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Autore: _joy    09/12/2015    6 recensioni
«Dai: esprimi un desiderio!»
Io mi mordo un labbro, poi scuoto il capo.
«Ma non bisogna esprimerlo mentre la vedi cadere?»
«Come fai a sapere quando cadrà una stella? No, dai, adesso!»
«E tu?» gli chiedo «Non hai un desiderio da esprimere?»
 
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se vuoi cambiare il tuo destino, cambia il tuo atteggiamento

Amy Tan





Sono sotto shock.

 
Ok.
In effetti era una possibilità.
Se dicono che un film è candidato all’Oscar, vuol dire che quel film concorre in una o più categorie per il massimo premio cinematografico mondiale.
Il massimo premio cinematografico mondiale.
 
Oh no.
Oh no.
Mi alzo e ricomincio a percorre a grandi passi l’ufficio di Ashanti.
Da quando l’ho saputo ho lo stomaco sottosopra per l’ansia.
Non riesco a mangiare, non riesco a dormire.
Ho come l’impressione che sia un enorme, grottesco scherzo che sta per esplodermi in faccia.
Non sono lucida, non riesco a concentrarmi su niente.
 
Ashanti mi fissa in silenzio, ma ho come l’impressione che debba trattenersi per non gridarmi addosso.
Ora che le nomination sono pubbliche fuori dal suo ufficio c’è una fila di gente che smania per incontrarmi.
Giornalisti, produttori, registi, stilisti.
Io sono nel panico e le ho proibito di organizzare qualsiasi cosa.
Lei morde il freno, ma sono certa che lo fa solo perché teme che la cacci.
Ha già capito che sono talmente strana, secondo i suoi canoni, che potrei farlo.
Al momento la contengo e lei si limita a lanciarmi occhiate stanche, a lanciarsi in predicozzi sulle occasioni sprecate e a enunciare le nomination ogni due ore.
E ogni singola, dannata volta, io vorrei strangolarla.
 
L’altra cosa che mi angoscia è proprio questa: Ben non ha preso nessuna nomination.
Jeff ne ha una per miglior attore protagonista; Julianne una per migliore attrice protagonista*; Sergei una nomination per la migliore regia e...
E io (io! Io! IO!!!!) una per migliore attrice non protagonista.
Inoltre il film enumera anche due bazzecole come le nomination per la colonna sonora e per la scenografia.
Appena Ashanti mi ha comunicato le nomination ufficiali ho chiamato Ben lui si è dimostrato felice e mi ha riempita di lodi e complimenti, ma quando gli ho chiesto di vederci ha risposto in modo vago.
E, nel mio stato di totale smarrimento, ci ho messo un po’ a razionalizzare i fatti.
 
Ora, io reputo Ben una persona assolutamente generosa e di spirito nobile.
Ma poniamo che il sogno della vostra vita sia sempre stato quello di fare l’attore, che abbiate fatto migliaia di sacrifici per riuscire e che poi arrivi una tizia qualunque, senza particolari doti né entusiasmo per la faccenda, e… BAM!
Ottenga una candidatura all’Oscar, così, senza colpo ferire.
Senza nemmeno volerla, né crederci fino in fondo.
Diciamocelo… a voi non brucerebbe un po’?
 
*
 
Ma forse sto correndo troppo.
 
E voi penserete che io sia matta: lo sapevo che il film era candidato all’Oscar, giusto?
Certo che sì. Lo sapevo.
Però non conoscevo tutta la trafila che conduce a questo premio e che, come giustamente aveva anticipato Sergei, è un vero e proprio cammino (anzi, Cammino), alla fine del quale io mi trovo completamente e totalmente stremata.
È come se avessi scalato un’enorme parete di roccia e, senza più forze, osservassi ora la cima ancora lontanissima.
 
