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Autore: _Lyss_    16/12/2015    5 recensioni
Immaginate Ariel, Aladdin, Peter Pan, Mulan e tutti gli altri. Fatto? Bene! Adesso rinchiudeteli tutti in un liceo e fateli diventare adolescenti qualsiasi, credete che questa volta riusciranno a vivere una vita "normale"? Certo non ci saranno i cattivi, ma a complicare le cose ci penseranno i primi amori, le crisi adolescenziali e, perchè no, anche i brufoli! Salvare il mondo, in confronto, sarà stato una passeggiata e chissà se riusciranno tutti ad avere il loro lieto fine anche nel mondo reale. Beh... non vi resta che scoprirlo!
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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13. Sul filo di un rasoio
 
Nel generale turbinio di disgusto e ansia, Trilly, riusciva a dare alla scuola un piccolo grande merito: l’aveva resa una cheerleader.
 Gli allenamenti erano un raggio di speranza tra i compiti in classe e l’improbabile cibo della mensa, anche perché, la ragazzina, era piuttosto brava nel suo ruolo da flyer e si gustava a pieno i complimenti delle compagne.
Come al solito, entrata nello spogliatoio, andò al suo armadietto e distratta mise la combinazione, ma, forse, era stata fin troppo distratta e quello decise di rimanere saldamente chiuso. Riprovò.
Riprovò ancora.
E ancora.
Un gridolino di esasperazione le sfuggì dalle labbra, quello era da anni il suo posto e da anni aveva lo stesso codice, perché tanto spirito di ribellione?
Finalmente vide Aurora, capo cheerleader e responsabile della stanza, ed espose frettolosamente il problema, chiedendosi se magari qualche bidello aveva delle tenaglie.
“Oh tesoro, quale imbarazzante errore!” disse con viso dispiaciuto la più alta delle due.
“Tranquilla, non è mica colpa tua se il lucchetto è difettoso”
“Ma il lucchetto non è difettoso, è la combinazione sbagliata … vedi … quello non è più il tuo armadietto” chiarì con un imbarazzo magistralmente recitato.
“Ok, allora qual è il mio nuovo posto?” Trilly si sentiva nervosa, avvertiva chiaramente che qualcosa non andava e conosceva abbastanza Aurora da ben interpretare il suo sguardo di finta innocenza.
“Temo che tu non abbia più alcun posto, non servi più alla squadra” s’intromise una petulante voce, grondante di soddisfazione e facilmente identificabile in Wendy Darling, che sfoggiava sfrontata la sua nuova divisa e agitava fastidiosamente i pon-pon.
“No, non puoi avermi tolto il posto per lei! Sai che non è un bene per la squadra! Aurora, ragiona!” ovviamente Trilly sapeva che Aurora e Wendy erano cugine, ma quest’ultima non si era mai interessata più di tanto al cheerleading, mentre la prima aveva sempre dimostrato obbiettività nel suo giudizio e grande devozione alla squadra. Sostituire Trilly con Wendy per mera vendetta, perché non c’erano dubbi sul movente, era pura follia ed evidentemente lo pensavano anche le altre ragazze della squadra.
“Aurora, sai che adoro avere nuovi membri, ma cacciare Trilly è da pazzi! E’ il nostro miglior elemento!” intervenne Giselle, che aveva assistito da lontano alla scena.
“Per non parlare del fatto che non riuscirò mai a lanciare in aria quella” aggiunse con meno garbo Biancaneve, indicando la Darling, che, in effetti, aveva una stazza decisamente maggiore di Trilly.
“Insomma!” esclamò irritata Aurora “IO sono il capitano, giusto? E a ME spettano queste decisioni. Se dico che Wendy è dentro, Wendy è dentro. Se Trilly è fuori, è fuori. E adesso diamoci una mossa!” aveva parlato con antipatia e presunzione, senza curarsi di mantenere la sua consueta patina di buonismo, ma nessuno poteva fare altro che lanciare qualche occhiata stupita e indignata.
Prima di scoppiare in lacrime per la rabbia, Trilly, che non voleva certo dare questa soddisfazione alle due cugine, uscì dallo spogliatoio sbattendo la porta ed esponendo tutto il suo vocabolario da scaricatore di porto, non era difficile immaginare che un certo Pan se la sarebbe dovuta vedere con quel concentrato esplosivo di rabbia.
Le restanti ragazze entrarono in palestra scoraggiate, solo Bianca si fermò un secondo in più con Aurora. “Se ti comporti così, non porti certe domande”.
