Fanfic su attori > Cast Pretty Little Liars
Segui la storia  |       
Autore: keepAsecret_    13/12/2015    4 recensioni
Finalmente ricominciano le riprese di Pretty Little Liars dopo la pausa estiva. Ashley Benson, Lucy Hale, Troian Bellisario e Shay Mitchell sono pronte a diventare le coraggiose Hanna, Aria, Spencer ed Emily e ricominciare a contrastare "A", lo stalker che le perseguita. Ma se il confine tra la realtà e la finzione si annullasse? Se un anonimo che si firma A cominciasse a torturare le attrici con messaggi intimidatori? Potrebbe essere un fan esaltato, uno scherzo di un loro collega... ma se invece A fosse reale? Se un psicopatico avesse preso spunto dalla serie tv per cominciare un ciroclo vizioso si minacce e rapimenti.
Certamente Hanna, Aria, Spencer ed Emily sono molto coraggiose nell'affrontare A, ma Ashley, Lucy, Troian e Shay lo saranno altrettanto?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ashley’s pov
 
Stavo dormendo beatamente, quando improvvisamente sentii qualcosa di freddo e di bagnato cadermi sul viso. Spalancai gli occhi, e alla chiara luce dei raggi che filtravano dalla finestra aperta, misi a fuoco il volto di Marlene. Sbadigliando mi tirai a sedere asciugandomi con le maniche del pigiama, poi feci il terzo dito alla produttrice che mi fissava maliziosa con un secchio in mano.
-Forza Ashley, non essere ostile… dobbiamo cominciare le riprese.
-E quindi tu mi svegli con un secchio d’acqua in faccia? Quando diventi normale fammi uno squillo.- sbuffai alzandomi dal letto e infilando le pantofole.
-Mamma mia che ostilità Ash.- sorrise lei porgendomi un plaid che io afferrai di malavoglia:
-Tu mi svegli con una secchiata di acqua gelida, in pieno inverno… e poi quella ostile sono io!
-Ma era uno scherzetto.
-Sarà stato uno scherzetto… ma tu rimani lo stesso poco normale.- ribattei io dirigendomi verso il bagno in preda ai brividi. Marlene decise di tagliarla lì, sapendo che normalmente di mattina non sono il massimo della simpatia.
-Comunque volevo dirti una cosa Ash.
-Si?- chiesi impaziente avvolgendomi i capelli in un turbante.
-La ripresa di oggi sarà una delle prime scene Haleb della 6B… quando Caleb e Hanna si rimettono insieme dopo che lei lascia Jordan.- mi sentii improvvisamente rinvigorita, ma non la volli dare vinta a Marlene, quindi continuai a sbuffare:
-Quindi?- Marlene dovette aver capito che fingevo, perché sorrise:
-Esco dalla camera Ash, sbrigati a prepararti che è tardi: come vedi le tue amiche sono già giù.- fece per uscire, ma io la fermai:
-Marlene, chiamami Ty, digli di venire.
-Va bene… ma voi due non perdete tempo!
-Non preoccuparti Marlene.- appena la donna uscì dalla mia camera, io mi sedetti sul letto sbadigliando e continuai ad asciugarmi il viso. Nonostante il plaid, il pigiama impregnato di acqua fredda mi faceva rabbrividire. Dalla camera da letto udii la porta che si apriva, e in pochi secondi comparve Tyler:
-Buongiorno dormigliona.
-Da quanto siete svegli tutti?- chiesi.
-Gli altri da circa due ore…
-E tu Ty?
-Io da tipo due minuti…- rispose lui scoppiando a ridere, e si passò una mano tra i capelli bagnati. Notai che oltre i capelli aveva anche il pigiama zuppo, così, non riuscendo a trattenere un sorriso, gli domandai:
-Anche a tu sei stato svegliato con un secchiata di acqua gelida?- Tyler annuì:
-Eh già…
-Troia…- scherzai sorridendo pensando con affetto a quella burlona di Marlene.
-Troia…- concordò Tyler ridacchiando e poi mi raggiunse.
-Sto congelando.- mi lamentai stringendomi nel plaid, ma ormai anch’esso era bagnato e non riscaldava proprio.
-A chi lo dici…- affermò Tyler rabbrividendo. Presi un altro plaid dalla sedia e glielo lanciai:
-Prendi questo.- lui lo afferrò al volo e lo avvolse attorno a sé.
-Grazie Ash, ma a giudicare da come stai tremando tu, non credo che i plaid facciano molto.
-Già.- sbuffai io.
-Dovremmo prepararci, Marlene ci aspetta per le riprese.
-Va bene, puoi stare qua se vuoi.
-Okay, ho portato i vestiti. Sei pronta, piccola, a girare la più bella scena Haleb di sempre?- gli sorrisi:
-Io si, tu?
-Idem.
 
---
 
Avevo indossato i vestiti di Hanna e, prima di scendere con Tyler, stavo cercando di staccarmi la benda dal polso nonostante mi facesse malissimo.
-Cosa stai facendo Ashley?- chiese Tyler dietro di me con una voce incredibilmente paziente, come quella che si usa con un bambino testardo e cocciuto. Mi voltai lentamente e spiegai:
-Non fanno altro che chiedermi tutti cosa ho fatto al polso… quando vedono la benda. Mi scoccia spiegare a tutti cosa è successo. E poi non voglio che nelle riprese io abbia il polso bendato.- mi aspettavo che cercasse in tutti modi di dissuadermi, alzando anche la voce, invece mi guardò dritto negli occhi e cominciò:
-Potresti peggiorare la lesione Ash… sei sicura?- io annuii convinta e lui girò la testa dall’altro lato contrariato:
-Quando sei testarda piccola.
-Voglio togliere la benda Ty, non riuscirai a farmi cambiare idea, quindi mi aiuterai o no?
-Va bene.- sbuffò lui, e io sorrisi vittoriosa. Il ragazzo mi si avvicinò e mi prese il braccio tra le sue mani. Con un paio di forbici tagliò la parte incollata della garza, poi iniziò a tirare:
-Ahi.- gemetti, e lui si bloccò:
-Ti sei fatta davvero male?
-In realtà non tanto…
-Sei solo un po’ prevenuta, stai tranquilla.- riprese a srotolare la benda, finché il mio polso non rimase libero. Osservai il braccio ma distolsi subito lo sguardo.
-Non ha un bell’aspetto…- riuscii a sussurrare, e Tyler annuì:
-Non preoccuparti.- il polso era molto gonfio e aveva assunto un colore tra il viola e il nero. Tyler passò il dito sulla mia pelle effettuando una leggera pressione. Il braccio mi lanciò una frecciata di dolore tale che per qualche secondo vidi rosato. Lanciai un grido e Tyler chiese:
-Male?
-Da morire Ty, per favore basta.- avevo le lacrime agli occhi, così Tyler prima mi abbracciò, e poi sorrise:
-Non piangere Ash, che poi ti scola il mascara.- cominciò facendomi l’occhiolino, e io scoppiai a ridere nonostante il dolore:
-Noo! Non mi è già scolato vero?
-No, sei perfetta.
-Thanks.- risposi arrossendo, poi infilai una felpa grigia e mi diressi verso la porta. Tyler mi porse la mano:
-Posso avere l’onore, Hanna Marin?- io afferrai la sua mano e sorrisi:
-Certo Caleb Rivers.
 
---
 
-No Ashley, spostati un po’ più verso destra.- mi riprese Marlene fissandomi con degli occhi severi. Visto che la scena era ambientata in un albergo, non avevamo dovuto raggiungere il set, ma eravamo rimasti in una camera d’hotel. Ero distesa sul letto matrimoniale, e Tyler accanto a me.
-Ora Tyler passa un braccio dietro la schiena di Ash, e distendetevi un po’ meglio.
-Va bene?- chiesi accoccolata tra le braccia del ragazzo.
-Aspettate… ora Ash tu devi poggiare la testa sulla spalla/petto di Tyler, e lo devi abbracciare.
-Così?- chiesi lasciandomi sfuggire un sorrisetto.
-Metti quel braccio sotto il fianco di Tyler.
-Non posso.
-Perché?
-Mi fa male il polso.- spiegai, così Marlene acconsentì:
-Allora va bene così. 3…2…1… si gira!
Presi un sospiro profondo e cominciai:
-Questa stanza è… carina, Caleb.
-Ammettilo che ti manca la tua stanza piena di trucchi, Han.
-Si, un po’ sì. Ma quando ero lì, mi mancavi tu. Preferisco te ai miei rossetti.
-Detto da Hanna Marin è un complimentissimo.- risi come prevedeva il copione, poi accarezzai con il braccio sano la testa a Tyler:
-Mi sei mancato piccolo.- appena terminai la frase io e Tyler scoppiammo a ridere come due pazzi, e questo non era previsto dal copione. Marlene ci guardò inferocita e fece segno a Norman di spegnere la telecamera, poi sbottò:
-Siate seri ragazzi! Che succede?! Perché ridete?!- io Tyler continuavamo a ridere, ma Marlene insistette:
-Allora?- tra le risate Tyler provò a spiegare:
-Di solito, nella realtà, sono io che la chiamo “piccola”…
-Quindi chiamarlo “piccolo” fa un po’ strano!- completai io ridacchiando. Marlene aprì le braccia sconvolta:-
-Avete due anni? Siete attori, fate i seri.- sbuffando ci rimettemmo in posizione. Visto che la scena doveva essere nel corso della notte, ma nella realtà era mattina, Marlene aveva chiuso tutte le finestre e l’unica luce che illuminava la stanza era quella del lampadario.
-3..2…1… si gira!
-Senti Caleb, se vuoi parlare di quello che è successo… di “A”… possiamo parlarne, non è un problema.
-Non voglio farti pensare al passato Hanna, non voglio che ti preoccupi inutilmente, voglio solo che tu stia bene piccola.- sia io che Tyler recitavamo, ma dagli sguardi eloquenti che ci scambiavamo, ci rendemmo conto che quella conversazione si poteva rispecchiare più che bene nella realtà.
 