La parete scalata fino a oggi è fatta dai premi che si tengono con scadenza puntuale prima degli Oscar.
Seventh Son ne ha fatto incetta, ma io non ho vinto nulla.
Jeff è stato premiato ai BAFTA e agli Empire Awards; Ben è stato candidato ai Critic’s Chioce Awards (anticipazione dei Brit Awards e conferiti dai critici inglesi a quella che secondo loro sarà la massima promessa cinematografica dell’anno successivo) e Julianne ha trionfato ai Golden Globe, l’anticamera degli Oscar, mettendo una seria ipoteca sul massimo premio.
Sergei era euforico.
E io anche.
Non voglio fingere ipocrisia: a me andava benissimo così.
Io non so cosa ci faccio, in mezzo ad artisti di questo calibro.
Ed è stato un sogno meraviglioso e perfetto poter partecipare con loro a serate meravigliose, indossando abiti stupendi e accompagnandoli a party scintillanti.
Davvero, a me andava benissimo così.
Sono addirittura stata segnalata da Vanity Fair tra le attrici meglio vestite sui red carpet!
Era tutto meraviglioso.
La gioia del cast e la felicità di Ben sono stati la carica e l’entusiasmo che mi hanno accompagnata in questo mese e mezzo.
Ho amato Los Angeles, ho fatto la spola con l’Europa, ho incontrato stilisti e fatto servizi fotografici e mi sono divertita come una pazza.
Ashanti ha selezionato attentamente ogni richiesta, ogni apparizione, e non mi ha lasciata sola un secondo.
Con la sua guida basta davvero poco: a me tocca solo la parte finale del lavoro.
E, con mia sorpresa, ho scoperto di trovarmi benissimo.
In occasione delle prime interviste ero molto nervosa, ma Ashanti me le ha sempre organizzate con Julianne o con Ben ed entrambi hanno fatto di tutto per mettermi a mio agio.
Con loro accanto riuscivo senza problemi a essere disinvolta e scherzosa, tanto che persino la severa Ashanti ha annuito con tono di approvazione definendomi “fresca e piacevole”.
Mi sono sentita come quando hai affrontato la commissione di laurea e ti alzi dalla sedia sapendo di aver vinto: ecco, è fatta.
Sapevo tutto. Ho risposto a tutto.
Ho vinto io.
 
E io avevo vinto: con i media, con la moda, con Ben.
Abbiamo passato delle settimane magiche promuovendo il film insieme, apparendo in tv, andando in radio per rilasciare interviste in diretta e posando insieme per la maggior parte dei servizi fotografici.
Jeff è molto schivo per quanto riguarda la stampa; Julianne lavora su vari altri progetti e ha poco tempo, non si sottrae ma delega volentieri a noi.
E la comunicazione del film ha molto puntato su Ben e me, come sulla coppia giovane della pellicola.
Ho ringraziato ogni giorno per la breve esperienza fatta prima del film sui set fotografici, che mi ha impedito di perdermi ora.
E con Ben è tutto immensamente più divertente.
Siamo affiatati, spontanei, felici.
Non so come altro descrivere questo periodo.
Io sono felice.
Con lui mi sento protetta; mi sento completa.
Abbiamo sviluppato un ottimo feeling e sempre più spesso ci accorgiamo che basta un cenno per intenderci, un sorriso per incoraggiarci a vicenda.
Sì, non sono mai stata più euforica in vita mia.
 
Ovviamente doveva arrivare il brusco risveglio.
Ed è arrivato sotto forma di questa mia nomination, un vero e proprio fulmine a ciel sereno.
Sergei, Jeff e Julianne si complimentano con me fino allo sfinimento; io invece mi ritraggo in me stessa.
Ma come cavolo è potuto succedere?
E, soprattutto, cosa accadrà ora?
 
*
 
Ovviamente è su Luna che riverso tutte le mie paure.
 
