreale che ti stai scusando per una cosa successa più di mille anni fa” entrambi risero e fu in quel momento che Merlin capì che era tornato davvero. Guardandolo ridere.
 
“Dai, me lo fai rivedere?” Merlin protese leggermente la mano in avanti, pronunciò due parole in una lingua incomprensibile e i suoi occhi diventarono d’oro. Arthur non si era perso nemmeno un passaggio, aveva guardato solo il suo Merlin e quando vide i suoi occhi diventare d’oro ebbe un fremito, si sentiva anche lui in potere di quegli occhi. Solo quando comparve il piccolo drago Arthur si voltò e lo guardò. Batté le ali prima una poi due volte prima di dissolversi.
 
Nessuno dei due disse una parola, Merlin avrebbe pagato oro per sapere quello il biondo stava pensando “Hai passato la tua vita a proteggere me, a proteggere il regno, nonostante per anni hai rischiato che se mio padre ti avesse scoperto non avrebbe esitato nemmeno un secondo a farti uccidere…”
 
Arthur fece una pausa e il moro intervenì  “… Non mi è mai importato di tuo padre. L’unica cosa che mi ha sempre spaventato era quello che avresti potuto fare o pensare tu… un rifiuto da parte tua non lo avrei mai potuto accettare”
 
“Non ti avrei mai rifiutato, mi sarei arrabbiato all’inizio, come è successo, ma non ti avrei mai fatto niente Merlin…” in quel momento si fermò come se volesse dire altro; si fece coraggio e guardò il moro negli occhi, è vero che quello che stava per dirgli in questa epoca glielo aveva già detto, ma ora era diverso, ora era tornato ad essere davvero lui…
 
 “Ti ho amato dal primo istante Merlin… e non ho mai smesso”
 
il moro sentì le lacrime rigargli il volto “Perché non me lo hai mai detto? Cazzo Arthur, abbiamo passato una vita ad amarci in silenzio senza mai stare insieme.. perché?!” ripensando a tutto il dolore provato a quei tempi per il loro amore mai esploso entrambi si sentivano male dentro
 
“Non lo so Merlin, non so cosa dirti… mi sento malissimo solo a ripensare a come stavo in quei momenti e come costringevo a stare anche te” disse il biondo ancora con le lacrime “Gwen sapeva tutto, ha sempre saputo tutto” aggiunse.
 
Merlin sgranò gli occhi “Che cosa?”
 
“Non potevo non dirglielo Merlin, lo vedeva come ti guardavo, vedeva la mia reazione quando sapevo che eri ferito o in pericolo, vedeva il mio cambiamento ogni volta che eri con me e quando non lo eri. Mi ha visto piangere per te… non potevo di certo negare”
 
“Perché piangevi per me…?”
 
Arthur lo guardò inarcando un sopracciglio “Vuoi dire che tu non hai mai pianto per me?!” Merlin lo guardò sorridendo sapendo che aveva ragione.
 
“Lei mi ha aiutato… sono stato io lo stupido” disse con un filo di voce il biondo
 
“Che vuoi dire?”
 
“Un giorno, prima della partenza per Camlann abbiamo parlato. Lei mi ha detto che anche se il nostro amore non aveva una strada io dovevo dirti quello che provavo perché lei era sicura che anche tu provavi lo stesso per me. Le dissi che te lo avrei detto prima di partire per Camlann… ma alla fine non l’ho fatto” a quell’ultima frase Arthur abbassò gli occhi ancora arrossati
 
“E… p-perché non lo hai fatto?”
 
“Perché sono un babbeo, Merlin. Ecco perché. Mi ero arrabbiato con te perché mi avevi detto che non saresti venuto con me. Mi sono sentito tradito, abbandonato… e avevo paura. Non sono mai andato da nessuna parte senza di te e nel momento più importante tu mi stavi abbandonando… e si è visto come è andato a finire”
 
Per Merlin quelle parole furono una pugnalata “Morgana mi aveva tolto i poteri” iniziò il moro ad occhi bassi “Mordred gli aveva rivelato chi ero e il suo obbiettivo era neutralizzare me per arrivare a te” Merlin fece una pausa per riprendere fiato, nel mentre Arthur lo ascoltava in silenzio “Mi sono dovuto recarre alla Caverna di Cristallo. Il luogo leggendario in cui si diceva che era nata la magia, in cui ero nato io. Solo li sono riuscito a riacquistare i miei poteri e solo da li sono riuscito a comunicarti che avrebbero attaccato di notte”
 
a quelle parole Arthur sgranò gli occhi “Lo sapevo che non era stato solo un sogno. Ti ho sentito. Mentre riposavo ti ho sentito parlare” il biondo si fermò e guardò il compagno con gli occhi colmi d’amore “Mi hai salvato la vita anche non essendo con me Merlin”
 
il mago sussultò “Ah si?! Non mi sembra che sia riuscito a salvarti granché. Sono stato cosi stupido! L’unico che dovevo eliminare era Mordred e non l’ho fatto. Ti prego Arthur, perdonami”
 
Merlin aveva ricominciato a piangere ripensando a quel momento. Quel singolo errore li aveva condannati per più di mille anni. Arthur lo strinse forte a sé
 
“Shhh. Merlin calmati. Non devi dire o pensare niente di tutto questo. Tu mi hai salvato sempre… tu… mi hai salvato in tutti i modi in cui una persona può essere salvata. Amandomi più di qualunque cosa.”
 
Merlin si staccò dal suo petto per guardarlo, non lo aveva mai sentito parlare cosi “E poi…” continuò il biondo “E’ surreale che ti stai scusando per una cosa successa più di mille anni fa” sorrise ripetendo quello che gli aveva detto Merlin poco prima.
 
I due si abbracciarono forte per confermarsi che tutto era reale e che non si sarebbero mai più lasciati. Ancora con gli occhi gonfi e il cuore colmo d’amore si addormentarono cosi, uniti.
 
* DIREI: EVVAI COL RANDOM!
 
Angolo Autrice:
ARTHUR E’ TORNATOOOOOOOOOOOOOO!!!!! Questo capitolo è stato quasi un parto, primo perché sono una pippa nello scrivere i momenti hot, infatti spero che sia venuto almeno decente. E poi perché non sapevo se far ricordare del tutto Arthur o no. Però alla fine lo hanno deciso loro due insieme, si sono alleati contro di me e ovviamente hanno vinto. Ha vinto il Merthur come sempre. Comunque deliri a parte ringrazio tantissimo chi ha messo la mia storia tra le seguite, le ricordate o le preferite e un abbraccione super speciale a chi recensisce :*. E mi scuso per il ritardo. Ah a proposito, a parte il fatto che sono spuntati Gaius e Mordred, secondo voi quest’ultimo farà qualche danno anche in quest’epoca?! Chi lo sa.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se volete un pensiero è sempre ben accetto. Ci vediamo al prossimo. 
   
 
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