Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch
Segui la storia  |       
Autore: Crazy Chick Kelly_chan    06/12/2015    5 recensioni
[Storia ad OC scritta a quattro mani con Elsira: iscrizioni chiuse]
Una nuova generazione di sirene.
Nuovi nemici crudeli e spietati, nuovi poteri straordinari e viaggi per il mondo alla ricerca di oggetti magici, strani segreti e misteri da svelare.
Un’antica e minacciosa profezia che incombe e rischia di avverarsi con terribili conseguenze per gli Oceani e per il Mondo.
Tutto questo e molto altro ancora aspetta le nostre ragazze, come andrà a finire?
{ATTENZIONE: Questa non è una storia stile Mermaid Melody. Vi sono tematiche delicate, violenze fisiche e mentali al suo interno.}
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovi personaggi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciaooooo a tutti!
Eccoci tornate con il secondo capitolo! Scusate l’attesa ma la vita fuori da qui prende un sacco, ma finalmente ci siamo!
Piccola premessa: so che avevamo assicurato che dal secondo capitolo si sarebbe entrati nel vivo della storia, mentre invece troverete un altro capitolo ‘di passaggio’ ma davvero, se avessimo tenuto i propositi sarebbe venuto troppo lungo e scoordinato, perciò abbiamo preferito spezzarlo. Qui vedremo cosa fanno le nostre ormai ex principesse mentre si accingono a raggiungere il luogo della cerimonia!
Buona lettura, a dopo con le nostre note!
 
 

A new future


Terraferma
 
Luchia e Kaito, i sovrani dei Sette Mari, si trovavano su una spiaggia sulle coste del Giappone, più precisamente la stessa in cui tanti anni prima si erano rincontrati e da cui era iniziata, tra mille avventure e qualche piccolo segreto, la loro storia che ad oggi procedeva ancora alla grande.
Luchia era cambiata molto. Da quando era regina aveva smesso di portare i capelli raccolti nei suoi soliti codini e adesso la sua chioma bionda le accarezzava la schiena, dolcemente smossa dal delicato vento salmastro che soffiava incessante. Gli orli del lungo abito bianco e dorato che indossava svolazzavano allegramente e un’espressione contenta le decorava in viso, soddisfatta di quanto sarebbe accaduto quella sera, ossia l’incoronazione delle nuove principesse sirene.
Aveva deciso di voler affidare tale ruolo a ragazze discendenti da sirene abitanti sulla terra. All’inizio la sua richiesta era stata accolta in modo non proprio favorevole e la regina era addirittura stata accusata di grande egoismo: strappare delle ragazze alla propria vita per costringerle ad abitare negli abissi? Con che coraggio? Ma Luchia aveva stabilito così, sentiva che quella era la scelta giusta e alla fine persino i funzionari di corte avevano dovuto cedere.
«Sono così entusiasta, sai? Stasera sarà fantastico, sono curiosa di conoscere di persona le nostre eredi. Dopo anni che le osserviamo spero che Thomas,  il nostro emissario, sia riuscito a convincerle a venire al mio… Ehm, cioè… Al castello di Nikora.» Esclamò la regina, puntando i suoi occhi azzurri in quelli castani dell’amato, che la guardò dubbioso.
«Ma sei sicura di non voler celebrare la festa nel nostro castello?» Domandò lui, spostandole dal viso una ciocca che il vento le aveva scompigliato.
«Io sono nata e cresciuta in quel palazzo. Per quanto la nostra nuova abitazione mi piaccia, sarò sempre fedele al mio Oceano di appartenenza e tutto ciò che lo riguarda. Sì, nessun altro posto al di fuori del mio vecchio regno ospiterà la cerimonia.» Proclamò decisa la bionda, abbracciando il suo amato re dei mari, che annuì.
Il palazzo dei regnanti si trovava esattamente al centro degli Oceani, lì le nuove principesse avrebbero trascorso un breve periodo, una specie di ‘stage’ in cui sarebbero state istruite a dovere, grazie all’aiuto di due conoscenze fidate. Al suo castello era tutto sistemato per il loro arrivo, le stanze non aspettavano altro che di essere occupate dalle nuove sirene.
Circa un paio di mesi addietro i sovrani avevano mandato uno dei loro sottoposti sulla terra a cercare le nuove sirene e persuaderle a venire con lui; se non fosse riuscito a convincere le loro prime scelte, avrebbe tentato con le altre visto che avevano una rosa di varie candidate al posto.
«Strano che Thomas non si sia ancora fatto vivo per comunicarci le notizie, aveva promesso che l’avrebbe fatto.» Disse d’un tratto la regina, in tono pensieroso.
«Sono sicuro che Thomas stasera ci porterà le ragazze. Andrà tutto alla grande! Certo, non nego che il tipo sia un po’ strano, potrebbe essersi fermato a fare il farfallone sulla Terra, sai com’è fatto ma è anche un gran persuasore e prende sempre sul serio tutti i suoi incarichi. Non fallirà, credimi.» La rassicurò il ragazzo, attirandola e baciandola a stampo sulle labbra. La giovane donna sorrise sollevata.
«Sarà meglio tornare al nostro regno, prepararci e contattare le altre, che ne dici?» Chiese rivolta al suo amato, che acconsentì. Fece comparire il suo scettro e teletrasportò entrambi nel sontuoso castello situato nel centro di tutti gli Oceani: avevano ancora molti preparativi da fare.
 