Quelli furono gli allenamenti più disastrosi della storia.                      
 
Smith guardava con diffidenza i muffin stantii della caffetteria e constatava con amarezza che il Bembow era troppo lontano per mangiare qualcosa di decente nella pausa pranzo. “Lascia stare quelli, fanno più schifo di quello che sembra, prendi un toast” John Rolfe gli era comparso alle spalle e guardava con altrettanta diffidenza i dolcetti. Seguito il consiglio del coso, come ormai l’aveva soprannominato il biondo, si sedette ad uno dei pochi tavolini liberi, notando con stupore che coso lo seguiva.
“Cos… John posso fare qualcosa per te?” addentò il toast, era effettivamente buono.
“Ti chiedo, nella maniera più educata che mi è concessa, di lasciare stare la mia ragazza” “Wow, quanto ardore! Quanta virilità per difendere l’onore della tua donna” lo canzonò Smith “Scommetto che quei muffin erano ottimi e me li hai sconsigliati per arrecarmi offesa” diede un altro morso al toast.
“Io … sto facendo davvero uno sforzo immane per non spaccarti la faccia, solo perchè so che questo non farebbe piacere a Pocahontas e io rispetto le sue decisioni” una nuova luce di rabbia accese lo sguardo di Rolfe, voleva davvero spaccare la faccia all’altro John e davvero la sua forzata gentilezza era un modo per tenere a freno le mani, Smith sembrò rendersene conto:“Ti ha raccontato dell’altro giorno, vero?” le labbra strette del bruno gli diedero una tacita conferma “Ti assicuro che non ho fatto niente che andasse contro la sua volontà e mi sono fermato, con non poche difficoltà, quando lei mi ha chiesto di farlo”
“LEI TI AVEVA CHIESTO DI LASCIARLA STARE!”
Nella caffetteria calò il silenzio, tutti fissavano quel tavolino appartato occupato da due giovani tanto simili, l’uno pietrificato al suo posto, l’altro con il viso sconvolto ed il fiatone. Ci vollero un po’ di secondi prima che ognuno tornasse alle proprie faccende, nel frattempo Rolfe riuscì a ridarsi un contegno e continuò con calma: “Ti aveva espressamente detto che la tua vicinanza le procurava dolore, ma tu hai approfittato della sua debolezza per te e come credi stia adesso? Quando mi ha confessato di … averti baciato … io ho dovuto consolare lei. Non ti rendi conto? La stai distruggendo”
“Io la amo”
“Allora smettila di torturarla, non essere egoista e pensa a lei” il tono era diventato basso, sofferente e supplichevole, ma lo sguardo di Smith rimaneva determinato.
Cos’è l’amore? Piegarsi o lottare?
“Sai perché sta male? Perché sente un dovere nei tuoi confronti, è convinta di non poterti lasciare, quando sappiamo tutti che ama me. Chi è il vero egoista?”
Rolfe accusò il colpo, sapeva benissimo che una parte di Pocahontas era ancora legata al ragazzo che adesso aveva di fronte, sapeva benissimo che all’inizio era stato più un balsamo per guarire che un compagno vero e proprio, come ora sapeva benissimo che il suo rapporto con Pocahontas non era più un semplice ripiego, l’aveva visto l’amore negli occhi di lei, ma non sapeva altrettanto bene se quello sarebbe bastato.
“Io non smetterò di fare un bel niente, le proverò tutte per rubarle un bacio e un altro ancora, le farò capire cos’è il vero amore. Quindi non venirmi a chiedere di arrendermi, ma se vuoi che rimanga con te, lotta”.
Smith uscì dalla caffetteria senza voltarsi indietro, lasciando il toast intatto per metà, le sue parole, che sembravano una dichiarazione di guerra, rimbombarono per lungo tempo nella mante di Rolfe.
Lotta, lotta, lotta.
 
“Ho già detto che questa cosa non mi piace?”
“Almeno un milione di volte, amore”
Febo lanciò un’occhiata preoccupata ad Esmeralda, che finse di non vederla concentrandosi sulla canzone alla radio. Parcheggiarono poco prima di casa Frollo e, in silenzio, si avviarono verso la porta. La ragazza stava per bussare, ma fu colta da un tentennamento, quella era la stessa porta alla quale aveva bussato tempo prima e le avrebbe aperto il medesimo uomo. Rabbrividì.
“Ez?”
“Fai tu” si scansò per far passere Febo e gli prese la mano in cerca di rassicurazione, era così calda, salda, si convinse che sarebbe andato tutto bene. Il ragazzo bussò.
