5.Capitolo
Quarto
giorno.
Pioggia
fitta.
Autunno
che si avvicina.
Richard
latitante.
Rebecca
chiuse il quaderno e usò la
penna come strumento per tirarsi su i capelli che non volevano proprio
stare a
loro posto. Forse volevano diventare come Richard.
Scappare
perchè non erano in grado di
stare ordinati e piuttosto che affrontare quella situazione in cerca di
una
valida soluzione,preferivano abbandonare la sua nuca e scappare per
nuche più
meritevoli del loro disastro.
“Stupido,stupido
e sciocco Richard.”
Si
allungò sul letto stiracchiandosi
portandosi poi le dita sulle labbre che ancora fremevano per quel
bacio.
Possibile che fosse davvero successo? Possibile che Richard avesse
baciato
proprio lei?
E’
possibile che lo stesso impetuoso e
passionale uomo che l’aveva presa con slancio su quel
corridoio,fosse la stessa
persona che la stava beatamente evitando da ben 4 giorni?
Si
alzò di scatto ignorando la penna
che ora le penzolava sul viso come se fosse una ragnatela e corse verso
la
stanza di Richard.
L’aprì.
E
la stanza era esattamente come 4
giorni fa.
Immacolata.
Ordinata.
Senza
vita.
Si
morse un labbro osservando quella
stanza semplice e troppo fredda persino per un uomo discreto e asociale
come
lui.
Perchè
le faceva questo?
Perchè
non voleva affrontarla?
Aveva
paura?
Aveva
paura anche lei. Sebbene avesse
sempre desiderato ricevere un bacio da Richard,non avrebbe mai potuto
immaginare che quelle sue labbra la lasciassero così piena
di emozioni che non
riusciva a gestire. Era sempre stata innamorata di Richard,ma era un
sentimento
a cui sentiva quasi di essersi abituata. Come se fosse una cosa normale.
Ora
che lo aveva baciato,sentiva una
forza,un desiderio dentro di lei che non riusciva a spegnere con nulla
se non
con un tocco dell’uomo che amava.
Ma
ora l’aveva lasciata lì,in quella
sua casa,sola e immersa in un turbine di emozioni a cui non riusciva a
dare una
risposta.
Lo
voleva li.
E
invece lui,per tutta risposta si era
allontanato come se lei fosse la causa di ogni suo problema,come se
quel bacio
non fosse iniziato da lui.
“Stupido,
vorrei che non fosse mai
successo se questo non ha fatto altro che innalzare ancora di
più il muro che
già ci divideva.”
E
così dicendo si avvicinò al suo letto
per poi sdraiarsi e sorridere nel sentire quanto quelle lenzuola
avessero preso
l’odore del suo uomo.
***
“E
stoooop,ripresa perfetta. Mezzora di
pausa, ragazzi.”
Richard
sospirò sollevato,la ripresa
era stata più impegantiva del solito. Vestire i panni di Red
Dragon era davvero
estenuante,era un personaggio complesso e molto fisico e lui doveva
dare mostra
a tutto il suo potenziale e soprattutto doveva nascondere quanto lo
imbarazzasse andare in giro in mutande.
Si
sedette e accettò la bottiglietta
d’acqua che Rutina gli passò. Da quattro giorni la
ragazza lo ospitava a casa
sua e la convivenza stava andando più che bene. Rutina si
stava dimostrando una
ragazza da cui un uomo non poteva desiderare di più. Era
talentuosa,bella,semplice,simpatica e soprattutto non era invadente.
Ancora
ricordava i suoi occhi sorpresi di quando aveva suonato alla sua
porta,di come
le è bastato guardarlo per dirgli che poteva stare li fino a
quando voleva. Di
ospitarlo senza saperne il motivo,soprattutto perchè sapeva
quanto tenesse alla
sua solitudine e che non amava passare più di una notte
fuori casa sua.