Oceano Pacifico del Nord
 
La principessa dalla perla rosa si aggirava per il castello, in cui si sarebbe svolta la cerimonia di passaggio, verificando che tutto fosse perfetto.
Nikora ricopriva quel ruolo da undici anni ormai, ma la sua vena precisa e scrupolosa dovuta agli anni passati come dama di compagnia dell’attuale regina all’epoca principessa prima, come direttrice di albergo in seguito, non l’avevano abbandonata e la donna era certa che non l’avrebbero fatto mai. Spesso aiutava persino le ancelle nei lavori, sotto lo sguardo allibito delle stesse, a cui faceva strano vedere una principessa comportarsi in tal modo.
Lei era già pronta da un pezzo, le sue suddite stavano facendo un ottimo lavoro ma lei non voleva saperne di fermarsi. Era troppo agitata, mille pensieri le affollavano la testa. Erano cambiate così tante cose che spesso faticava a capacitarsene: era stata stupita e onorata di ricevere il passaggio di testimone da Luchia, proprio non se lo aspettava, la cosa l’aveva resa felice anche se adesso stava per passare a sua volta il testimone ad una nuova sirena. “Mi sembra ieri che sia cominciato tutto... Voglio dire, la mia nomina a sovrana del regno, la fine della mia storia con Maki… E invece…”
«Principessa Nikora.» La voce la distolse dai suoi pensieri: si trattava di Philomena Honopura, la responsabile degli animali marini, molti dei quali sarebbero diventati le mascotte ufficiali delle nuove principesse, nonché sua grande amica storica. La donna dai capelli lilla si voltò, la lunga chioma che oscillò graziosamente: in quegli anni si era fatta crescere i capelli e adesso la sua coda di cavallo le arrivava all’inizio della pinna; solo da umana riprendeva la vecchia lunghezza.
Nikora fece segno alla sirena di parlare, un sorriso dolce disegnato sulle labbra. «Quante volte ti avrò già detto di continuare a chiamarmi per nome e darmi del tu? Insomma, siamo amiche da molto prima che diventassi sovrana e avevamo stabilito che le cose tra noi non sarebbero mai cambiate!» Esclamò lei, guardando l’amica, che le mostrò un sorriso rassegnato: purtroppo non poteva farci nulla, le veniva da essere formale quando erano presenti altri membri della corte.
«Sei davvero sicura della tua scelta? Non lo fai solo per favoritismo, vero?» Chiese la custode degli animali, con sguardo preoccupato e ansia nella voce, cosa insolita visto che di solito era sempre allegra, spensierata e con la battuta pronta, sempre disponibile a mettere tutti di buon umore con la sua positività; insomma una persona deliziosa da avere al proprio fianco.
«Sicurissima! Credimi, sono anni che ci rifletto! Questo Oceano non potrebbe essere in mani migliori, lei è un pezzo da novanta!» Disse in tono risoluto, intuendo che c’era dell’altro a preoccupare la sirena.
«Cosa ti preoccupa? Non è solo questo che ti impensierisce, vero? Ti conosco troppo bene, non puoi mentirmi, Philomena.» Le chiese, mettendole una mano sul braccio e fissandola intensamente nei suoi grandi occhi verde acqua.
Philomena sospirò, passandosi una mano tra i soffici capelli castano chiaro, mossi come le onde del mare. «Gli animali presenti a corte sono agitati, non li ho mai visti così, mi sembrano… Irrequieti. Non sanno spiegarmi l’accaduto, dicono di sentirsi strani ma… Non saprei, qualcosa non quadra… Di solito sono abituati al viavai di gente, cosa devo fare?»
«Potrebbe essere l’atmosfera di caos generale, insomma cerchiamo di metterci nei loro panni: stanno arrivando persone da tutti i mari, c’è una gran confusione in giro! Canta per loro, vedrai che riuscirai a calmarli, loro adorano la musica!» Provò a suggerire la principessa, iniziando ad avvertire un senso di disagio che tentò di mascherare: gli animali marini erano incredibilmente intuitivi, se erano così in apprensione significava che qualcosa non andava. Decise che avrebbe segnalato il fatto alla Regina appena fosse arrivata, nel frattempo avrebbe tenuto d’occhio la situazione se il canto della sua amica, che era andata a radunarli e aveva iniziato ad intonare una melodia, non fosse servito a placare gli animi.
Beandosi delle dolci note della canzone che faceva da sfondo, i suoi occhi rosa antico si fecero sognanti e non poté fare a meno di isolarsi per riflettere su quegli ultimi anni. Come spesso le capitava, la sua mente corse ai momenti passati in compagnia del signor Maki e al suo amore finito; lei si era presa una cotta per il titolare di quel bar sulla spiaggia ma la loro relazione non era durata a lungo a causa della differenza di età e al fatto che, vista la situazione della di lui vedovanza e il suo nuovo ruolo, non erano riusciti a mantenere la storia a distanza. Spesso le era venuto da paragonarsi con la sua defunta moglie, sempre al fianco dell’uomo, mentre lei per forza di cose era costretta ad assentarsi. Sapeva che non avrebbero avuto futuro come coppia, ma erano comunque rimasti in ottimi rapporti di amicizia e spesso andava a trovarlo in memoria dei vecchi tempi. Alla fine, erano diventati ottimi confidenti. Certo, lei era sicura di provare ancora qualcosa per lui, ma riusciva a gestirsi piuttosto bene: gli impegni al palazzo la tenevano sempre occupata di modo da non permetterle di cedere alla malinconia.
Di botto si riscosse dai propri pensieri, gli occhi tornarono ad essere i soliti, concentrati e pronti a cogliere ogni minimo dettaglio: doveva controllare il buffet, le decorazioni e soprattutto doveva mettere a proprio agio ogni singolo ospite, nonché prepararsi per l’arrivo della Regina e delle altre ragazze. Non era ancora il momento di fermarsi.
 

