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Autore: Anastasia123    08/12/2015    3 recensioni
Il mio proseguimento della sesta serie. Come evolveranno le vite dei tre protagonisti della fiction? Camilla, Renzo e Gaetano continuano la loro vita da "famiglia allargata" in attesa di qualche svolta futura, tra quotidianità, vecchi e nuovi incontri e casi da risolvere.
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Innanzitutto mi scuso per il ritardo con cui posto il capitolo ma ho avuto davvero poco tempo per scrivere. Aggiungete che è la prima volta che mi cimento in un giallo (oltre che in una fanfiction) e che mi piacerebbe fare le cose per benino, cioè forma, consecutio temporum, calibrazione delle parti dei personaggi… non so se e quanto ci sono riuscita finora… ribadisco però il fatto che ho riscoperto il piacere di scrivere per diletto!
Il capitolo è più lungo rispetto agli altri, spero non dispiaccia e che non vi annoi…
Vi ringrazio anticipatamente se vorrete leggerlo e sarei felice di ricevere un vostro commento (anche critica, eh! Tutto aiuta a migliorare…). Questa volta troverete due righe anche a fine capitolo! Buona lettura!

  
Capitolo 5: Ninna nanna – parte 2
 
Il carillon sulla carrozzina suonava e Lorenzo sembrava rapito dalla dolce musica che emetteva, lasciando libera Carmen di curiosare nel reparto neonati della Rinascente. Voleva acquistare qualcosa per Lorenzo e per Camilla e, chissà, forse anche per sé. Non sapeva il perché ma l’idea di fare shopping la faceva sentire meglio con sé stessa. Riprese a spingere la carrozzina continuando nel contempo a osservare la merce esposta quando urtò qualcosa.. o qualcuno. “Ma allora è un vizio il tuo!”. Sollevò gli occhi e si ritrovò di fronte il giovane corridore che già aveva investito al parco, solo che era in veste.. “lavorativa”. Indossava un completo giacca pantalone e portava un badge della Rinascente. “Oh.. scusami.. non mi sono accorta, stavo guardando quei completini..” rispose Carmen con un sorriso imbarazzato. “Non preoccuparti, l’importante è che il tuo bambino non si sia spaventato!”. “Comunque io sono Giulio e se hai bisogno di qualche informazione chiedi pure, sono il responsabile del reparto bambini”. “Davvero, tu lavori qui?” Rispose Carmen sgranando gli occhi. “Comunque io sono Carmen, e lui è Lorenzo!”. I due si strinsero la mano con un sorriso.
“Bene Carmen, io ora devo tornare al lavoro, ci vediamo, ciao!”. Carmen rispose al suo saluto e si fermò ad osservarlo mentre si dirigeva dalla parte opposta controllando dei fogli che una commessa gli aveva passato.
Era un bel giovane, alto e muscoloso, con due occhi verdi penetranti e un sorriso magnetico… si trovò a pensare Carmen seguendolo con lo sguardo… qualche attimo dopo si ridestò e, dopo aver finalmente scelto alcuni abitini, si recò alla cassa.
 