---
 
Mezz’ora di riprese dopo, eravamo ancora nella stessa posizione. Avevamo provato a spiegare a Marlene che era alquanto irrealistico che dopo mezz’ora due persone fossero ancora nella medesima posizione… ma la donna non aveva voluto sentire ragioni e tutto sommato a noi non dispiaceva stare in quel modo, quindi non avevamo insistito.
-…perché io ti amo Hanna.
-Anche io Caleb.- sussurrai, e Marlene esclamò giuliva e felice come una scolaretta:
-Buona! La scena è perfetta! Ci vediamo dopo ragazzi.- prima di lasciare la stanza insieme a Norman e alla sua telecamera, Marlene mi guardò preoccupata:
-Dovresti mettere qualcosa su quel polso Ash.- sbuffando mi abbassai nuovamente la manica della felpa per coprire il braccio ferito.
Una volta rimasti soli, Tyler fece per alzarsi dal letto, ma io mormorai:
-Tyler?- lui si bloccò seduto.
-Si?
-Non è che rimarresti qua con me?- lui mi sorrise e si distese nuovamente accanto a me.
-Certo piccola.- allungò il braccio e spense la luce della stanza, poi tirò il piumone del letto sopra di noi. Io, sempre con la testa sulla sua spalle e cingendogli la vita con il braccio, chiusi gli occhi. Tyler mise un braccio attorno a me stringendomi a lui in modo protettivo e, tranquilla e rilassata mi addormentai.
 
 
Troian’s pov

 
-Devo dirti Shay, che oggi la cuoca dell’albergo si è proprio superata!- esclamai mordendo una fetta di cheesecake ai frutti di bosco.
-Basta Troian! È la quarta fetta!
-E vabbè.
-Che facciamo adesso?- mi chiese la mia amica, e io alzai le spalle.
-Mi sarebbe piaciuto andare a dare il buongiorno ad Ash, ma starà girando le riprese con Tyler.
-Anche io volevo andare da lei. Volevo anche chiederle come va il polso… Ma ricordi quando poco fa mi sono allontanata per andare in bagno?
-Si.
-Beh, visto che ero nei paraggi mi ero avvicinata alla stanza dove giravano… ma Marlene mi ha cacciata via in malo modo.- rise Shay, e io sbuffai:
-Allora andiamo all’ospedale da Lucy.- proposi.
-O forse c’è Janel?- chiesi all’improvviso.
-No, Janel c’è andata stamattina. Ma si può sapere cosa è successo tra te e Janel?- io cambiai velocemente discorso glissando la domanda:
-In caso possiamo chiedere a Keegan di accompagnarci. La tua macchina è rimasta lontana dato che ieri siamo tornate con Tyler.
-Va bene. Allora andiamo?
-Okay.- acconsentii.
 
---
 
-Ti sono infinitamente grata del passaggio Keeg…- sbadigliai una volta in macchina dal nostro amico:
-Non preoccupatevi dolcezze. Ma una cosa… Ashley e Tyler non sono scesi stamattina… stanno ancora dormendo o stanno facendo altre cose insieme?- nel dire “altre cose insieme”, sul suo viso si dipinse un’espressione furbetta da pervertito, e io mi tappai le orecchie arrossendo:
-No Keegan! Per l’amor di Dio, no! Stanno solamente girando le riprese con Marlene!
-Ah! Ecco come mai mancavano anche Marl e Norman… e io che pensavo che stavano facendo orgette tutti e quattro insieme!- decisi di sorvolare sullo schifo dell’affermazione di Keegan, essendo ormai abituata alla perversione del mio amico. Mi voltai verso Shay, ma lei aveva le cuffiette con la musica e ne dedussi che non aveva sentito una sillaba della mia conversazione con Keegan.
Intanto eravamo arrivati di fronte l’ospedale. Keegan cominciò:
-Non trovo parcheggio qui davanti. Volete scendere dalla macchina così evitate di farvi chilometri a piedi se trovo il posto troppo lontano?
-E tu rimani solo come un autista a cercare parcheggio?- risi io, e lui sorrise:
-Non preoccupatevi, però se dovete scendere fatelo velocemente perché non posso stare fermo qui ancora… che c’è già una macchina dietro di me che mi sta suonando il clacson.-
Aprii lo sportello con un clack sonoro e io e Shay scendemmo. L’aria di dicembre era fredda e frizzantina, e a causa dell’umidità sembrava ancora più gelida. Mi strinsi rabbrividendo nel bomberino (cappotto) di piume d’oca, poi strappai a Shay gli auricolari dalle orecchie.
-Che fai?!- si lamentò lei sbuffando, e appena aprì bocca il suo fiato si condensò in una nuvoletta di vapore. Shay aveva indossato il giubbotto di pelliccia di visone che aveva acquistato il giorno prima, ma che nonostante l’aspetto pesante, non teneva molto al caldo.
-Hai una sciarpa in più Troian?- io mi sfilai la mia dal collo e gliela porsi:
-No, ma puoi tenere la mia.- dissi. Avevo freddo, non sapevo perché le avevo dato il mio fascia collo, ma fui felice di aver fatto qualcosa per lei.
-Grazie Troi!- esclamò lei avvolgendosi il collo con la mia sciarpa verde petrolio. Appena varcammo la soglia dell’ospedale, un’ondata di calore ci travolse piacevolmente.
-Grazie al cielo hanno acceso i caloriferi!- affermai con sollievo, e mi abbassai la cerniera del cappotto.
-Lucy era in una stanza al secondo piano, vero?- mi domandò Shay, e io annuii:
-Si, al secondo piano.
-Prendiamo l’ascensore, ho le gambe stanche.
-Ti sei appena svegliata Shay, come fai ad essere già stanca? Pigrizia portami via…-scherzai io entrando in ascensore, e la mia amica mi seguì. Continuava a rabbrividire, nonostante la temperatura all’interno della struttura fosse molto elevata. Io anzi cominciavo a sentire molto caldo, e mi parve strano che Shay fosse ancora infreddolita, così mi avvicinai a lei e le toccai la fronte:
-Che fai?- chiese lei, e io cominciai stranita:
-Sei stanca e hai freddo, stavo vedendo se avessi la febbre… ma non sei calda.
-Menomale… non ci vuole proprio un’influenza adesso.- intanto l’ascensore aveva raggiunto il piano, così scendemmo. Ci dirigemmo a passo sostenuto verso la porta della camera dove c’era Lucy, ma prima che potessimo abbassare la maniglia ed entrare, i nostri cellulari squillarono contemporaneamente. Io e Shay ci bloccammo come se fossimo state pietrificate, e guardammo i rispettivi telefoni. Visto che io non mi decidevo ad aprire bocca, fu Shay a leggere il messaggio con voce teatrale:
 
La corsa sulle montagne russe parte tra 3…2…1… Fate un bel respiro stronzette prima di entrare da Lucy. Una volta che salite sul vagone, non potrete più scendere fino a che la corsa non sarà finita.
-A
 
-Si riferisce al Tour de Force che ci aveva annunciato ieri, vero?- mi chiese Shay intimorita, e io sbuffai:
-Credo di sì… ci aveva annunciato che oggi avremmo fatto una “corsa sulle montagne russe” stremante e veloce, che l’inizio di essa sia qualcosa all’interno della camera di Lucy?
-Possiamo provare a non dare conto a niente. Anche se troviamo qualcosa di sospetto non diamoci peso. Forse in questo modo possiamo riuscire a non “innescare la miccia”.- propose Shay, ,a io mi lasciai sfuggire un sorrisetto eccitato:
-O forse, “innescare la miccia”, è proprio quello che dobbiamo fare...- spalancai la porta della stanza di Lucy e Shay scosse la testa preoccupata:
-No, no, no... Troian, tu sei fuori di testa!- di tutta risposta io alzai un sopracciglio:
-Ho sempre adorato le montagne russe Mitchell.
 