Oceano Pacifico Del Sud
 
Comodamente seduta sul pouf davanti alla specchiera della sua sontuosa stanza decorata prevalentemente di giallo, la bella Coco si stava facendo pettinare da una sua ancella la lunghissima chioma dorata, dopo essersi truccata e sistemata l’abbigliamento; gli occhi gialli sfavillanti per l’eccitazione, dato che quella sera avrebbe finalmente conosciuto la sua erede e non vedeva l’ora!
Al contrario delle altre, che seguivano da anni le loro future sostitute, specialmente Karen che aveva iniziato a comparire in sogno alla sua già da tempo immemore, lei ci aveva messo un bel po’ a scegliere tra le potenziali candidate al ruolo. Alla fine era riuscita a decidersi ed era certa di aver fatto la scelta giusta, anche se spesso si trovava a pentirsi di aver ‘scartato’ la seconda candidata, che le sembrava altrettanto valida. Ma era anche più che sicura che sarebbe andato tutto alla grande: il suo amato Oceano e la perla gialla sarebbero stati in ottime mani.
La sua assistente le sistemò una specie di coroncina di perle e stelle marine sulla testa; quella sera voleva essere bellissima e impeccabile, sfoggiare tutto il proprio fascino e la sua personalità effervescente. Chissà, magari avrebbe anche trovato l’anima gemella. Era piena di corteggiatori dovunque andasse ma nessuno di loro osava farsi avanti… Nemmeno quel delizioso tritoncino che aveva visto spesso aggirarsi nei pressi del palazzo: quello le sembrava un bel tipo, ma era sfuggente… Come i loro sguardi si incrociavano, lui nuotava via in tutta fretta… Forse perché non era un membro della corte ma un semplice abitante dell’Oceano? Davvero la gente aveva così soggezione delle differenze di classi sociali?
«Uff… Ma possibile che, gira che ti rigira, non penso ad altro? Ho un compito, una missione e dei doveri sott’acqua, nonché un sacco di talenti musicali da lanciare sulla terraferma... E io mi perdo a riflettere su queste frivolezze? No, non ci siamo, non ci siamo per niente!» Esclamò scatenando una risata allegra nella sua giovane aiutante, che nel frattempo aveva finito di pettinarla. Si ammirò soddisfatta allo specchio, complimentandosi con la ragazza, i cui occhi si illuminarono al ricevere il complimento.
La principessa si alzò di botto, facendo quasi cadere l’altra sirena e precipitandosi fuori dalla stanza, seguita dall’ancella per annunciarsi alle guardie reali che sarebbero partite con lei alla volta del Pacifico del Nord.
«Eccomi, sono pronta possiamo anche andare.» Disse Coco comparendo in tutto il suo splendore.
Alle guardie reali per poco non venne un’epistassi alla vista della sovrana, che quella sera era più bella e radiosa del solito, mentre la sua dama di compagnia le porgeva la gemma del teletrasporto, che lei accettò subito, ringraziando la ragazza che sorrise soddisfatta.
«Bene…» Iniziò lei con sguardo serio: aveva preparato un discorso di commiato. Lo aveva recitato mentalmente molte sere di fila prima di addormentarsi e adesso che stava per pronunciarlo si rese conto, a causa delle mille sensazioni contrastanti che stava provando, di aver dimenticato tutto, quindi decise di lasciar perdere le formalità e di esprimere sinceramente i propri pensieri. «Da stasera io sarò una consigliera della Regina, non più la vostra principessa. È stato bellissimo vivere qui con voi, siete i migliori membri di corte che si possano desiderare, per questo vi ringrazio moltissimo per quello che avete fatto per me e per il Regno. E vi chiedo un favore: siate disponibili e generosi con la mia erede, soprattutto voi...» Disse osservando le sue ancelle, le quali contraccambiarono lo sguardo, visibilmente commosse. Certo, Coco era forse un po’ frivola e per questo le cortigiane speravano non avesse reclutato un’oca vanesia e superficiale, ma era una sirena gentile e generosa, non le aveva mai fatte sentire inferiori nonostante il rango e avrebbero davvero sentito la mancanza della sua allegria e spensieratezza; promisero a Coco che avrebbero fatto del loro meglio per aiutare la nuova custode della perla gialla ad ambientarsi.
«Prometto che ci rivedremo, verrò io a trovarvi e anche voi potrete venire da me quando vorrete. Questo non è un addio ma un arrivederci, mi raccomando: conto sul vostro aiuto per tutto!» Concluse abbracciando una ad una le sue fedeli assistenti, con un sorriso sincero colmo di affetto e gratitudine.
Come sono stata banale e scontata, avrò fatto la figura della perfettina mielosa.” Pensò tra sé e sé, maledicendosi per aver dimenticato il suo discorso. Eppure sulla Terra era una manager e con le parole doveva essere impeccabile…
Decise di non darvi troppa importanza e di rivolgere le proprie attenzioni alle guardie reali che aspettavano sue direttive. Prese la gemma gialla e aprì il portale per il regno dell’Oceano opposto al suo.
«Possiamo andare, adesso.» Disse, non prima di aver rivolto un ultimo saluto ai suoi sudditi e al suo ormai ex regno.
 

