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Autore: AlyTae    08/12/2015    1 recensioni
[SCANDAL]Haruna non è una ragazza come le altre: non pensa con la testa degli altri, ma con la sua. Non vuole studiare, e non vuole seguire le orme dei genitori. Vuole solo suonare la sua chitarra, e trovare qualcuno con cui formare una band. Ma Haruna è da sola. Esaudirà i suoi sogni?
**Storia ISPIRATA alla vera storia delle SCANDAL; sono presenti alcuni fatti imprecisato e/o inventati**
Genere: Avventura, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 18, Sayonara Virgin ~ Mami's Story~
 
"Sei vergine? Uccidi la vergine!
Sei vergine? Uccidi la vergine!"


Marzo 2006, ore 15:30, Osaka (Giappone)
Faceva freddo. Ma non troppo. Si sa, no? Quella brezza leggera e fresca, una debole scia di un inverno che sta per andarsene e una primavera che è finalmente alle porte. Mami adorava la primavera. Adorava le stagioni calde, adorava passeggiare nei viali degli alberi di pesco, lasciarsi coprire i capelli di petali rosa. Anche se, in quel momento, nemmeno l’arrivo della primavera sarebbe riuscita a tirarla su di morale. Era un periodo movimentato… Fin troppo movimentato.
Si sistemò le cuffie e scelse un’altra canzone dall’iPod. Almeno la musica riusciva a soffocare i suoi pensieri per un po’. Certo, ascoltarla la aiutava, ma niente la faceva stare meglio come quando suonava. Sospirò. Era nervosa. Molto. Non si era mai ritrovata in una situazione come quella. Giurò a sé stessa che dopo essersi levata quella cosa sarebbe corsa alla saletta di Mariko e avrebbe scaricato la tensione suonando la sua chitarra. Anzi, no. La batteria. La batteria era meglio, in queste situazioni. Riusciva veramente a sciogliere i nervi.
‹‹ Mamiii!  ››
Mami non si girò subito. Tremava. Non voleva affrontarlo. Ma doveva. Doveva farlo, per il bene di tutte e due.
Coraggio. Coraggio, Mami. Puoi farcela. Glielo dici, e basta.
Finalmente, si girò verso di lui. Non gli sorrise. Meglio non dargli illusioni strane.
‹‹ Ciao. ›› mormorò insicura ‹‹ Scusa se ti ho chiamato con così poco preavviso, ma devo dirti una cosa… molto urgente… ››
‹‹ Aspetta! Aspetta! Prima devo dirti io una cosa! ››
Il viso di Shino era raggiante. Mami deglutì. Le metteva una grande, enorme tristezza vederlo così felice.
‹‹ Mariko! ›› continuò il ragazzo ‹‹Mariko… hai presente che… oddio, non riesco a parlare… ›› respirò, poi riprese ‹‹ hai presente che Mariko ci aveva chiamato a suonare al Namba, quella sera? Beh, non ce l’aveva detto, ma ci ha iscritti in segreto ad un concorso di band emergenti. Oddio, ma ti rendi conto? Abbiamo già la prossima data. E il premio è un contratto di due anni con la Kitty Records. La Kitty Records, capito? E…››
Mami non ascoltava. Non ascoltava per davvero. Non si era tolta le cuffie, e non aveva spento la musica. Vedeva le labbra di Shino che si muovevano, veloci ed eccitate, ma l’unico suono che le arrivava alle orecchie era l’assolo di chitarra di Slash. Non ascoltava, perché non voleva ascoltare. Non voleva sapere cosa rendesse Shino così felice. Non aveva importanza, perché quella spensieratezza, quella felicità, sarebbe svanita da lì a pochi secondi. Sussultò quando Shino l’abbracciò, stringendola forte a sé, e la baciò sulla bocca. Un bacio veloce ma sentito. E sarebbe stato l’ultimo.
‹‹ Beh? Amore, non mi dici niente? ››
Mami guardò il ragazzo negli occhi. Doveva trattenersi dallo scoppiare in lacrime. Non sarebbe servito a niente piangere davanti a lui.
‹‹ Shino… ›› la voce iniziava già a rompersi per il magone ‹‹ Io ti lascio. ››
 
