Serie TV > Provaci ancora prof
Segui la storia  |       
Autore: ImmaEFP    08/12/2015    1 recensioni
Dopo cinque mesi,le cose cambiano,i ruoli si invertono. Risentimenti,rinunce,lacrime. La rabbia negli occhi,la delusione di se stessa. Ritrovarsi a vivere nei ricordi e far di tutto pur di inseguire i propri sentimenti. Stavolta però nulla è così semplice..
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Papà per il mio compleanno posso invitare anche Camilla?- 

Gaetano sperava di non sentir pronunciare più quel nome,almeno non da quanto successo qualche giorno prima. Per lui fu complicato trovare una spiegazione a quanto vide, di certo non l' avvrebbe chiesta a Camilla, era sempre più confuso tanto da non riuscire neppure a capire cosa volesse realmente da lei.
Cercava di non prendere in considerazione quell'episodio,ma ogni volta il pensiero lo tormentava,non riusciva a non rivedere davanti ai suoi occhi quelle parole scritte dietro il biglietto che lui aveva fatto arrivare a scuola,o al fatto che lei conservasse ancora una rosa così inutile.

Cercava di credere che non era più tempo per lei di rimediare,che nonostante quel gesto così profondo lui non aveva nessuna intenzione di commuoversi o di lasciarsi influenzare. Anche se effettivamente,pur non ammettendolo,gli aveva sicuramente da una parte trafitto l'anima ma l'altra parte di sè dipendeva terribilmente da quanto li aveva legati. Bastò ripensare a quella rosa, o a quella foto perchè una serie di immagini si ripetessero costantemente dinanzi ai suoi occhi,come un vecchio film,il loro percorso di vita condiviso insieme. Dalla prima volta che si incontrarono,dalla prima volta che si diedero del "tu",dal primo vermouth bevuto,dalla prima volta che lui la osservò meglio e se ne innamorò.

In tutti quei mesi che gli era stato lontano,scomparsero tutti i ricordi (o forse quello che credeva lui),ma non potè impedire in quel momento alla sua mente di viaggiare nel passato e riviverli come se fosse accaduto tutto il giorno prima con la stessa intensità di sempre. Dimenticò quasi chi fosse lui,quanto aveva sofferto,quanto lei gli aveva fatto del male,ricordò solo di quanto era stato bene con lei,quanto era stato forte a non arrendersi,a resistere nonostante i continui tira e molla,e soprattutto al modo in cui era riuscito ad uscire da quella storia.
Non si sentì ne peggio,ne meglio,era allo stesso punto,ovvero sentiva di dover mentire a se stesso,solo che maledetto il suo orgoglio,si svegliò da quel mondo illusorio e ritornò alla sua nuova vita,ripetendosi che sarebbe stato solo un errore ritornare da lei e abbandonare Erica come se niente fosse,perchè lui sapeva come ci si sentiva ad essere troncati senza motivo.

Anche se da una parte sentiva di non essere rimasto indifferente,credeva di non voler cambiare le cose,di non darle un'occasione,di non assecondare i suoi piani. E poi restava di fatto che anche se l'avesse perdonata si sarebbe ritrovato nello stesso casino,era cocciuto,non voleva ammettere di provare ancora qualcosa. Ogni scusa era buona per continuare a fare la sua parte da vigliacco.
Insomma andava contro cuore,lui preferiva seguire la mente,e più la sua coscienza lo spingeva verso Camilla,lui volontariamente si allontanava. -Lei non potrà mai cambiare,basta,il passato non conta,non ora.- si ripetè scuotendo il capo per allontanare quel pensiero.- 

Fu da quella sera che decise di evitarla sul serio,senza neppure rivolgerle uno sguardo,e ovviamente perchè era ancora molto condizionato dalla rabbia,ma dall'altra parte perchè sapeva di rischiare tanto,di perdersi di nuovo nei suoi occhi nocciola e combinare un casino. Camilla aveva smesso con i suoi giochetti (almeno oer ora) ma Tommy gli aveva chiesto qualcosa a cui non sapeva cosa rispondere. Se avrebbe detto di no,avrebbe coinvolto suo figlio in una situazione in cui centrava poco ed era l'ultima cosa che desiderava,se gli avrebbe detto di si,quello a rimetterci poi sarebbe stato lui.