Ashley’s pov

 
Una ventata di aria fredda mi svegliò. Aprii lentamente gli occhi cercando di ricordare dove fossi e cosa stessi facendo, poi ricordai di essere in una camera dell’albergo con Tyler. Ma da dove arrivava quel venticello? Ero ancora abbracciata a Tyler, così tentai di sfilargli il braccio da attorno alla vita, ma lui mi teneva forte. Era il braccio con il polso slogato, quindi non potendo forzare più di tanto, rinunciai a staccarmi dal ragazzo. Voltai la testa per quanto possibile da quella posizione, e vidi che la finestra era aperta anche se le serrande erano calate: era da lì che passavano gli spifferi gelidi. Il mio cuore saltò un battito: noi quando ci eravamo addormentati la avevamo lasciata chiusa. Mi voltai di scatto con la pulsazione a mille, e vidi che anche la porta della camera era aperta e che dava sul corridoio buio (pure lì le finestre erano chiuse). Tyler dormiva ancora, ma io gli diedi un leggero scossone:
-Tyler…- sussurrai sudando freddo. Lui non si svegliava, così alzai leggermente la voce:
-Tyler?- lui si agitò nel sonno. Gli diedi un’altra spintarella e lui sbadigliò:
-Che succede piccola?- chiese socchiudendo impercettibilmente gli occhi.
-Qualcuno è stato qui.- mormorai nell’orecchio del ragazzo, e lui si mise a sedere:
-Mentre noi dormivamo?
-Si, guarda, la finestra e la porta sono aperte!- Tyler mi strinse la mano e scese dal letto infilando delle pantofole pelose. Io lo seguii, e sussurrai:
-Tyler… e se è ancora qui?
-Può essere solo nell’armadio Ash.- si diresse versoi il guardaroba, ma prima di aprirlo mi avvisò:
-Stai dietro di me, piccola.- mi acquattai alle sue spalle, e lui spalancò le ante dell’armadio. Un grido, non so se per il sollievo o per la sorpresa, mi si strozzò in gola: sullo specchio che era attaccato all’anta interna c’era scritto con del rosso:
 
Vi consiglio di riunirvi al gruppo piccioncini, è più facile uccidere un cucciolo di lupo quando si separa dal branco.
-A
 
-Non c’era “A”…- feci notare sollevata non riuscendo però a staccare gli occhi dalla scritta.
-Vuole solo spaventarci Ashley.
-Speriamo…- risposi, quando un suono improvviso ruppe il silenzio. Saltai in aria, ma poi mi resi conto che era solamente la mia suoneria. Presi il cellulare dal comodino, e vidi che Troian mi stava telefonando.
-Pronto Troi?
-Ash devi venire subito all’ospedale! Subito!
-Calma Troian, che succede?
-Ashley devi venire subito qua! Da sola!
-Così però mi spaventi Troian! Va bene, arrivo, anche io vi devo dire molte cose.- chiusi la telefonata e guardai Tyler:
-Devo andare all’ospedale Ty.
-Okay
-Da sola.- specificai, e lui alzò gli occhi al cielo:
-è pericoloso Ashley! Le tue amiche sono andate con Keegan stamattina. Voi quattro non potete girare da sole. Non è sicuro.
-Devo andare da sola.
-Ti accompagno.
-Perché sei così protettivo?!- sbottai con un sorrisetto che lui ricambiò:
-Vuoi che smetta?- chiese malizioso, e io scoppiai a ridere abbracciandolo:
-No…- risposi dandogli un bacio sul collo.
-Vai da sola Ash, ma fai attenzione…- concesse lui ricambiando l’abbraccio. Io sorrisi e mi avviai verso l’uscita, ma sull’uscio mi fermai e mi voltai di scatto:
-Aspetta… ma io con il polso in queste condizioni come faccio a guidare?- Tyler sorrise:
-Mi chiedevo quando te ne saresti accorta!
 
---
 
-Tyler, davvero, sei un santo.- affermai mentre eravamo in macchina verso l’ospedale.
-Mi porti dovunque anche se avevi altri programmi.
-Che ci posso fare Ash? Avevo capito che sarebbe andata a finire così da quando ho accettato il ruolo di Caleb Rivers e ho incrociato per la prima volta i tuoi occhi azzurri.- sorrisi e ribattei:
-Ti ricordi quando in Pll Spencer ha detto a Caleb che se lo avessero imbottigliato avrebbero ottenuto l’essenza di ragazzo perfetto?
-Si, mi ricordo.- affermò lui senza staccare gli occhi dalla strada.
-Beh, lei lo diceva a Caleb, ma credo che valga anche per Tyler.- il ragazzo sorrise, poi staccò una mano dal volante e prese la mia mano. Intanto eravamo arrivati all’ospedale e Tyler aveva appena parcheggiato.
-Però ora non facciamo i romantici che non ci si addice Ash, vieni qua.- disse Tyler con un mezzo sorriso attirandomi a sé. Io mi avvicinai al suo sedile e lo abbracciai.
-Forse ora è meglio che vada.- sussurrai aprendo lo sportello, e Tyler mi sorrise:
-Si, forse è meglio di sì: le tue amiche ti staranno aspettando. Io ora vado con degli amici in piscina, ci sentiamo dopo.- disse, ed io annuii:
-Divertiti Ty.
-A dopo.
Scesi dalla macchina e raggiunsi il portone dell’ospedale. Il vetro era appannato dall’interno, quindi dedussi che dentro ci fosse molto più caldo. Tirai un sospirone e varcai la soglia.
Come speravo la temperatura era abbastanza elevata dentro l’ospedale, così mi sfilai il giubbotto. A che piano stava Lucy? Mi sembrava il secondo, ma non ero sicura. Mi avviai per le scale, e mentre salivo non potevo fare a meno di chiedermi cosa di tanto urgente le mie amiche avevano così fretta di dirmi.
Potei costatare con sollievo che avevo indovinato il piano, visto che le mie amiche erano lì. Mi stavano aspettando davanti alla porta della stanza di Lucy, e sembravano molto ansiose. Troian batteva ripetutamente il tacchetto della scarpa sul pavimento, mentre Shay si mordicchiava il laccetto che pendeva dal cappuccio della felpa. Appena mi videro si misero a correre verso di me.
-Vieni subito Ashley!- cominciò Troian nervosa afferrandomi con forza il braccio. Mi prese il polso ferito, così gridai con tutto il fiato che avevo in gola:
-Il polso Troian!!- urlai, e lei mi lasciò come se scottassi:
-Merda Ash, scusa.
-Non preoccuparti.- ribattei io tenendomi il braccio al petto.
-Non puoi capire cosa è successo…- iniziò la bruna, e io sgranai gli occhi:
-Cosa avete combinato?!- chiesi, e Troian mi guardò offesa:
-Noi non abbiamo combinato niente! È di Lucy…
-Parla.
-Siamo entrate a trovarla, giusto Shay? Il suo cellulare era sul comodino, poco distante da lei. All’improvviso le è arrivata una notifica, e io l’ho preso in mano per passarglielo. Mi! Manco le avessi fatto chi sa cosa! È scattata in avanti e me lo ha strappato dalle mani alla velocità della luce.- spiegò lei, e io aggrottai la fronte:
-Secondo te cosa ha da nascondere?
-Proprio quello che vorremmo scoprire Ashley… ora Lucy sta dormendo…
-Tu dici di entrare e prenderle il telefono?
-Lo so che non è bello da far…- cominciò lei, ma io la interruppi:
-È un’idea fantastica Troi!- esclamai, e sia lei che Shay mi guardarono attonite:
-Sei seria?
-Si, ieri “A” ci ha avvisato che oggi sarebbe cominciato un Tour de Force assurdo… come un giro sulle montagne russe. ADORO!- Troian mi batté il cinque e disse a Shay indicandomi:
-Hai visto?- Shay aprì le braccia esterrefatta e sbottò:
-Voi due siete malate!
 
