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Autore: Jenny Ramone    29/11/2015    5 recensioni
Parigi, maggio 1789.
Irène Fournier è una giovane venditrice di giornali dal passato misterioso e oscuro che vive in miseria a Montmartre con il suo fidanzato, Jean e il loro bambino.
Quando si diffonde la notizia che Louis XVI ha deciso di convocare gli Stati Generali, Irène si rende conto che è giunto il momento di combattere per i diritti del popolo e in particolare delle donne: fa in modo di aiutarle con tutti i mezzi possibili e partecipa attivamente a tutti gli avvenimenti fondamentali della Rivoluzione Francese.
Ma nel frattempo il suo passato è dietro l'angolo, pronto a tornare a perseguitarla...
Londra, 1799.
Dieci anni dopo Irène, fuggita in Inghilterra dopo il 9 Termidoro e la caduta di Robespierre, racconta la propria storia di amore, coraggio, passione, sacrifici, dolore e amicizia a William, un giornalista inglese che sta scrivendo un saggio sulla condizione femminile per un circolo di intellettuali progressisti.
Genere: Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Rivoluzione francese/Terrore
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“Cittadina, mi hai lasciato sulla spine! Proprio sul più bello hai deciso di interrompere il racconto!
Io volevo sapere com’era andata a finire con il tuo primo amore, chi era alla porta...”-si lamentò William.
Lo squadrai con gli occhi fuori dalle orbite e scoppiai in una risata:“Il mio primo amore? E quando mai sarebbe stato il mio primo amore? Smettila di dire così, quell’uomo era il diavolo altro che amore.
Quando saprai quello che ci ha fatto passare…
Adesso riprendiamo dalla notte del 14 luglio.
Dopo essere sobbalzata e essermi svegliata mi precipitai alla porta prima ancora che gli altri potessero reagire e la aprii di colpo: con mia grande sorpresa e felicità non trovai Armand bensì Marion, appoggiata allo stipite della porta,con il vestito strappato, sporco e macchiato di sangue, i capelli sciolti sulle spalle,il viso stravolto: sembrava uno spettro.
Ci osservò un attimo, si trascinò verso di me:” Irène… io…sono riuscita a raggiungerti…sono scappata…la mia gamba…”-disse sconnessamente, prima di cadere a peso morto per terra perché la gamba non la reggeva più.
Thérèse le corse in soccorso: “Piccola…vieni con me, da brava su… cosa ti è successo Marion? Non piangere, adesso sei al sicuro.
Ci racconterai dopo cosa è capitato”.
Etienne trasportò sua moglie nel letto, accarezzandole i capelli e baciandola, incredulo di poterla di nuovo avere con sé mentre noi  osservavamo la scena ancora scioccati, senza riuscire a proferire parola.
Putain!”-imprecò Thérèse mentre cercava di constatare il danno” ha un proiettile nel polpaccio! Sembra che non sia entrato in profondità perfortuna, non deve essere difficile toglierlo ma farà male e non ci ho mai provato.
Ci vorrà un po’ prima che riprenda a camminare.”-ci spiegò.
Non avevamo i soldi per chiamare un vero medico:Thérèse stessa si fece coraggio, si armò di un coltello sterilizzato sul fuoco e estrasse il proiettile, con una minuziosa attenzione mentre Marion stringeva la mia mano per il dolore.
Ormai era l’alba e ci dovemmo separare: Marion rimase con Julie perché non poteva muoversi mentre gli altri riprendevano o almeno cercavano di riprendere le proprie attività per tirare avanti; gli uomini si presentarono alla fornace nonostante il clima teso del giorno prima mentre io andai a fare la fila per il pane prima di ritirare i giornali da vendere: lavorai solo un’ora perché con i fatti della Bastiglia c’era ancora molta confusione in giro.
Tornai a casa prima del previsto e stavo spolverando un po’ la mansarda quando  aprii un cassetto dove tenevo dei fogli: dovevo prendere degli appunti per la consegna dei giornali del giorno dopo.
Casualmente mentre lo richiudevo lo sguardo mi cadde sulla lettera che mi era stata consegnata dalla mia vicina e di cui avevo dimenticato l’esistenza: la lessi.
Mi sentii mancare.
Caddi a terra, accasciandomi contro il tavolo.

