Libri > Divergent
Segui la storia  |       
Autore: Deline    06/12/2015    1 recensioni
“Vuoto di ogni essenza perché possa catturare la vostra”
Recita una incisione sul retro di un antico specchio.
Una ammonizione che la giovane Nere ha voluto ignorare per sfuggire, anche solo per qualche giorno, alla noia della routine.
Così ha inizio il suo viaggio nella Chicago distopica di Divergent alla ricerca del tenebroso Intrepido che le ha rubato il cuore attraverso le pagine della saga scritta da Veronica Roth.
Una ragazza come tante e uno specchio magico che le permette di attraversare il confine tra realtà e fantasia e la trasporta, come solo un libro saprebbe fare, in un mondo nuovo, sognato e temuto allo stesso tempo.
Nere, una ragazza normale, distante anni luce dalle eroine dei libri, una di noi, insicura e fragile ma anche caparbia e fiera, che lotterà per la salvezza del suo amato e della dimensione alla quale ormai sente di appartenere.
*** *** *** *** *** *** *** *** *** ***
Il racconto si basa solo sui primi due libri e film della saga, Divergent e Insurgent.
Età e aspetto dei personaggi sono quelli dei film, per tutto il resto "salto" da libri a film, soprattutto per Divergent. Per quanto riguarda le parti di Insurgent resto fedele al libro.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Nuovo personaggio, Tori
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
     Amo i boschi, li ho sempre considerati il mio posto magico, la tranquillità e il silenzio li rendono perfetti per fare lunghe passeggiate o semplicemente per sedersi ai piedi di un albero a meditare, lontano da tutti e da tutto. Il bosco è il mio rifugio, il mio nascondiglio e il mio piacevole luogo oscuro, quello dominato dalla “strega regina”, ma non oggi, non con Eric. Niente oscuri paradisi, non è ancora il momento di trascinarcelo, ha ancora il suo velo di candore intatto.
Prendo una bottiglietta di soda dallo zaino e la passo a Eric. Odio la soda e mi dovrò accontentare del solito succo di arancia rossa quando in realtà muoio dalla voglia di una lattina del mio energy drink, ma purtroppo in questa dimensione non esistono.
«C’è altro che posso fare per voi Signor Capofazione?» gli chiedo ridacchiando.
Lui mi guarda e scuote la testa ridendo. Sembra finalmente rilassato e tranquillo ma nei suoi occhi c’è un velo di tristezza.
«Sì, vieni qui» risponde battendo a terra un paio di volte la mano.
Mi avvicino, mi siedo tra le sue gambe e appoggio la testa sulla sua spalla.
Eccolo qua il famoso genio sadico, quello che gode nel vedere il terrore negli occhi della gente ma adesso ha un sorriso beato mentre gli accarezzo il collo e che ha sopportato per settimane tutto quello che gli ho fatto. Tutti abbiamo un lato buono, basta trovarlo.
«Eric, mi dispiace aver dubitato di te. Dentro di me sapevo che non eri un mostro ma…vedi quando si tratta di te, il mio dono di capire le persone non funziona e io mi sento vulnerabile così la paranoia mi divora» dico con sguardo colpevole.
«Basta scusarti, è tutto passato, non ci pensare più» fa una pausa, si guarda intorno imbarazzato e poi mi domanda: «Stavi insieme a Quattro prima di me?»
Io scoppio a ridere. Mi ero dimenticata del finto appuntamento. Lui crede che fosse un vero appuntamento e io non mi sono neanche preoccupata di dirgli come sono andate le cose. Se fosse stato con un normale Intrepido avrei potuto dimenticarmi di dirglielo, ma stiamo parlando di Quattro, la sua nemesi.
«Eric, non era un vero appuntamento, lui l’ha fatto solo per punzecchiarti, io non lo sapevo, ho accettato perché speravo in un miracolo, uscire con lui e dimenticarmi di te per magia. Non ha funzionato e l’hai visto con i tuoi occhi» confesso sentendomi più leggera, non quanto vorrei, le cose importanti le sto ancora tenendo per me.
Eric sembra rabbuiarsi e ho paura di aver messo Quattro in un bel pasticcio.
«Che bastardo…»
«Eric, ve ne fate di tutti i colori, lui ha esagerato ok, ma tanto non si sarebbe spinto oltre quella tazza di succo di frutta…dai, è un Rigido!»
«E’ vero» scoppia a rendere ma torna serio quasi subito e riprende a parlare: «Però tu ti sei messa quel vestito un po’ troppo provocante per andare a quel appuntamento»
«Me l’ha chiesto lui. Voleva farti arrabbiare è normale, più sexy ero e più tu avresti pensato male»
Lo sguardo di Eric inizia la sua scalata dei livelli di rabbia, siamo al secondo, quindi si sta arrabbiando ma ci sono buone probabilità di calmarlo.
