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Autore: Ecila2000    07/12/2015    5 recensioni
-Allora è vero- esclamò lei continuando a osservare il giovane uomo.
Era alto, slanciato e il suo aspetto era assolutamente affascinante.
Completamente in nero e con un paio di guanti bianchi, Sebastian Michaelis guardava col cipiglio alzato la giovane donna che se ne stava tranquilla a sette metri da terra sul ramo di un albero.
-Non capisco Milady, di cosa parlate?- chiese il mero maggiordomo, senza muoversi di un millimetro e mantenendo un sorriso cordiale.
-Che Ciel Phantomhive ha stretto un patto con lei, signor Michaelis, un demone-corvo- disse malignamente la bionda.
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Quanti di voi hanno visto finire la seconda stagione e hanno sentito l'amaro in bocca per la triste fine che fa Sebastian? Fregato dalla propria preda, che misera fine per un demone-corvo.
Ebbene, questa fanfiction da un po' di svolte in più alla storia che molti amano.
Se vi ho incuriositi, buona lettura!
Genere: Azione, Sovrannaturale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza che ingannò il demone

 


Era una gelida sera di ottobre e il vento sferzava gli sporchi capelli della ragazza pallida e dolorante.
La capigliatura bionda con le punte ramate della fanciulla si spostava alla minima brezza che le colpiva e il viso di lei era contratto in un’espressione di dolore.
Era ferita, e anche profondamente e il sangue le aveva macchiato l’abito nero che un amico le aveva prestato.
Stava in attesa, attenta al minimo rumore.
Sapeva che stava arrivando, sapeva che presto l’avrebbe trovata, lo sapeva, ma il pensiero non la spaventava.
L’idea che forse il suo piano non avrebbe funzionato non le aveva neanche minimamente sfiorato l’anticamera del cervello, perciò se ne stava tranquilla, seppur sofferente, appoggiata al tronco dell’albero su cui si era arrampicata.
Stringeva spasmodicamente tra le dita l’unico arnese che le serviva per procedere con la sua strategia: una pistola con un solo colpo che aveva custodito gelosamente come se fosse la sua vita.
Per giorni aveva girato per Londra, cercando l’unico negozio in cui nessuno sarebbe mai entrato: quello di un becchino.
“Undertaker” diceva l’insegna e appena l’aveva vista era entrata senza esitazione.
Non era servito nessun pagamento sostanzioso per il servizio che lo strano proprietario del negozio aveva fornito alla giovane.
Solo una cosa, però, aveva voluto l’uomo: una ciocca di capelli della giovane, la quale non aveva minimamente tentennato quando aveva preso le forbici e poco dopo, era uscita armata e con una fasciatura malconcia che non aveva resistito per molto, anzi, aveva ceduto dopo un paio d'ore lasciando scoperta la ferita che l'abito succinto metteva in mostra.
Il vento le fischiava nell’orecchio coprendo molti suoni, ma lei distinse chiaramente il rumore che tanto aspettava: piccoli passi veloci e leggeri, quasi impercettibili se non al suo udito molto sviluppato.
Alzò la revolver verso il punto il cui il suo bersaglio sarebbe sicuramente passato e senza esitazione premette il grilletto.
Il rinculo dell’arma le fece partire il braccio all’indietro sbattendolo contro il tronco di legno, ma lei non se ne curò e rimase con gli occhi fermi dove una figura in nero era comparsa.
Un sorriso comparve sul volto della ragazza che rinfilò la pistola tra gli sbuffi della gonna nera.
-Allora è vero- esclamò lei continuando a osservare il giovane uomo.
Era alto, slanciato e il suo aspetto era assolutamente affascinante.
Completamente in nero e con un paio di guanti bianchi, Sebastian Michaelis guardava col cipiglio alzato la giovane donna che se ne stava tranquilla a sette metri da terra sul ramo di un albero.
-Non capisco Milady, di cosa parlate?- chiese il mero maggiordomo, senza muoversi di un millimetro e mantenendo un sorriso cordiale.
-Che Ciel Phantomhive ha stretto un patto con lei, signor Michaelis, un demone-corvo- disse malignamente la bionda.
Lo sguardo dell’uomo si incupì all’istante e il proiettile che aveva precedentemente bloccato tra le dita, tintinnò ai suoi piedi.
-Chi siete voi?- domandò calmo il demone millenario, osservando con maggiore attenzione la bizzarra ragazza: sporca di sangue, i capelli di colori diversi e con l'abito strappato e macchiato… Eppure così vitale e beffarda, per quanto fosse in uno stato pietoso.
-Solo una ragazza. Nemmeno una goccia di sangue demoniaco o angelico scorre nelle mie vene- e detto questo alzò lo sguardo verso il cielo plumbeo, le cui nuvole si spostavano velocemente verso l'orizzonte e lei si perse ad osservare quella scena che forse non avrebbe mai più rivisto.
-Solo una ragazza…- sussurrò appena, quasi a convincersi che lo era davvero.
La figura del mero maggiordomo le coprì la visuale e lei fu costretta ad osservare nuovamente il volto piuttosto attraente dell'uomo.
-Come sapete del patto stretto col mio signorino?- chiese ancora serio e non staccando lo sguardo dagli occhi di ghiaccio della ragazza.
-Onestamente non ne ho la più pallida idea.
So solo che meno di tre giorni fa mi sono ritrovata riversa a terra con una profonda ferita sul fianco e senza alcun ricordo sul mio passato.
