Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: shitsureinatenshi    03/12/2015    0 recensioni
In una Tokyo moderna, gli esseri umani camminano ogni giorno accanto ai discendenti dei valorosi soldati. Circa due secoli prima, angeli e demoni scesero sulla Terra generando tramite comuni mortali, una nuova razza: gli eredi. Gli eredi possono presentare mutazioni fisiche, ma in definitiva hanno caratteristiche proprie degli angeli o dei demoni. Fatta eccezione per Mari, Mari è figlia di un angelo e di un demone, è la creatura più potente, destinata a vivere l'età adolescenziale in eterno. Quest'anno però, c'è una novità: la Scuola Superiore Tsunokao. Con l'aiuto di Naoko e Watanabe, riuscirà a sopravvivere al suo stesso esperimento?
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La classe era abbastanza silenziosa e l'insegnante di storia continuava la sua lezione senza interruzioni. Tutte le materie letterarie analizzavano i propri argomenti dal punto di vista mistico e quello terrestre; naturalmente il nostro programma di studi era differente da quello dei demoni in quanto a concezioni.
Qualche sera prima, quando entrammo nel loro territorio, non fu solamente sgradevole la sensazione, anzi, ci fu un momento in cui mi sentii quasi superiore, temuta. Era difficile da spiegare. Per anni ho vissuto con una mezza consapevolezza dei miei poteri, del mio passato, del mio destino. Sapevo ciò che mi era stato detto, ovvero che ero immortale perché figlia di un angelo e un demone, ero stata informata dell'esistenza degli Eredi, delle loro capacità e delle loro origini, ma prima di quest'anno non avevo mai esercitato giudiziosamente i miei poteri, non ne ero ancora del tutto a conoscenza, sostanzialmente sfruttavo il tempo a mia disposizione per meditare sull'esistenza umana, e sulla mia.


*Knock knock*
Un uomo proveniente dalla segreteria, a giudicare dall'uniforme, fece capolino dalla porta dopo un paio di tocchi. Il professore lo seguì in corridoio e tutti approfittarono del momento di pausa per fare un bel respiro. 
« Tutto bene, Mari-kun? » Mi chiese con tono preoccupato la mia compagna di banco. « Sembri distante.. non starai ancora pensando a quello che è successo la scorsa notte? » Poggiò sul banco le braccia, come era solita fare quando parlava seriamente. 
« Sto bene, Na-chan, » Dissi accennando ad un sorriso. « pensavo a dove potrei aver lasciato il quaderno di funzioni angeliche. » Le carezzai un braccio, continuando a sorridere. Eravamo molto legate, tanto da capire subito quando qualcosa non andava, anche se a volte questo risultava fastidioso.

« Ragazzi, ho delle notizie per voi. » Comunicò l'insegnante una volta ritornato davanti alla cattedra. Si sistemò gli occhiali sul naso e tacque, cancellando la lavagna. Noi tutti eravamo in attesa. 
« Come sapete bene, questa scuola ospita due generi di Eredi e tende a non mescolare i suddetti tra di loro, per salvaguardare il rendimento e la concentrazione. » Altra pausa, questa volta più breve, giusto il tempo di passarsi una mano tra i capelli mentre continuava ad andare avanti e indietro. « A quanto pare, alcuni individui del programma Demoni, hanno insistito per svolgere un compito comune. » Finalmente si fermò e prese a guardarci ad uno ad uno negli occhi con la stessa espressione in volto di un uomo desolato. Le sue sopracciglia si avvicinarono tremanti in fronte. « Passerete un mese in coppia con un alunno dell'altro programma appuntando tutti i tratti che riconoscerete essere appartenenti alla specie, dopodiché dovrete fare una relazione e consegnarla al vostro rappresentante di classe, che a sua volta li consegnerà direttamente in presidenza. » Sospirò come se si fosse tolto un pesante macigno dal cuore, poi si girò e molto lentamente raggiunse la sua sedia, non curante delle voci che si alzarono nell'aula. 

« Professore! Ma come? »
« Stiamo scherzando! »
« Dovremo dividere anche la stanza? »
« Sono dei sporchi incivili! »

« Naoko? »
Mi girai verso la mia amica e vidi che il suo sguardo era perso verso un punto non identificato, i suoi occhi luccicavano come chi ha appena visto l'amore, ero sicura che le fosse scesa un po' di bava dall'angolo della bocca. 
« Secondo te, quante sono le probabilità che ci capiti un ragazzo come compagno? » Domandò girandosi di scatto e interrompendo brutalmente quella sorta di sogno contagioso. 
« Non ti preoccupa nemmeno un po' il fatto che possano essere pericolosi? » Chiesi ridacchiando. Diedi un'occhiata fugace alla classe in subbuglio. La indicai con un pollice e poi mi rivolsi alla mia amica. « Evidentemente ci sono dei motivi se fanno così. » 


Dopo la lezione di botanica, fummo liberi di andare. Io e Naoko ci mantenemmo nella piazza centrale, l'unico luogo che permetteva un collegamento tra i due edifici. La ragazza dai capelli biondo cenere sedeva a bordo della fontana, teneva un romanzo aperto sulle gambe, ma più che a leggere, era occupata a guardarsi attorno con la speranza di incontrare qualche demone degno delle sue fantasie. Mi avvicinai a lei scuotendo appena la testa in tono di dissenso, ma con un sorriso divertito sul viso. 
« Non hai intenzione di andare a.. che so? Mangiare? » Abbassai lo sguardo sui miei piedi, notando una piccola macchiolina bianca sulle scarpe. 