«Però tu hai indossato comunque quel vestito osceno!»
Livello di rabbia quattro, non va bene, sale troppo velocemente, è ora di intervenire altrimenti, se sale ancora, sarà difficile gestire la situazione.
«Ti infastidisce che mi sia messa quel completo per uscire con Quattro o solo per uscire?»
«Non mi piace che gli altri vedano troppo di te»
«Il capofazione più bello e desiderato nella storia delle fazioni è geloso per caso?» gli domando con sguardo ammiccante rischiando di fare salire i suoi livelli di rabbia.
«Sì e molto anche»
«Mai quanto me, mio caro» gli dico fissandolo negli occhi. Lui sostiene il mio sguardo e io mi sento tornare indietro a quella sera al Pozzo. Non riesco a non distogliere lo sguardo e sorridere. Eric ridacchia e mi bacia la fronte.
«Non scherzo, sono davvero gelosissima e possessiva, è un mio grande difetto, è per questo che le voci su di te hanno avuto un effetto così esagerato» ammetto un po’ imbarazzata.
«Ti prego, dimmi che ti sei convinta che non sono vere»
«Ne sono convinta, non ti preoccupare. Ho capito che erano solo chiacchiere e che tu fai sul serio con me» sorrido mentre dentro di me gongolo ripensando alla sua confessione e aggiungo: «Sai, sono contenta che tu sei ancora…non credo ti piaccia sentirtelo ripetere. Dio mio, mi crederai una pazza gelosa ora»
Scoppia a ridere e io mi stupisco di aver detto davvero quelle parole. Dovevano restare nella mia testa, ora chissà che penserà.
«No, però sei assurda. Non ho mai sentito di una donna contenta di quello, insomma voi preferite quelli più…»
«Noi preferiamo quelli che non fanno i bastardi con noi e che non sono idioti senza cervello. Quelli che dici tu, non sono quelli che scegliamo come compagni» lo interrompo.
Mi guarda e i suoi occhi non sono mai stati così limpidi. Mi stringo a lui e ripenso alla prima notte insieme. Ha ragione, sono assurda, ho trovato dolce quello che è accaduto, mentre con tutti quelli prima di lui lo avrei trovato imbarazzante, per loro ovviamente. Inizio a preoccuparmi, sono davvero così andata da trovare dolcissimo il modo in cui è venuto, come un ragazzino di tredici anni? Pare proprio di sì, ma non è il caso di dirglielo, ho paura che sia una cosa che ricorda con molto imbarazzo.
«Però sei bravo per essere uno che non è mai stato con una ragazza. Sapevi esattamente cosa mi piaceva» dico con una fortissima voglia di prendermi a schiaffi, ho la delicatezza di un elefante in una cristalleria.
«Sono vergine, non un Rigido. Anche se credo che anche i Rigidi ne parlano tra di loro…poi con te è facile, è bastato seguire i tuoi gemiti e le tue unghie» dice ridacchiando.
«Le mie unghie?» gli domando mentre cerco di capire cosa c’entrano le mie unghie.
«Hai il vizio di piantarmi le unghie nella pelle ogni volta che ti faccio qualcosa che ti piace» dice mostrandomi il braccio, è pieno di piccoli taglietti semicircolari.
«Scusami, io non me ne sono resa conto…»
«Non facevano poi così male e mi hanno insegnato molto» dice mentre mi fa l’occhiolino.
«Dopo tutto quello che mi hai fatto avrai il corpo coperto di graffi» gli dico con sguardo malizioso ripensando alla notte scorsa.
«Più o meno»
Scoppiamo a ridere. Adoro guardarlo mentre ride, i suoi occhi diventano limpidi e tengono lontane le mie paranoie, sempre pronte a trascinarmi in qualche mio oscuro abisso.
Restiamo in silenzio a lungo ed è strano, fino a un attimo fa scherzavamo, ma ora sembra essere diventato pensieroso.
«Eric, è tutto ok?»
«Sì piccola, è tutto a posto» risponde con un sorriso lontano anni luce da quello di qualche minuto fa.
«No, tu hai qualcosa…» mi inginocchio davanti a lui, lo guardo negli occhi e aggiungo: «io lo vedo dai tuoi occhi. Vuoi dirmelo o preferisci essere tormentato?»
Eric sospira. Mi vengono i brividi. Mille pensieri assurdi attraversano la mia mente e se lui non inizierà a parlare so che verrò inghiottita dalla paranoia.
«Eric…»
«Sei una Divergente?»