“Dottò posso?” “Sì Torre vieni pure, che c’è?” “C’è, che è arrivata la prof e chiede di voi..” “Che cosa?”. Gaetano si alzò di scatto dalla sedia. Cosa poteva aver portato Camilla in commissariato? Dopo quell’incontro glaciale sul pianerottolo non si erano più parlati e avevano continuato a comportarsi come due lontani conoscenti, anzi, quasi come due estranei.
Deve essere successo qualcosa… pensò Gaetano. “Torre, falla passare e chiudi la porta poi”. “Agli ordini, Dottò”. Dopo qualche istante Camilla entrò.
Non era stato facile per lei affrontare il percorso da casa al commissariato. Più volte aveva pensato di tornare indietro ma lo sguardo di Jolanda la tormentava e non poteva far finta di niente. Lo avrebbe affrontato.
“Ciao Gaetano” “Ciao Camilla… come mai sei venuta fin qui?”. “Ho, ho incontrato una ragazza ieri al parco. Piangeva e secondo me le è accaduto qualcosa di brutto. Si tratta di una giovane mamma, ma era sola, senza il suo bambino…”. “Sì e allora?” “E’ scappata via senza dirmi il motivo per cui piangeva. Gaetano, non sono sicura ma penso che possa avere a che fare con il tentativo di rapimento di quel bambino…”. “E allora? Non ti sembra un po’ poco? Cosa vuoi che faccia io?” “Non so, sei tu il poliziotto, cercala…” “Ah, cercala… così in mezzo a un milione di abitanti io dovrei cercare una donna di cui non si sa nulla…” Gaetano cominciava ad agitarsi, non tanto per la richiesta di Camilla, che era perfettamente pertinente al suo modo di essere, alla sua innata generosità nell’aiutare le persone, anche gli sconosciuti, ma si sentiva nervoso per la sua vicinanza. Dopo tutto quel tempo lontani, ora erano lì, uno di fronte all’altro. Gaetano provava delle sensazioni contrastanti: da un lato un desiderio irrefrenabile di baciarla, dall’altro la volontà di respingerla dalla sua vita.
“Ho capito, ho sbagliato a venire qua, d’altronde come darti torto, ce l’hai ancora con me per il modo in cui ci siamo lasciati” “In cui MI hai lasciato!” la corresse Gaetano istantaneamente alzando la voce. “Non preoccuparti, me la cerco io Jolanda!” Camilla rispose con lo stesso tono alterato usato da Gaetano e si diresse a passo deciso verso la porta del suo ufficio. Gaetano si bloccò nel sentire quel nome che collegò subito alla sorella di Petrich. Raggiunse Camilla “Come hai detto che si chiama? Aspetta…” le bloccò la mano che già stava aprendo la porta. Camilla si voltò e si ritrovarono a pochi centimetri di distanza… occhi negli occhi, ipnotizzati da un qualcosa più forte di loro… entrambi istintivamente stavano per annullare la distanza che separava le loro bocche quando la porta si aprì improvvisamente dall’esterno, urtandoli. Si voltarono e si ritrovarono di fronte Sonia de Giorgis.
 
“Livietta amore, che ne dici se porto io oggi Camilla al parco? Ho voglia di fare un po’ il nonno e ho bisogno di sgranchirmi le gambe dopo tutte le ore passate in studio”. “Va bene papà, così io preparo la cena… stasera finalmente arriva George!”.
A Renzo il nuovo ruolo di nonno piaceva tanto quanto quello di papà. Mai si sarebbe aspettato che da quel “gran casino” sarebbe scaturito così tanto amore per quei due frugoletti. E’ vero che spesso si sentiva solo, che il non condividere le sue emozioni con Camilla lo faceva ancora soffrire, ma in quel momento si sentiva comunque utile a sua figlia Livietta e soprattutto a Carmen. In fondo era sempre stato un bravo padre, pieno di attenzioni e questo nessuno in famiglia lo metteva in discussione ed era proprio questa fiducia che riponevano su di lui a gratificarlo.
Giunto al parco si sedette un po’ su una panchina a leggere il giornale, dato che Camilla dormiva beatamente.
Dopo poco fu scosso da un grido: “Eccolo, è lui, è l’uomo che ha cercato di rapire Marco!”. Renzo alzò gli occhi e vide la giovane mamma che aveva urlato indicare un corridore che passava di là. Renzo non se lo fece ripetere due volte e cercò di corrergli dietro. “Signora, mi dia un occhio alla bambina.. Ehi tu, fermati!”. L’uomo si voltò un attimo ma poi riprese a correre ancora più velocemente.
Dopo un paio di minuti Renzo si fermò ansimante.. “Non ce la faccio più.. accidenti all’età e ai chili di troppo… non sono più allenato..” Tornò da Camilla e dalla mamma che aveva urlato. Anche se era scappato, Renzo l’aveva visto in volto e decise di passare da Gaetano per rilasciare la sua testimonianza.
 