-Senti amore il tuo compleanno è tra due giorni,abbiamo ancora un pò di tempo per decidere chi invitare. Ora devo occuparmi della torta e del cibo.- Mentre pronunciava tali parole non ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi.

-Dai papà,a quello ci pensa Erica.Io vorrei che venissero anche Camilla e Potty.- lo implorò con voce sottile di chi spera di ricevere il consenso. Gaetano sapeva di fargli un torto,di impedirgli di trascorrere un compleanno tranquillo,sospirò e lo guardò negli occhi sorridendo.

-E va bene,invitiamo anche Camilla,glielo chiedi tu?- cedette alla richiesta sperando di non discutere nuovamente con Erica.

Tommy annuì prima di porgergli un'altra domanda. -Papà ma sei sicuro che a Erica non dispiace?- pensò in un secondo momento al rapporto che c'era tra le due donne.

-Tranquillo. Erica capirà e poi è una tua amica,puoi invitare chi vuoi alla tua festa.- bella scusa,un colpo basso per il commissario che tentava di nascondersi dietro una bugia per non ammettere che negli ultimi giorni non riusciva più ad odiarla come i primi tempi.

Tommy si chiedeva cosa fossero diventati suo padre e Camilla,ma preferì tenerselo dentro e vivere con quel dubbio fino alla fine dei suoi giorni.
Chiusero il discorso quando sentirono la voce di Erica giungere alle loro spalle.
 
******************************************************************************************************

Con quella scatola Camilla sperava di arrivare a Gaetano in un altro modo,ma le cose andarono in fumo quando si accorse che lui ne aveva spiato il contenuto,il suo piano fallì prima ancora di cominciare.
Dunque forse era stato meglio così,in effetti quello che aveva intenzione di fare inizialmente non poteva fare altro che metterselo contro sempre di più,e forse avrebbe peggiorato solo le cose. 
Camilla non poteva pretendere in quel modo di ottenere soddisfazione,continuanado ad insistere come se fosse ossessionata.
Anche perchè Gaetano avrebbe sicuramente pensato che lei pensasse solo a se stessa egoisticamente,senza tener conto dei rispettivi sentimenti,avrebbe sicuramente disapprovato quel modo di far andare le cose.
Per non parlare poi delle conseguenze,non poteva sapere se l'uomo avrebbe reagito come lei sperava e infatti se le cose fossero andate storte,sarebbe stata ancora una volta lei a rompere i cocci.

Anche se da una parte voleva agire maliziosamente per metterlo alle strette e farlo cedere,continuando a provocarlo,c'era una parte di lei,quella più debole,che si lasciava condizionare proprio da quei ricordi. Non potè resistere,ce l'aveva messa tutta per non risultare banale e vittima ai suoi occhi,per non riconquistarlo con le solite attenzioni,con le solite scaramanzie,con le parole o tentando di proiettarlo nel passato,ma sentiva che toccava scombussolare un po la situazione.

E se neanche in quel modo non avrebbe ottenuto un granchè,allora significava che il piano B doveva andare in porto,che era Gaetano a volerlo a quel punto.
Decise di non agire subito,prima voleva far credere al commissario che lei si era distratta e non aveva badato a nulla (anche perchè aveva sperato in una reazione in Gaetano),ma in effetti le servì un pò di tempo per capire cosa farsene di quella scatola.