*tum tum tum*
L’aria si fermò per gli infiniti secondi dell’attesa e cadde il gelo quando il padrone di casa aprì la porta. Esmeralda strinse ancora più forte la mano.
“Cosa posso fare per voi?” con disinteresse negli occhi e nella voce, Claude Frollo si rivolse unicamente a Febo, ma l’aveva vista, certo che l’aveva vista … aveva detto voi.
“Dobbiamo prendere le cose di suo figlio, signore” la voce del ragazzo era tesa, non vedeva Frollo da tempo ed era la prima volta che lo faceva consapevole di ciò che aveva fatto, si sorprese nel riuscire a guardarlo negli occhi.
“Certo, gli scatoloni sono nella stanza. Uscendo chiudete la porta” non si preoccupò nemmeno di fare strada, ritornò nel suo studio ed Ez gli fu grata per questo, ma continuava a sentire degli occhi invisibili puntati addosso.
“Facciamo in fretta” sussurrò a Febo.
Gli scatoloni erano fortunatamente pochi e il lavoro procedette senza intoppi, tranne un laccio della Converse di Esmeralda che decise di slacciarsi prima dell’ultimo viaggio, fece cenno al ragazzo di iniziare ad andare e in due secondi risolse il problema, peccato che furono due secondi di troppo. L’incontrò sulle scale.
“Vorrei passare, è l’ultimo scatolone” la voce le tremò un poco, ma abbastanza da far comparire un sorriso lascivo sul volto dell’uomo. “E’ da tanto che non ti vedevo, sei cresciuta”gli occhi che prima sentiva invisibili, adesso le erano realmente addosso, la scrutavano avidi di dettagli e la fecero impallidire.
“Vorrei passare” ripeté lottando contro l’impulso di correre via lasciando tutto lì.
Frollo si scansò, ma non provò nemmeno a distogliere lo sguardo dalla ragazza che, vista da dietro, senza l’ingombro dello scatolone, era ancora più apprezzabile. “Bellissima”. Esmeralda corse via.
“Tutto bene?” Febo le tolse il peso dalle braccia e lo sistemò nel cofano, gli era parso di vedere Ez un po’ pallida. “Benissimo” sorrise raggiante, mentre si stringeva nella giacchetta leggera.
 
I ragazzi si abbandonarono sul letto stremati, decisamente soddisfatti, ma più stanchi del previsto. “E’ stato … beh, siamo una bella coppia” commentò Belle mentre tentava di ridare una forma accettabile ai capelli, sul volto aveva stampato un sorriso compiaciuto.
“Quando decidiamo di cooperare, si, ma non nego che quel tocco aggressivo che nascondi dietro gli occhiali da secchiona non è affatto male” ogni sillaba trasudava una malizia che fece arrossire la ragazza, servendo un’occasione troppo ghiotta affinché Adam se la lasciasse sfuggire. Con un unico movimento fluido, le rotolò di sopra, puntellandosi con gomiti e ginocchia per non schiacciarla, ingabbiata tra le sue braccia non gli era mai sembrata tanto piccola.
“Adam … cosa fai?” se prima Belle era arrossita, adesso stava prendendo fuoco, per quanto si sentisse a disagio, non riusciva a contenere un’ondata ormonale che iniziò a farle palpitare il cuore.
“Pensavo …” le si premette ancora di più addosso, accostò le labbra all’orecchio di lei soffiando caldamente le parole, con una mano le prese una ciocca di capelli, le piaceva spettinata.
“Bene, sono contenta, è un grande passo avanti” cercò di ironizzare la ragazza, che si maledisse per essersi messa una gonna proprio quel pomeriggio, inutile sperare che Adam non avesse notato la facile via d’accesso e presto una mano cominciò a risalire la sua gamba.
“Pensavo, che dopo tanto studio potremmo anche rilassarci” una miriade di sensazioni diverse esplosero nel cervello di Belle, confusa, non riuscì a proferir parola e, anche se ne fosse stata capace, sarebbe stato del tutto inutile dato che si ritrovò la bocca di Adam sulla sua.
Che stai facendo?! Datti un contegno urlò la voce della ragione nella sua testa, ma era così difficile ascoltarla, tutto era così piacevole … Belle! … molto, molto piacevole … Isabelle! … fin troppo piacevole … ALLARME ROSSO!