Eppure
lei lo accettava. Si chiedeva
come potesse stare con uno come lui. Rebecca gli diceva che era un
falso e che
non permetteva a nessuno di conoscerlo come era davvero.
Si
sbagliava.
Rutina
aveva capito da tempo che lui
recitava anche nella vita reale e nonostante questo lo amava.
E
lui,nonostante avesse una donna
straordinare accanto a se,una donna che abbracciava tutte le notti e ci
faceva
l’amore,non faceva altro che pensare a quel bacio. A quel
bacio dato alla sua
Rebb,quella bambina che teneva sulle sue gambe e la faceva giocare.
Quella
banbina a cui aveva insegnato andare a cavallo,quella bambina che aveva
giurato
di proteggere a costo di qualsiasi cosa.
Quella
bambina che a distanza di anni
aveva baciato.
Desiderato.
Bramato.
E
che sognava ogni notte da quel
maledetto giorno di avere tra le sue braccia.
Di
arrabbiarsi una volta svegliatosi di
vedere Rutina al suo fianco e non lei.
“Un
penny per i tuoi
pensieri,straniero.”
Rutina
lo riprese di nuovo,come faceva
ogni mattina quando si svegliava e tornava alla realtà del
suo corpo e dei suoi
occhi. Bevve un sorso d’acqua cercando di buttare
giù anche il fastidio che gli
dava la presenza della donna.
Non
se la meritava e in realtà non si
meritava nemmeno Rebecca.
“Perdonami,
non sono il massimo della
compagnia ultimamente.”
“Oh
ma tranquillo, in realtà non lo sei
mai.” Richard la guardò storto ma poi
scoppiò a ridere quando vide i denti
bianchi della donna apparire nel bel sorriso che gli fece.
“Richard,per
quanto io sia felice di
averti a casa. Devi risolvere il problema. Qualsiasi cosa esso
sia…o dovrei
dire persona?”
Richard
sbuffò ingobbendosi sulla
sedia. Decisamente non se la meritava.
“Credo
di non avere le capacità di
prendermi cura di lei.” Fu sincero e per la prima volta volle
che qualcuno gli
dicesse che sarebbe andato tutto bene e che avrebbe trovato una
soluzione e che
era normale sentirsi impotenti nel prendersi cura di una ragazza.
Soprattutto
di una ragazza di cui il
suo corpo e la sua anima ne avevano un bisogno estremo.
“Richard,sei
la sua famiglia,non puoi
abbandonarla. Pensa a come si possa sentire lei?”
Richard
alzò gli occhi al cielo
pensando che non era il caso pensare a quello che sentiva
lui,perchè avrebbe
dovuto dimostrarlo decisamente fisicamente.
“Rutina,
non ero pronto. Suo padre me
l’ha affidata senza chiedermi nulla,non avevamo rapporti da
tempo e con Rebecca
non ci vedevamo da due anni. Come può aver pensato a
me?.”
Rutina
per tutta risposta gli mise una
mano sulla guancia e lo guardò con una dolcezza
così disarmanate che Richard
sentì mille spilli colpirli nel petto.
“Amore
mio, lui sapeva che avrebbe
potuto contare su di te in qualsiasi momento. Te l’ha
affidata perchè sei il
suo parente più prossimo,perchè sapeva che dopo
la sua dipartita,tu ti saresti
occupato di lei come un padre. E’ questo che rappresenti per
lei. Un padre.”
Richard
dovette dare sforzo a tutta la
sua bravura di attore per far sembrare credibile le parole di Rutina.
Quella
donna era la più ingenua che ci fosse nel mondo. Per Richard
essere considerato
il padre di Rebecca era una pugnalata,soprattutto per i desideri che
provava e soprattutto
perchè sapeva che Rebecca di certo lo vedeva sotto
tutt’altro sguardo.
Doveva
darci un taglio e l’unico modo
era mettere in atto il piano di farla fidanzare con qualche ricco
rampollo e di
togliersela dalla sua vita.