Camilla era uscita quasi di corsa dal commissariato, il cuore in tumulto, le lacrime che le annebbiavano la vista. Ecco chi era la donna che frequentava Gaetano.. non una nuova fiamma, non una ragazza ininfluente conosciuta per caso, ma proprio lei, la pm Sonia de Giorgis, l’unica donna che avrebbe potuto costituire una vera rivale per lei. Bella, intelligente, dotata di una sensualità naturale quanto il suo carattere forte e volitivo. E sapeva che Gaetano era sempre stato attratto da lei, che avevano vissuto una storia breve ma intensa, molto di più di tutte le altre storie a partire da Roberta per finire con Eva.
Non sapeva quando e perché fosse arrivata a Torino, capiva solo che quello che aveva intravisto quella notte non era un abbaglio ma la realtà... che ora le faceva ancora più male.
Aveva sbagliato tutto con Gaetano, l’aveva lasciato andare e, parafrasando le parole di Francesca, qualcuna se l’era accaparrato subito, qualcuna che aveva già intessuto dei legami con lui.
Nella corsa verso la macchina le suonò il cellulare. Rispose senza pensarci: “Ciao Camilla, sono Vladimir, ho appena finito il turno… se sei libera ti va di bere qualcosa?”
 
Renzo riportò Camilla a casa della figlia ma non volle raccontarle nulla per non turbarla ulteriormente. Aveva però deciso di passare in commissariato anche se non poteva dire di andarci volentieri.
Gaetano e Sonia erano seduti alla scrivania intenti a ragionare su alcuni nuovi elementi emersi in quei giorni. La testimonianza dei colleghi di lavoro di Anton, registrata dai colleghi di Milano, lo descrivevano come un uomo mite e buono, ultimamente in ansia per la sorella che aveva partorito. Non ne conoscevano il motivo ma improvvisamente era partito per andare a trovarla, nonostante il datore di lavoro non gli avesse nemmeno concesso le ferie.
E poi c’era la testimonianza della prof, che poteva non significare nulla, ma quel nome “Jolanda”… era davvero una coincidenza?
La Lucianona annunciò Renzo ai due. “Ma che è orario di visite? Hai tutta la famiglia allargata che viene qui a trovarti? Che ti hanno adottato?” Sonia fece questa battuta pensando di smorzare l’atmosfera tesa in cui aveva trovato Gaetano, ma si ritrovò a ricevere un’occhiata dura e sofferente, come se l’avesse ferito nel profondo.
Renzo entrò un po’ titubante. “Allora Renzo, cosa ti porta qui? Non nascondo che mi sorprende questa visita… anche perché invece di scomodarti avresti potuto passare per casa mia più tardi…” “Eh no, Gaetano, è che c’è di mezzo l’incolumità di tanti bambini… oggi ero al parco e mi sono imbattuto nel rapitore di quel bimbo…ho cercato di inseguirlo ma correva troppo veloce.. però l’ho visto in faccia!” “Signor Ferrero, come fa ad essere sicuro che si trattava proprio di lui?” lo interruppe Sonia “E’ stato riconosciuto anche da un’altra mamma che era lì anche il giorno del rapimento. Ha confermato pure che indossava gli stessi vestiti”.
 
“Che cosa mi stai chiedendo?! Camilla dovresti saperlo che c’è la legge sulla privacy!”. “Si lo so bene Vladimir, ma se te lo chiedo è per un motivo grave! Voglio ritrovare quella donna, forse è sola e ha bisogno di aiuto”. Camilla aveva appena chiesto all’amico infermiere di cercare i dati di Jolanda nel computer dell’ospedale e di farle sapere l’indirizzo di casa. Anche se la conosceva da poco, Vladimir aveva capito che era una donna caparbia, e forse per questo l’attraeva così tanto.
“E va bene, domani vedo cosa posso fare..” “No, non hai capito, domani potrebbe essere troppo tardi! Non puoi andare ora a controllare nell’archivio informatico…”. Vladimir le lanciò una strana occhiata. “E va bene, ma in cambio stasera esci a cena con me, noi due, senza la tua amica Francesca!”
Camilla sentiva che si stava mettendo una situazione difficile da gestire, ma ormai era troppo tardi e voleva ritrovare quella ragazza. “D’accordo” gli rispose “Naturalmente dopo che mi avrai accompagnato a casa sua!”.
 