Cara Irène,
pensavi davvero che mi saresti sfuggita ancora per molto?
Eppure non ti credevo così sprovveduta.
In fondo ammettilo, lo sapevi che sarei venuto a cercarti: i fantasmi del passato non si cancellano così facilmente e poi… sei andata via senza nemmeno salutarmi, non è un comportamento educato, sei d’accordo?
Ti ho cercata per cinque anni, devi pagare per quello che hai fatto: la mia vendetta non aspetterà ancora molto ora che ti ho trovata.
Io ti guardo Irène, ti osservo sempre.
Sono più vicino di quanto tu possa immaginare,so molte cose di te,
mi farò vivo io quando lo riterrò opportuno: tieniti pronta.
Sono tornato: il gioco è solo all’inizio.
Ti amo ancora nonostante tutto.
Tuo,
Armand
“.

Non ti so dire cosa provai.
Perchè non l'avevo letta prima?
Mi resi conto che non avevo visto un fantasma alla Bastiglia.
Mi passarono davanti tutti quei cinque anni in un attimo.
In un impeto di rabbia afferrai un porta inchiostro vuoto e lo scagliai contro il muro, urlando improperi che adesso non ti tradurrò perché voglio mantenere un contegno.
Maudit, maudit, maudit!”-singhiozzai mentre battevo furiosamente pugni contro il muro, piangendo calde lacrime e urlando come una forsennata.
Aprii un altro cassetto che tenevo chiuso a chiave, dove conservavo tutto ciò che mi teneva legata al mio passato, tirai fuori tutte le lettere d’amore di Armand che mi scriveva in Provenza, in cui mi dava appuntamenti segreti nei campi di lavanda di nascosto dai suoi genitori quando ancora non sapevano nulla della nostra relazione.
Una collana di perle che non mi ero mai risolta a vendere perché era appartenuta alla madre di Armand, Madame Delacroix, che al contrario del figlio era una persona veramente gentile e mi era sempre stata affezionata, continuando a mantenere contatti con me anche dopo che mi ero trasferita a Parigi.
Però William, questa parte te la spiegherò con il tempo, adesso te la accenno solo.
Trovai anche un libro, dei fiori di lavanda secchi che profumavano ancora...ecco quello che mi rimaneva di quel periodo.
Richiusi il cassetto, attenta a mettere tutto ben a posto e non lasciare tracce che potessero insospettire Jean e mi sedetti sul letto, cercando di pensare al da farsi.
Dopo un’attenta valutazione decisi che non avrei permesso a quell’uomo di entrare nuovamente nella mia vita e distruggerla insieme a quella delle persone che amavo.
Lo avrei ignorato.
Avrei continuato a vivere normalmente, nonostante mi trovassi in grave pericolo,cercando di evitarlo ovviamente.
Non amavo Armand e sarebbe venuta l’occasione di farglielo capire una volta per tutte.
Se lui stava meditando vendetta, io ero decisa a non abbassare la guardia e a preparargli  un’accoglienza molto peggiore di quella che lui stava pianificando per me in caso se ne fosse presentata l’occasione: la partita era ufficialmente aperta.

ANGOLO AUTRICE:
Bonsoir Citoyens! :)
Tanto per cominciare Marion è salva e quindi stappiamo lo champagne, per questa volta ce l’hanno fatta tutte le nostre rivoluzionarie: aspettiamo il suo racconto.
Allora, questo capitolo è incentrato sulla famosa lettera: Armand sembra davvero infuriato, avrà delle buone motivazioni?
( Sicuramente no perché Irène ha sempre ragione ahah).
Questa lettera di minacce potrebbe essere solo la prima… cosa sarà successo cinque anni prima?
Sono aperte le scommesse!
Riuscirà Irène a risolvere questo nuovo problema o la presenza di quest’uomo le complicherà la vita ancora per molto?
Come andrà a finire?
La storia con Armand metterà in pericolo la relazione tra Jean e Irène o il vero amore si dimostrerà più forte di tutto il resto?
La Rivoluzione è appena iniziata quindi mettetevi comodi perché sarà una storia molto lunga.
Al prossimo capitolo, grazie come sempre! :)
Jenny

  
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