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Autore: marta_weasley_394    10/12/2015    1 recensioni
Avete presente quando vi succedono quelle cose stupide e divertenti? Quelle che vi strappano un sorriso? Piccoli momenti di felicità strappati dalla monotonia della vita. Storie buffe, totalmente vere, che raccontano una vita piena di risate! Vuoi ridere? Leggi qui....
Dal testo:
< Ed eccoci già in macchina, in viaggio verso Milano per l'Expo.
-Che noia...- commenta come al solito mio fratello -mamma ho fame,cosa mangiamo per pranzo?-
-Accidenti come sei originale- ribatto io -sempre a dire che ti stai annoiando, io invece vorrei dormire!-
-Okay, ora facciamo un gioco- si intromette mia mamma che ha captato segni di tempesta imminente-
-Uhhh, non vedevo l'ora- sbadiglio, con una nota di sarcasmo nella voce forse troppo pronunciata.
-Ognuno di noi conta qualcosa lungo l'autostrada, tipo alberi, macchine, uccelli...chi ne vede di più vince!-
-Ottimo- aggiungo io risistemando la testa sul coprisedile grigio della macchina -io conto i draghi. Oh, guarda un po', non vedo draghi.
Buonanotte!- sono le mie ultime parole e chiudo gli occhi, ma li riapro subito perché una risata fastidiosa mi giunge alle orecchie. >
#cosechesuccedonodavvero
Genere: Commedia, Demenziale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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#musiclesson
La nostra scuola è talmente barbona che non abbiamo neppure i soldi per ristrutturare l'aula di musica, quindi ci tocca fare lezione nell'Aula Magna. Come al solito io e miei migliori amici Matteo e Andrea corriamo nell'atrio seguendo la prof., per accaparrarci i posti più in fondo possibile. La bidella ci sbraita contro, io faccio il voto del silenzio nel tentativo di trattenere una risata.
Cerco di tenere il quaderno in equilibrio tra il mini banco della sedia e la schiena di Andrea davanti a me, ma con scarso successo: lui si muove e la sedia fa così schifo che neppure lei sta ferma. La prof. sta riconsegnando le verifiche di storia della musica, spero sia andata bene…
«Gatta?» domanda la prof, e Matteo di fianco a me alza speranzoso lo sguardo, manco stesse invocando Maria. Ha preso otto e mezzo, mediocre? Sì. Lui fa semplicemente schifo in musica, non la calcola neppure come materia.
Chiama me, ho preso 9+. È nei miei standard, voglio supporre. O almeno credo.
Il brano che facciamo oggi è da scartavetrarsi i c******i con la carta vetrata. Fra martino campanaro in versione funerale, direi che il detto “Mai 'na gioia” sia più che adatto.
La prof è in piena crisi pre-mestruale, si sta lamentando random di quello che facciamo e non facciamo, intanto io mi rigiro il flauto tra le mani e fingo di vomitare dentro il cappuccio della felpa di Andrea. Matteo mi guarda ridendo, e smette richiamato dalla prof.
Torno con la testa su e penso all'odore della felpa.
Mi ricorda qualcosa.
Vaniglia?
No.
Cannella?
Mah.
Shampoo Pantene?
Sì.

Mi avvicino ad Andrea e gli dico «Ohi, ma tu usi lo shampoo della Pantene?»
Lui si gira e mi guarda come se avessi appena urlato “evviva le tagliatelle al ragù” ad un raduno di vegani.
«Che?»
«Hai il cappuccio che profuma di shampoo pantene.» ripeto.
Mi ignora e si rigira, pronto a suonare quell'inutile pezzo di plastica bucherellato denominato “flauto” dagli appassionati.
Questa lezione mi sta annoiando. Preferirei essere rinchiusa in una stanza delle torture con Gigi D'Alessio che canta piuttosto che stare qui. Accavallo le gambe e guardo con indifferenza la prof.
Quella hippie è davanti al tavolone dell'Aula Magna, e dietro ha i due alunni più tamarri e nullafacenti della mia classe. Sta blaterando qualcosa sul brano che dobbiamo fare, e per poco non mi viene un infarto quando vedo due dita spuntarle dai capelli rossi.
Uno di quei due geni deve aver avuto la brillante idea di fare la corna alla prof.
Mi faccio violenza morale per non scoppiare a ridere, accasciandomi dietro ad Andrea per non far vedere che sto avendo una crisi epilettica, sento Matteo che sta tremando, trattenendo una risata per evitare di far brutte figure. Ritorno più o meno composta, la mano è sparita. Poco dopo, però, risorge e stavolta mi basta una mano davanti alla bocca per tenermi dentro tutto. Tutta la classe è in evidente stato di imbarazzo.
Annuso di nuovo il cappuccio di Andrea, sembro uno di quei cani da tartufo. Che buon profumo.
Suona la campanella e mi rendo conto che, tutto sommato, questa lezione è stata divertente come correre 5 km di maratona e scoprire che alla fine non c'è il buffet.


 
   
 
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