Agosto 2006, ore 14:54 , Osaka (Giappone)
- Ancora una volta!-
- Mami, è la decima volta che la proviamo, oggi. Va benissimo, la sai fare…-
- No. Voglio provarla di nuovo!-
Rina era madida di sudore a causa di quel continuo battere e pestare, Tomomi aveva male alle dita e Haruna sentiva che stava perdendo la voce.
- Se canto un’altra volta, giuro, domani sera non avrò più fiato per cantare.- si lamentò.
Mami, con un’espressione serissima in volto, tentò di accordare la sua chitarra, che dopo ore di prove aveva le corde tutte consumate.
- Stanotte dovrò cambiarle…- rimuginò tra sé e sé.
- Idem . – replicò Tomomi – Queste corde ormai sono tutte arrugginite. Povero basso, chissà per quanto tempo Mariko l’ha lasciato marcire dentro quello sgabuzzino.-
- Ragazze…- Rina aveva il fiatone – Ormai saranno dieci ore che proviamo. Mami, quell’assolo era perfetto, non c’è bisogno che lo riprovi. E se vuoi…. puoi provarlo…. senza di noi, no?-
- Fa bene anche a voi provarle un po’ di nuovo. Coraggio!-
Haruna fissò l’amica con sguardo indagatore, preoccupato: sapeva che ci teneva al live del Namba Hatch, ma non l’aveva mai vista prendere così sul serio la situazione. Aveva decisamente cambiato atteggiamento da quando le Go!Go!Gurls! era irrotte nella loro saletta e Misa aveva fatto la sua apparizione. Chissà cosa c’era stato tra loro, cos’era successo. Perché Mami l’aveva mollata? L’aveva fatta soffrire, forse? Era stata davvero innamorata di lei? Solo di una cosa era certa: non doveva per niente essere stato qualcosa d’indifferente per Mami, se la faceva reagire così.
 
Marzo 2006, ore 22:00, Osaka (Giappone)
La musica era terribilmente forte. Sentiva la batteria farle vibrare le orecchie, il basso che le pulsava nel petto, e l’assolo di chitarra, quell’incredibile assolo di chitarra, che le penetrava nella testa facendogliela dolere in modo insopportabile.
‹‹ Che chiasso insopportabile. ››
‹‹ Già. ›› concordò Mami ‹‹ Però la chitarrista è formidabile, questo lo devo ammettere. ››
‹‹ Nah, tu sei più brava. ››
Rise : ‹‹ No. Non credo proprio. ››
‹‹ Invece sì.›› Misa abbracciò teneramente Mami ‹‹ Sei la più brava di tutti. La migliore. ››
‹‹ Smettila… ››
Mami rispose al suo abbraccio. Misa appoggiò la testa sulla sua spalla. Era molto più bassa di lei, e anche più giovane. Quattro anni di differenza. Mami si sentiva abbastanza a disagio ad uscire con lei. La loro era una relazione, come dire … sbagliata. In tutti i sensi. Misa era troppo piccola, e loro erano due ragazze. A quel pensiero, Mami mandò giù ancora un po’ di birra e solo in quel momento si accorse che la bottiglia che aveva in mano si stava svuotando completamente. Questo la fece sentire ancora peggio. Doveva bere qualcos’altro.
Finalmente, le Go!Go!Gurls! smisero di suonare e il presentatore della serata presentò il gruppo successivo, ovvero gli Young Death. Mami deglutì. Sì, doveva assolutamente bere qualcos’altro.
Misa alzò lo sguardo verso di lei : ‹‹ E’ questa la band del tuo ex?  ››
Mami mandò giù le ultime gocce rimaste sul fondo della bottiglia : ‹‹ Sì. ››
‹‹ Come ha reagito quando gli hai detto… di noi? ››
Mami ringraziò che ci fosse buio all’interno del locale, cosicché non sarebbe riuscita a vedere il nervosismo nei suoi occhi.
‹‹ Non bene. ›› disse semplicemente ‹‹ Ma tranquilla, gli passerà prima o poi. Vado a prendere un’altra birra, aspettami qui. ››
Mami si alzò dal suo posto e raggiunse il bancone del bar a passo svelto. Non aveva detto niente a Shino. Come avrebbe potuto? Era già stata abbastanza dura averlo lasciato, così su due piedi, dopo quasi un anno che stavano insieme. Se poi gli avesse detto pure che lo tradiva da mesi con una ragazzina di dodici anni, sarebbe decisamente impazzito. Però il problema non era solo quello: per quanto odiasse ammetterlo, Mami si vergognava. Sì, si vergognava di sé stessa, della sua bisessualità. Non l’aveva detto a nessuno, e l’intenzione era proprio quella di tacerla ancora e ancora, per un bel po’ di tempo… E Misa?
Mami ordinò la birra, in modo forse un po’ troppo aggressivo. Più pensava, più aveva fretta di bere.
Misa? Misa era… perfetta. Occhi neri dentro ai quali ci si poteva perdere fin troppo facilmente, capelli neri e sottili, un viso dolce e senza zigomi che era in grado di far innamorare chiunque ogni volta che sorrideva. Ed era, cavolo, innamorata persa di Mami. Bastava guardarla per rendersene conto. Mami l’aveva conquistata grazie al suo carattere gelido, maturo,da maschiaccio, egocentrico eppure nascosto. Lei stessa, in più, non poteva non rimanere affascinata dalla purezza di Misa, dalla sua ingenuità, giovinezza e dolcezza.
 