Oceano Atlantico del Nord
 
La custode della perla verde stava facendo gli ultimi preparativi, mentre ripensava all’ultimo incontro che aveva avuto con il suo fidanzato, il giorno precedente.
«Rina, va tutto bene? Sembri distratta...» Il ragazzo le aveva sorriso dolce, per poi aggiungere in modo giocoso: «Intendo, più del solito.»
«Piantala, stupido...» Era stata la risposta della principessa dell'Oceano Atlantico del Nord, la quale era arrossita imbarazzata e, per evitare che lui se ne accorgesse, si era voltata dalla parte opposta.
Masahiro le aveva cinto le spalle con il suo forte braccio, per poi voltarla delicatamente verso di sé e baciarla. Nel bacio, Rina si era completamente lasciata andare, non riuscendo nemmeno a reggersi in piedi per l’emozione che la pervadeva, tant’è che era stata costretta ad appoggiarsi al muretto che delimitava l’inizio della spiaggia.
Staccatosi con ancora le mani sui fianchi della ragazza, le aveva sussurrato in un sorriso: «Allora, che cosa volevi dirmi?»
Gli occhi grigi della principessa si erano fatti interrogativi, cosicché il giovane si era allontanato qualche ulteriore centimetro e aveva aggiunto in un sorriso sereno: «Avevi detto di dovermi dire una cosa importante.»
Rina aveva sbattuto un paio di volte le palpebre, nell’evidente tentativo di ricordarsi. Fortunatamente ci riuscì, ma appena rammentò l’informazione il suo volto si rabbuiò. A vedere quell’espressione, Masahiro aveva detto semplicemente, per nulla arrabbiato o deluso: «Per quanto tempo, questa volta?»
Lei aveva alzato lo sguardo, leggermente sorpresa che avesse capito da solo e così in fretta che stesse per dirgli che il suo ‘lavoro’ l’avrebbe tenuta lontana, un’altra volta.
«Ti conosco da anni, ormai riconosco le tue espressioni e so cosa vogliono nascondere.» Le aveva rivelato sereno Masahiro, rispondendo alla sua tacita domanda. Rina non aveva potuto fare a meno di sorridere e poggiare il volto sul petto dell’uomo, sentendosi incredibilmente al sicuro e compresa nell’abbraccio in cui fu presto avvolta.
Si sentiva terribilmente in colpa, per non potergli dire la verità, per non potergli dire tutto di sé, per dovergli mentire ogni volta che il suo regno marino la reclamava; essere sirena era meraviglioso, ma anche estremamente doloroso quando lo si deve nascondere all’uomo che si ama. E gli era grata, gli era eternamente grata per non farle mai troppe domande, per fidarsi di lei, per aver sempre tentato di non farle pesare quell’inconveniente che li teneva separati; per essere così fantastico, perché gli c’era voluto meno di un secondo a capire di non insistere nel sapere sin dalla prima bugia che era stata costretta a dirgli, perché le aveva accarezzato la guancia rigata dalle lacrime e gli aveva semplicemente detto: «Ho piena fiducia in te e nel tuo amore, so che se ti allontani da me è perché sei costretta e non perché lo desideri.»
La sirena prese in mano la gemma verde che la sua migliore amica, nonché Regina dei Mari, aveva creato apposta per le sette principesse.
“Masahiro, ti ringrazio immensamente della tua comprensione. Grazie al nuovo incarico, riusciremo a stare insieme molto più spesso, te lo giuro.”
Pronunciò l’incantesimo ed il portale che l’avrebbe condotta al castello della principessa della perla rosa, apparve dal fascio di luce che scaturì dal gioiello.
Parte della milizia che l’avrebbe seguita in quel viaggio entrò prima di lei, per questioni di sicurezza. Quando arrivò il suo turno, si voltò un’ultima volta verso tutta la servitù del suo palazzo color smeraldo, fece un cenno di saluto con la mano e sorrise: «Mi raccomando, prendetevi cura della nuova principessa della perla verde. Verrò a trovarvi non appena mi sarà concesso.»
Vide le sue fidate ancelle annuire e farle gli auguri per il nuovo incarico, nonché augurarsi un suo ritorno imminente, anche come visitatrice, promettendole che per lei ci sarebbe stato sempre posto in quel palazzo e in quel regno.
Rina sorrise un’ultima volta, sinceramente toccata da tutto quell’affetto, poi si voltò ed entrò nel portale, seguita dal resto delle guardie, il quale si chiuse alle spalle di quest’ultimi.
 

