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Autore: stormbraver    28/11/2015    2 recensioni
Sei momenti nella vita e nella relazione di Teddy e Victoire, ispirati dalla canzone Yellow dei Coldplay.
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Contesto generale/vago
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Yellow.



Look at the stars,
Look how they shine for you
And everything you do,
Yeah, they were all yellow.

“Lo vedi quell'ammasso di stelle là sulla tua destra? Quella è la costellazione del canguro”
Victoire sbuffò. “Teddy, non esiste la costellazione del canguro”
“Ma sì che esiste, sta proprio vicino a quella del koala”
“Ah certo, la famosa costellazione del koala”
“Sai è abbastanza normale che tu non le conosca, è una scoperta da poco ufficializzata”
“Da maghi australiani immagino”
“No in realtà sono astrologi eschimesi” commentò con un sorrisino compiaciuto stampato sulla faccia.
Victoire di tutta risposta gli sfilò il cuscino da sotto la testa e lo colpì giocosamente sul volto, suscitando un suono a metà tra un lamento e una risata. “Hey, mi hai fatto male!” Esclamò lui con un'espressione fintamente indignata, facendo capolino da sotto l'arma del delitto. “Te lo meritavi” rispose lei, facendogli la linguaccia e poi accoccolandosi di nuovo sotto le coperte da cui erano avvolti.
Era una notte d'estate, ma, come spesso accadeva alla Tana, la temperatura non era adatta per starsene fermi all'aria aperta senza coprirsi. Nonostante il fresco, però, i due ragazzi non si erano lasciati spaventare e si erano arrampicati sopra al tetto della casa per poter stare col naso all'insù a guardare il cielo, che quella sera era particolarmente limpido ed offriva una visuale mozzafiato.
“Se questa è la tua reazione di fronte al mio generoso contributo alle tue nozioni di cultura generale mi converrà trovarmi una nuova compagna per osservare le stelle” disse Ted, risistemandosi il custino sotto la testa, per poi farle il solletico su un fianco.
Victoire si contorse per cercare di sfuggire al suo attacco, ma il ragazzo aveva braccia molto più lunghe delle sue e riuscì ad avvolgerla in una stretta letale. Per salvarsi lei dovette adottare l'unica soluzione disponibile per poter vincere la battaglia: si gettò sopra di lui e gli bloccò le mani con le sue più piccole, intrecciando le loro dita. “Mi dispiace Lupin, dovrai accontentarti di me”.

I came along,
I wrote a song for you,
And all the things you do


“Ho scritto una canzone per celebrare il tuo grande successo sportivo” annunciò fieramente Ted, affiancando Victoire nei corridoi il giorno dopo la vittoria della Coppa di Quidditch da parte dei Grifondoro.
“Molto gentile da parte tua, ma non credo che i tuoi compagni Tassorosso apprezzerebbero questo tuo presunto tributo alla cercatrice che ha distrutto i loro sogni di vincere la Coppa” commentò lei divertita.
“Ah, ma chi se ne frega, tanto del Quidditch non mi interessa nulla”
“Meglio il pallone giusto?”
“Se intendi il nobile gioco del calcio, sì decisamente meglio, ma comunque bando alle ciance, vuoi sentire sì o no la mitica ballata per cui tutti ti ricorderanno nei secoli a venire?”
“Ted, non la vorrai mica cantare qui e adesso?”
“Certo che no, adesso ho lezione di Pozioni, lo farò a pranzo nella Sala Grande”. Victoire spalancò gli occhi e arrossì, prendendolo per un braccio e lo trascinò in un lato del corridoio meno affollato. “Spero vivamente che tu stia scherzando, lo sai quanto mi imbarazza stare al centro dell'attenzione, soprattutto per cose di questo tipo, come se io fossi un'eroina del Quidditch o chissà cos'altro. Io davvero non so come tu abbia potuto pensare che io potessi essere felice di una cosa del genere, credevo mi conoscessi e soprattutto credevo mi rispettassi... e adesso che c'è da ridere?” A circa metà del discorso Ted, che stava tentando disperatamente di mantenere un contegno, era sbottato in una risata fragorosa e stava letteralmente piangendo mentre si teneva la pancia.
“Ci hai davvero creduto, non riesco a smettere di ridere” riuscì a tirare fuori tra un'esplosione di risa incontrollata e l'altra.
“Mi stavi prendendo in giro?” sbottò Victoire incredula.
“Ma certo che ti stavo prendendo in giro, secondo te avrei avuto il coraggio di mettermi a cantare davanti a tutti? Sono stonatissimo!” rispose lui mentre si riprendeva lentamente.
“E in più so che ti avrebbe messo a disagio” aggiunse poi più seriamente quando notò che la ragazza non sembrava convinta.
“Suppongo che tu sia perdonato allora, ma sappi che non è stato divertente!”
Ted le mise un braccio attorno alle spalle e le sussurrò in un orecchio. “Oh sì che è stato divertente, sei adorabile quando ti arrabbi”. Victoire di tutta risposta gli rifilò una gomitata in un fianco e sgusciò via dal suo abbraccio. “Vedremo chi riderà quando ascolterò questo capolavoro di composizione musicale anni zero” lo stuzzicò lei, camminando all'indietro verso il flusso di studenti che si avviavano a lezione.
“Sono sicuro che ti piacerà! E' molto punk rock, ma in un modo più Ramones che Sex Pistols”.

