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Autore: Lales    04/03/2009    4 recensioni
"Andremo in prigione, ci arresteranno e daranno la pena di morte, dio santo, finiremo su tutti i giornali del mondo e già mi immagino i titoli 'Quei cruenti assassini dei Tokio Hotel!' anzi no 'Musicisti per diletto, assassini di professione'.."
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi mi è arrivata un po' di ispirazione, spero gradiate. I protagonisti sono sempre loro due, i miei musi ispiratori, che ovviamente non mi appartengono. ^^


At home.


Finalmente, l'avrebbe finita. Dopo vent'anni di sopportazione, in cui l'unico modo che aveva per difendersi a quella frase che gli faceva ribollire il sangue, era storcere la bocca e andare via, finalmente avrebbe potuto prendersi la rivincita su quella faccia di merda identica alla sua. Suo fratello capitolava sotto la più importante verità delle loro vite, sotto quei dieci minuti di differenza che faceva l'uno più grande dell'altro. La scoperta appena fatta lo faceva gongolare in una pozza di puro piacere, tanto che sarebbe potuto rimanere nella sua bolla ovattata di suoni, nel suo mondo, a crogiolarsi pensando al fatto che finalmente ce l'aveva fatta, aveva scoperto l'arcano. Ne era sempre stato sicuro che quella non poteva essere la verità, doveva esserci per forza qualcosa sotto, ed ora Wikipedia gli dava ragione, eccome se gliene dava!
Un sorrisino sarcastico si stampò sul suo viso e richiudendo il portatile si alzò dalla poltrona del salotto di casa ed entrò trionfante in cucina con le mani in tasca e lo sguardo fiero. Il gemello sedeva sull'isola della cucina con una birra in mano, i dread raccolti sulla testa e la faccia stravolta, segno che sicuramente aveva appena finito di correre in giardino; ora si era messo in testa di farsi crescere i muscoli, e di tenersi in forma, Bill non riusciva proprio a capire.
"Proprio te cercavo" disse il moro alzando un po' troppo il tono della voce e continuando ad avvicinarsi al gemello con lo sguardo assottigliato, pronto a sganciare la bomba, la sua verità.
"Dimmi" rispose Tom stancamente bevendo un altro sorso di birra.
"Sai" continuò il cantante girandogli intorno come gli squali intorno alla preda "Credo che dovresti metterti seduto, sto per darti una notizia sconvolgente"
"Playboy non verrà più pubblicato?"
"No" rispose Bill secco.
"Hai rotto una delle mie chitarre?"
"Neanche"
"Hai graffiato la macchina?"
"No, ascoltami..."
"Allora è successo qualcosa alla mia collezione di porno?" rispose allarmato poggiando la birra sul piano di marmo.
"No no e no!" disse Bill sbuffando ed incrociando le braccia, ormai la sua frase ad effetto non avrebbe funzionato.
"Niente potrà sconvolgermi allora se non riguarda queste cose" rispose Tom serafico riprendendo a sorseggiare la sua bionda.
"E' una cosa ancora più sconvolgente, devi sederti"
Tom alzò un sopracciglio e lo guardò perplesso "Uno, mi stai facendo preoccupare, due, sono già seduto"
"Si ma seduto sul divano, avrai bisogno di un appoggio per la schiena, quando vorrai tirare le testate all'indietro" rispose tranquillo Bill avvicinandosi a lui prendendogli una mano e trascinandolo quasi a forza sul divano, davanti al suo pc.
"Bill, sto seriamente cominciando ad avere paura"
"Ohhhh" rispose il moro increspando un sorrisino diabolico sul viso "Devi Tomi, devi"
"Vuoi parlare allora?" berciò il rasta sedendosi meglio sul divano con gli occhi spalancati.
"Beh, è una cosa delicata..."
"Non c'è bisogno che inizi a raccontare dal Paleolitico, spara!"