Era una serata come quella quando successe. Ed era, esattamente come in quel momento, ubriaca e confusa. Lei e Shino avevano litigato. Misa frequentava la sua stessa scuola di chitarra, e loro due erano uscite assieme più volte, ma solo in amicizia. Mami si domandava ancora perché l’avesse baciata, quella sera. La rabbia, l’alcool che le annebbiava la mente, forse. Sta di fatto che le piacque, e piacque anche a Misa. Il bacio durò a lungo, molto a lungo, fino a diventare qualcosa di più. Non ricordava nulla, assolutamente nulla di come fosse successo. Sta di fatto che, la mattina seguente, Misa non era più vergine, ed era sempre più innamorata. Lei non si vergognò affatto di definirsi “lesbica”. Anche se, sotto sotto, Misa non era per nulla lesbica. A lei non piacevano le ragazze. A lei piaceva solo Mami.
 
Gli Young Death avevano già iniziato a suonare, e la loro musica portò un po’ di sollievo all’interno del Namba Hatch dopo il gran fracasso che avevano fatto le Go!Go!Gurls!. La canzone che in quel momento aleggiava per il locale era Carpe Diem. Mami la conosceva a memoria, era una delle sue preferite. Non aveva voglia, però, di andare sotto il palco a ballarla e a cantarla a squarciagola. Probabilmente Shino non sapeva neppure che era venuta, e lei non aveva per niente intenzione di farsi vedere. In più, si stava facendo tardi e Misa doveva essere riaccompagnata a casa.
Quando tornò al tavolo, trovò Misa circondata da un gruppetto di ragazzi che, a occhio, dovevano essere addirittura più grandi di Mami. Quella vista le diede non poco fastidio. L’alcool le aveva cancellato ogni tipo di paura e incertezza, e senza paura si avvicinò a quei tipi, toccando la spalla a quello che sembrava il “capetto”. Quando lui si girò, Mami lo fissò dritto negli occhi in segno di sfida.
‹‹ Sì?  ›› fece quello, senza nascondere il divertimento che effettivamente provava.
‹‹ E’ il nostro tavolo questo. ›› rispose lei, freddamente ‹‹ Ci state disturbando. Andatevene. ››
Questo causò una risatina generale. Intanto, la voce di Kiichi continuava ad echeggiare nell’aria.
 