“Rutina,devi
aiutarmi in una cosa che
Rebecca non dovrà mai sapere.”
La
donna corrugò la fronte non
riuscendo a capire cosa volesse dire l’uomo. Si
alzò e la prese per mano per
portarla in un posto più appartato dove parlare. Arrivarono
fuori e si
sedettero sui gradini e Richard sentì il bisogno di fumarsi
una sigaretta sotto
lo sguardo indagatore di Rutina.
“Stai
fumando,deve essere proprio una
pessima idea.”
Richard
si girò verso di lei alzando le
spalle divertito dalle risposte sempre azzeccate di Rutina. Era davvero
una
donna straordinaria.
“Suo
padre ha lasciato scritto sul
testamento che Rebecca verrà in possesso della sua
eredità e della tanto
agoniata libertà solo tra due anni. Fino a quel momento
dovrà vivere con una piccola
rendita che a malapena le poteva permettere di prendersi un garage in
affitto….”
“Davvero?ma
credevo che fossero
ricchi…” disse indignata.
“E’
così ma il buon vecchio voleva che
Rebecca imparasse che la fortuna va guadagnata e non le ha mai permesso
di
godersi quella ricchezza facendola vivere con il minimo
indispensabile.”
Richard
aspirò il fumo come se fosse
aria buona per i suoi polmoni, non aveva sopportato le risttrettezze in
cui
aveva vissuto Rebecca fino a quel momento. Suo padre era stato troppo
duro,l’aveva allontanata e l’aveva fatta vivere
come un orfanella in cerca
sempre del suo posto nel mondo.
Fu
proprio quel pensiero che lo fece
sentire in colpa. Aveva di nuovo abbandonato Rebecca,era scappato come
un
codardo per quel bacio che si erano scambiati. Aveva pensato solo a se
senza
calcolare a come si sentisse Rebecca.
Se
stesse bene.
A
controllare ogni suo accesso su
whatsapp per constatare che fosse viva ma senza avere il coraggio di
scriverle.
Che
bell’esempio.
Gridava
a lei di essere una bambina
quando lui era il primo a comportarsi da tale.
“Mio
Dio,che cosa orribile. Non conosco
la storia ma trovo ignobile non condividere la proprio fortuna con le
persone
che ami.”
“Già….ma
questo non è tutto. Ha
stipulato che lei potrà entrare in possesso prima della sua
eredità e della sua
azienda solo ad una condizione.”
“E
qual’è?” chiese ora curiosa non
riuscendo ad immaginare cosa altro ci fosse in quella già
ingarbugliata storia.
“Che
si sposi qualcuno che sia abbastanza
ricco e con buone capacità da poter amministrare
l’azienda di famiglia.”
Buttò
la cicca a terra per poi far
tornare il fumo della sigaretta nell’aria pulita.
“Oh,ma
questo è ancora più ignobile.
Spero davvero che non si sposi mai,cioè,non posso credere
che abbia scritto una
cosa del genere.”
“E
non ti ho ancora detto
altro,Rutina.” Le prese la mano e la guardò
intensamente negli occhi. Fu così
intenso il suo sguardo che per un attimo,Rutina,credette di svenire.
“Credo
che il vecchio abbia ragione.
Rebecca deve sposarsi e voglio che tu mi aiuti a trovare una persona
alla sua
altezza.”
Vide
la donna spalancare gli occhi per
l’orrore che aveva appena detto. Sapeva che non sarebbero
bastate abbastanze
parole per convincerla. Rutina aveva i suoi principi e soprattutto le
piaceva
Rebecca.
“No,Richard,no.
Non mi coinvolgerai in
questo piano. Lo trovo meschino. Rebecca dovrà decidere da
sola della sua
vita,non sarò complice. E’assurdo e lo sai anche
tu.”