Alle sei e mezza Gaetano stava correndo al parco. Preferiva di gran lunga farlo al mattino presto ma voleva vedere se avrebbe raccolto qualche indizio.
Dopo una decina di minuti gli sembrò di riconoscere Carmen che spingeva la carrozzina. Stava dirigendosi dalla sua parte, quando, da un viale laterale, spuntò un altro corridore che le si fermò a fianco. Sembravano conoscersi, tant’è che riusciva a vedere il profilo di Carmen sorridere.
“Avete fatto un bambino bellissimo tu e tuo marito!” stava dicendo il giovane a Carmen. “Veramente… io e il papà di Lorenzo non stiamo assieme… è una lunga storia..:”
“Ciao Carmen!” la salutò raggiungendoli. “Gaetano…ciao!” Anche il giovane si girò e Gaetano riconobbe nella sua fisionomia i tratti dell’identikit fornito da Renzo.
“Mi scusi… sono il vice questore Berardi… mi dispiace importunarla.. può fornirmi le sue generalità? Avrei bisogno di farle qualche domanda”. “…non capisco, che c’entra.. siamo in un parco pubblico… ho solo salutato un’amica.. che ho fatto di male?” “Nulla, ma è un semplice controllo”. “Gaetano, ma che succede?” Carmen guardò Gaetano allarmata. “Senti, diglielo anche tu al tuo amico che non è né il tempo né il luogo adatto per gli interrogatori!”. “Faccia meno il baldanzoso e mi dica il suo nome!” “Giulio Ardit”. “Bene signor Ardit, la aspetto domattina in commissariato per rispondere a qualche domanda. Ripeto: è solo un controllo. Mi raccomando venga alle 9, non mi costringa a farla cercare”.
Gaetano proseguì la sua corsa.
Giulio e Carmen si guardarono perplessi. “Qualsiasi cosa stia cercando, io non ho fatto nulla…” le disse guardandola intensamente negli occhi. Carmen abbassò lo sguardo e lui d’impulso le prese le mani. “Senti Carmen, so che ci conosciamo appena, ma c’è qualcosa in te che mi ha colpito fin dall’inizio… ora questo tuo amico che mi vuole interrogare… ma io vorrei che noi ci conoscessimo di più..” “Non lo so Giulio..” rispose Carmen turbata. “Ora devo andare a casa…”
 
Vladimir tornò in macchina dove l’aspettava Camilla. Aveva in mano un biglietto: “Jolanda Petrich, via Lamarmora, 15. Guarda Camilla che io non ti ho dato nulla... sto rischiando il licenziamento oltre ad una bella denuncia!” “Ma sì, ma sì nessun saprà mai nulla!”. Vladimir mise in moto la macchina e partirono.
Venti minuti dopo arrivarono all’indirizzo. “Vladimir, per favore, torna a casa. Chiamo un taxi per tornare. Ti ho già chiesto troppo oggi pomeriggio, non voglio che mi aspetti e preferisco andare da sola da questa ragazza”. “Camilla, sei sicura? Guarda che ti aspetto…e poi.. la nostra cena??” “Vai, ti chiamo dopo, promesso!”.
Vladimir ripartì lasciando Camilla di fronte ad un modesto condominio grigio.
 
Renzo non riusciva a concentrarsi sul progetto che aveva di fronte. Nelle ultime due ore aveva continuato a cancellare qualsiasi segno avesse provato ad aggiungere. Era preoccupato. Molto preoccupato. Gli episodi al parco gli avevano messo paura, per l’incolumità di Lorenzo e Camilla ma anche per quella delle loro madri.
Decise di salire da Carmen.
Una volta entrato si confidò con Carmen che, scossa da ciò che era accaduto, gli raccontò dell’incontro di quella mattina fra Gaetano e il corridore, omettendo però che si era fermata lei per prima a parlare con lui. Non voleva credere che potesse essere in qualche modo implicato nel tentato rapimento, ma, al contempo, voleva capire bene chi Renzo avesse visto. Si fece quindi nuovamente descrivere quel giovane che aveva tentato di inseguire e si rabbuiò constatando che, dalla descrizione, avrebbe potuto trattarsi di Giulio.
Ma voleva esserne sicura. Mentalmente decise che al più presto si sarebbe recata alla Rinascente.
 