Le parlo dei miei dubbi, del mio senso di inadeguatezza, ma in risposta ottengo una secca esortazione a godermi il momento e a pensare al futuro.
«Mic, ormai questo non è più uno scherzo» mi dice, seria «Adesso da te dipendono i sogni e le speranze di una squadra che si è fatta un gran mazzo per arrivare dove siete. Adesso non puoi dire semplicemente “Oh, ma io stavo scherzando”»
«Lo so, lo so!» sbotto, angosciata «Però lo sai che all’inizio…»
«L’inizio era mesi fa» mi interrompe lei «Adesso è tutto diverso… E tu devi farci i conti. Oltretutto, lamentarsi di avere una possibilità del genere è da pazzi, cara mia!»
«Uffa» borbotto «Non ne posso più di sentirmi dire che non devo lamentarmi ma benedire la sorte!»
«Allora lascia che ti ricordi che le uniche due persone capaci di lamentarsi di un dono del genere siete tu e… tieniti forte… TUA MADRE!»
Inorridisco.
«E Ben?» gemo, dopo qualche secondo di terrorizzato silenzio «Ben ce l’avrà con me?»
«Se ce l’ha con te è un cretino» risponde lei, convinta «E comunque ti basta schioccare le dita per sostituirlo… In quanti vogliono uscire con te?»
Trattengo una rispostaccia.
Luna si diverte follemente quando le racconto degli attori e cantanti famosi che sto incontrando e il suo passatempo preferito è diventato spettegolare sulle loro vite.
Oltretutto, effettivamente, molti di loro mi hanno invitata a uscire, ma io ho sempre rifiutato.
Ufficialmente sono single e continuo a ripetere ai giornalisti ficcanaso che voglio concentrarmi sulla carriera.
La mia risposta standard è: «Oh, è tutto così magico e nuovo… Non potrei davvero concentrarmi su una storia, adesso! Mi sono appena affacciata nel mondo del cinema e davvero non riesco a pensare ad altro, per il momento!»
La risposta standard di Ben, per inciso, è una variante sul tema: «Ah, sono talmente concentrato sulla mia carriera che non ho tempo per una relazione… Una storia richiede dedizione e attenzioni e, al momento, io sono proiettato su questo lavoro, che mi assorbe completamente. Con Seventh Son le opportunità… bla bla bla…»
Di solito, a questo punto, i giornalisti ci chiedono se non stiamo insieme segretamente oppure ci dicono che abbiamo una grande complicità sullo schermo.
Risponde sempre Ben, che sorride, ringrazia e li svia con qualche banalità, mentre io sono solitamente soffocata da un’enorme, smisurata, gigantesca bolla di felicità che si gonfia nel mio petto e ogni volta minaccia di stordirmi.
Evito persino di guardare Ben e arrossisco e temo che mi si legga la verità in viso…
 
Secondo Ashanti il mio comportamento è un tocco di genio.
«Sembri così intimidita e dolcemente confusa!» ha gioito «Sei adorabile!»
«Ehm» ho risposto io.
Non so se ha capito qualcosa; forse sì.
È sempre con me, in ogni momento.
Ed è una donna davvero perspicace: sono certa che si è accorta del modo in cui guardo Ben.
Però non ha mai detto una parola, come del resto lui o il suo agente.
E io mi adeguo: va benissimo così.
 
 
Quando inizio a fare interviste da sola sono più esposta, ma in qualche modo mi piace.
Le domande sono quasi sempre delle gigantesche banalità e la cosa peggiore che può succedermi è quella di annoiarmi dopo aver ripetuto duecento volte che il mio colore preferito è il blu (a volte però dico il rosso, o il bianco, giusto per vedere se qualcuno si accorge che sparo cose a casaccio. Insomma… ma a chi può fregare di sapere qual è il mio colore preferito?!).
Quando parlo del cast sono entusiasta e grata (esattamente come mi sento, quindi) e spero che i miei sentimenti per Ben si confondano nelle parole di adorazione che spendo per tutti.
Se non si confondono non mi importa: io so chiaramente cosa provo e, sebbene siano fatti miei, non ho la lucidità di nasconderlo al mondo.
 