So then I took my turn,
Oh what a thing to have done,
And it was all yellow


“Tra quanto partirai per la Francia Vic?”
“Una decina di giorni, mamma è su di giri per via dei preparativi” la ragazza sospirò. “Come se non ci andassimo ogni anno, poi”
Teddy alzò gli occhi dal libro di Aritmanzia che teneva appoggiato sulle sue gambe e sorrise tristemente. “E' normale che sia così emozionata ogni volta Vic, è la sua famiglia”.
A quelle parole Victoire fece una smorfia, realizzando il poco tatto che aveva dimostrato.
“Scusa, hai ragione” disse, guardandolo mortificata con la coda dell'occhio “Perdonami, è stata un'uscita infelice”.
“Non preoccuparti” disse Teddy, dandole una leggere spinta con la spalla per farle capire che era tutto a posto. “Certo, capisco che senza di me ti annoierai terribilmente...” aggiunse poi, distogliendo lo sguardo e fingendo non curanza. Victoire si morse le labbra per trattenere un sorriso. “Ti vedo molto sicuro della tua affermazione” ribattè, appoggiando la testa sul tronco dell'albero contro il quale era seduta e osservando i raggi del sole illuminare i capelli di Ted, che quel giorno sfoggiavano un colore verde pastello.
“Sono le tue azioni che me lo fanno capire, se non ci fossi io la tua sarebbe una vita triste”
“Ah davvero...”
“Mmm, è scientificamente dimostrabile”
“Non per distruggere questa tua solida teoria, ma ad essere onesti in realtà spesso ti trovo più che altro tedioso”
Teddy la guardò alzando un sopracciglio, non riuscendo a trattenere un sorriso incredulo.
“Era pessima vero?” chiese lei aggrottando la fronte. “Decisamente, ma non la racconterò a nessuno, stai tranquilla” rispose lui ridendo e sdraiandosi sull'erba vicino a lei, il libro e i suoi doveri di studente dimenticati.
Victoire scivolò lungo il tronco dell'albero e si distese accanto a Ted.
“Questo vuol dire che mi toccherà farti un bel regalo per ringraziarti della tua discrezione”
“Mi sembra ragionevole, hai già qualcosa in mente?”
“Ah non lo so, magari potrei darti un bacio...”
Teddy allungò la mano e le sfiorò una guancia, spostandole una ciocca di capelli che il vento le aveva fatto finire davanti agli occhi.
“Sei troppo piccola per essere baciata” sussurrò, deglutendo. “Decisamente troppo carina e decisamente troppo piccola” aggiunse poi con un sospiro.
“Non è quello che pensano altri” fece lei, giocando con una ciocca dei suoi biondi capelli.
Teddy si irrigidì. “Altri chi?” chiese con una voce strozzata, che scatenò l'ilarità della sua compagna.
“Nessuno” rispose lei, avvicinandosi al volto del ragazzo. “O almeno, nessuno di importante...” aggiunse poi, facendo indugiare lo sguardo sulle labbra di Ted.
“Victoire...” sussurrò lui con voce roca mentre i loro volti si avvicinavano sempre di più. “Mmm?” mormorò lei leccandosi le labbra.
“Che stai facendo?”
“Sono in procinto di ricompensarti per il tuo silenzio” ribattè fiocamente, fissandolo attraverso le pupille dilatate.
“Non sono sicuro che sia un'idea molto sagg.. cosa?” Victoire lo stava osservando con un'espressione a metà fra il divertito e l'impaziente. “Ted, per una volta nella tua vita, stai zitto e muovi il culo”.
Il ragazzo fece per ridacchiare ma un'altra occhiataccia lo convinse ad azzittirsi. Invece inclinò la testa e sfiorò il naso di lei con il suo, sospirò, socchiuse gli occhi assaporando il momento, cercando di imprimerne nella sua mente ogni singolo dettaglio. E la baciò.