---
 
-Abbiamo il bottino.- sussurrai una volta uscite dalla stanza con il telefono di Lucy.
-Missione compiuta.- mormorò Troian eccitata, ma Shay sbuffò:
-“Bottino”? “Missione”? Ma siete alle elementari? Voi state prendendo tutto come un gioco, ma non capite che “A” può anche uccidere la gente! Avete visto la ragazza alla festa.
-A proposito… ma alla fine cosa era successo a quella ragazza?
-Ho sentito che era stata avvelenata. Si è salvata per miracolo. Non ci sono dubbi che sia colpa di “A”? Vero?
-Sarà stato sicuramente “A”.
-Dai, non perdiamo tempo, apriamo questo benedetto cellulare.
 
---
 
Shay’s pov

 
Passai il dito sullo schermo touch, ma improvvisamente comparve sulla schermata il format del codice: bene, il telefono era bloccato!
-Ci vuole il pin… qualcuno sa il codice del cellulare di Lu’?
-No, non lo so, ma prova con la sua data di nascita.- suggerì Ash, ma nemmeno quello era il pin corretto.
-Prova con la data di nascita della sorella!- esclamò Troian, ma io aggrottai la fronte:
-Non so quando è nata Maggie.
-Prova con il compleanno di Ian!- propose la bionda quasi con un grido. Inserii la data di nascita del ragazzo, e con un bip il telefono si sbloccò.
-Ti amo Ash.- esclamai, e la bionda sogghignò fiera:
-Anche io mi amo.
-Allora che facciamo?
-Beh, io direi di andare alla cronologia di Google.
-Lucy ci ucciderà…
-Dobbiamo farlo.- aprii la cronologia web, e con sorpresa mi accorsi che nelle ultime venti ricerche compariva sempre la stessa cosa.
-Lucy ha cercato ripetutamente: “Nike Theatre- tragedy of Athena and Arachne| audition”!
-Troian, non per deluderti, ma ti devo dire una cosa… Lucy se ne è altamente fregata dei tuoi consigli riguardo all’audizione.- mormorò Ash, e Troian sbuffò:
-Lo sto vedendo.
-Lucy lo ha cercato tantissime volte! Quindi è convintissima ad andare. Ma quando è questa audizione?
-Sarà domani, Lucy forse pensa di andarci quando sarà dimessa dall’ospedale.
-Non possiamo convincerla a non farlo… dovremmo ammettere di aver frugato nel suo telefono!
-Quindi non faremo niente?
-Possiamo solo andare a controllare che non ci sia lo zampino di “A” nell’organizzazione.
-Ricordate in Pretty Little Liars quando Hanna doveva andare al colloquio di lavoro nella bottega di moda? Beh, una volta giunta là ha scoperto che quella ditta era chiusa da anni e che era uno scherzo di “A”. Tu che dici Ash?- chiesi, e Ash brontolò:
-Dico solo che nella bottega Hanna è caduta e si è fatta male al polso… e io ora ho il polso slogato. Coincidenze? Io non credo.
-Dobbiamo andare oggi al “Nike Theatre”.
-Ma le audizioni sono domani! Se oggi è vuoto magari è solo perché non c’è niente.
-Sul sito che ha usato Lucy c’è scritto che oggi c’è un’altra audizione per un altro spettacolo. Quindi se è tutto a posto, il teatro dovrebbe essere aperto.
-Dobbiamo rimettere il telefono a posto prima di andare. Se Lucy si dovesse svegliare e dovesse notare che il cellulare non è al suo posto, potrebbe insospettirsi.- lentamente schiusi la porta della stanza, attenta a non fare rumore per non svegliare la nostra amica. Appena si creò una fessura abbastanza larga da permettermi di passare, mi infilai dentro la camera, ma sentii una voce.
-Che fai con il mio telefono?- alzai lo sguardo e mi accorsi che Lucy era sveglia e che mi guardava sospettosa. Arrossii di scatto, ma contando sulla penombra che speravo le avrebbe impedito di notarlo, risposi tentando di sembrar sicura:
-Aveva chiamato Ian mentre tu dormivi, abbiamo risposto noi per non farti svegliare.- Lucy sembrò credere alla mia bugia, e appena sentii il nome di Ian si illuminò:
-Davvero aveva chiamato?
-Si, ti ha chiamata…
-Ora lo richiamo.
-Io vado Lu’
Mentre uscivo dalla stanza io pensavo che non appena Lucy avesse aperto il registro chiamate e si fosse accorta che Ian non aveva mai chiamato, la mia bugia sarebbe crollata.
 
---
 
-Il teatro è questo?-chiese Ashley arricciando il naso.
-Credo di sì…- mormorai bussando con il pugno sulla porta di vetro. Accostai il viso, cercando di scorgere qualcosa aldilà di essa, ma o il vetro era oscurato, o nel teatro la luce era spenta.
Troian esercitò una leggera pressione sulla porta ed essa si schiuse con un cigolio sinistro.
L’interno del teatro era buio, ma soprattutto era completamente deserto. No, non deserto nel senso di “momentaneamente chiuso”, ma deserto nel senso di abbandonato da anni.
Vecchi scatoloni tappezzavano il pavimento impolverato, e grandi quadri scheggiati e con le tele strappate proiettavano ombre paurose.
Mi tappai il naso per evitare di inalare ancora quell’odore stantio che mi faceva bruciare molto la gola, poi entrai. Un fascio di luce proveniente dall’esterno sembrò illuminare quel luogo per la prima volta, e con un fruscio di zampette potei immaginare miriadi di insetti e animali che si muovevano infastiditi dal sole.
-Questo luogo è abbandonato da secoli!- costatò Ash, e io annuii:
-Abbiamo fatto bene a controllare prima che Lucy venisse: è senza dubbio uno scherzetto di “A”.
-Vi immaginate la piccola Lu’ appena dimessa dall’ospedale, che si aggira tremolante in questo luogo dimenticato da Dio, con “A” in agguato?- domandò Troian rabbrividendo, e io distolsi lo sguardo chiudendo gli occhi. Eravamo entrate tutte e tre, e due metri buoni ci separavano ormai dalla porta, quado essa si chiuse alla nostre spalle con un tonfo facendo ripiombare la stanza nel buio più nero.
-Dove siete ragazze?- chiesi spaventata avanzando a tentoni, e la riposta arrivò proprio dalla mia destra:
-Sono qui.- era Ash.
-Io qui.- era la volta di Troian. Terrorizzate ci raggiungemmo a vicenda e ci attaccammo l’un l’altra come in una falange da guerra, e così compatte, a braccetto, muovemmo qualche passo.
Una luce tenue irruppe nella stanza quanto bastava da trasformare l’oscurità in penombra, ma essa non proveniva dalla porta. Qualcuno doveva aver aperto un finestrella nella stanza accanto, e quello significava una sola cosa: non eravamo sole.
Ormai tutte e tre eravamo consapevoli che c’era sicuramente “A” appostato lì dentro, ma nonostante ciò, quando apparì la familiare sagoma nera in controluce, il cuore ci fece un balzo nel petto. Con le mani che mi tremavano tentai di acchiappare il cellulare, ma “A” non venne verso di noi, anzi si voltò verso una statua e ci si andò a schiantare sopra. Mi sfuggì una risata:
-Ma è normale?- ridacchiai, quando udii Ashley urlarci:
-Spostatevi da lì!- mi accorsi troppo tardi che “A” non si era “suicidato” contro una statua inutilmente, ma aveva innescato un effetto domino che stava portando alla caduta di tutte le statue che c’erano impilate. Proprio mentre l’ultima della fila cominciava a barcollare, io feci un balzo di lato, ma come ho già detto ormai era tardi. Sentii la pesante statua di marmo che mi cadeva di sopra con tutto il suo peso, e mi schiacciò a terra. Nella caduta sbattei la testa e mi si offuscò la vista. Come al rallentatore sentii “A” che mi correva accanto. Una fitta alla testa. Ashley urlava il mio nome disperata. Un’altra fitta alla testa. Del liquido rosso colava dalla mia tempia. Un’altra ancora fitta alla testa.
I suoni li percepivo ovattati, come se le mie orecchie fossero avvolte nel cellophane. Sentivo come se qualcosa mi allontanasse sempre di più dalla terra, dalla realtà. Ormai la vista, da sfocata, era diventata quasi sgranata, come un cartone animato di brutta qualità calibrato male.
Stavo svenendo, lo avevo capito.
La mia mente scivolò come un’ombra sottoterra, e persi i sensi.
 
