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Autore: ladystorm94    03/03/2009    1 recensioni
E se la storia più raccontata del mondo -narrata con amore dai grandi e ascoltata con entusiasmo dai piccoli- in realtà celasse una verità ben diversa? Le storie, si sa, passando di bocca in bocca perdono a volte il loro significato originale... *I commenti sono moooooooooolto graditi, quindi ditemi cosa ne pensate!!!*
Genere: Romantico, Dark, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Shane amava cacciare. Lo amava sopra ogni cosa. Cacciava per vivere, per consolazione, o a volte per noia. Viveva solo, anche se poi non era una cosa così strana. Anzi, l’amore per la solitudine era una prerogativa della sua specie. Non era un nomade, come invece lo era la maggior parte dei suoi simili, ma la foresta per lui non aveva mai rappresentato una casa. Piuttosto, era un luogo sicuro. Un luogo sicuro, lontano da loro. Loro, l’incubo della sua specie. Shane affondò le zanne nella sua preda, dopo averla smembrata con gli artigli. Cervo. Il suo preferito. Aveva sempre preferito la sua forma di lupo a quella di umano. Quando prendeva sembianze umane, infatti, non poteva cacciare, fuggire, arrampicarsi, entrare in piccoli anfratti e grotte in cui usualmente si riparava dalle intemperie. Terminato il suo lauto pasto, il lupo grigio lasciò la carcassa lì dov’era e s’incamminò con calma nella fitta boscaglia. Aveva piovuto per tutta la notte, e il terreno era umido e scuro, e le zampe affondavano, mentre il fango s’insinuava sotto gli artigli. Shane drizzò il capo, in allerta. Non era stato un rumore a sorprenderlo, ma bensì un odore. Il loro odore, fortissimo e dolciastro sebbene la pioggia avesse contribuito a disperderlo. Shane drizzò le orecchie, in ascolto. Contro la ragione, contro l’istinto, contro la sua stessa natura, Shane cominciò a fiutare avidamente l’aria, cercando di capire da dove provenisse l’odore. Era curioso. Semplicemente curioso. Ne aveva visti tanti, di quegli esseri, ma stavolta era diverso. Sapeva benissimo che imbattersi in uno di loro poteva portare soltanto a uno scontro all’ultimo sangue, ma qualcosa gli diceva di cercare la fonte di quell’odore. E infine la trovò. Era uguale agli altri: bella, anzi, bellissima, con la pelle marmorea, il corpo snello e affusolato. Era piccola di statura, con una cascata di boccoli del colore della notte e gli occhi grandi, verde mela, cerchiati di viola come se non dormisse da una settimana. Be’, probabilmente non dormiva da secoli. Singhiozzava, piegata in due nel fango, e se i suoi fossero stati occhi umani avrebbero pianto. Sembrava fragile, piccola e diafana, ma il suo odore parlava chiaro: vampiro. Loro amavano la lotta più dei licantropi, quindi gli parve strano che quella creatura non l’avesse ancora attaccato. Dopotutto, lui era pochi metri alle sue spalle, ed era impossibile che non sentisse il suo odore, o il rumore del suo respiro. Solo una cosa può far dimenticare a un vampiro la sete di sangue, o quella di battaglia: la perdita del compagno. Quella vampira aveva perso il suo compagno. Ma Shane non poteva capirla: lui era un licantropo, e i licantropi non hanno compagni. La vampira si voltò verso di lui e, con un movimento tanto aggraziato quanto fulmineo, gli si gettò alla gola. Shane ebbe pochi millesimi di secondo per pensare che era impossibile che quella creatura avesse sete del suo sangue, visto che il sangue di licantropo era una delle poche cose in grado di uccidere un vampiro. Per quelli come lei, era il più potente dei veleni. Poi Shane si trasformò, la afferrò e la scagliò dall’altra parte della radura, mandando in frantumi la roccia su cui la vampira era atterrata. La creatura non si arrese, e si gettò con avidità su di lui. Voleva morire. Aveva perso il compagno della sua vita e ora voleva morire. Certo, la morte di un vampiro non poteva che essere una cosa positiva, ma non sarebbe di certo bastata una goccia del suo sangue per ucciderla: lo avrebbe di certo dissanguato. Riprendendo le sembianze di lupo, Shane provò a morderle un fianco. Pessima idea, perché poco ci mancò che le sua zanne non andassero in frantumi su quel corpo marmoreo. La vampira non demordeva e, tanto rapida da essere a malapena visibile persino per i suoi occhi da lupo, guizzò alla sua spalla muscolosa. Shane, come tutti quelli della sua razza, sapeva bene che non avrebbe mai potuto avere la meglio su una vampira. Con una mossa fluida, si scansò appena in tempo per evitare che i canini della creatura penetrassero nella sua carne, e si gettò nella foresta. Non gli piaceva scappare come un coniglio. Anzi, molto raramente gli era capitato i dover fuggire da qualcosa, ma non aveva alternative, Doveva fuggire. Dietro di lui, percepì il fruscio del cappuccio della creatura che lo inseguiva. Doveva fuggire il più lontano possibile. La caccia era appena cominciata.
  
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