Your skin,
Oh yeah your skin and bones,
Turn into
Something beautiful

Do you know,
You know I love you so,
You know I love you so.


Ted, con indosso nient'altro che un paio di boxer e una canotta bianca, entrambi a malapena coperti da quella che una volta era probabilmente stata una vestaglia color verde acido, si lasciò cadere di peso sul consunto divano del suo appartamento. Sospirando, si prese il suo tempo per sistemarsi il più comodamente possibile contro ciò che rimaneva dei cuscini color oca sbiadito, facendo il possibile per evitare che quella maledetta, persistente molla che proprio non riusciva ad aggiustare gli si infilasse tra le scapole. Quel divano aveva probabilmente fatto il suo tempo, ma Ted ci era così affezionato che proprio non riusciva a lasciarlo andare. Non sarebbe mai stato in grado di sentirsi a casa nel suo salotto senza quello che andava ormai considerato a tutti gli effetti un pezzo di antiquariato; la grossa macchia che si allargava sul suo lato destro e lo scricchiolio sinistro che emetteva ogni volta che qualcuno vi si sedeva erano ormai parte integrante dell'atmosfera della casa. Che ci poteva fare se il destino aveva voluto renderlo una persona così terribilmente sentimentale?
"Sai, credo che sia ora di mandare in pensione il tuo divano" disse Victoire, porgendogli la sua tazza di tè fumante per poi accoccolarsi sulla poltrona di fronte a lui.
"Stai scherzando spero, il signor Ano è arrivato in questa casa ben prima di me, fa praticamente parte del contratto d'affitto"
"Non posso credere che tu abbia dato un nome al tuo divano, e soprattutto non posso credere che tu lo abbia seriamente chiamato il signor Ano" borbottò lei incredula.
"In più" continuò lui ignorandola "In un giorno sacro come questo la sua mancanza si sentirebbe terribilmente"
"Un giorno sacro"
"Ma certo, magari ma non te ne sei resa conto ma oggi è domenica, un giorno creato per rilassarsi, smettere di pensare ai propri problemi e dedicarsi ad attività genuine"
"Come ad esempio?"
"I cruciverba" Ted le sventolò davanti agli occhi una copia della Gazzetta del Profeta risalente a un paio di settimane prima che aveva estratto pochi secondi prima da sotto una pila di libri. Victoire scosse la testa sorridendo, ormai rassegnata al suo inevitabile destino come compagna di vita di un uomo a dir poco unico nel suo genere.
"Non c'è bisogno di fare tutta questa scenata, so benissimo che sei entusiasta di intraprendere questa nuova, magnifica tradizione insieme a me"
"Entusiasta? Direi piuttosto onorata" ribattè lei sarcasticamente.
"Ottimo, non credo che la nostra relazione sarebbe potuta andare avanti se avessi scoperto in te un'antagonista dei cruciverba"
"Tu sì che sai come far sentire una donna amata"
"Allora, cominciamo... 24 orizzontale, rinasce ciclicamente dalle proprie ceneri... beh questa è facile, stiamo chiaramente parlando dell'autostima di James Sirius Potter ogni volta che viene mollato dal fidanzato di turno"
Dalla bocca di Victoire uscì una risatina strozzata, che la ragazza tentò invano di limitare, ben consapevole della ridicolosità della situazione. Piano piano però la sua risata crebbe di intensità, fino a diventare sempre più decisa e straripante.
Victoire Weasley era una di quelle persone che si gettava a capofitto nelle cose, vi si immergeva a fondo e non ne veniva fuori finché non ne era completamente piena. Ridere non faceva eccezione: non si limitava a dimostrare il suo divertimento, lei si accedendeva completamente. I suoi lineamenti si contorcevano, le sue labbra di schiudevano e i suoi occhi brillavano di gioia. Era bellissima e guardarla faceva venire a Ted voglia di dedicare la sua intera vita a tentare di farla ridere ancora e ancora e ancora, fino a che tutti e due non fossero grigi e vecchi e stanchi e ridicolosamente felici.
“Sposami”. Victoire smise di ridere, fissandolo con gli occhi spalancati, che ancora le brillavano di gioia. "Che cosa hai detto?" gli chiese con voce roca, non riuscendo a credere alle sue orecchie.
"Ho detto sposami" ripetè lui, sorridendo.
"Ted, non viviamo neanche insieme..."
"E allora? Che importa? Io ti amo, tu mi ami, siamo entrambi giovani, tu sei bellissima e io... beh, io sono un tipo molto simpatico! La genetica è dalla nostra parte, avremo dei bambini fantastici". Victoire piegò la testa da un lato, guardandolo spazientita "Non mi sembra il caso di mettersi a giocare su una cosa del genere".
"Non sono mai stato più serio in vita mia" rispose lui, inginocchiandosi di fronte alla poltrona sulla quale era seduta e prendendole le mani. "Victoire, quando penso al mio futuro la prima cosa che vedo nella mia testa siamo io e te, insieme. Tutto il resto non conta, non se tu non sei con me. Perciò che importa se siamo giovani e inesperti? Ce la caveremo".
"Ted, non so che dire..."
"Devi solo dire di sì"
Lei gli sorrise, accarezzandogli una guancia ruvida per l'accenno di barba che stava ricrescendo. Mai avrebbe potuto pensare che sarebbe stata in grado di amarlo ancor più di quanto non facesse già, ma, sorprendentemente, lui continuava a dimostrarle il contrario. E, a quanto pare, avrebbe continuato a farlo per il resto della loro vita.