Stai con me,
odio vederti senza di me
 
‹‹ Stai tranquilla, volevamo solo farle un po’ di compagnia ›› sghignazzò un altro di quei ragazzi ‹‹ Non vuoi unirti a noi? Dai, che ci divertiamo. ››
Uno di loro provò a cingerle le spalle. Mami prontamente gli mollò una gomitata nello stomaco. Il ragazzo emise un gemito soffocato e si piegò in due.
‹‹ Guai a te se mi tocchi ancora! ››
Un altro ragazzo, che si era seduto vicino a Misa, si alzò di scatto con l’intenzione di aiutare l’amico. Mami spaccò la bottiglia sul tavolo: frammenti di vetro e fiumi di birra piovvero sul pavimento come pioggia e grandine. I ragazzi indietreggiarono.
‹‹ Sei pazza! ›› urlò uno di loro
‹‹ Sono ubriaca. ››  lo corresse lei ‹‹ Misa, vieni. Andiamocene. ››
Misa aveva due occhi grossi come palle da tennis, e l’espressione che aveva in volto era confusa e terrorizzata. Veloce come un’anguilla, si alzò e corse verso Mami, la quale la prese sotto braccio e la trascinò fuori dal locale. All’esterno, l’aria della notte era fresca e piacevole, tipica di una primavera che sarebbe stata sicuramente portatrice di una calda estate. Dalle finestre del Namba, si poteva ancora sentire, distante ed ovattata, la voce di Kiichi.
 
Carpe Diem, baby,
Seize the day and Carpe Diem
 
‹‹ Mami, tutto bene?››  Misa era visibilmente preoccupata per lei. La chitarrista non doveva avere un bell’aspetto: le gote le si erano arrossate a causa dell’alcool, i capelli lunghi e neri erano arruffati e il suo passo era barcollante.
‹‹ Tutto bene. ›› rispose.
All’interno del locale, il pubblicò esultò. Gli Young Death avevano appena finito di suonare.
‹‹ Mi dispiace. ››
‹‹ Ma di cosa, Mami! Sei stata eroica! Solo… ›› Misa abbassò lo sguardo ‹‹ Dispiace a me. Non ho fatto nulla per aiutarti. Avrei potuto fare qualcosa ma… ho avuto paura. Paura che ti facessero del male, e… ››
Non riuscì più a parlare. Mami l’aveva spinta contro il muro e l’aveva baciata sulla bocca. Senza preavviso. Esattamente come la prima sera. E Misa la lasciò fare senza protestare più di tanto. Chiuse gli occhi, mentre le loro lingue iniziavano ad avvinghiarsi tra loro. Mami le accarezzava i capelli con dolcezza e intanto pensava che, no, forse non era proprio innamorata di Misa, ma in quel momento lei era l’unica in grado di capirla, di darle un qualche sollievo. E stava bene. Quando stava con lei, si sentiva davvero bene, molto di più di quanto sia mai stata con Shino. E…
‹‹ Ma guarda! Questa sì che è una sorpresa!››
Mami si staccò immediatamente da Misa e voltò la testa di scatto. Conosceva fin troppo bene quella voce.
Kiichi. Insieme a tutti gli Young Death. Avevano finito di suonare, ed erano usciti dal locale. Non erano soli. Con loro c’era anche quella tipa, l’amica del cuore di Shino, che non mancava mai a nessun loro concerto. Come si chiamava? Tomomi?
‹‹ Shino! Non è la tua ex quella? ››
Era stata proprio quella Tomomi a parlare. Mami strinse i denti dalla rabbia. Non la sopportava, quella ragazza. Anche quando stava con Shino, lei stava sempre appiccicata al suo ragazzo. Lui diceva che era soltanto un’amica, ma lei non ci credeva. Ecco perché avevano litigato. In fondo, adesso che ci pensava, era stata proprio lei la causa di tutto.
Tutti quanti erano abbastanza divertiti da quella scena, ma non Shino. Shino era l’unico ad avere in volto un’espressione furiosa. Mami lo guardò negli occhi, implorando silenziosamente un qualche tipo di perdono… ma perdono di cosa, in fondo? Lei lo aveva lasciato, proprio per stare con Misa…
‹‹ Lascia perdere, Shino. ›› disse Taro ‹‹ Andiamo tutti a casa mia. Ordiniamo del sushi, ce lo meritiamo! ››
Tutti quanti fecero dietro-front, e si allontanarono. Shino, prima di raggiungerli, si avvicinò a Mami minaccioso e le sussurrò a denti stretti:
‹‹ Io ti rovinerò. Mi hai sentito? Ti rovinerò. ››
   
 
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