Oceano Atlantico del Sud
 
Dannazione! Sono in ritardo, la cerimonia inizierà tra poche ore e io non sono nemmeno al castello, devo muovermi!
Questi erano i pensieri che frullavano nella testa di Hanon Hosho, attuale principessa sirena dell’Oceano Atlantico del Sud e custode della perla blu, mentre nuotava in tutta fretta per raggiungere il suo castello. Suo, anche se ancora per poco, visto che quella sera al castello del Pacifico del Nord si sarebbe svolta la cerimonia di passaggio che avrebbe nominato le nuove custodi delle perle e principesse dei sette regni marini.
Lei sarebbe diventata consigliera della regina Luchia, la sua migliore amica insieme alle altre future ex principesse e tutte sarebbero andate a vivere nel castello della regina, situato al centro dei Sette Mari.
Hanon era felice di questo incarico perché così avrebbe avuto meno impegni e avrebbe potuto passare più tempo sulla terraferma con Shirai, il suo ragazzo storico. Stavano insieme da anni ormai e la distanza iniziava a pesare a entrambi, anche se mai quanto pesavano a lei le bugie che era costretta a raccontargli ogni volta per giustificare le proprie assenze. Ma non aveva altra scelta, a meno di non voler diventare schiuma di mare.
Ed era proprio perché aveva passato la giornata con lui che adesso era in ritardo. Quel giorno avevano fatto un sacco di cose, molte più del solito e la sirena dalla scintillante coda blu aveva finito per perdere la cognizione del tempo; quando aveva guardato l’orologio, l’ora di partire per il suo ormai quasi ex regno era già passata da un pezzo.
“Non dubitare di me…. Ti prometto che prossimamente potremmo stare insieme molto di più. Oh, come invidio Luchia e Karen, loro non hanno di questi problemi!” Pensò, stringendo tra le mani il ciondolo azzurro a forma di mezzo cuore con le proprie iniziali che il ragazzo le aveva regalato tempo addietro; lui teneva l’altra metà.
Ringraziò il cielo che si erano visti in una spiaggia bagnata dal suo Oceano, quindi l’aver scordato nella sua stanza il ciondolo del teletrasporto creato da Luchia non era un problema, altrimenti non sarebbe mai arrivata. Certo, avrebbe potuto fare una deviazione da Nikora e usare il suo, ma la principessa rosa era meticolosa e di sicuro l’avrebbe rimproverata a lungo per la sua sbadataggine. Meglio così quindi!
“Che bei ricordi…”
Immersa com’era nei suoi pensieri, poco mancò che andasse a sbattere il naso contro le porte della sua abitazione. Sorrise tra sé e sé, arrestandosi di colpo: era arrivata al palazzo.
Non c’era tempo di rattristarsi e perdersi nei ricordi, era ora di prepararsi.
Si stampò sul viso uno di quei sorrisi radiosi che erano soliti caratterizzarla e varcò la soglia, venendo subito raggiunta dalle sue ancelle, che la guardarono interrogativa.
«Ma insomma principessa Hanon, vi sembra questa l’ora di rientrare?» La rimproverò la più anziana delle sue ancelle, una sirena precisa e scrupolosa che non tollerava sgarri di alcun tipo. Persino la zelatezza di Nikora impallidiva di fronte a lei.
«E guardate le condizioni in cui siete!» Proseguì quella, accennando ai bellissimi capelli azzurri tutti sfatti per la corsa, le guance arrossate dalla fatica. I grandi occhi acquamarina erano invece brillanti, grazie alla giornata trascorsa in compagnia della sua anima gemella.
«Scusa, ma adesso non posso! Vado a prepararmi, appena potete mandatemi Meru che devo parlarle.» Disse Hanon liquidando l’anziana sirena, la quale in tutta risposta mugugnò qualcosa di incomprensibile, agitando la coda bluastra, innervosita dall’atteggiamento della giovane e sperando di tutto cuore che la prossima principessa fosse molto più decorosa.
Poco dopo, nella sua stanza Hanon si guardò soddisfatta nel grande specchio decorato da una cornice blu brillante: era riuscita in poco tempo ad avere un aspetto impeccabile.
Sorrise entusiasta, prendendo la foto del suo fidanzato che teneva sul comodino di fianco al letto. Grazie al vetro e ad un incantesimo fatto dalla regina non si era rovinata.
Se la portò alle labbra sfiorandola con un bacio. «Andrà tutto alla grande, me lo sento! E per festeggiare ti offrirò il gelato migliore di sempre…. E poi… Beh…»
Il bussare alla porta la distrasse dal formulare altri pensieri decisamente poco casti. Ad un suo assenso, l’uscio si spalancò e Meru, la sua giovane amica adesso sui ventitré anni e suddita del regno, nonostante i suoi colori sembrassero più tipici delle sirene dell’artico, fece il suo ingresso.
In questi undici anni la piccola sirena era cresciuta fisicamente ma aveva mantenuto il viso infantile, i capelli azzurro chiaro si erano allungati e le arrivavano sotto la vita. Portava una tiara d’argento con perline blu incastonata nella frangetta ed un bracciale alla schiava di perle blu le ornava il polso destro.
«Volevi vedermi, Hanon? È già ora?» Chiese la giovane, in tono rispettoso ma eccitata come non mai: fremeva dalla voglia di assistere alla cerimonia. Inoltre era stata incaricata da Hanon di aiutare le nuove sirene ad accettare il loro ruolo. La giovane era onorata che Hanon avesse scelto lei fra tutte: certo, erano amiche ma lei non era una sirena di corte. La principessa avrebbe potuto scegliere chiunque, magari anche quella vecchia inacidita della capa delle sue ancelle.
«Sì Meru, ci siamo finalmente! Adesso andiamo a prendere le guardie reali e apriremo il portale. Sappi che conto molto sul tuo aiuto e se dovessi avere difficoltà tranquilla, non sarai sola. Vedi…»Ma Hanon venne di nuovo interrotta dal bussare alla porta.
Stavolta la vecchia ancella e il capo delle guardie reali con i suoi sottoposti al seguito entrarono senza attendere il permesso della Principessa. L’anziana sirena aveva un’espressione arcigna come non mai, ma prima che uno dei due potesse aprire bocca Hanon, con un sorrisetto allegro, prese il ciondolo a forma di sfera blu che le aveva dato la Regina e lo posizionò al centro della stanza.
Recitò la formula e un bagliore scaturì dal gioiello. Si aprì un portale scintillante che l’avrebbe condotta direttamente davanti al palazzo.
Si infilarono tutti nel portale, destinazione: castello del Pacifico del Nord.
Le aspettative erano tante.
 