Sapeva che la sua borsa non avrebbe dato nell'occhio a nessuno,la fissò per qualche minuto e frettolosamente inserì la scatola,ora toccava a lei.
Uscì di casa prelevando la sua auto e dirigendosi presso quel posto che ormai conosceva come le sue tasche,non riusciva proprio a starci lontana,era più forte di lei. Quando si prometteva di cambiare direzione una volta giunta,i suoi piedi in un modo o nell'altro la trascinavano dentro e una volta avvistata da tutti s'inventava la scusa più assurda,perchè fuggire?
Cavolo solo che adesso era così complicato,non c'era stata una volta in cui ci aveva pensato due volte prima di entrarci,ma stavolta qualcosa la bloccava. Rimase a fissare l'edificio per qualche minuto,pensando più volte di tornare indietro ma prese coraggio e decisse di affronatre quella situazione.
Seguì la strada e spalancò le porte del commissariato.
Lì era conosciuta da tutti e quindi tutti erano a conoscenza di quello che era successo con il commissario,ma non si lasciò intimorire,d'altronde sapeva di avere l'appoggio di Torre che non riusciva proprio a mentirle o ad avercela con lei nonostante tutto,nonostante stesse dalla parte di Gaetano. Ma quello che Torre infondo infondo desiderava era vederli tornare come ai vecchi tempi,quando anche lui sosteneva tutta la felicità dei due innamorati.
Fu proprio lui a beccarla e ad avvicinarla,guardandosì però intorno per assicurarsi l'assenza di Gaetano,certo perchè sapeva di non fare esattamente la cosa giusta.

-Professorè che ci fate voi qui? Sapete che il dottore non vuole ricevervi.- testimoniò Torre facendole però intuire che lui su questo non riusciva proprio ad assecondarlo. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di lasciarla libera di fare quello che voleva,perchè lui apprezzava quello che Camilla stava facendo per riconquistarlo. Solo che poi il commissario avrebbe scoperto tutto e se la sarebbe presa con lui.

-Si Torre,lo so,ma so anche che tu mi vuoi bene,che non mi cacceresti mai via da qui.- Camilla sapeva come abbindolarlo. Gli poggiò una mano sulla spalla e sorrise ottenendo l'espressione di Torre che non poteva non darle ragione.

-Si avete ragione,ma non è colpa mia se quello sta incazzato e poi voi sapete che se scopre che vi ho lasciata passare,se la prende con me.- Un attimò cambiò espressione diventando profondamente serio,e anche un pò dispiaciuto perchè non poteva assecondare Camilla.
Lei aveva la soluzione a tutto.

-E noi mica glielo diciamo?- Torre non sapeva se essere spaventato dalle parole o dal tono di voce.
Alla fine lei ebbe il consenso,infondo la prof è sempre la prof,e lui si fidava.

-Grazie.- gli sussurrò prima di attraversare il corridoio e raggiungere la porta del suo ufficio.
L'aprì di scatto sbattendola subito dopo quando notò Gaetano sobbalzare e la chiuse a chiave perchè aveva deciso di farsi ascoltare. Lui si alzò furioso dalla poltrona e la raggiunse,Camilla intanto aveva già riposto la chiave nella tasca dei pantaloni.

-Che cazzo fai?- non era per niente calmo e cercò di capire che intenzioni avesse. -Chi ti ha fatta entrare Camilla?- chiese facendole notare che la sua presenza non era affatto gradita.

-Non c'era nessuno,conosco bene la strada.- confessò la donna incrociando le braccia al petto. -Se vuoi mandarmi via non puoi farlo.- sorrise maliziosamente.

-Certo che posso,basta che prendo la chiave di riserva.- ma Camilla aveva pensato proprio a tutto,l'altra chiave non era stata lasciata incustodita.

-Allora devi avere il coraggio di infilare le mani nella tasca dei miei pantaloni.- Tanto lui non l'avrebbe mai fatto,non osava neppure guardarla negli occhi,quindi le sembrava impossibile arrivarla a toccare.

-D'accordo.- sospirò avvicinando la mano ai fianchi della donna intendo a prelevarla. Ma non poteva sapere che Camilla non gliel'avrebbe permesso,almeno non prima di aver portato a termine il suo piano.

Bloccò la mano dell'uomo che era a un centimentro dalla tasca dei suoi jeans e la strinse forte. 
Scosse il capo ridendo di gusto mentre Gaetano assune un'aria interrogativa e comprese che la donna non avrebbe mollato la presa. La conosceva fin troppo bene,se si metteva una cosa in testa nessuno poteva togliergliela,così come nessuno poteva impedirle di farcela.

-Ora tu stai fermo e mi ascolti.- gli obbligò Camilla e non avrebbe accettato come risposta un rifiuto,Gaetano questo l'aveva capito. Da una parte se voleva farla sparire in fretta allora doveva accettare la proposta,ma comunque era curioso di sapere cosa volesse dirgli.