“Rutina,per
quanto so che sia ignobile
è l’unica cosa da fare. Rebecca non è
in grado di portare avanti la sua
azienda. E’ ingenua e non ama la politica su cui è
basato il lavoro di suo
padre.”
Rutina
si tolse dalla sua stretta e si
alzò in piedi . Richard pregò Dio che
l’avrebbe aiutato. Non sapeva a chi altro
rivolgersi.
“Rebecca
potrebbe trovare qualcuno che
possa amministrare la sua azienda per lei. E’ pieno il mondo
di gente in gamba
e lei è una persona dolce che sa come farsi amiche le
persone.”
Richard
rimase sorpreso,se sole sapesse
quello che Rebecca pensava di lei,chissà se avrebbe detto
ancora quelle parole.
“Rutina,
io conosco Rebecca. Lei deve
sposarsi e assicurarsi un futuro altrimenti sarà
perduta.”
Si
alzò anche lui e la prese per le
spalle. Vedeva nel suo sguardo smarrimento e incredulità. Ma
doveva averla
dalla sua parte,non voleva sentirsi solo in quel viaggio. Voleva sapere
che
stava facendo la cosa giusta.
“Ti
prego,Rutina,aiutami.”
Rutina
alzò gli occhi verso di lui.
Aveva le labbra serrate,come se avesse paura di dire quello che stava
per dire
ma poi trovò il coraggio di aprire la bocca.
“Credo
che sia la cosa più schifosa che
si possa fare ad una persona,Richard. Ma ti
aiuterò.”
E
fece cenno di si con la testa
facendolo sorridere di sollievo.
“Ma
ad un patto,Richard. Tu tornerai a
casa e quando sarà il momento che lei si
innamorerà della persona che hai
scelto per lei,gli dirai la verità.”
Si
guardarono.
Richard
rimase senza parole.
Dirle
la verità significava perderla.
Rutina
lo guardò maggiormente e in quel
momento capì.
Rutina
voleva che venisse punito con la
sua stessa arma.
Il
piano avrebbe distrutto lui e
l’unione che aveva con Rebecca.
***
‘Caro
Richard,
Anche
se di caro non hai nulla,anzi,sei
una caro imbecille e alquanto stupido individuo,per non citare altre
parole che
mi passano per la mente ma essendo io una persona cresciuta con un
certo rigore
e gentilezza,non le dirò,ma puoi immaginare benissimo a cosa
alludo.
Punto
1:
Questa
è casa tua e mi ritrovo a fare
la padrona e tu l’ospite che se ne va in fretta e furia
perchè ha distrutto o
dato fuoco alla casa.
E
in verità dico,rullo di tamburi e
volata di piccioni,che la casa è tua.
E
di certo io non pagherò le bollette
di questa alquanto brutta e di poco gusto casa.
Punto
2:
Rammento
che fino a 4 giorni fa mi si
alludeva a me con il nome Bambina,ragazzina o abbiamo una Rebb
maggiorenne.
Ma,si,edizione
straordinaria.
Qui
l’unico bambino SEI TU.
Ci
siamo baciati mica abbiamo fatto un
figlio di cui non vuoi occuparti e semmai dovesse capitare una cosa del
genere….IL BAMBINO CONTINUERESTI AD ESSERE TU E NON IL
BAMBINO CHE PORTO O
PORTEREI IN GREMBO.
Punto
3:
Visto
la tua latitanza vorrei invitare
un amico ma non ho il suo numero. Saresti così gentile da
inviarmi il numero
del SIMPATICISSIMO Hugh?
Grazie
e arrivederci.
P.S.
Non serve che mi spii su
whatsapp,perchè dimostri ancora una volta di essere UN
BAMBINO.
Addio
altro che arrivederci.
Rebecca
premette invio e allegra per il
messaggio appena inviato alla Regina delle nevi,iniziò a
saltellare sul letto
di Richard immaginando a quanto fosse bello se lui fosse stato
lì nel vederla
mettere in disordine il suo amato ordine.