Oceano Indiano
 
La principessa dell'Oceano Indiano vagava senza meta all'interno del suo palazzo, con aria assorta in volto. Sarebbe partita a breve per andare a vivere nel palazzo della Regina dei Mari, come sua consigliera, così come tutte le passate Principesse Sirene. Tutte loro avrebbero ceduto il loro posto a nuove principesse, abitanti della terra ferma bagnata dai rispettivi mari.
Seira aveva scelto da tempo la sua discendente e il fatto di potersi affidare a quella ragazza la faceva stare tranquilla, le faceva pensare che il suo regno era nelle mani migliori che si potessero desiderare, però...
«Principessa Seira, è tutto a posto?»
La voce dolce della guardia la fece risvegliare dai propri pensieri e la principessa si voltò verso di lui, arrossendo lievemente imbarazzata, come se fosse stata scoperta durante un momento intimo. «T-Takeshi...»
Scosse la testa per riprendere appieno la propria capacità di parola e sorrise dolce: «Sì, va tutto benissimo!»
Gli angoli della bocca di lui si alzarono e la sua espressione si trasformò in quella rassicurante del suo protettore più devoto. Quei lineamenti le fecero battere forte il cuore, come sempre e iniziò a sentire un leggero alone rosso prenderle il possesso delle guance.
Restarono in silenzio a osservarsi dritti negli occhi, senza che nessuno dei due volesse interromperlo, quando a spezzarlo ci pensò la voce di una delle ancelle: «Principessa Seira, siete pronta? Partiamo tra pochi minuti.»
Lo sguardo della sirena si rattristò all'istante, tanto che fu costretta ad abbassare il volto per non permettere alla guardia di vedere i lucciconi che le avevano preso il possesso dei grandi occhi.
Prima che potesse voltarsi e dirigersi dalla dama, sentì la voce di lui dire: «La principessa è pronta. Solo...» Seira alzò gli occhi e il proprio sguardo rimase come imprigionato in quello di lui, che continuava a parlare, adesso appellandosi a lei, con il tono dolce con il quale le si era sempre rivolto: «Potreste concedermi qualche minuto del vostro tempo? Vi chiedo solo due minuti, non uno uno di più, principessa.»
La sirena annuì, non riuscendo a trattenere un largo sorriso. Si rivolse alla propria ancella e le disse: «Attendetemi nella sala del trono, arrivo a breve.» Si diresse poi con la sua guardia fuori dal palazzo, nel giardino di coralli.
Rimase ad osservare lo spettacolo che si trovava di fronte e perse qualsiasi cognizione di tempo. Tornò al presente solo quando vide arrivare verso di loro uno squalo pinna nera del reef che conosceva bene.
L'animale si diresse verso il suo padrone e Takeshi lo salutò con un sorriso raggiante, accarezzandogli il muso e ridendo delle feste che la creatura gli faceva.
«Sono contento anch'io di vederti, amico mio.» Gli disse in un sorriso, prendendogli il grosso muso tra le mani e puntando i propri occhi verde smeraldo in quelli neri dello squalo.
A vedere quella scena, una lampadina si accese nella mente di Seira e si avvicinò ai due, rivolgendosi allo squalo: «Hai, me lo faresti un gran favore?»
Due paia di occhi egualmente interrogativi, uno color smeraldo e l'altro color pece, si puntarono nei suoi. La sirena fece una carezza dolce alla creatura marina, appena sopra la pinna dorsale e si spiegò con tono dolce: «Ho bisogno del tuo aiuto per mandare un messaggio a Tadashi. Dovresti dirgli di tener d'occhio le nuove Principesse Sirene, aiutarle e proteggerle. Glielo direi io stessa, ma sai che non ho idea di come raggiungerlo... Tu invece sì e sono certa che riuscirai anche a convincerlo.»
Una luce negli occhi scuri come gli abissi marini, fece capire alla principessa che lo squalo aveva capito. Seira sorrise e la creatura nuotò velocemente verso colui a cui doveva riferire il messaggio della Principessa.
«Grazie mille, Hai!» Gridò la sirena portandosi le mani ai lati della bocca, mentre lo vedeva allontanarsi.
«Tadashi? Ne siete certa, principessa?» Le chiese con tono un poco perplesso la sua guardia. Seira lo guardò sicura di sé: «Certo. È stata la regina Luchia a chiedermelo. E poi che succede? Per caso non ti fidi del tuo fratellino?»
Takeshi si portò una mano dietro la testa, massaggiandosi appena i lunghi capelli bruni. «No, assolutamente, non è questo. È solo che mi chiedo: perché con tutte le creature marine che esistono, proprio lui? Lo conosco bene e non sono affatto certo che per Hai sarà semplice convincerlo.»
«Sì, questo lo penso anch'io. Ma Luchia mi ha detto di averci pensato bene quando ha sentito la sua storia. Non ci sono pericoli, ma qualcuno che istruisca le ragazze su come funziona la vita negli Oceani è necessario. Io e le altre Principesse non abbiamo avuto il tempo materiale di spiegare tutto quanto alle nuove regnanti e una guida sarà loro necessaria. Luchia dice che il fatto di aver abbandonato l'Oceano ed essersi ambientato perfettamente tra gli umani, sia ciò che ha fatto primeggiare Tadashi su tutti gli altri...» Alzò un attimo lo sguardo con fare pensoso, nel tentativo di cercare la parola adatta. Trovata, osservò la sua guardia con un sorriso incoraggiante e disse: «Candidati!»
Dato che Takeshi non sembrava ancora del tutto persuaso, la sirena aggiunse: «Sono certa che farà un ottimo lavoro.» Abbassò lo sguardo e arrossì per ciò che stava per uscire dalle proprie labbra: «Nelle sue vene scorre lo stesso tuo sangue, sarà un ottimo protettore per le nuove principesse. Se sarà capace di svolgere il suo compito solo la metà di te, allora tutto andrà più che bene...»
Takeshi non aveva smesso di osservarla per un solo istante e non gli sfuggì il tenero rossore che avevano assunto le sue guance nel dire l'ultima frase. Sorrise dolce, si schiarì la voce e disse: «Principessa Seira, io volevo dirvi una cosa importante...»
«Principessa, dobbiamo andare!» A chiamarla era stato il capo della milizia reale, colui che era il meno consono alla richiesta di dilazioni di tempo, all’interno del palazzo. Dovevano averlo mandato apposta le sue ancelle, dato che in effetti erano davvero in ritardo sulla tabella di marcia.
Al suono della voce del superiore infatti, Takeshi si bloccò e si mise sull'attenti, rivolto verso di lui. Seira gli lanciò un breve sguardo, dove racchiuse tutte le proprie scuse e la propria tristezza di lasciarlo nell'Oceano Indiano.
La guardia non abbassò gli occhi da quelli del suo superiore, ma lo sguardo della sua principessa non gli sfuggì. Avrebbe voluto rassicurarla, dirle qualcosa, ma il suo compito non gli fece distaccare gli occhi da quelli scuri e severi del suo superiore, lasciandola così andare verso il capo delle Guardia Suprema senza dire una parola.
Prima che Seira rientrasse e vedesse sparire dalla propria vita Takeshi, si voltò verso di lui un'ultima volta, gli sorrise con gli occhi lucidi e gli fece un breve cenno di saluto con la mano.
Lui rimase immobile nella propria posizione, ma lei non gliene fece una colpa, perché sapeva che non poteva muoversi o dire alcunché fino al permesso del suo superiore.
 