 
Troian’s pov

 
-Si è svegliata!- esclamò Ash, e io corsi da lei. Eravamo sempre dentro il teatro, ma “A” non c’era più ed eravamo riuscite ad accendere le luci. Illuminato quel luogo sembrava aver perso tutto il suo fare inquietante.
Ashley stava premendo uno staccio che avevamo trovato sulla tempia di Shay, dove la nostra amica cadendo si era ferita.
-Shay… ti senti bene?- le chiesi accarezzandole la testa appena lei schiuse gli occhi. Per risposta ricevetti qualche balbettio insensato. Ashley la abbracciò di colpo, senza lasciarle il tempo di capire o ricordare.
-Che è successo?
-La statua ti è caduta di sopra e hai perso i sensi.
-Mi ricordo…- mormorò lei portandosi una mano alla testa.
-Fa male?
-Si, ma non tanto la ferita sulla tempia, più che altro fa male la botta in testa.
-La statua era molto pesante Shay, dobbiamo ringraziare che tu non ti sia rotta niente!- “e che tu non sia morta” pensai, ma non lo dissi. La botta alla tempia è una delle cause di decesso più frequenti, ma non volevo neanche pensarci.
-Ce la fai a metterti in piedi?- le chiese la bionda, e Shay aggrottò la fronte.
-Proviamo tra un po’.
-Cosa è quello?- chiese improvvisamente Ash indicando qualcosa alle mie spalle, e io mi voltai di scatto. Sulle prime non vidi nulla:
-Cosa?
-A terra, vicino alla tua scarpa.- mi chinai e presi tra indice e pollice con delicatezza una chiave di metallo. Ad essa era attaccato un pendentino con su inciso il nome di un hotel.
-Che c’è scritto Troi?-  chiese Shay faticosamente, e io strizzai gli occhi per riuscire a leggere la piccola scritta.
-Credo ci sia scritto “Mjara Hotel”.
-Cosa è?
-Un albergo che c’è qui dietro.- spiegai, poi aggrottai la fronte.
-Prima non c’era! Sarà caduta ad “A”!
-Ragazze, questa si che è una novità! Ora ovviamente andremo subito all’hotel.
-Ovviamente…- brontolò Shay, ma né io né Ash la ascoltavamo.
 
---
 
-Che significa che non possiamo andare?- chiese Ashley leggermente alterata alla signorina della reception.
-Significa che non potete entrare nella stanza 101.- avevamo scelto di dirle che non avevamo la chiave, cercando di farle credere che l’avessimo persa, per avere anche quella di riserva in modo tale da evitare che “A” potesse rientrare mentre anche noi eravamo dentro.
-Può ripetere?- strillò Shay.
-Ho detto che se avete perso la chiave, non potete avere quella di riserva. Comunque non vi ho mai visto qui.
-Siamo venute a trovare un nostro amico. Però abbiamo perso la chiave che ci aveva dato.
-Impossibile.- sbuffò la signorina.
-Perché scusi? Impossibile?
-è impossibile perché nella 101 non sta un ragazzo.- il cuore mi fece un balzo nel petto e chiesi:
-Allora chi ci sta?- la signorina si sfilò i sottili occhialetti infilandoli nel colletto della camicia, poi appoggiò i gomiti sul bancone che ci separava da lei e si protrasse in avanti fino a porre il suo viso appuntito a un centimetro dal mio. Poi sussurrò con aria di superiorità:
-La 101 è stata affittata. Non è una camera normale di albergo. Quella è come la casa di una persona.- sgranai gli occhi, e in quel momento vidi Ashley fare un guizzo e infilare la mano nella borsa. Estrasse la chiave e fece una faccia sorpresa:
-Eccola! L’ho trovata! Che sbadata… l’avevo proprio nella borsa!- la mostrò alla signorina, poi tutte e tre ci incamminammo verso l’ascensore. Mentre varcavo la porta di esso mi sentivo il collo perforato dallo sguardo inquisitorio e sospettoso della tizia della reception.
 
---
 
-Questo è inquietante…- mormorai una volta entrata nella camera 101. Le pareti erano tappezzate da poster che raffiguravamo me, Ashley, Shay, Lucy e Sasha.
-Che significa?- chiesi terrorizzata, e a rispondermi fu la bionda:
-Che significa? Che il nostro stalker-passivo-aggressivo è più passivo-aggressivo di quanto credessimo?- propose la bionda sbuffando, e mi scappò un sorriso.
-Può darsi.
-Questa foto è stata scattata al ventiquattresimo compleanno di Ashley! Vieni Ash, guarda che eravate teneri!- le indicai lei e Tyler che si baciavano teneramente davanti alla torta.
-Stavamo insieme…- sussurrò lei con le lacrime agli occhi sorridendo.
-Nostalgia eh?- chiesi ridacchiando e lei sorrise:
-Già…
-“A” sta tracciando il profilo di ognuna di noi da un po’ di tempo. Guarda queste foto dello scorso compleanno di Lucy. Ci siamo tutte in questa foto, la stiamo abbracciando e suppongo che le stiamo cantando “Happy birthday to you”.
-Secondo me c’è una porta segreta da qualche parte.- propose Ash, e io brontolai:
-Non essere scema Ashley! È pur sempre un albergo.
-Quindi se do un pugno sul muro qui, mi rompo solo una mano?- chiese scoppiando a ridere, e Shay alzò gli occhi al cielo:
-Evita Benzo, il polso basta.-
-Sarebbe figo se facendo così… si aprisse un passaggio segret…- la bionda non poté finire la frase, perché mentre parlava aveva dato un colpetto al muro ed esso si stava aprendo tra scricchiolii sinistri.
-Ma io mi faccio una statua d’oro!- esclamò Ashley fiera e sbigottita.
-Ashley che mi dici se ti chiedo di sposarmi?!- domandai ridacchiando non potendo fare a meno di ammettere la genialità della nostra amica.
-Beh… probabilmente ti friendzonerei.- rise lei, e io sbuffai facendo la finta offesa.
-Ora io propongo di ispezionare la stanza segreta.- disse Shay, e noi accettammo.
 
---
 
Dentro la stanzetta avevamo trovato un enorme calendario a parete, con infilati sotto il vetro di ogni giorno dei promemoria. Avevamo fatto scorrere lo sguardo fino a quel giorno e avevamo trovato due biglietti:
-Uno dice “incontro poker pomeridiano over70 a casa “La gorha”.”
-Sono solo dei mega-tornei di poker che organizzano ogni tanto quei vecchiacci patiti di carte… che ci va a fare “A”?- chiese Shay, e Ashley sbiancò:
-Però c’è un piccolo problema… I “La Gorha” sono dei mafiosi. Voi lo sentite o no il telegiornale? Sono dei mafiosi nell’ambito del poker, fanno girare soldi in nero e organizzano giri di scommesse illegali. Non riescono a incarcerarli perché non hanno prove così schiaccianti da condannarli a qualcosa di diverso dal contrabbando, e l’arresto per contrabbando può essere facilmente evaso per pagamento di cauzione. Loro hanno molti soldi per le cauzioni.
-Come fai a sapere tutte queste cose?- chiedemmo ad Ashley, e lei alzò gli occhi al cielo:
-Perché io almeno li leggo i giornali guardo i Tg, non sono un’analfabeta come voi!
-Mi sento offesa, bionda.- brontolai sorridendo.
-Loro sono malviventi e “A” è un malvivente! Ecco il collegamento…- sentimmo dei passi in corridoio, così esclamai:
-Usciamo da qui finché possiamo.
 
Ashley’s pov

 
-Ci sono tutti?- chiese Shay schiarendosi la voce, e noi annuimmo. Eravamo nella hall dell’albergo, e davanti a noi erano seduti Ian, Tyler e Keegan. Spiegammo velocemente ai ragazzi la situazione, e mostrammo loro i promemoria che avevamo rubato dall’appartamento di “A”. Oltre a quello del torneo di poker c’era anche il biglietto per una serata al casinò “Lotus flowers”.
-Dobbiamo assolutamente recarci a questi eventi oggi. Per il torneo a casa “La gorha”, dobbiamo usare i travestimenti del set, dobbiamo sembrare ultrasettantenni, sennò non ci faranno entrare. Soltanto che per il poker c’è un pass solo, solo una di noi può andare.- appena terminai, Troian cominciò cauta:
-Ricordiamo che stiamo per andare nella casa di malviventi. Ci deve andare la più spavalda, coraggiosa e forte di noi. Ma soprattutto la più lucida.- tutti gli occhi improvvisamente si puntarono su di me.
-Perché fissate me?- chiesi intimorita.
-Ashley sei la più coraggiosa, ammettilo.- fui costretta ad ammetterlo, anche se proprio in quel momento il mio solito coraggio sembrava essere svanito nel nulla.
-Va bene, andrò io.
 