Do you know,
For you I'd bleed myself dry,
For you I'd bleed myself dry


Si svegliò lentamente. Una forte luce entrava dalla finestra e donava alla stanza un'atmosfera quasi ultraterrena, ma Victoire era abbastanza sicura che se fosse finita nell'aldilà non si sarebbe sentita come se un bolide l'avesse inseguita per ore e ripetutamente colpita sul petto fino a provocarle un dolore lancinante. Era anche abbastanza sicura che quello scenario fosse comunque poco plausibile, dato che non calcava un campo da Quidditch da svariati anni, ma finché non le fosse tornata la memoria quella del bolide era la metafora più calzante per descrivere la sua situazione.
L'unica cosa di cui in quel momento era sicura era di essere sdraiata in un letto che non riconosceva, con lenzuola ruvide, impersonali. Riguadagnando piano piano conoscenza, cominciò a notare altri particolari della stanza che le fecero intuire che probabilmente si trovava al San Mungo, come la presenza di un tavolino basso accanto al suo letto, con sopra dei fiori chiaramente comprati da poco, un forte odore di disinfettante che le impregnava le narici, ma soprattutto una figura su di una sedia, profondamente addormentata, con la testa adagiata sul letto accanto alle sue gambe.
Victoire alzò una mano e la passò dolcemente tra i capelli blu elettrico del suo visitatore, spostandoglieli dal volto e notando divertita come la sua bocca aperta avesse inudimito la coperta. Le sue mani fredde svegliarono Ted che sollevò la testa e la osservò confuso, non ben cosciente di cosa stesse succedendo, ma in pochi secondi la consapevolezza gli illuminò lo sguardo ancora assonnato.
"Hey" sussurrò fiocamente Victoire.
"Hey" Ted si schiarì la voce e si raddrizzò, afferrando la mano che gli stava accarezzando i capelli e depositando un bacio prolungato sulle sue nocche.
"Scusa, ti ho lasciato da solo a cena con i miei"
Lui rise, scuotendo la testa. La sera precedente avrebbero dovuto incontrarsi per cena con Bill e Fleur, ma Victoire era rimasta bloccata al Ministero. Il suo lavoro come Auror le richiedeva spesso straordinari, ma solitamente questo voleva dire un po' di ritardo agli appuntamenti e qualche cena in solitario a tarda notte, e non di certo un'improvvisa visita al San Mungo per aver ricevuto un paio di Schiantesimi di troppo mentre era in servizio. "Non importa, lo sai che tua madre mi adora. Certo la serata sarebbe passata molto più tranquillamente se non avessi ricevuto il patronus di Harry che mi avvertiva della tua necessità di fare un'estemporanea visita da queste parti" mentre faceva un gesto indicando l'ambiente che li circondava, una guaritrice entrò nella stanza.
"Ah vedo che si è svegliata, come si sente?"
"Un po' indolenzita, ma nulla di grave"
"Ottimo! Vedrà, qualche giorno di riposo e sarà come nuova"
"Tra quando potrò tornare al lavoro?" Ted esalò un sospiro e chiuse gli occhi. Ovviamente la prima preoccupazione di Victoire sarebbe stata quella. "Proprio non ce la fai a goderti un po' di vacanza eh?" commentò, sollevando entrambe le sopracciglia e guardandola risentito. Victoire aprì bocca per controbattere ma la guaritrice la interruppe. "Signorina, gli schiantesimi che ha ricevuto l'hanno fatta finire contro un muro sul quale ha battuto la testa. Fortunatamente non c'è stata concussione, ma ha perso molto sangue, quindi le consiglio di mettere le redini a questa sua intraprendenza e godersi il suo tempo libero con questo bel giovanotto" Victoire sbuffò. "E a proposito, siamo un po' a corto di sangue per via di uno spiacevole incidente con un gruppo di Kneazle selvatici che hanno attaccato un villaggio magico nel Dorset, quindi temo che dovrà aspettare un po' prima di ricevere una trasfusione ed essere rilasciata"
"Se può essere utile posso donare un po' del mio, io e la signorina Weasley abbiamo lo stesso gruppo sanguigno"
"Certamente, questo velocizzerà le pratiche. Le manderò subito un'altra guaritrice, grazie mille signor..."
"Lupin, ma può chiamarmi Ted. Grazie a lei per l'aiuto!". I due si strinsero la mano cordialmente e la strega lasciò la stanza.
"Mi piace" commentò lui risedendosi accanto al letto.
"E a lei piaci evidentemente te" commentò Victoire riferendosi al precedente apprezzamento della donna.
"Oh non essere gelosa, alla fine dei giochi è per te che mi sto dissanguando"
"Melodrammatico" borbottò lei guardandolo con un'espressione corrucciata, mentre Ted le faceva un occhiolino.