Oceano Artico
 
Noel stava osservando assorta il carillon suonare, senza riuscire ad apprezzare la melodia. Non riusciva a smettere di pensare alla sua prescelta. La teneva d’occhio da parecchio tempo ormai, quasi un intero anno e si era già avvicinata alla madre, una volta sirena del suo regno, nonché alle creature marine che la circondavano da sempre. Il fatto era che ancora non era riuscita a trovare una buona scusa o comunque quello che poteva essere il modo migliore per rivelarle il suo destino come nuova sovrana dell’Artico. Temeva davvero un suo rifiuto. Certo, aveva altre scelte, ma se alla fine aveva deciso di scegliere proprio lei, c’era un motivo.
Completamente immersa nei propri pensieri, quasi non si accorse che la porta della sua stanza si aprì, riportandola al presente. Da essa entrarono una delle sue guardie reali e una foca artica, bianca come la neve più pura delle coste del suo regno. Mentre la creatura le si avvicinò e le strusciò affettuosamente il capo sul braccio, il soldato si inchinò profondamente, prima di parlare con rispetto: «Chiedo umilmente perdono per l'interruzione, principessa Noel. Ma la Guardia Suprema mi manda a riferirvi che è tutto pronto per la partenza. Mancate solo voi.»
La sirena osservò il tritone attraverso lo specchio che si trovava di fronte a lei, mentre con le mani dava dei buffetti sul muso dell’animale. Con pacatezza, disse solo: «Bene, ditegli pure che sto arrivando.»
Un altro inchino da parte della guardia e questa uscì arretrando, in segno di rispetto e devozione, non alzando mai lo sguardo e chiudendo la porta della stanza non appena varcata la soglia.
Noel fece un profondo sospiro e si guardò un istante allo specchio.
“Devo convincermi che andrà  tutto bene. Deve andare tutto bene.” Stinse impercettibilmente gli occhi, non distogliendo lo sguardo dal proprio riflesso.
Dopo qualche secondo, si ritrovò ad accennare ad un lieve sorriso, reazione più che comprensibile dato che la foca le aveva accarezzato la guancia con il muso. «Hai ragione Hoshi, accetterà di sicuro.»
Le si rivolse sorridente, inclinando leggermente la testa di lato e guardandola in quel paio d’occhi tinti di nero: «Infondo, se lo dici tu mi posso fidare. Nessuno conosce quella ragazza meglio di te, dico bene?»
L’animale, per tutta risposta fece una capriola su se stessa, mostrando le piccole macchie nere che aveva sulla coda, le quali ricordavano la Costellazione dei Pesci e che le avevano fatto dare il nome di ‘Costellazione’ dalla sirena che presto sarebbe diventata principessa dell’Artico.
Ritrovata un poco di fiducia, Noel chiuse il carillon, che intanto aveva smesso di suonare e si diresse con un sorriso raggiante verso la propria milizia, riunita nel Gran Salone del castello.
I soldati s'inchinarono riverenti appena la intravidero, ma con un semplice gesto della mano la sirena fece loro capire che quelle formalità non erano necessarie. Hoshi si diresse verso la propria padrona, facendo prima un sacco di feste alla principessa. La sirena le accarezzò dolcemente il muso e, prima di vederla nuotare lontano, le disse: «Mi raccomando, tienimi informata.» La creatura mosse il capo in un segno di consenso, si voltò e si allontanò.
«Dov'è la sfera del teletrasporto?» Chiese Noel dopo qualche secondo, senza rivolgersi a nessuno in particolare.
Il capo della Guardia Reale le porse un cuscino sopra il quale si trovava la preziosa gemma color indaco.
«Buona fortuna, principessa. Ci mancherà.» Le disse commossa la sua balia, la quale l’aveva cresciuta sin da bambina. Lei le sorrise teneramente e le si avvicinò. «Non è un addio, verrò a trovarvi appena potrò, è una promessa.» La rassicurò, mentre l’abbracciava forte.
Solo in quel momento si rese conto di quanto le sarebbe mancato il suo regno e i suoi abitanti. Ma doveva credere anche lei alle proprie parole: sarebbe tornata spesso.
«Principessa, è ora di andare. La principessa Nikora sicuramente ci starà già attendendo.» Esordì una guardia, facendole sciogliere con rammarico quell’abbraccio colmo di dolce nostalgia.
Prima di voltarsi, si rivolse ancora una volta all’anziana sirena: «Verrò a trovarvi tutti quanti appena potrò, sono certa che la nuova principessa non ne avrà a male. Ad ogni modo, prendetevi cura di lei, avrà bisogno di tempo e aiuto, soprattutto i primi tempi.»
L’altra le rispose semplicemente annuendo. Le posò una mano sulla guancia e gliela accarezzò con fare materno. Quel dolce contatto fece sorridere la custode della perla indaco, nonché farle brillare lo sguardo di commozione.
Chiuse per qualche istante gli occhi per goderselo appieno, poi si voltò sorridente e facendo l’occhiolino, dirigendosi nuovamente verso la propria milizia.
«Siete pronta, principessa?» Le chiese la Guardia Suprema. Noel gli rivolse un sorriso. «Sì, ma non andremo da Nikora, dobbiamo prima fare visita ad una persona.»
I suoi soldati la guardarono perplessi, mentre lei prendeva la gemma del teletrasporto in mano.
Noel sorrise furba e recitò la formula che l'avrebbe condotta alla meta, decidendo di dirigersi al palazzo della gemella anziché andare direttamente a quello della principessa dalla perla rosa. Sicuramente, Karen sarebbe riuscita a tirarla su.
 