« Siete del programma Angeli, non è così? » Alzai immediatamente la testa e vidi un ragazzo ben impostato che abbracciava due libri al petto. « Il mio nome è Watanabe, Hiroyo Watanabe. Scusate l'indiscrezione, ma non ho mai conosciuto un angelo. » Sorrise gentilmente chiudendo appena gli occhi.
Alzai fiera il mento e presi a spiegare.
« Be', tecnicamente non siamo angeli, siamo Eredi come voi, ma noi abbiamo in circolo potenzial- » 
« Piacere, Watanabe, io mi chiamo Motsukoji Naoko. »
Spostò il proprio indice verso di me e lo poggiò sopra il mio petto. « Questa simpatica chiacchierona, invece, è Kurotenshi Mari. Siamo due angiolette, sì. » 
Sbuffai offesa rivolgendo un sorriso volutamente costretto al ragazzo. « Oh, bene, Ma-chan e Na-chan, » Si mise a ridere di gusto. « adesso devo proprio scappare, ma sta sera fate un salto al nostro dormitorio, diamo una festa, potrebbe essere un ottimo modo per conoscerci meglio in vista del compito. » Fece cenno con la testa ad un tizio alle nostre spalle, solo allora mi accorsi che la piazza pullulava di ragazzi. Subito mi irrigidii. « Allora ci si vede! » Ci salutò con un'alzata di testa e, una volta uscito dal nostro campo visivo, Naoko iniziò a saltellare e a ridere. 
« Ma quanto era carino? Era davvero carino! » Si avvicinò e mi prese le mani, potrandosele sotto il mento. « Noi andremo a quella festa, non è così? »


« Marii! Sei pronta? Sto entrando! » La porta si spalancò e sotto una gonna troppo corta, una maglia troppo scollata e un trucco troppo marcato, riuscii ad intravedere la mia amica. Era palese che si fosse costruita dei castelli in aria. « Dimmi che non hai intenzione di venire così.. » Mi guardò talmente male da farmi sentire piccola quanto una formica. Velocemente si sdraiò sul mio letto e iniziò a studiare la stanza, una volta che ebbe scovato la cassettiera, grazie ad alcuni trucchetti imparati in classe, ne aprì uno e ne uscì fuori un maglione.
« Non dovresti usare i tuoi poteri al di fuori della scuola, Naoko! » Urlai cercando di contrastarli con la sola forza fisica, cosa alquanto difficile. « NAOKO! »
« Oh, e dai, fammi fare! Non puoi venire conciata in quel modo. »
Si portò un dito al labbro, iniziando poi a stuzzicarlo nervosamente con i denti. « Mmh.. troppo sportivo. Troppo stropicciato. Troppo scolastico. Questo è carino! Ah no, è troppo appariscente. Non vogliamo mica farci notare, giusto? » Una volta che il cassetto fu vuoto, ne aprì un altro. Alzai gli occhi al cielo.
Subito le scattai davanti e sorrisi istericamente.
« Senti, ci penso io. » Presi una felpa tra le cose che aveva buttato a terra e infilai dei pantaloncini neri. Una volta che fui pronta, mi pettinai velocemente i capelli (che per la cronaca, sono corvini) e aprii la porta, indicando alla mia cara e dolce amica di uscire. 
« Stai scherzando spero. » Mi riservò un altro dei suoi sguardi accusatori. « Se nessuno ci guarderà sta sera, sarà solo colpa tua, ricordalo. » Continuò poi, emettendo un verso simile ad una flebile risata. 
« Sto venendo solo per te, dato che ti saresti fiondata nella tana dei lupi anche da sola. » Sorrisi tra me e me, consapevole del fatto che la serata si sarebbe prospettata interessante, sotto questo punto di vista. « E poi io sto comoda vestita così, piuttosto tu, non avrai esagerato? » 
« Anche io sono comoda così e scommetto che anche gli occhi degli altri sono soddisfatti. » Si coprì con una mano il viso e iniziò a ridacchiare. Una volta finito il momento "esilarante", mi porse il braccio e ci incamminammo. 