"Non posso dirtela nuda e cruda Tomi, ti viene un colpo" disse Bill, a quel punto preoccupato per la reazione del gemello. Era si ancora gongolante per la scoperta, ma in fondo gli dispiaceva dare un turbamento così grande al suo fratellone. Oddio, non era più il suo fratellone, pensò in un attimo e cambiò espressione.
Questo significava che non avrebbe più potuto usare quella scusa contro di lui; niente più coccole, niente più privilegi, era lui ora il fratello maggiore! Bill deglutì sonoramente e fissò negli occhi Tom, nella foga della scoperta non aveva potuto soffermarsi a pensare a quella cosa, decisamente molto importante per la sua vita!
"Allora?!" chiese Tom spazientito fissandolo con gli occhi sgranati.
"Ecco... mhm... No non voglio che tu lo sappia" rispose Bill vagamente alzandosi dal divano e prendendo il pc sottobraccio, allontanandosi velocemente dal salotto.
"Ohh noo!" gli gridò dietro il gemello riprendendo la birra dal piano della cucina "Ora mi dici cosa cazzo sta succedendo!"
Il moro nel frattempo cominciò a salire le scale a due a due, non rendendosi neanche conto di quanto potesse essere agile, prontamente seguito dal rasta che continuava a gridare il suo nome.
"Bill, fermati!"
"No" gridava lui di rimando continuando a correre per il piano superiore con il pc in mano rischiando di cadere da un momento all'altro, dato che le sue pantofole con la faccia di Pimpi non erano così comode per la corsa campestre.
"Bill Kaulitz, ti ordino di fermarti, come tuo fratello maggiore" gli disse Tom all'improvviso fermo sull'ultimo gradino della rampa di scale, puntandogli un dito minaccioso contro.
A quelle parole il moro si fermò e si girò a rallentatore come in un film dell'orrore, continuando a stringere il portatile tra le braccia e assottigliando lo sguardo di nuovo. Aveva sentito bene... Come tuo fratello maggiore ti ordino di fermarti. Quelle parole avevano un senso per lui; significavano potere! Da fratello maggiore non avrebbe più avuto gli stessi privilegi, ma sicuramente avrebbe potuto usare la carta della saggezza, della maturità, che un vero fratello maggiore aveva insito dentro di se. Lo sapeva, se lo sentiva che tutta quella saggezza che a volte tirava fuori tra un cartone animato e un film della Disney doveva essere giustificata da qualcosa.
Sbuffò sonoramente e abbassò lo sguardo "Ok Tomi, vieni in camera, ti devo far vedere una cosa"
Il rasta si avvicinò con passo minaccioso e seguì il gemello nella sua allegra camera, tutta color grigio topo e nero carbone, elegante, molto da Bill, ma decisamente cupa.
"Siediti" gli disse il moro indicandogli il materasso e poggiando il portatile sul mobile davanti al letto.
Tom non riusciva a pronunciare una parola, tanta era la paura di quello che stava per dirgli il gemello. Si stava proprio cagando sotto, nonostante conoscesse la teatralità e la drammaticità del gemello, quelle sue uscite gli facevano paura.
"Quindi..." disse il rasta alzando le spalle.
"Quindi..." continuò Bill "E' successa una cosa pazzesca" rispose alzando la voce di quattro toni e mettendosi le mani nei capelli, cominciando a camminare avanti e indietro davanti a lui.
"Cosa?"
"Allora, stamattina stavo facendo un po' l'acculturato"
"Che stavi facendo?" chiese Tom basito.
"Leggevo delle cose su Wikipedia" rispose Bill come se fosse ovvio "Sai, su parti naturali, cesarei..."
"Vuoi un bambino?"
"NO!" gridò Bill scioccato aumentando di un tono la voce, sopra i già citati quattro.
"E allora?" chiese il rasta preoccupato di arrivare al nocciolo della questione.
"Allora sono finito per caso a leggere i parti gemellari"
Tom non rispose continuando a fissare il gemello che camminava davanti a lui avanti e indietro.