Oceano Antartico
 
“Uffa... Ma quanto le ci vuole?” Si chiese Noel, ferma di fronte alla porta della camera della gemella, in attesa. Tutta l’insicurezza che aveva provato prima di arrivare, si era trasformata in frustrazione per quell’attesa della quale non capiva il significato e che la stava irritando non poco. Con le braccia incrociate al petto, avrebbe battuto il piede a terra se fosse stata umana n quel momento.
Era più di un'ora che attendeva la sorella e che quest'ultima si era chiusa in camera alla ricerca di chissà cosa. Era tutto perfetto, erano sul punto di partire utilizzando la sfera del teletrasporto creata da Luchia ormai tempo addietro, quando la principessa dalla perla viola si era d'improvviso ricordata qualcosa di estremamente importante ed era corsa nella propria camera.
«Karen!» Gridò scocciata la sirena indaco dopo altri interminabili minuti, ormai sul punto di esplodere.
La gemella le rispose dopo qualche secondo con aria indaffarata: «Ho quasi fatto! Solo cinque minuti!»
Noel si portò disperata una mano alla fronte e la scosse, mentre sussurrava in preda allo sconforto: «È quello che hai detto mezz'ora fa...» Posò le proprie dita affusolate sulla maniglia della porta e l'abbassò, non riuscendo più a trattenersi. Odiava fare tardi e proprio quel giorno non era ammissibile.
«Ma si può sapere che stai combinando?» Disse, mentre apriva l'uscio.
«Maledizione!» Gridò la sirena viola, osservando una parte della stanza messa completamente a soqquadro, tenendo le braccia rigide lungo i fianchi magri. L'espressione di Noel, dietro di lei, si fece interrogativa.
«Ma che...» Stava per chiedere, ma la gemella le andò incontro, prendendole le spalle e scuotendola con espressione tra il furioso e il disperato: «Non c'è! Non riesco a trovarle da nessuna parte! Ma dove diamine sono finite?»
«Che cosa?» Chiese in tono comprensivo la principessa indaco, tentando d'intuire la situazione e con tutta l'intenzione di risolverla il prima possibile, così da poter calmare la sorella e poter partire per il palazzo di Nikora.
Karen si portò le mani tra i capelli ed esclamò: «Le foto mie e di Subaru! Non riesco a trovarle da nessuna parte!»
A sentire quelle parole, Noel si sentì la rabbia crescerle dentro. In un sussurro che delineava tutto il proprio tentativo di trattenersi, chiese: «Fammi capire... Tu stai facendo tutto questo baccano... Per qualche foto?»
«Come sarebbe a dire "qualche foto"?» Le chiese scocciata la gemella, con espressione evidentemente offesa. Ma certo, per la principessa indaco quelle erano solo delle fotografie, ma per lei erano importanti ricordi che testimoniavano l’amore tra lei e Subaru, nonché l’elemento essenziale per comporre parte del regalo che voleva fargli per il loro anniversario. Il fatto che mancassero ancora mesi era assolutamente un futile dettaglio: voleva avvantaggiarsi per non giungere all’ultimo minuto e rischiare di far tardi. Cosa che stava accadendo per quanto riguardava l’appuntamento al castello di Nikora.
Fu costretta a tirarsi indietro con la schiena, perché Noel le era ad un palmo dal viso che le gridava fuori di sé: «Ma ti rendi conto di quanto sia importante oggi? Siamo in ritardo assurdo e tu pensi a qualche foto? Dobbiamo andare al castello di Nikora per la nomina delle nuove principesse, adesso!»
Karen fu non poco stupita di vedere quella reazione: non era davvero da Noel perdere le staffe in quel modo, lei che era sempre così pacata, calma e tranquilla. Chissà cosa le era successo da innervosirla fin a quel punto.
Nel tentativo di calmarla, decise di essere lei per una volta ad andarle incontro ed acconsentì; si portò le mani in avanti e disse in un sorriso un poco tirato e occhi dispiaciuti: «D'accordo, hai ragione... Magari ho esagerato, andiamo da Nikora, mi farò portare le foto da qualcuno in un secondo momento.»
Noel si tirò indietro e la precedette, dirigendosi verso il salone, dove si trovava il seguito suo e della gemella, che le avrebbe accompagnate in quel viaggio.
Giunte al centro della scorta, Karen prese la sfera viola del teletrasporto offertale dal capo della milizia e, prima di recitare la formula e attraversare il portale apritasi, lanciò una breve occhiata preoccupata alla gemella. Non poté fare a meno di notare la sua espressione preoccupata, che non le piacque per niente. Decise che le avrebbe parlato non appena terminata la festa, dato che probabilmente sarebbero già state riprese abbastanza da Nikora per il ritardo assurdo in cui erano.
 

 


Angolo delle autrici:

Ed eccoci alla fine del secondo capitolo, come nel primo vogliamo fare dei ringraziamenti, per la cronaca:
- Scarlett Blue Sakura per la perla arancione ^_^
- kioccolat per la perla verde ^_^
- M a d A l i H a t t e r per la perla blu ^_^
Mistero95 per i cattivi, davvero degni di tale nomina ^_^
- Camy25 per… Nooooo, non possiamo ancora rivelarlo ;) Sarebbe un grosso spoiler! ^_^
Grazie mille ragazzi ;) Faremo onore ai vostri OC!


E adesso le note in singolo!
 

L’angolo di Kelly:

Ciaooo ragazzi, anzitutto voglio dire che mi scuso per il ritardo ma come potrete immaginare non è facile scrivere una storia collab per giunta a distanza con tutti gli impegni della vita quotidiana! Ma non disperate perché questa storia avrà il suo corso e la sua fine, quindi stay tuned ;P
Poi voglio rivolgere le mie attenzioni, anche ai lettori silenziosi che di sicuro ci saranno  dicendovi che, come avrete visto abbiamo ancora bisogno di qualche comprimario, quindi fatevi sotto!
Poi, preparatevi perché nel prossimo capitolo si inizia con l’azione! Basta ambienti da Mary Sue e zucchero e miele, qui c’è in atto una vera e propria rivolta! E visto che non mi viene in mente altro, vi lascio, al fondo la fanart di Meru adulta, fatta da me!
 

E ora la parola alla mia collega:
 

L'angolo di Elsira:

Buona domenica a tutti!
Innanzitutto, volevo ringraziare tutti quelli che ci hanno mandato le schede OC, prometto, anche a nome della mia collega, che faremo del nostro meglio per tirar fuori il meglio di ogni personaggio! :D E ne approfitto per scusarmi se abbiamo apportato qualche modifica, ma era ai buoni fini della storia! **
Altra cosa e poi vi lascio alla vostra bella serata: scusate  anche per il possibile OOC che può essere presente in questo capitolo... In questo caso parlo per me, perché se c'è un OOC, è mio! xD Prego dunque di non accanirvi contro la mia collega, che ha una pazienza immensa nei miei confronti... E grazie tante cara, per questo <3
Un bacione a tutti quanti e vi do appuntamento al prossimo capitolo! ;*

 


E per finire, passiamo a mostrarvi la bellissima fanart di Kelly, con soggetto Meru!
Speriamo sia di vostro gradimento
^^
Sappiate che praticamente ad ogni capitolo ci sarà una fanart di un qualche personaggio, avvertiamo già da ora :P


 Image and video hosting by TinyPic
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch / Vai alla pagina dell'autore: Crazy Chick Kelly_chan