“CHE
DIAVOLO STAI FACENDO?”
“Ah,che
forza. Lui risponderebbe
proprio così.” Continuò a saltellare
esterefatta di come fosse reale la voce di
Richard che aveva nella sua testa.
“REBECCA,O
LA SMETTI DI SALTELLARE SUL
MIO LETTO O GIURO CHE VENGO LI E TI SCULACCIO FINO A FARTI PERDERE IL
CULO.”
Rebecca
si bloccò di scatto con il
telefono della colpa in mano. Lo guardò a bocca aperta,come
se davanti a lei ci
fosse una visione.
Ma
di certo,una visione doveva essere
più celestiale di un Richard completamente fuori di
sè.
“Che
ci fai qui?” fu l’unica cosa che
riuscì a dire mentre preoccupata si guardava le scarpe.
Aveva saltato sul suo
letto senza toglierle e per di più era ancora in
piedi,li,bloccata dalla
presenza dell’uomo.
“Come
sarebbe a dire cosa ci fai qui?
Questa è casa mia,RAGAZZINA.”Si
avvicinò al letto e allungando la mano le fece
segno di scendere ma lei per tutta risposta ignorò il gesto
e saltò dal letto
dalla parte opposta dove era lui. Richard abbassò piano la
mano per poi
chiuderla a pugno come se si fosse scottato. Se lo meritava. Rebecca in
quel
momento voleva odiarlo.
“Bhè,pensavo
che avessi abbandonato la
casa visto l’ assenteismo degli ultimi giorni.”
Rebecca prese a sistemare il
letto,non perchè si sentisse in colpa di averlo disfatto ma
perchè in quel
momento sentiva il bisogno di ignorare il suo cuore che martellava nel
petto e
soprattutto ignorare l’impulso di buttarsi tra le sue braccia
e riprendere dove
avevano lasciato quattro giorni fa.
“Non
potrei mai lasciare questa brutta
e dal poco gusto casa. So per certo che tu non
l’apprezzeresti.” E lo vide
smanettare con il telefono e cominciare a leggere il messaggio che gli
aveva
appena mandato. Sentì le guance imporporarsi
perchè mentre leggeva il messaggio
con la sua voce bassa e sensuale,la guardava come se volesse punirla
per ogni
singola parola e dovette ammettere che quel suo sguardo punitore la
eccitava.
“Quindi
sono un bambino.” E piano girò
il letto e si avvicinò a lei che ora lo guardava immobile e
con lo sguardo
rosso di imbarazzo.
Dio,come
l’avrebbe ribaciata in quel
momento,come voleva sentire il calore di quella pelle sotto le sua
mani. Come
fremeva nel sapere che quella reazione era dovuta a lui e solo a lui.
“Non
puoi essere arrabbiato per quello
che ti ho scritto,quello che ha sbagliato sei tu.” E Richard
si inchiodò da quel
suo sguardo fiero e da quelle parole che sapevano di verità.
“Infatti
ti chiedo umilmente scusa per
il mio comportamento ma davvero non sapevo che fare.”
Rebecca
lo guardò diffidente,come se
sotto le sue scuse ci fosse la fregatura. Per tutta risposta si rimese
a
sistemare il letto perchè non riusciva a sostenere il peso
di quello sguardo e
soprattutto delle sue emozioni.
“Piantala
di sistemarmi il letto,non
sei la mia serva.” E le bloccò le mani per
portarla davanti a lui. La sentì
tremare e vide nei suoi occhi paura.
“Perchè
tremi,hai paura di me? Non ti
farei mai del male.” L’avvicinò ancora
di più e Rebecca potè sentire quanto
fosse caldo il suo fiato sul suo viso. La stretta delle sua meni le
provocava
un brivodo ma non era di paura ma di puro piacere.
“Non
me ne fai fisicamente ma me ne fai
a parole.” Deglutì quando vide le labbra di
Richard a pochi centimetri dalle
sue. Era incredibile come le loro labbra si cercassero,come si
respirassero in
cerca di un avvicinamento che le loro menti bloccavano a tutti i costi.