Quella domanda mi paralizza e fa impallidire anche la più assurda delle mie paranoie. Io non so cosa rispondere. I miei geni sono puri, che io sappia nessuno sta facendo esperimenti genetici sulla gente della mia dimensione, quindi sì, sono Divergente come tutti nel mio mondo.
«Perché mi chiedi questo?» dico mentre cerco di sembrare tranquilla, quando in realtà inizio a sentirmi quasi presa in trappola. Lui è un cacciatore di Divergenti, siamo soli in un bosco e a parte Johanna nessuno sa che siamo qui.
«Il tuo test è stato manomesso, le registrazioni delle tue simulazioni sono andate perdute, non hai preso neanche un Divergente in anni che sei qui e hai attitudini che non dovresti avere»
Cerco di alzarmi e allontanarmi ma lui è molto più veloce di me, il suo braccio circonda i miei fianchi. Non provo neanche a liberarmi, lascio che mi tiri a sé e appoggio le mie mani sul suo petto per non cadergli addosso.
«Hey, stai tranquilla, non voglio farti del male»
«Eric, tu dai la caccia ai Divergenti!»
«Ma non a te!» grida disperato mentre mi stringe a sé e mi bacia i capelli.
«Piccola, non mi importa se sei una Divergente, io voglio stare con te»
Io non so se devo credergli, infondo lui è sempre Eric, però sento che non mi farà del male, sento che è sincero. Sono così tentata dal dirgli tutta la verità su di me, ma è già fin troppo sconvolto, aggiungere una cosa incredibile non so come lo ridurrà.
«Se hai scoperto tu del test e delle simulazioni, quanto ci metterà Jeanine a scoprirlo?»
«Poco, molto poco. Forse ha già dei sospetti»
«Cosa te lo fa pensare?»
«Credo voglia eliminarti dopo la simulazione. E’ una sensazione che ho avuto mentre parlavo con Max ieri mattina»
«E’ solo una sensazione, magari ti sbagli»
«Lo spero, ma se avessi ragione, tu sei in pericolo. Dopo l’attacco ci concentreremo sui Divergenti e ci penseranno gli Eruditi, tu non le servirai più»
«Pensi che voglia uccidermi per quello? Non è esagerato?»
«Sei poco gestibile come persona, potresti causare problemi e non si farà scrupoli a eliminarti per sicurezza»
«Tu resterai un capofazione dopo che Eruditi e Intrepidi si saranno uniti, magari lascerà a te la responsabilità di gestirmi. Non sarei un problema, a te darei retta»
«Tu? Darmi retta? Non sei una che si fa comandare e Jeanine questo lo sa» scoppia a ridere.
«Ma io non stavo con nessuno, insomma…tu saresti il mio uomo e io ti darei ascolto…»
Ride ancora più forte.
E’ vero io non mi faccio comandare, ma se questo potrebbe evitargli dei guai potrei impegnarmi almeno a fingere davanti agli altri.
«Tu, una brava mogliettina? Tu che ti fai sottomettere da un uomo? ma per favore…»
«Ok, non sono gestibile, ma se questo ti facesse correre dei rischi, mi impegnerei ad essere brava, a darti retta…be’ almeno lo farei credere a tutti»
«Comincia a lavorarci su allora»
«Eric, non scherzo, davanti a tutti sarei la mogliettina perfetta, non ti mancherei di rispetto e farei tutto quello che dici. Ok, quando saremo soli sarà diverso, oppure vuoi che finga anche con te?»
«Non faresti mai una cosa del genere. Non lo faresti vero, non mi prenderesti in giro in quel modo?»
«No, non lo farei mai» gli rispondo e lo bacio con dolcezza.
Lui sembra rasserenarsi ma so che è tormentato, sarò un grosso problema per lui. Se venissi scoperta lui dovrebbe uccidermi ma sono sicura che non lo farà e quindi finirà in un grosso guaio. Gli rovinerò la vita.
«Eric, non voglio pensare a queste cose, questa è la nostra giornata. So che è una richiesta impossibile, ma non potremmo provare a non pensarci e goderci questa giornata lontani da tutto?»
«E’ quello voglio fare ma non riuscivo più a tenermi tutto dentro»
«Ci proviamo?» gli domando mentre prendo il suo viso tra le mani.
«Sì piccola. Oggi è solo per noi» promette.
Mi stringo al suo petto lasciandomi cullare dai battiti del suo cuore. Tra le sue braccia il mondo sembra scomparire e con esso il tempo. Lentamente ricomincio a sentirmi invadere da quel calore buono che mi fa sentire al sicuro e protetta. So che tra le sue braccia non ho nulla da temere, so che andrà tutto bene.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Divergent / Vai alla pagina dell'autore: Deline