---
 
-No Ty! Non ce la faccio! Non ci vado!- gridai tremando con le lacrime che mi scorrevano lungo il viso. Adesso ero sola con Tyler nella mia stanza. Il ragazzo si alzò dalla sedia e mi venne incontro.
-Tranquilla Ash… è una cosa che devi fare.- mi disse calmo, ma io non riuscivo a smettere di tremare convulsamente e di singhiozzare molto rumorosamente. Tyler mi appoggiò delicatamente le mani sulle spalle mettendomi contro il muro per immobilizzarmi, poi mi guardò negli occhi e disse tranquillo:
-Il panico non aiuta piccola…- mi lasciai sfuggire un altro singhiozzo, e il ragazzo mi tolse le mani dalla spalle. Mi accasciai a terra seduta, con la testa tra le ginocchia, continuando a tremare e singhiozzai:
-Non ci vado alla casa “La Gorha”!- ero completamente nel panico.
-Ashley cos’è questo attacco di panico? Prima avevi accettato.
-Ty…- lo implorai asciugandomi le lacrime con il dorso della mano le lacrime che mi scendevano dal viso. Tyler sospirò e mi prese una mano tremante tra le sue forti e sicure:
-Non posso obbligarti ad andare Ash… possiamo rinunciare.
-Vieni con me.- dissi d’impulso, però il ragazzo non capì:
-Cosa hai detto?
-Hai sentito.
-No Ash, non ho capito quello che hai detto.- io tentai di fermare per un attimo i singhiozzi e i tremiti, poi mormorai:
-Vieni con me. Alla casa “La Gorha”.- lui mi sorrise.
-Vorrei piccola, ma hai sentito che può andare solo una persona.
-Per favore Ty, vieni con me, ci faranno entrare in qualche modo.
-Ash…
-Per favore, proviamo.- abbassai il labbro di sotto e sbattei le ciglia bagnate di lacrime.
-No Ash… il labbruccio no.- tirai con il naso continuando a sbattere le ciglia e mantenendo quell’espressione da cucciolo bastonato. Tyler distolse lo sguardo:
-Questi sono metodi subdoli, piccola. Sai che non riesco a dirti di no quando fai così.
-Vieni con me.- ripetei guardandolo con gli occhi offuscati dalle gocce salate, e lo costrinsi a guardarmi.
-Va bene, vengo con te.- cedette lui, e io lo abbracciai:
-Grazie Ty.- lui prima ricambiò l’abbraccio, poi mise il suo viso a un centimetro dal mio e mi asciugò le guance bagnate con il pollice e appoggiò la sua fronte contro la mia:
-Io e te siamo imbattibili piccola, ce la faremo pure sta volta. Andiamo a prepararci.- appena si allontanò, io stavo per dirgli della foto a “casa di A” di noi due che ci baciavamo quando stavamo insieme, però poi rinunciai.
-Arrivo.- esclamai e mi appoggiai un attimo alla parete per riprendere fiato.
---
 
-Come sto mora?- chiesi civettuola a Tyler sistemandomi meglio sui capelli la parrucca castana. Tyler si girò appena e scoppiò a ridere:
-Stai benissimo, io come sto biondo?- sgranai gli occhi e balbettai:
-Strano… sei strano. Però non male.
-Sei quasi pronto?- gli chiesi, e lui annuì:
-Mi mancano le protesi di silicone per le rughe e la faccia da vecchio, e le lentine azzurre. Per il resto la parrucca l’ho messa e anche i vestiti.- io, per il canto mio, avevo solo messo la parrucca. Avevamo deciso che per sembrare grassa (così sarei stata meno riconoscibile) avrei messo quella tuta imbottita che mettevo quando giravo il Pll i flashback di Hanna, quando lei doveva essere grassa. Poi avrei messo lentine marroni e parrucca castana. Mi voltai verso Tyler e soffocai una risata:
-Sembri un intellettuale vestito così.- lui rise e si sistemò il colletto della camicia e la giacca di velluto.
Io indossai la tuta imbottita e sopra di essa una gonna lunga da vecchia aristocratica, una camicetta e una giacca. Infine delle scarpette nere da vecchia che avevo preso di nascosto dall’armadio di Marlene completavano quel quadretto squallido. Tyler si voltò e alzò le sopracciglia in modo buffo facendo una strana smorfia per contenere e soffocare una risata. Io sbuffai:
-Ridi pure scemo. Lo so che sembro non so cosa.
-Non è questo…- cominciò lui cercando di parlare tra le risate.
-è solo che fai impressione! Hai le braccia magre e le gambe magre, e il busto, dove hai la tuta ingrassante, è paffuto. Poi ancora non hai messo le rughe finte in viso, così hai la pelle liscia di una ragazza, ma addosso dei vestiti da nonna.- ancora più divertente di ciò che stava dicendo, c’era la risata contagiosa e divertente di Tyler, che a poco a poco fece cominciare a ridere a crepapelle pure me.
-Sei pronto a mettere le protesi di silicone e sembrare un centenario?- chiesi a Tyler, e lui annuì:
-Sono pronto, tu?
-Io… sarò tanto brutta con quelle cose?
-Lo saremo abbastanza entrambi Ash. Mamma mia quanto sarai strana con gli occhi scuri!
-Allora tu con gli occhi chiari?!
-Scopriamo come saranno Mr. e Mrs Milton.
-Diremo di chiamarci così?
-Esatto moglie.- rise lui.
 
---
 
-Posso aprire gli occhi?
-Vai.- spalancai gli occhi e un’espressione stranita e sorpresa mi si dipinse in volto.
-Tyler… tu… non sembri neanche tu. Aspetta… sei tu vero?- lui sbatté gli occhi azzurri con le lentine, ed esclamò:
-Sono io. Ma Ash, ti giuro che se non sentissi la tua voce non avrei la certezza che sei tu.
-Non mi assomiglio neanche un po’?
-Mhm… potrebbe essere tua nonna. A parte il fatto che tu sei magra e Mrs Milton (che saresti tu travestita) è grassa, tu sei bella e lei è… rugosa, tu sei giovane e lei è vecchia, tu sei bionda e lei è bruna, tu hai gli occhi azzurri e lei marroni…- mi guardai allo specchio sconcertata e mi lamentai:
-Sono davvero così brutta?
-Sei sempre bellissima.- una risata sincera mi increspò le labbra, poi esclamai:
-Sappiamo entrambi che non è vero.
-Lo so.- rispose lui, e io lo fulminai con lo sguardo e bonariamente scherzai:
-Tu sembri uno psicopatico.
-Tu una barbona.
-Ti voglio bene Ty.
-Anche io Ash.
 
---
 
-Mi dispiace Ashley di non essere venuta sopra ad aiutarti a prepararti.- riuscì a balbettare Shay una volta che ebbe finito di ridere.
-è stato un bene Shay… ho fatto una scenata da paziente del Radley, gridavo, piangevo, tremavo, non volevo andare alla casa “La Gorha”. Sembravo una psicopatica.- spiegai ridacchiando, e Shay ribatté:
-Quindi niente di diverso dal solito.- scherzò, e io le mostrai il terzo dito sorridendo.
-Quando partite tu e Ty, nonna?- mi domandò Troian.
-La prossima volta che mi chiami “nonna” ti mando a fare compagnia a Bethany Young.- ringhiai divertita, poi sospirai:
-Sto aspettando Tyler, ha avuto qualche problema nel mettersi le lentine azzurre, ma credo abbia risolto.
-E tu non hai avuto problemi a mettere le lentine marroni Benzo?- chiese Shay alzando un sopracciglio, alludendo sicuramente a un episodio successo l’anno precedente: niente d’importante, solo la mia esperienza traumatica con le lentine colorate la prima volta.
-Niente del genere Shan, ho avuto solo un po’ di difficoltà, ma non mi sono né quasi accecata, né dopo esserle riuscite a mettere ho vomitato.- alzai gli occhi al cielo ricordando quella volta.
-Pronta Esmeralde?- disse una voce alle mie spalle, mi girai e notai Tyler che mi guardava con un monocolo dorato che faceva tanto “signore Ottocentesco”. Mi sistemai sulla punta del naso gli occhiali finti non graduati, poi sorrisi:
-Certo Sirius…- ci prendemmo a braccetto e uscimmo dall’albergo sotto gli occhi divertiti dei nostri colleghi.
 