Gaetano acconsentì restando in silenzio,tirando solo un sospiro di sollievo e infilando le mani in tasca,non riuscì però a guadarla con indifferenza,era deconcentrato in quello sguardo,perchè ancora non riusciva a togliersi dai pensieri quanto scoperto. Notò il modo in cui lei prelevò dalla borsa qualcosa e quando si accorse essere quella scatola,chiuse gli occhi. Era proprio quello che temeva. Aveva sperato fino alla fine che lei fosse lì per altro ma non proprio per quella scatola.
Lei lo guardò in modo serio,facendogli intuire che non era il momento di comportarsi come due persone infantili.

-Quello che voglio io è chiaro ad entrambi.- indicò la scatola che teneva tra le mani e Gaetano intuì che Camilla aveva chissà come scoperto che lui ne era a conoscenza del contenuto. -Ma se vuoi me ne vado,adesso la scelta è nelle tue mani.- continuò porgendogliela

Con quel gesto voleva fargli capire che lei ci teneva davvero,che non si trattava di uno stupido scherzo per allontanarlo da Erica e farne di lui ciò che voleva. Mise da parte la seduzione e diede posto ai ricordi,per farglieli rivivere. Perchè non poteva accettare di far finire le cose in quel modo,cioè considerare che Gaetano aveva dimenticato tutto in un arco di tempo così breve (quindi voleva ancora prove). Ma non poteva avere risposte se prima lui non ne svuotasse ogni cosa.
Camilla se era arrivata al punto di far toccare e vedere quella scatola per la prima volta a qualcuno era per il semplice fatto che lei non credeva che quelle cose potessero essere dimenticate,da un giorno all'altro. Cinque mesi per recuperare dieci anni.

-Non voglio sembrarti egoista,non voglio che tu pensi che ti pretendo,voglio che tu ricordi chi siamo stati e soprattutto cosa vuoi che diventiamo. Avrai potuto pensare che fino ad ora ho agito come una menefreghista che ti molla e poi ti riprende quando vuole,ma credimi l'ultima cosa che voglio è costringerti a prendere una decisione che non vuoi più.Non lasciarti condizionare da questa ma prendila.- Camilla insistette a mettergli tra le mani la scatola dei ricordi e lui sconcertato la prese senza proferire parola,la guardò negli occhi con l'amaro in bocca.

-Se sono ritornata,se sono ancora qui è perchè ti amo Gaetano,so che ora sarò io quella ad aspettare,a doverti rincorrere come hai fatto tu con me per dieci anni e credimi non so neppure se io riuscirò a resistere tutto questo tempo. Sarò io a rispettare la scelta che tu farai,nonostate io sia innamorata di te.- gli confessò con le lacrime agli occhi mentre un nodo le si formò alla gola.

Sapeva che quello poteva essere un addio e questo le provocava un dolore assurdo tanto che si sentì travolgere in pieno,come quando sei in una tempesta,dove non c'è luce,dove non c'è aria.
Se quella fosse stata l'ultima volta che l'avrebbe visto allora doveva essere il più bel momento della sua vita. Gli carezzò la guancia tenendo la mano ferma per qualche istante,giusto il tempo di restare a guardarlo negli occhi e mordersi un labro dal rimorso,lo guardò strappando quella luce di cui riflettevano i suoi occhi,i suoi giorni dipendevano da quell'istante. Si avvicinò alle sue labbra,chiuse gli occhi,lui rimase inerme,incosciente,non sapeva se allontanarsene o se concedergli quell'ultima cavolata. O forse era quello che voleva anche lui,sentire il suo respiro farsi leggero sul viso.

Gli lasciò un bacio leggero all'agnolo della bocca,in realtà riuscì solo a sfiorarlo,non fece altro,non voleva risultare presuntuosa e vigliacca,ma solo pentita,capace di aspettare,capace di amarlo. La vide allontanarsi e uscire di lì con assoluta fermezza,non attese nessuna risposta. Infondo Camilla aveva messo da parte per un attimo il suo orgoglio facendo prevalere l'amore che provava per il commissario.

