Cap.14 Arrivati al templio
“Bene, potete scendere, ho
trovato i resti del templio.
Sembra essere l’unica zona abitata del pianeta”
disse il principe dei saiyan.
Mary Jane si alzò dalle gambe di 17 e corse,
passò di fianco al principe dei
saiyan e corse fuori. La lunga treccia nera le ondeggiava dietro le
spalle.
Vegeta guardò Junior che annuì e le corse dietro.
17 si slacciò le cinture di
sicurezza e spiccò il volo, dirigendosi verso
l’uscita. Il principe dei saiyan
raggiunse Crilin e gli mise una mano sulla spalla.
“Tu aspetta”
ordinò. Il terrestre sbatté un paio di volte
gli occhi e alzò il capo. Vegeta mise una mano dentro
l’armatura della battle
suit e ne tirò fuori una gemma a forma di goccia.
“Proteggi questa. Quando ti
dirò che è il momento, la dovrai
dare alla mocciosa” ordinò. Porse la gemma al
terrestre che la afferrò, annuì e
la mise dentro la casacca arancione.
“Perché
l’hai data proprio a me?” chiese. Vegeta
assottigliò
gli occhi.
“Prima di tutto, qualsiasi
cosa succeda, voglio che tu non
combatta, ma la protegga. Secondo ora fai il poliziotto, dovresti
essere capace
di proteggere dei valori quando ti si affidano”
spiegò gelido. Crilin corrugò
la fronte.
“Lascia fare a
me” promise.
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Crilin impallidì guardando
la serie di scheletri anneriti
intorno a loro, semi-sprofondati nel terreno.
“E’ stato un
massacro” mormorò. Indietreggiò fino a
raggiungere una colonna di marmo in pezzi.
“Perché hanno
ucciso tutti?” biascicò Mary Jane. C17 le
sfiorò la spalla con la mano, lei si allontanò
dal cyborg, avviandosi verso i
resti franati di un tempio.
- E’ tutto come nel mio
sogno – rifletté la mora.
Il
namecciano la
guardò allontanarsi e si mise di fianco a Vegeta.
“Non sono stati i saiyan
anche questa volta?” chiese Junior,
avvicinando il viso al principe dei saiyan. Vegeta incrociò
le braccia al petto
e negò con il capo.
“In quel caso il pianeta
sarebbe stato rivenduto o
trasformato in una serie di rocce deserte” rispose. Junior si
tolse il turbante
e se lo mise sotto il braccio.
- Inizia a essere fastidioso, devo
smettere di portarlo –
rifletté.
“Allora come mai conoscevi
questo pianeta?” chiese. Vegeta
allargò i piedi, strofinando gli stivaletti bianchi sul
terreno lasciandovi
impressi dei segni.
“Lord Freezer non volle
conquistare questo pianeta. Per
quanto la loro tecnologia fosse abbastanza avanzata, ce
n’erano di migliori.
Qui vivevano solo sacerdoti e sacerdotesse, avevano figli solo per
evitare che
i riti venissero meno” spiegò. Junior si
passò la mano sulla fronte sudata, tra
le antenne.
“Cosa veneravano? E
perché li hanno distrutti?” chiese.
Vegeta alzò la testa, sporgendo in fuori il mento e
assottigliò gli occhi.
- Quell’espressione
significa che non sa chi o cosa li abbia
uccisi, ma sicuramente è qualcosa che ci farà
rischiare la vita – si disse
Junior.
“Non erano qui solo per
venerare un dio, ma per imprigionare
in suo nome un demone”
spiegò Vegeta.
Osservò 17 camminare intorno a una statua d’oro.
- Quella lattina, al contrario della
sorella, è rimasto
perso. Per lui vita, morte e massacri non significano niente. Vediamo
se questa
ragazza attiverà qualcosa in lui che non siano circuiti e
fili – si disse.
“Inizio a capire
perché hai insistito che venissi anch’io.
Pensi che dovremmo combatterlo?” chiese Junior.
Abbassò lo sguardo e curvò la
schiena, guardando il viso del principe dei saiyan. Vegeta si
voltò e alzò il
capo, guardandolo in volto.
“Penso che la ragazza
è venuta qui per distruggerlo una
volta per tutte. Sento su di lei la puzza della magia”
spiegò. Junior corrugò
la fronte.
“Non credevo riconoscessi
odori così particolari. Però non è
questo che ti ho chiesto” ribatté.
Vegeta sciolse le braccia,
ghignò e strinse un pugno.
“Io ci spero”
sibilò.