Si
allontanavano e poi si avvicinavano come se stessero combattendo un
duello.
“Rebecca,
non capisci quanto sia
difficile per me?”
E
Richard interuppe la magia
allontanandosi e portandosi nervoso una mano fra i capelli per
seppellire quel desiderio
che lo stava uccidendo.
“Per
te è difficile?Io ti amo da sempre
e non ho mai avuto paura di dichiararti quello che provo. Quando
pensavo che
non ti avrei mai più conquistato ,tu mi hai baciata e questo
mi ha fatto capire
che mi vuoi. Perchè cerchi di allontanarmi se provi i miei
stessi sentimenti?”
Richard
rise per quelle parole e
Rebecca per tutta risposta lo guardò scioccata.
Perchè doveva sempre denigrare i
suoi sentimenti in quel modo?
“Rebecca,sei
così ingenua. Reagisco
come reagirebbe qualsiasi uomo davanti ad una bella ragazza. Non
credere che
oltre a questo ci sia altro.”
Si
allentò la cravatta pensando che
fosse quella a fargli mancare il respiro. Pensò di aver
messo fine alla
discussion ferendola con quelle parole ma invece vide una Rebecca
diversa,più
matura e più sicura del suo potere.
“Allora
reagisci come qualsiasi uomo.
Prendimi e fammi tua. Non desidero altro.” Richard si
sentì in trappola,quella
donna lo aveva sorpreso. Sentiva il suo membro pulsare mentre la
guardava
arrivare da lui come un diavolo tentatore. Ogni suo nervo gli diceva di
prenderla. Ogni sua cellula gli urlava di farla sua,subito.
“Richard,a
me andrebbe bene anche una
sola notte d’amore.” I suoi occhi erano lucidi e
imploranti e lui sapeva che
non aveva scelta.
E
così dicendo aprì la porta e corse in
bagno. Chiuse bene la chiave e si lasciò andare a terra
sudato e pieno di
desiderio.
Si
portò una mano sulla fronte pensando
che una doccia fredda fosse assolutamente necessaria. Stava per
spogliarsi
quando sentì il bip inconfondibile del suo cellulare. Sapeva
benissimo chi
fosse.
‘Quindi
io ti seduco e tu scappi. Bene,
sono curiosa di sapere fino a dove arriverai!;)’
‘Ne
devi fare di strada ancora per
sedurmi.’
E
invece di strada ne doveva fare lui
per scappare da lei.
‘Richard,non
fare il bambino. Sappiamo
benissimo che sei cotto a puntino.’
Colpito
e affondato.
‘Bambina,la
cosa che mi rincuora è che
il desiderio io riesco ancora a
controllarlo….tu,no.’
Richard
aprì l’acqua aspettandosi un
messaggio. La vedeva online ma non rispondeva,in fondo,il vincente era
ancora
lui. Stava per entrare in doccia quanto sentì
l’avviso di un nuovo messaggio.
‘Scusami
ma stavo chattando con
Hugh,fortuna che ci sta Twitter al mondo,se aspettavo te per avere il
suo
numero,avrei aspettato in eterno. Buona doccia FREDDA,ti
servirà.’
Richard
buttò il telefono a terra e
entrò con violenza nella doccia. Quella piccola insolente ne
sapeva più di
quanto pensasse.
Doveva
farla sposare.
Ma
dentro di se aleggiava l’idea di
averla prima di lasciarla andare.
Angolo
autrice:
Vabbè,sono
alquanto scioccata dal
rapido aggiornamento. Questo non riesce a farmi uscire parole
abbastanza
adeguate per parlare di questo capitolo. Quindi lascio a voi
l’ardua sentenza. Ringrazio
chi mi continua a seguire e lascia un comment facendomi tanto felice.
Un
bacio e a presto!:)