Gaetano non seppe cosa fare,se assumersi la responsabilità di averla portata lui a quel punto o se continuare a voltarle le spalle. Trovò modo di realizzare la cosa solo qualche minuto dopo,quando concepì che aveva tra le mani la scatola di Camilla,quel tesoro custodito con molta cura. 
In quel momento solo una cosa lo spaventava a morte,se avrebbe aperto quella scatola,ritrovandosi a rivivere i loro momenti più belli,avrebbe rischiato di avvicinarsene profondamente.
Non potè decidere subito se lasciarla incustodita a prendere polvere o se sotterare per un attimo l'ascia di guerra tentando di scoprire cosa realmente si poteva fare della loro storia.
Si trascinò senza forze alla poltrona della scrivania,posò quella scatola davanti a sè restando a fissarla per un tempo indefinito,forse qualche secondo,forse qualche minuto o addirittura qualche ora.
Da una parte c'era il pensiero di Erica,avrebbe fatto male più a lei che a se stesso aprendola,sapeva che una volta caduto in trappola non ne sarebbe uscito facilmente,o forse non ne sarebbe proprio più uscito. Continuava a dirsi di starsene lontano,ma poi non resistette,mandò tutto a chissenefrega e la sollevò dalla scrivania.
Sfiorò il materiale di cui era fatto notando poi l'incisione che descriveva alla perfezione il loro percorso di vita. Un brivido,una scossa.

Trepidante riuscì a sollevare la parte superiore lasciandola davanti a se. I suoi battiti aumentarono alla visione di quelle cose.
In fondo alla scatola ce n'era una dalle dimensioni più piccole,ne osservò il packaging come se fosse la cosa più interessante del mondo,visto che ne temeva il contenuto ma poi con molta lentezza portò via la levetta di chiusura.
Camilla conservava un pezzo di carta velina dai colori gialli,lo toccò con mano per rendersi conto che effettivamente conteneva qualcosa. Era un fiore appassito,un fiore di campo.Li aveva comprati lui in caso non avesse apprezzato i suoi biscotti bruciati ma non resistette a darglieli lo stesso. Non riusciva a capacitrarsene come anche il più stupido gesto che aveva fatto per conquistarla fosse tra i suoi ricordi,conservato con così tanta premura,come se fosse la cosa più romantica,bella del mondo. Come se Camilla avesse paura di dimenticarsene. Infondo lei aveva conservato proprio tutto,questo voleva dargli certezza che lei non era mai stata realmente indifferente ai sentimenti del commissario.

Un altro oggetto insolito uscì da quella scatola,a prima vista poteva sembrare un semplice pezzo di pagina di giornale strappato,ma in realtà quel pezzo stropicciato aveva conservato un importante valore nel tempo. Quando potè capire di cosa si trattava piegò leggermente il labbro superiore,era ritratto in un'immagine,quella del caso di cui si occupò appena tornato da Praga,dove la incontrò a distanza di qualche anno.

E poi,poi quella cartolina,cavolo quella se l'era proprio dimenticata,non avrebbe mai potuto immaginare di ritrovare tra tutte quelle cose quella vecchia e insignificante cartolina che tra l'altro con il passare del tempo aveva cancellato persino la dedica,la osservò nei suoi minimi dettagli.

Ancora una volta si ritrovò a ripescare nel passato,un altro disegno di Tommy,conservato da più di due anni e la spilla da sceriffo che le aveva regalato suo figlio. La spilla che avevano tutti e tre,identica,importante,una spilla che voleva significare il legame che li univa,un pezzo di strada compituto assieme come se fossero una vera famiglia,e questo Tommy l'aveva sperato fino alla fine,si era illuso.

Nonostante Gaetano si ritrovò sotto il palmo della mano tutta la loro storia,nonostante si sentì terribilmente coinvolto in quei ricordi,non potè dimenticare quanto per lui era stato difficile doversene fare una ragione e considerare quel loro percoso come uno stupido scherzo del destino,destinato a finire tra un mucchio di altre cose insignificanti,senza senso. 