---
 
-La casa è questa?- chiesi una volta fermati davanti a un altissimo grattacielo con le parti a specchio.
-Si, dovrebbe essere proprio questo.- scendemmo dall’auto e ci dirigemmo verso il portone. Davanti ad esso io mi fermai un secondo titubante, e Tyler mi prese la mano:
-Non avere paura Ash, ci sono io con te.
-Stiamo andando a casa di un mafioso che sta contrattando chissà cosa con “A” contro di noi. Se ci dovessero scoprire?- piagnucolai, e Tyler mi guardò con uno sguardo preoccupato:
-Non ci scopriranno, noi dobbiamo solo cercare di parlare il meno possibile perché dalle voci si potrebbe capire che non siamo vecchi.
-Certo.
Salimmo sull’ascensore e cominciammo a salire verso il dodicesimo piano. Ogni piano che passava, mi cresceva come un groppo in gola, così, appena prima di arrivare, abbracciai Tyler improvvisamente in cerca di conforto. Lui mi guardò sorpreso per  un secondo, poi ricambiò l’abbraccio e mi accarezzò la schiena per qualche istante. Ci staccammo solamente quando le porte dell’ascensore si aprirono, e allora scendemmo.
Ci ritrovammo in un enorme sala con un’enorme parete di vetro che dava sulla città, e appena davanti ad essa c’era un lungo tavolo con seduti tanti vecchietti dall’aspetto aristocratico.
Ci venne incontro un anziano signore in giacca e cravatta con una tuba in testa, che teneva in braccio un barboncino. Mi baciò la mano guantata e cominciò:
-Voi due dovete essere nuovi qui.- annuii e sorrisi, poi il vecchio continuò:
-Io sono Gerald La Gorha, l’organizzatore, e questa è Marie-Laure, la mia cagnolina. (AUTRICE= per il nome del cane mi sono ispirata al nome della mia migliore amica, ihihihi sono una brava amica)- cercando di fare una voce più roca possibile, esclamai:
-Io sono Esmeralde Milton, e lui è mio marito Sirius.
-Benissimo, potete apporre una firma su questo foglio?- Gerald ci porse una cartellina con sopra tante firma che suppongo fossero quelle degli altri vecchi. Tyler fece uno scarabocchio in cui si potevano distinguere una S e una M (Sirius Milton), poi mi porse la penna. La presi in mano e feci per scrivere, ma appena strinsi la penna una fitta dolorosa mi attraversò il polso. Con il braccio che mi andava a fuoco cominciai a scrivere strizzando gli occhi: proprio il polso destro mi dovevo ferire?! Tyler se ne accorse e mi sussurrò all’orecchio:
-Non sei costretta a farlo se ti fa molto male.
-Ce la faccio.- gemetti. Appena terminai, sul volto di La Gorha si dipinse un’espressione stupita.
-Che firma… interessante.
-Non è così di solito…- cominciai con voce tremante.
-Mi sono fatta male al polso e non riesco a scrivere bene.
-Capito, benvenuti, potete accomodarvi al tavolo.
Facemmo per dirigerci verso il lunghissimo tavolo d’acciaio, quando per poco non mi venne un infarto. In fondo all’enorme stanza c’era una porta, che dava su un’altra sala. Appoggiata con nonchalance allo stipite della porta c’era Red Coat.
Diedi una gomitata a Tyler e lui si voltò di scatto:
-Tyler, ma se Vanessa è morta allora chi è Red Coat? Pensavo che visto che lei non ci fosse più, non ci sarebbe più stata nemmeno “Impermeabile rosso”, invece eccola lì…- sussurrai. Era come al solito: l’odioso cappotto rosso, le lunghe gambe nude che sbucavano da sotto di esso terminando in tacchi a spicco color fuoco, il cappuccio calato sulla testa e lunghi boccoli dorati che rotolavano sul petto. In viso portava sempre una maschera. Stava parlando con qualcuno, e anche se lo avevo già sospettato ebbi la certezza che quel qualcuno era “A” solo quando vidi sbucare da dietro Red Coat una figura nera.
-Ora vado a scoprire chi è “A”.- cominciai furiosa, feci per dirigermi verso di loro, ma Tyler mi prese per un braccio.
-Avevano ragione gli altri a dire che tu sei la più coraggiosa e lucida, ma questo a volte può sfociare nell’imprudenza e nell’impulsività. Imprudenza e impulsività, anche se guidate dalla spavalderia, ti inducono qualche volta a fare stupidaggini, e questa è una di quella volte.- spiegò Tyler con un sorrisetto, e io sbuffai.
-Va bene, ma ti giuro che se quei bastardi si azzardano ad avvicinarsi, io gli spacco la faccia.
-Così mi piaci Ash, tenace e combattiva.- rise Ty, poi spalancò gli occhi ed esclamò:
-Sarebbe una scenetta esilarante, piccola, una vecchia che picchia con la borsetta un malvivente.
-Se vuoi mi posso esercitare con te, nonnetto.- scherzai minacciandolo con la borsetta che portavo a tracolla, e Tyler si riparò con le mani:
-Non ce n’è bisogno tesoro.- ridemmo insieme e raggiungemmo gli altri:
 
Shay’s pov

 
Non mi ero ancora completamente ripresa dalla caduta nel teatro, e mi girava ancora un po’ la testa. Avevo deciso di non parlarne agli altri per non farli preoccupare, ma cominciavo a credere che sarebbe stato meglio farlo. Raggiunsi Troian:
-Troi…
-Si?- chiese lei senza staccare gli occhi dalla televisione e continuando a premere tasti sul  joystick della Playstation di Ashley.
-Che gioco è?- le chiesi stupita, e lei sbuffò:
-Call of duty.
-è di Ash?- domandai sgranando gli occhi:
-Quella ragazza è un mito. Tu apri i suoi cassetti dei giochi della Play e trovi da una parte quelli relativamente femminili, poi ne apri un altro e trovi Fifa 15, Call of duty, GTA 5… è un mito la bionda.
-Bene, comunque ti volevo dire una cosa.- Troian mise in pausa il gioco.
-Si?
-Mi sento male.- Troian spense completamente la tv e si girò preoccupata verso di me.
-Cosa hai Shay?
-Da quando oggi sono caduta nel teatro, mi fa molto male la testa.- la mia amica scattò in piedi e mi guardò gli occhi attentamente:
-Che fai?- ridacchiai e lei sorrise:
-Non sai proprio niente di medicina Shay… sto vedendo se hai le pupille allineate, e per fortuna le hai. Se le avessi avute non allineate avresti potuto avere un trauma cranico.
-Addirittura?
-Si.
-Prova a distenderti, ti porto un bicchiere d’acqua.- quando Troian tornò, io presi un sorso d’acqua dal bicchiere che mi aveva portato. La mia amica sbadigliò, e io subito dopo di lei.
-Che ne dici di riposarci un po’ aspettando Ash e Ty?
-Perché no Shan.
 
---
 
-Troi?- la mia amica non rispose, così mi voltai verso di lei e vidi che aveva gli occhi chiusi.
-Troi?- si svegliò mugugnando.
-Sei al letto da un minuto cavolo…
-Ho molto sonno Shay, parliamo dopo.
-Ti devo dire una cosa, posso ora?- lei sbadigliò e annuì.
-Allora… non è facile Troi. Tu sei una delle mie più care amiche, e quello che sto per dire magari cambierà tutto per sempre. Sono giorni che cerco di trovare le parole giuste, ma non le ho ancora trovate quindi credo che non abbia senso cercarle ancora. Proverò a dirtelo come questo mi esce dal cuore, ma non sarà facile. Cazzo quanto è difficile. La nostra amicizia è una delle cose a cui tengo di più, ma per me non basta più. Non fraintendere Troi, sei un’amica fantastica, ma… io ti amo Troian. Io lo so che non dovevo parlartene, ora le cose non saranno più come prima e sarà tutta colpa mia. Perdonami Troian…- lei continuava a non dire niente, così chiesi:
-Allora?- ancora non rispondeva, così mi voltai e vidi che lei, in realtà, dormiva già.
Con un sollievo misto a delusione mi addormentai anche io.
 