Look at the stars,
Look how they shine for you

And all the things that you do.

Due forti braccia l'avvolsero da dietro. "Che fa qui tutta sola?" le sussurrò Teddy in un orecchio, per poi spostare delicatamente i capelli che le coprivano il lato destro del collo e cominciare a lasciare una scia di baci sulla pelle appena scoperta. Victoire sospirò, lasciandosi andare all'abbraccio e appoggiò la testa sulla spalla di lui, così da garantirgli maggior accesso, rivolgendo lo sguardo verso le stelle.
"Sono venuta a guardare il cielo, è bellissimo stasera" rispose, mentre Ted le strofinava il naso sulla guancia, per poi appoggiarvi delicatamente le sue labbra.
"Io vedo qualcosa di ancora più bello"
Victoire sbuffò divertita. "Ok Casanova"
Di tutta risposta lui le fece una pernacchia sul collo, facendola ridere per il solletico.
"Certe volte ti comporti come un bambino" lo ammonì, dandogli un buffetto sulla guancia.
"Ma tu sei comunque terribilmente attratta da me, questo dovrebbe dire qualcosa su di te"
"Stai forse contestando i miei gusti in fatto di uomini?"
"Ah no, assolutamente, anzi! Sono completamente d'accordo con le tue scelte"
"Bene" sospirò Victoire, per poi baciarlo appassionatamente, labbra incollate, bocche dischiuse e lingue danzanti.
D'improvviso sentirono una voce. "Ted, Victoire, dove siete finiti?"
Sospirando contrariati, si separarono. "E qui finisce la pacchia" commentò Ted lasciando cadere la fronte sulla spalla scoperta di lei. Victoire si girò tra le sue braccia, appoggiando le mani sul suo petto e guardandolo sorridente da sotto le ciglia.
"Prima o poi dovevano accorgersi della nostra mancanza, siamo gli ospiti d'onore dopotutto" disse, accarezzandogli una guancia con la mano. Ted girò la testa e ne baciò il palmo, per poi piegare il suo braccio destro a mo' di invito.
"Che ne dice, andiamo signora Lupin?"
"Dopo di lei signor Weasley" rispose lei, poggiando la sua mano sinistra sul braccio di lui, e la luce delle stelle illuminò la banda dorata sul suo anulare.




Note dell'autore:
Sono letteralmente anni che non scrivevo qualcosa (ho anche dovuto rifarmi un account qua sopra, dei vecchi non ricordo neanche i nick), ma qualcosa questo week-end mi ha spinto a farlo e questo è il risultato. E' una storiella senza pretese e probabilmente poteva essere eseguita anche meglio, ma come ho detto sono arrugginita quindi perdonate eventuali errori. Comunque vada sono soddisfatta perché mi sono divertita moltissimo a scriverla, che mi sembra la cosa fondamentale in questi casi (: Un ringraziamento a chiunque decida di dedicare un po' del suo tempo a leggerla.

   
 
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