Camilla suonò il campanello ma non ricevette risposta. Non volendo darsi per vinta, suonò a quello accanto e, con una scusa, riuscì ad entrare e a raggiungere il pianerottolo dell’appartamento di Jolanda. Suonò ripetutamente ma nessuno rispose. Camilla non voleva arrendersi: “Jolanda, se sei in casa ti prego apri! Sono Camilla, so che ci siamo conosciute solo ieri ma vorrei aiutarti, ti prego…”. Dopo qualche istante la porta si aprì.
La scena che si presentò davanti agli occhi di Camilla la raggelò: Jolanda aveva uno sguardo perso, gli occhi gonfi di chi da giorni non aveva fatto altro che piangere e, attorno a lei, l’appartamento era tutto in disordine, con vestitini da neonato un po’ ovunque ma anche oggetti sul pavimento come dopo un furto.
“Ma che è successo, che ti è successo e dov’è il tuo bambino?” le disse Camilla che non avrebbe mai voluto trovarla in quello stato ma che se la sentiva che le era successo qualcosa di grave. Jolanda lasciando andare un singhiozzo represso, istintivamente abbracciò Camilla e pianse disperata.
Camilla la condusse sul divano e sedettero strette per qualche minuto. Quando Jolanda sembrò riprendersi Camilla la guardò aspettando che parlasse ma senza più farle domande. “Hanno portato via mio bambino. Io non volevo, capisci.. ma Mirco aveva fatto tutto. Voleva i soldi lui, non gli importava nulla di me né di Pietro, nostro figlio…” la voce le si ruppe nuovamente per il pianto.
“Ma dov’è adesso tuo figlio?” “Non lo so, via, in altra città, venduto… e non lo vedrò mai più.. aveva solo due mesi, io non posso stare senza di lui” Camilla era inorridita. Era qualcosa di atroce, non poteva pensare che per soldi si potesse arrivare a tanto. Un bambino come la sua nipotina.. a quel pensiero sentì gli occhi inumidirsi. Con tutta la dolcezza di cui era capace le chiese: “Ma Mirco adesso dov’è?” “Non so, lui andato via… preso i soldi e non l’ho più visto.. e poi…” “E poi?” Jolanda riprese a piangere disperata. “Mio fratello Anton aveva capito che c’era qualcosa di sbagliato nel comportamento di Mirco. Era venuto a Torino per la nascita di Pietro e so che avevano litigato. Forse aveva scoperto tutto perché…. perchè è stato ucciso”. E riprese a piangere convulsamente.
Camilla continuò a tenerla stretta per un po’, piangendo con lei. Quando sembrò essersi nuovamente calmata le disse: “Ora vestiti, vieni con me alla polizia. Non c’è tempo da perdere se vogliamo ritrovare il tuo Pietro!”.
“Ma no polizia, no… Mirco dice che non credono a quelle come me, che mi mettono in prigione e che lui mi viene a cercare per uccidermi...” “Senti... e perché non dovrebbero crederti?” “Mirco.. Mirco ha sempre detto così…” Camilla guardò quella giovane donna così precocemente segnata dalla vita. “Non preoccuparti, ci sono io con te!”.
Dopo qualche minuto uscirono assieme dall’appartamento.
 
“Allora Dottò, io e la Lucianona siamo andati a interrogare i vicini di pianerottolo di Jolanda Petrich e la sig.ra Cerutti ha riferito che la ragazza da alcuni giorni non fa che piangere, la sente dal suo appartamento urlare e disperarsi… ma la cosa più strana è che non solo non ha più visto il di lei marito ma che soprattutto non sente più il bambino piangere..”.
Gaetano fu di nuovo pervaso da una sensazione di inquietudine: “E’ tutto troppo strano. Dobbiamo andare subito dalla Petrich. Abbiamo aspettato troppo!”
In quel momento bussò la Lucianona: “Dottò! E’ appena giunta una chiamata: ai grandi magazzini qualcuno ha tentato di rapire un bambino”. “Che cosa?? Andiamo Torre!”.
 
Ecco… ora non linciatemi ma anch’io entro a pieno titolo nelle “amanti dei cliff hanger”…  a dire il vero avevo deciso già dall’inizio di dividere il giallo in tre parti e nella terza ci sarà la risoluzione.
So che il capitolo è tutto incentrato su questo piuttosto che su Camilla e Gaetano, ma succederà presto qualcosa che li coinvolgerà molto…
Mi auguro che, nel frattempo, la linea gialla stia risultando credibile...
Vi ringrazio per avermi letto e spero di potervi postare presto il seguito!
   
 
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