---
 
Quando mi svegliai Troian era già in piedi.
-Alzati dormigliona.
-Quando ho dormito?
-Un paio d’ore soltanto. Comunque quando prima mi avevi detto che mi dovevi dire una cosa…
-Non importa Troi, non era niente d’importante, l’ho già dimenticato.
-Volevo dirti che ho sentito Shay, cosa mi hai detto.- improvvisamente diventai rossa come un peperone:
-Parliamone domani, per oggi fa finta che io non ti abbia detto niente.- la implorai:
-Aspetta Shay, io…
-Per favore…
-Un attimo Shay, volevo dirti che…
-Non oggi Troian, è questo che voglio.- lei abbassò le spalle sconfitta e sussurrò:
-Va bene Shay, domani parliamo.
Quando scendemmo nella hall, l’atmosfera era come congelata. Io e Troian ci rivolgevamo al massimo qualche sorrisetto timido, qualche sguardo eloquente…
Ad un certo punto lei mi porse il mio cellulare aperto su Car race in multiplayer.
-Ti va di fare una partita?- stavo per rifiutare ma poi pensai che forse sarebbe stato meglio godersi questo giorno di “libertà” che avevo ottenuto, prima l’indomani di affrontare la realtà.
Accettai la partita, e senza che io e Troian ce ne accorgessimo, i minuti passavano, e quando posammo i cellulari era già passata un’ora. Ci guardammo per qualche secondo, poi fu lei a parlare:
-ti ho stracciata Mitchell.
-Non è vero…-  mi lamentai:
-L’ultima partita l’ho vinta io.
-Si, ma quella prima ancora l’avevo vinta io.
A un certo punto sentimmo le porte scorrevoli aprirsi e vedemmo comparire Ashley e Tyler, ancora nei panni di Mr e Mrs Milton, tutti bagnati fradici. Tyler cingeva la vita ad Ash, ed entrambi ridevano come se non ci fosse un domani.
-Siete già di ritorno?- chiesi, e prima che loro potessero rispondere, Troian domandò corrugando la fronte:
-Fuori piove?
-No, non piove.
-Come mai allora siete tutti bagnati?
-Un secondo e vi raccontiamo.- cominciò Ash iniziando a togliersi strato per strato i vestiti da vecchia.  Alla fine sfilò anche la tutina imbottita che la doveva far sembrare grassa, e rimase in mutande e reggiseno:
-Ash!- la rimproverai, e lei sbuffò:
-Avanti, infondo è come se fossi in costume!- non aveva tutti i torti, ma comunque era molto infreddolita e così le lanciai una vestaglia fucsia che lei infilò. Con uno strappo secco si staccò le rughe di silicone dal volto, tolse una lentina marrone (l’altra non ci riuscì subito), e infine tolse la parrucca castana ormai fradicia. Prima di venirsi a sedere con noi, si diresse verso il piccolo frigo bar da cui uscì un sacchetto di ghiaccio, e finalmente si gettò sul divano di fianco a me con il ghiaccio sul polso.
-Fai paura Ash con gli occhi di colori diversi.- in quel momento Tyler, che aveva appena terminato anche lui di togliere silicone, lentine e parrucca, la guardò in viso e annuì:
-Fai molta paura.- ridacchiò, e lei rise:
-Non ci posso fare niente, non riesco a toglierla.
-Raccontate cosa è successo e come mai siete tornati in anticipo e tutti bagnati.- li incitai sorridendo, e Tyler guardò Ash con un sorrisetto divertito:
-Diciamo che Ash… si è fatta notare.- la bionda socchiuse gli occhi:
-A un certo punto a La Gorha è arrivato un messaggio… ha appoggiato il cellulare sul tavolo e mi è sembrato che l’SMS che gli era arrivato fosse di “A”. Comunque, “A” o non “A”, fatto sta che Gerald La Gorha ha cominciato a borbottare qualcosa su Pretty Little Liars, qualcosa di offensivo e davvero brutto. Non ci ho visto più dagli occhi e…- si bloccò ridacchiando come per pregustare il momento, ma come se allo stesso momento fosse leggermente imbarazzata.
-E?- la incitò Tyler ridendo.
-E… io potrei avergli dato del “vecchio bacucco”- scoppiai a ridere sgranando gli occhi.
-Dici vero Ash?
-Giuro.- rise lei, poi continuò:
-A quel punto la moglie di La Gorha mi ha detto che non mi dovevo permettere, e io le ho versato un bicchiere d’acqua in testa.
-Non ci credo Ash!- balbettai tra le risate, e Tyler affermò:
-Lo confermo… è stato esilarante!
-Allora la vecchia La Gorha mi ha versato a sua volta un bicchiere addosso, e così via.
-E tu perché sei tutto bagnato Ty?- gli chiese Troian.
-Io ho difeso Ash… Per questo mi sono beccato un bicchiere d’acqua addosso e un colpo di borsa in testa.
-Com’è finita?
-Ci hanno cacciati.
-Dio mio, volevo esserci…- Ashley mormorò qualcosa all’orecchio di Tyler e lui le rispose che ce lo avrebbero detto dopo: di cosa stavano parlando? Credevo di aver captato la parola “Red Coat”, ma non potevo esserne sicura.
-Ora dobbiamo prepararci per il casinò…
-Che giornata intensa…
-Ecco a voi il Tour de Force annunciataci ieri da “A”.
-è più stancante del previsto…- mormorai.
-Ci vediamo sotto tra un’oretta, sarà tutto al fine di seguire “A”, ma vestitevi bene e portate qualche soldo, potremo anche divertirci.- esclamò Ian appena entrato nella stanza.
-Ho sentito Andrew, volevo invitarlo ma mi ha detto che stasera ha un impegno. Non ha nemmeno voluto sapere cosa facevamo noi.
-Vabbè, faremo a meno di lui.
-Janel?
-Verrà, ma non mi vuole più parlare da quando le ho detto che mi ero rimesso con Lucy, quindi per l’organizzazione telefonatele voi.
-Va bene, allora a tra poco.
 
---
 
Ashley’s pov

 
Mi stavo infilando gli orecchini di brillanti, quando sentii una voce:
-Capisco che hai bisogno di riscovare la tua femminilità e sexaggine dopo essere stata un’ultrasettantenne per quattro ore, ma non esagerare.- ridacchiò Tyler.
-Non è così corto il vestito!- mi lamentai, e lui borbottò:
-Certamente è più lungo di quello che hai messo al Halloween.
-Non ci vuole molto per essere più lungo di quello.
-Io sono pronto, ci vediamo sotto.
Una volta che Tyler fu uscito, io chiusi la sicura degli orecchini di diamanti, e mi truccai. Il mascara nuovo che avevo comprato era strepitoso.
Arricciai i capelli con il ferro, cosa che non facevo da un po’, poi misi una collana anch’essa di brillanti che era in pendent con gli orecchini.
Misi le scarpe con i tacchi a spillo 13, che erano di un bianco panna simile a quello del vestito. Il vestito era piuttosto corto, ma non così tanto alla fine, era a fascia ed era stretto sulle cosce come quello della festa.
Presi una borsetta elegante, il cellulare e scesi.
 
---
 
Una volta giù notai con piacere che tutte le mie amiche si erano vestite eleganti:
Shay indossava un vestito verde molto più corto del mio che mi fece convincere ancora di più che avevo fatto bene a non metterlo più corto. Non perché a Shay stesse male, ma era onestamente un po’ postribolare quel vestito. Anche lei aveva arricciato i capelli come me.
Pure il vestito rosa di Troian era più corto del mio, e la mia amica aveva messo in volto più trucco di quando gliene avessi visto addosso in vita mia. Troian si era allisciata i capelli fino a ridurli a spaghetti che cadevano dritti dritti a fil di piombo. Normalmente lei li aveva mossi, quindi vederla liscia faceva un po’ impressione. I maschi si erano vestiti da fighi: i classici prototipi da casinò. Ian indossava un paio di jeans neri che arrivavano alla caviglia e sopra una felpa di Alcott con scritto “Street boy”, infine ai piedi portava le Vance grigie. Si era fatto la cresta con il gel.
Tyler aveva indossato un paio di jeans strappati, e una giacca di pelle sopra. Ai piedi aveva le adidas superstar nere, che avevo anche io uguali anche se non le avevo indossate quella sera. Anche Tyler si era sollevato il lungo ciuffo con il gel, e questo gli dava un aspetto curato ma troppo figo che adoravo. Lo raggiunsi e gli toccai i capelli:
-Cosa hai fatto Ty?!
-Ti piacciono piccola?- non lo avevo mai visto con il ciuffo sollevato con il gel, però non era male.
-Diciamo di sì.- Tyler mi prese il polso e lo sollevò stupito:
-Dove sono i lividi? E non ti fa nemmeno tanto male!- distolsi lo sguardo:
-Fondotinta sui lividi e pillola antidolorifica.- ammisi. Troian ci squadrò:
-Che coppia di figoni che siete!- esclamò con un fischio sorridendo.
-Siete pronti ad andare al casinò?- chiese Shay, e io risi:
-Ma avete visto come siamo tutti?! Sembriamo davvero tutti dei tascioni.- tutti scoppiarono a ridere:
-in effetti…
In quel momento i cellulari miei, di Shay e di Troian squillarono all’unisono:
 
Come non mi piacciono i ladri che entrano in casa mia, non mi piacciono nemmeno le stronzette ficcanaso. Pensate che non lo avrei saputo? Ci vediamo là stronzette.
-A
 
 
Angolo autrice
Allora… io volevo fare un capitolo intero che comprendesse anche il casinò, ma questo cap sta venendo troppo lungo quindi del casinò parlerò nel prossimo. Il prossimo sarà quindi come la fine di questo e ci sarà un colpo di scena enorme. Sarà un po’ più corto e mancherà il pov di Troian perché come lei ha preso la confessione di Shay si saprà solo nel cap 28…
Al prossimo capitoloo!
KeepAsecret_
 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Pretty Little Liars / Vai alla pagina dell'autore: keepAsecret_