Ne ho parlato con Ben, una sera.
Eravamo a casa sua, a letto, e lui stava giocherellando con una ciocca dei miei capelli, mentre io gli raccontavo di una divertente ospitata in televisione in cui mi hanno fatta cucinare.
«La mia torta era pessima!»
Ben ha riso, accoccolandosi più vicino.
«Non ti hanno detto che una donna così bella non può saper fare tutto?» ha motteggiato, baciandomi una spalla «Che se sapessi anche cucinare bene saresti esageratamente brava?»
Ho fatto il broncio.
«Io SO cucinare, bello mio… Solo che quella torta è venuta uno schifo perché non sono pratica di quella cosa che in America chiamano “burro”, ma che non somiglia affatto al vero burro!»
Lui ha scosso il capo, sorridendo.
«Va bene, allora sei ufficialmente una donna che sa mettere in difficoltà un uomo»
Mi sono girata sulla schiena e ho intrecciato le dita alle sue.
«Indovina chi pensano sia il mio fidanzato segreto?» l’ho provocato.
«Mmmm…» Ben ha finto di pensarci su «Non saprei… Jeff, forse?»
Sono scoppiata a ridere e lui mi ha baciato la guancia.
«Hai detto loro che non stiamo insieme?» ha chiesto.
«Ho detto loro di farsi i fatti propri!»
Ben ha riso, divertito.
«Che peperina! Mi spiace, piccola… Queste intrusioni nella sfera personale sono davvero odiose»
Arriccio il naso.
«In parte sono divertenti» bisbiglio, mentre fisso i suoi occhi scuri e quasi mi perdo.
Ma la passione finisce?
Arriva il momento in cui si riprende a respirare… O è sempre così?
Forse non voglio saperlo… Vivo in un mondo dorato, adrenalinico, e non lo cambierei con nient’altro.
«Lo dici perché per te è ancora tutto nuovo»
Ben sorride e mi bacia la punta del naso, quindi continua:
«A me dà molto fastidio, questa continua smania di sapere cose personali degli altri, con la scusa che i personaggi famosi devono accettare questa intrusione violenta nella loro privacy. Alla lunga mi stanco anche di dare risposte cortesi»
Mi lancia un’occhiata per vedere che effetto mi fanno le sue parole, quindi prosegue:
«Non sono tutti così, è ovvio. Ma alcuni ti danno l’impressione di essere interessati esclusivamente ai pettegolezzi e questo mi infastidisce molto»
«Capisco» borbotto «Vorrà dire che sguinzaglierò Ashanti»
Lui ride.
«Ecco, questa è una buona soluzione. Un agente serve anche a questo… Per esempio, io dico sempre al mio agente che non voglio domande personali, così lui può avvisare i giornalisti»
Ci rifletto su.
«Ma non te lo chiedono poi comunque?» chiedo «Voglio dire… Mi sembra l’ovvietà per eccellenza che puoi leggere su un qualsiasi giornaletto mediocre: “Ben Barnes, bello e single. Fatevi sotto donne!”»
Ben geme.
«Guarda, una volta ho fatto una battuta durante un’intervista e il giornalista l’ha distorta e ha scritto un pezzo in cui sembravo davvero incitare le donne a farsi avanti con me… Non farmelo ricordare! Mi brucia ancora!»
Rifletto su come mi sentirei se uscisse adesso un pezzo del genere su di lui.
Ci riderei su, perché so come stanno le cose… Ma perché la stampa dovrebbe presentarlo come un poveraccio che deve elemosinare una donna?
«Capisco quello che intendi» dico, decisa «Questa fame di dettagli privati è davvero inopportuna e invadente!»
Ben sembra curiosamente sollevato.
Giocherella ancora con i miei capelli, quindi mormora:
«Non… Non parlerai di me, allora?»
«Tu lo vorresti?» chiedo.
«No, no» si affretta a negare «Anche a me dà fastidio esporre i miei fatti personali. Non vivremmo più un momento di pace, non avremmo privacy. L’idea mi fa inorridire. Ma… sei una donna adulta, Miki, e non sono certo io a poterti impedire di parlare di qualcosa»
«Tengo molto alla nostra privacy» gli rispondo «E se per te va bene non voglio che si venga a sapere nulla»
«Per me va più che bene» sorride, sfiorandomi il fianco con dita delicate «Mi seccherebbe moltissimo dover ascoltare illazioni e gossip su noi due. E se per te va bene non vorrei dirlo neppure ai colleghi»
Mi mordo l’interno della guancia, riflettendo.
«Va bene… Ma penso che Sergei lo abbia capito»
«Sì, forse hai ragione… Ma Sergei è una persona discreta. Possiamo fidarci di lui»
Forse anche Julianne ha capito tutto…
Ma non mi soffermo a rifletterci perché in quel momento Ben rotola sopra di me e qualsiasi pensiero svanisce in una nuvola di beatitudine.
 
 
 
* Facciamo tutti finta che Julianne Moore non abbia – giustappunto – appena vinto un Oscar per un altro film!


***
Miei diletti lettori, come scusarmi?!
Non ci sono parole adatte, quindi non starò a farvi perdere tempo.
Grazie alle mie fantastiche amiche e sostenitrici fedeli, a chi mi incoraggia sempre, a chi mi attende paziente e chi ha la costanza di seguirmi.
Vi voglio bene!
Joy

   
 
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