Non avrebbe mai voluto dimenticarsene,come se niente fosse,come se nulla avesse contato realmente,ne per lui ne per lei,perchè il pensiero di starne lontano lo ammazzava,ma era stata lei a volerlo. 
E lui aveva dovuto accettarlo a malincuore.
Ogni volta che ci ripensava si sentiva inutile,incapace di tenersela,e forse si era anche colpevolizzato in parte,per come magari certe volte era stato pressante o incomprensivo.
Una sera per l'ultima volta si trovò a ripercorrere la loro strada,dall'inizio della magia alla fine,sentendo un magone allo stomaco,piangendo a singhiozzo perchè non aveva mai immaginato di metterci la parola fine in quella storia. Almeno non in quel modo. Avrebbe approvato qualsiasi scelta finale,pure quella di non poterla mai avere,ma mai quella che si era ritrovato ad accettare. 
Sotterrò tutto,uccidendosi ancora una volta,rimpiangendo quello che erano stati,quello che poi erano diventati,voleva o meno,lui doveva ricominciare una nuova vita,senza di lei. Si rassegnò.

Ma quel loro destino non era affatto uno stupido scherzo,non avrebbe mai pensato di ritrovare a guardare il film della loro vita in quel modo,in quel momento,dopo tutto quello che era cambiato,eppure lui aveva tentato l'impossibile per evitarlo,per non rischiare più (e ci era anche riuscito del tutto). 
Questo voleva dire che qualcosa li legava ancora in modo profondo,questo voleva dire che lui doveva provare a ragionare,a riprendere in mano la situazione,doveva entrarci,rivivere tutto e capire cosa sul serio c'era da fare,come dovevano finire esattamente le cose tra di loro.
Solo che era molto complicato,non poteva fingere che non fosse successo niente,perdonarla,ritornarci insieme facendo per di più soffrire altre persone che non lo meritavano. E tutto peggiorò quando notò che sul fondo della scatola c'era un biglietto,lo tirò fuori e lo guardò incuriosito.
Non sembrava averlo mai visto.

'153 Giorni. Mi manca il tuo profumo in giro per casa,mi manca il lino soffice della tua camica sulla mia pelle,o quello leggero della tua felpa. Mi manca il sapore delle tue labbra sul mio collo,sulle mie labbra. Mi manca da morire dormire con te. 153 giorni,sto ritornando,mi manca vederti.' lesse quelle parole nella sua testa,ad ognuna di esse un treno sembrava passargli addosso,rompendogli le costole. Perchè quel biglietto non aveva avuto il coraggio di consegnarglielo lei stessa? 

Faceva male tutto questo,lui non ne poteva più,tanto da ritrovarsi nelle strette,tanto da non riconoscersi più.
Un ultima cosa servì a farlo crollare nell'abisso,a farlo cedere distogliendolo dalla realtà,quella realtà che aveva scelto di costruirsi da solo,senza capire se era realmente ciò che voleva.
La sua collana di perle nera,quella che a lui faceva impazzire,quella che lui le voleva vedere indossata,quella che sapeva farlo persino eccitare. 
Non stava affatto bene.

C'era solo un grande,enorme,irriparabile rischio,ora che si era lasciato condizionare dal passato,avrebbe potuto innamorarsene ancora una volta,se solo avesse incontrato quei suoi occhi o quelle sue labbra,ne era certo avrebbe ceduto,perchè era questo l'effetto che lei gli aveva sempre fatto,ridurlo in poco e niente facendogli capire che la sua vita aveva dipeso sempre e solo dalla sua esistenza.Che lui senza di lei non poteva esistere.

Allora c'era una scelta da prendere,due strade completamente differenti:o aggiungere alla lista un altro episodio da dimenticare,facendo finta di niente,cancellarla per sempre per non distruggere il presente,andando dunque contro cuore,o lasciarsi andare,inseguendo il destino,facendo rivivere la loro storia,magari dall'inizio,ma così rischiando di compromettere tutto quello che in quei mesi era riuscito ad ottenere,qualcosa che però poteva poi non ritornare più. Avrebbe perso definitivamente. Perchè di una cosa era certo:Camilla sapeva fuggire,Erica non sapeva più tornare.

Nota:
Non sono molto sicura su alcuni punti dell'ultima parte,forse non ero abbastanza concentrata,cioè in realtà non so se vi è arrivato quello che avevo intenzione di sottolineare,trasmettere.
Speriamo bene.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Provaci ancora prof / Vai alla pagina dell'autore: ImmaEFP