*Knock knock*
 « E voi chi siete? » Un ragazzo bassino ci stava "accogliendo" all'entrata. Portava la divisa, anche se in modo trasandato. La sala principale del loro dormitorio era simile a quella nostra, solo che in quel momento c'era molta più gente che beveva, ballava e si strusciava. Era incredibile che nessuno dei sorveglianti si fosse accorto di ciò che stava accadendo all'interno. Effettivamente non si sentiva la musica da fuori e non sarebbe stato troppo strano se avessero creato una specie di barriera, in fondo, tutti lì, tranne naturalmente gli alunni, erano umani e quindi potenziali vittime. « Tu puoi entrare, dolcezza. » Disse indicando Naoko, prendendola per un braccio e trascinandola dentro. Questa mi guardò confusa. Poggiò una mano sulla spalla del ragazzo e gli fece un occhiolino. 
« Ma lei è una mia amica. » La mano prese a carezzargli leggermente tutto il braccio. Sorrise poi al ragazzo, come ad incitarlo a farmi entrare. In tutto questo io guardavo la scena divertita. 
« Hey, Teito, sono due angiolette, non vedi? » Interruppe una voce familiare. « Lasciale entrare, su. » Watanabe ci salutò contento, spinse il suo amico di lato e mi fece passare. « Perdonatelo, è sempre così antipatico. » Si mise a camminare facendoci largo in mezzo a quel mucchio di gente sconosciuta. Lì per lì mi sembravano solo ragazzi che volevano divertirsi, poi mi ricordai che si trattava di Eredi e iniziai a vedere tutto in modo più inquietante. « Lì in fondo c'è da bere, facendovi un giro troverete anche dei divanetti. Non fatevi scrupoli, siamo più socievoli di quanto non sembra. Un attimo, volo da un mio amico e torno. »

Era quel genere di evento che odiavo, non vi erano scambi di informazioni individuali, la gente era semplicemente un insieme di tante emozioni. Convinsi Naoko a sederci in uno di quei divani che aveva menzionato prima il ragazzo. « Mi annoio. » Annunciai. « Quanto ci mette Watanabe? »
« Assurdo, ma quel ragazzo laggiù, in fondo all'atrio, ti sta spogliando con gli occhi. » Disse la mia amica, ignorando la mia domanda. Non le risposi nemmeno, però cercai di capire di chi stesse parlando. 
Eccolo. Il suo sguardo. Il panico mi attraversò in un lampo, iniziai a sentire caldo. Era il ragazzo di quella sera, possibile che Naoko se ne fosse dimenticata? 

« Io.. vado in bagno. » Mi alzai e marciai il più lontano possibile da Naoko, continuando però a mantere le distanze da quel ragazzo. Perché mi metteva in agitazione?

« Scusa, non è che puoi dirmi dove posso trovare il bagno? » Una giovane ragazza, che inizialmente non sembrò capire le mie parole, balbettò un "al piano di sopra, nel corridoio a sinistra". La ringraziai velocemente e salì. 

« "W.C.", ma è quello maschile o femminile? » Entrai, sperando di vedere due porte con la solita targhetta, e invece trovai dei lavandini, di fronte ai quali vi erano le cabine con i gabinetti. Aprii un rubinetto e lasciai scorrere l'acqua, bagnandomi appena le dita e passandomele sulle guance. Provavo una brutta sensazione, qualcosa di vicino e tagliente, ma non avevo idea di quel che sarebbe potuto succedere.

« Chi sei? » Chiunque avesse parlato, aveva approfittato del momento in cui tenevo gli occhi chiusi. Non sentii alcun rumore, quindi questa persona si trovava già all'interno del bagno. Mi girai e lo vidi. Il ragazzo di poco prima, lo stesso della sera precedente. Aveva i capelli scuri, blu notte, e gli occhi di un grigio quasi celeste. Deglutii, ero un po' in crisi, mi metteva a disagio il suo sguardo, mi faceva quasi paura. 
« Ho sbagliato bagno, mi sa. » Tentai di uscire, ma fui talmente goffa da far sciovolare il cellulare per terra, quando mi rialzai, mi trovai la sua figura davanti. « Non sono qui per mia volontà, non voglio avere problemi. » 
« Non volevi avere problemi nemmeno qualche sera fa, immagino. » Un angolo della bocca si alzò in un sorriso provocatorio. « Cosa stavi cercando? »
« Niente in particolare. »
« Perché hai paura? »
Chiese divertito, notanto il mio atteggiamento freddo e distaccato come di chi vuole uscirsene da una qualche situazione.
« Non ho paura. » Socchiusi appena gli occhi e alzai leggermente un sopracciglio. 
Si mosse verso la porta, l'aprì.
« Io e te.. » Disse guardando prima la maniglia e poi dritto nei miei occhi. « ..siamo uguali. » Così dicendo, scivolò via, chiudendo la porta. 
Cosa voleva dire? Dopo due secondi, ripresi possesso del mio corpo e gli corsi dietro. « Aspetta, tu chi sei?! » Nel corridoio però, non c'era nessuno.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: shitsureinatenshi