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Autore: smokelife11    05/12/2015    1 recensioni
Una maschera. Ecco cosa divide Marco e Lia.
Lia è una ragazza semplice che odia chi si sofferma sull'aspetto esteriore, e lei ne è l'esempio per eccellenza. Sfigata di giorno, viene presa in giro da tutti i ragazzi della scuola. La sera, si trasforma nella cantante dei Rock Mania di cui tutti i ragazzi sono innamorati. Gli stessi ragazzi che la prendono in giro. Il più agguerrito è proprio Marco.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Marco' s pov
Sbatto piano le palpebre, la luce che filtra dalle tende mi acceca. Richiudo velocemente gli occhi e aspetto un po' prima di riaprirli. La testa mi pulsa e non capisco dove mi trovo. Riapro gli occhi e faccio girovagare lo sguardo per la stanza fino a che non si ferma su un' esile figura ranicchiata sulla poltrona. 
Mi alzo e accarezzo una guancia di Lia. La sua pelle è morbida, e potrei stare ore a toccarla.
Ma cosa dico?!
Sposto la mano ma non troppo in fretta. Lia emette un gemito e piano sbatte le ciglia fino a che non si sveglia. 
-Ti sei svegliato- mormora con la voce impastata dal sonno. 
-Sì, ma ho un terribile mal di testa. Che ho combinato ieri? Non riesco a ricordare nulla-. Mi passo due dita sulla tempia che pulsa sempre.di più. 
-Hai un' aspirina?-
-Sì, te la vado a prendere-
-Come ci sono finito qui?- Le chiedo quando sparisce oltre la soglia del bagno. 
-Ti sei presentato verso le due dicendo che avevi problemi con il tuo compagno ma non ho capito molto: eri ubriaco e biascicavi. Ti sei praticamente addormentato sull'uscio della porta- Mi risponde a raffica come se fosse ansiosa.
Mi porge la pastiglia e mi riprometto di prenderla una volta sceso a fare colazione. 
-Scusa se ti ho disturbato. Scommetto che hai un terribile mal di schiena ora, quella poltrona non sembra il massimo del comfort-
Si stiracchia e fa scrocchiare il collo. -Sì ma mi passerà-
-Stenditi ti faccio un massaggio-
Trattiene a stento una risatina-Tu che fai un massaggio? No graz...-
-Stenditi fai poche storie-
Si ammutolisce e si stende a pancia all'ingiù. Le accarezzo la schiena e i suoi muscoli si rilassano al solo tocco.
Le massaggio tra le scapole e salgo fino al collo. Per facilitare il lavoro le scosto i capelli.
Al lato del collo noto una macchiolina violacea. Un succhiotto?
Io non le l'ho fatto di certo. 
-Che hai qui? - Si porta una mano sul collo e di scatto si alza e si copre la macchia con i capelli.
-Mi sono bruciata con la piastra-
Alzo un sopracciglio scettico. -Ma se hai tutti i capelli arruffati- 
-Appunto un tentativo finito male di piastra-.
-Ci voglio credere-
-Perché non dovresti crederci? -
-Perché sembra un succhiotto-
Scoppia in una risata amara.
-Sarei curiosa di sapere chi farebbe un succhiotto a Lia la cozza-
Apro la bocca ma non esce nessun suono. Ha ragione, nessuno si sognerebbe di farle una cosa del genere e io dovrei essere tranquillo su questo fronte.
Lei è mia e nessuno me la potrà portare via.
Mia? Oddio la roba di ieri deve essere stata forte.
Do un veloce controllo all'orologio e torno a guardarla negli occhi.
-Dovremo ritrovarci giù tra venti minuti ti lascio sola così ti prepari-
-Sì grazie-
Esco dalla sua camera e sento la stretta allo stomaco allentarsi. Stare in sua compagnia mi mette sempre a disagio. Cerco sempre di dire la cosa corretta e di rivolgerle le giuste attenzioni. Seriamente non riesco a capire cosa mi stia succedendo.

***

In pullman Lia si addormenta, non deve aver riposato bene stanotte... E io non ricordo assolutamente niente. Mi piacerebbe ricordare anche solo cosa ho bevuto per metterla nella mia lista nera. Lia dorme beata, le labbra sono leggermente socchiuse. I capelli biondi sono sparsi ovunque, credo di averne qualche ciocca anche in testa. Si sposta leggermente e non faccio in tempo a sfilarle gli occhiali che questi cedono e si spezza un'asticella. Sfilo quel che ne resta e mi rilasso anche io sullo schienale del sedile. 
Lia si lamenta e lentamente si sveglia. Sbatte le palpebre e mi guarda -Quanto manca?-
-Poco- 
-Aspetta- mugolo - Ci vedi bene?-
-Perchè non dovrei vederci?-
Sbarro gli occhi e alzo la mano contenente gli occhiali. La sua reazione è molto simile alla mia. -Oh, in quel senso. Ecco io porto gli occhiali ma in realtà mi mancano pochissimi decimi- Farfuglia.
-Ah, okay. Comunque sono andati-
- Lo vedo... Non ne ho portato neanche un altro paio! Uffa, dovrò fare senza-
- Ma sei sicura che ci vedi bene?-
Annuisce con vigore, si volta verso il finestrino.
Non l'ho mai vista senza occhiali ma ancora non ho potuto osservarla bene. Ha troppi capelli e non riesco a vederle bene il volto.
Dopo una mezzoretta scarsa il pullman si ferma e scendiamo tutti.
L'aria è calda ma tira un vento afoso.
Quello che ci si presenta davanti è un enorme palazzo bianco. Sul davanti si trovano due fontane.
Non ho le parole per esprimere la bellezza di tale edificio. 
L'organizzatrice ci guida nella piazza. Ogni cosa qui è bellissima ma soprattutto...
Lia.
Il vento le scompiglia tutti i capelli. Alla fine si arrende e si lega i capelli. Cammina davanti a me e seguo ogni suo movimento ma quando si volta non posso fare altro se non rimanere imbambolato. I tratti del viso sono delicati, il naso fine e gli occhi vispi color azzurro ti catturano in una morsa della quale è difficile disincastrarsi.
Ho sempre pensato che sotto quegli enormi occhiali che le coprivano il viso e quel cespuglio immondo ci fosse un qualcosa di altrettanto brutto e invece ecco davanti a me una bellissima ragazza.
La mia ragazza. 
Non me ne vergogno più a dirlo e so benissimo di essere un ipocrita.
Fa foto ovunque e più la osservo più una morsa allo stomaco si stringe.
Dietro di lei le fontane spruzzano acqua.
Mi avvicino e le passo una mano sulla vita.
-Non credi che sarebbe un momento memorabile? -
-Cosa?-
-Baciarsi davanti a una fontana-

   
 
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