L'unica cosa che ricordavo era la bizzarra storia di un ragazzino con una benda a coprire un marchio di un contratto accompagnato da un avvenente demone-corvo e il bisogno di sapere se eravate reali o frutto del mio delirio è stato impellente- dichiarò lei restando stranamente calma e non abbassando mai lo sguardo.
Dopotutto, mentire non le sarebbe servito a niente, perciò, perché non dirgli la verità?
Sebastian continuava a non capire: se sapeva che lui era un demone, perché non aveva paura?
-Cosa le fa credere che io non sia il frutto di un suo delirio, Milady?- chiese ancora il maggiordomo sorridendo malignamente, ma non ebbe neppure il tempo di battere ciglio che uno schiaffo gli calò sulla guancia facendogli voltare il viso verso l'albero vicino.
Quando si voltò verso la giovane, la vide sorridere con una mano sul fianco e un rivolo di sudore che gli colava dalla tempia.
La mano con cui evidentemente l'aveva colpito era sicuramente rotta, ma Michaelis aveva sentito il colpo e questo l'aveva immensamente sorpreso.
-Questo, Mr Michaelis. Se riesco a colpirla ciò sta a significare che lei almeno non è un'illusione. Dopotutto, sono assolutamente certa di essermi appena fracassata una mano su una morbida guancia di pietra- disse sul punto di scoppiare a ridere per l'espressione sorpresa dell'uomo di fronte, dopodiché piantò un coltello da cucina, rubato ad un fornaio, nel tronco dell'albero e si calò a fatica sul ramo sottostante.
Con cautela e con la stessa tecnica, continuò a discendere verso il suolo e quando i suoi piedi toccarono terra, le gambe non la ressero e lei cadde in ginocchio.
Riuscì ad appoggiarsi nuovamente al tronco e attese che il demone le si parasse davanti, cosa che accadde immediatamente dopo: con un balzo felino, l'essere scese dall'albero e si inginocchiò di fronte all'ansimante bionda.
Notò che Michaelis le stava osservando la ferita, ben visibile seppur coperta in parte dalla mano della giovane.
-Non sapete neppure come vi siete procurata questa ferita, vero?- chiese dopo poco Sebastian, non staccando gli occhi dal sangue che colava senza sosta.
-Arma da taglio sicuramente, ma non saprei davvero chi sia stato e perché- affermò lei con voce sempre più lieve.
La sua vista iniziava a farsi sempre più scura e presto avrebbe perso del tutto coscienza.
Doveva sbrigarsi.
-A che caso state lavorando?- chiese allora la bionda mentre spostava il palmo insaguinato dal fianco per dare più visuale all'uomo.
-Stiamo indagando su dei libri Doomsday, custoditi da una setta insediata nel monastero cattolico vicino al castello di Preston- rispose lui strappando l'orlo della corta gonna che la ragazza indossava con vergogna e stringendo intorno alla ferita quella specie di benda.
-Cosa bisogna fare con voi, eh Milady? Nessuno dovrebbe sapere del patto con il mio signorino-
-La preoccupo così tanto? Sul serio? Ne sono onorata, caro Sebastian, ma le assicuro che non sono una minaccia, anzi, potrei essere la sua carta vincente nello scontro che prima o poi avverrà- disse lei ghignando e osservando con un certo sforzo gli occhi cremisi che la stavano trapassando.
-Non comprendo Milady, cosa vi rende così importante?-
-Bhe, so come si concluderà il contratto fra voi due-
-Oh Milady, ma quello lo so pure io- esclamò Sebastian col suo sorriso spaventosamente angelico.
-Ah no, mio caro. Lei crede che si concluderà con la vendetta del suo signorino e la morte di quest'ultimo per mano sua, ma credo che rimarrà piuttosto turbato dal sapere che non finirà così se non farà attenzione- disse lei ricominciando ad osservare il cielo da cui avevano iniziato a cadere gocce terribilmente pesanti che le piombavano addosso facendola tremare e soffrire il dolore.
Sebastian sembrò notarlo, tanto che si tolse la giacca e la usò per coprire la ragazza, la quale accettò il gesto con un sorriso sincero.
-Una cosa è certa, non vi posso lasciare qui sotto la pioggia. E poi il mio signorino le vorrebbe parlare- ammise sconfitto il mero maggiordomo raccogliendo la giovane da terra e stringendosela al petto.
-Come mai?- chiese debolmente la bionda mentre si sentiva sollevare da terra e terribilmente stanca appoggiava il capo nell'incavo del collo dell'uomo.
-Perché oggi vi abbiamo visto uscire da Undertaker con in mano una pistola e chiedendo allo Shinigami abbiamo scoperto che gli avevate estorto alcune informazioni che ci riguardavano- rispose lui iniziando a camminare verso la magione dei Phantomhive.
-A proposito, perché avete preso una pistola sapendo che io non posso morire per mano umana e neanche sotto i colpi di armi da fuoco?- chiese il demone, cercando di coprire il più possibile il corpo della giovane che continuava a tremare.
-Era un altro test, per vedere se non ero pazza: solo un essere sovrannaturale può bloccare un proiettile tra le dita di una mano senza farsi minimamente male-
-Quindi mi avete messo alla prova…-
-Più o meno- disse lei in un sussurro iniziando a vederci davvero male
-Un ragazzino- disse poi -Sarà un ragazzino a portarti via la preda- e poi tutto fu buio.

  
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