"Tom" disse infine, sospirando e mettendosi una mano sul cuore, cominciando a scuotere la testa "Mi dispiace tanto ma..."
Il rasta perplesso aspettò che continuasse.
"SONO IO IL GEMELLO PIù GRANDE!"
Tom rimase qualche secondo immobile, poi il suo viso si ampliò in un grosso sorriso e cominciò a ridere convulsamente buttandosi all'indietro sul letto del fratello.
"Carina questa" disse tra le risa convulse "C'hai pensato stanotte?"
"Tomi è vero" rispose Bill indignato prendendo il pc "Non c'è niente da ridere, è la cruda verità!"
Il rasta si riprese rimettendosi seduto e osservando il gemello che si accomodava vicino a lui con il portatile in mano "Hai proprio una grande fantasia fratellino"
"Eh no!" gridò Bill girandosi e aprendo lo schermo "Secondo esperti, quello più grande non è colui che viene fuori prima dalla pancia della mamma, ma il secondo ad uscire"
Tom diventò serio di colpo cominciando a leggere la pagina web che Bill teneva aperta davanti ai suoi occhi.
"Cosa? E' impossibile" disse Tom oltraggiato "Da che mondo e mondo quello che viene fuori prima  è il più grande!"
"No, non è così, io sono il più grande perchè mi sono formato prima" rispose Bill con il viso rivolto verso la faccia scioccata di Tom, che boccheggiava perplesso.
"Ma non è possibile!" continuò il rasta alzandosi e prendendo a camminare nello stesso modo che aveva fatto Bill poco prima "Voglio dire, io sono quello più grande, più intelligente, più maturo, più bello, è sempre stato così"
Il moro lo fissò storcendo la bocca e alzando gli occhi al cielo, lo sapeva che quella notizia lo avrebbe scioccato.
"Ma cosa stai dicendo?! Intelligente bello e maturo tu?"
"Beh io almeno ho smesso di vedere i cartoni animati a otto anni, cosa che non si può dire di te" berciò Tom incattivito.
"Ma se mi piacciono i cartoni cosa vuoi?" rispose il moro offeso.
"E non ho le pantofole di Pimpi, IO!"
"Queste sono pantofole che servono per tenere i miei piedini al calduccio, non hanno nessun valore estetico"
"Ma se quando le hai viste hai cominciato a saltellare che manco quando ci hanno regalato la bicicletta a cinque anni!"
"Perchè pensi a queste sottigliezze, lo dice la scienza Tomi, io sono il gemello maggiore, quindi ora devi fare tutto quello che dico io" rispose il moro chiudendo con un sonoro colpo il portatile e sorridendo felice in direzione del gemello.
"Cosa?"
"Eh si, sono il maggiore, decido io" disse nuovamente Bill  serafico.
"Non mi pare che quando ero il fratello maggiore tu ti attenessi a tutto ciò che ti dicevo io!"
"Prima ad esempio in corridoio mi sono fermato quando mi hai detto di farlo"
Tom sbuffò stancamente "Per una volta che succede"
"Quindi è deciso... Ora sono io il più maturo, il più intelligente ed il più bello....No il più bello lo ero anche prima" disse tra se e se alzandosi dal letto per controllarsi alla specchiera.
"Bill ma non esiste" rispose il gemello passandogli dietro guadagnando l'uscita "Io vado a chiamare mamma, voglio vederci chiaro"
Il moro si girò di scatto con gli occhi luccicanti "Mami, la mia Mammina, voglio parlarci prima iooo, Tomiii voglio parlare con la mamma!"  e corse fuori dalla stanza inseguendo il gemello, e cadendo rovinosamente inciampando nelle sue enormi pantofole rosa di Pimpi. Per quanto ci avrebbe provato, non ci sarebbe mai riuscito ad essere il fratello maggiore, e nonostante tutto, gli andava bene così.
  
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