La mano del ragazzo aveva osato troppo, in un attimo di lucidità, Belle, si rese conto della situazione e, in preda al panico, gli mollò un ceffone. Lo schiaffo colse di sorpresa Adam facendolo subito allontanare dalla ragazza.
“SEI IMPAZZITA?!” tuonò alla compagna, che era ormai scesa dal letto e afferrava frettolosamente le sue cose.
“Io non sono quel tipo di ragazza, mi dispiace, ma devo andare via”
Arrabbiato per il rifiuto, Adam, la strattonò malamente dal braccio “Non fare l’idiota, tu non vai da nessuna parte” un gemito di dolore sfuggì dalle labbra di lei, non era riuscito a ontenere la sua forza, la lasciò immediatamente andare.
“Solo perché ho fatto la cazzona per qualche minuto, tu non hai alcun diritto su di me” sbottò con tutto il suo orgoglio femminile prima di lasciarlo da solo come un cretino.
“Vattene pure! Come se la situazione non ti stesse piacendo! Puritana di sto cazzo!” le urlò dietro, attirando l’attenzione di Lumiere e di Tockins.
“Signore che succede?” chiesero allarmati.
“Si è scandalizzata per qualche bacio troppo focoso” non era abituato a non avere ciò che voleva e Belle sembrava avere la magica capacità di irritarlo all’ennesima potenza.
“Ma la lasciate andare così?”
“Certo, non sono mica uno stupratore … che poi cosa mi è saltato in mente? Baciare quella cosa odiosa? Il troppo studio mi deve aver stordito” borbottò rivolto più a se stesso che ai domestici, aveva bisogno di un tè, ma i due uomini continuavano ad essere scioccamente preoccupati: “Signorino Adam, ma la ragazza non sa che la via del ritorno è franata! Con il motorino potrebbe farsi molto male!”
“Peccato”
“Signore!”
Quei due avevano maledettamente ragione! Per tornare sulla strada principale, dalla villa si poteva usare una scorciatoia che passava dal retro, ma adesso che era franata bisognava ripercorrere la via del bosco per evitare di sbandare e finire oltre una scarpata … peccato che si fosse dimenticato di dirlo a Belle. Afferrò il cappotto e montò sulla sua di moto, ben più potente della buffa Vespa azzurra della ragazza, almeno sarebbe riuscito a raggiungerla.
Neanche fossero i diretti discendenti di Nostradamus, Lumiere e Tockins non avrebbero potuto fare una previsione più accurata, la Vespa di Belle si era ribaltata e la proprietaria giaceva sotto incastrata. “Merda!” imprecò Adam, che si affrettò a liberarla dall’ingombro, peccato che, nel sollevare il motorino, il terreno sotto i suoi piedi cedette e, mentre la ragazza riuscì ad alzarsi, il suo salvatore cadde rovinosamente urlando dal dolore.
Ci volle un po’ prima che Belle riuscisse a sollevarlo, caricarlo sulla Vespa e, faticosamente, riportarlo a casa, ma alla fine poté affidarlo alle dei domestici e riprendere fiato. “Povera cara, che faticaccia” Mrs Brick le aveva offerto una calda tazza di tè e le spazzolava i capelli per rimuovere terriccio e polvere, Belle dovette ammettere che era estremamente rilassante e piacevole, ma la sua mente rimaneva concentrata su Adam.
“Come sta?” chiese ansiosa, qualunque cosa gli fosse capitato, era colpa sua.
“Caviglia slogata e un gomito sbucciato, sopravvivrà” ringraziata con cuore la gentile signora, Belle corse dal suo salvatore ritrovandolo nervoso mentre Tockins cercava di fasciargli il piede “Oh andiamo, signore collabori”.
“Non è certo colpa mia se sei un incapace, finirai per rompermela quella caviglia!”
“Ci penso io” la ragazza si era avvicinata cercando di recuperare la situazione, aveva fatto un corso di pronto soccorso e aiutare era il minimo data la dinamica dei fatti. Effettivamente, con notevole maestria, Belle riuscì a fissare bene la parte lesa, ma Adam sembrava un bambino ipersensibile incapace del minimo contegno.
“Ahia! Mi fai male”
“Non ti farei tanto male se restassi fermo”
“Beh, se non fossi corsa via come una pazza, questo non sarebbe successo!”
“Se avessi esagerato, io non sarei fuggita!”
“Beh … e tu non avresti dovuto darmi false speranze”
“Ma tu avresti dovuto controllarti!”
Lumiere, Tockins e Mrs Brick assistevano increduli a quel botta e risposta, mai nessuno aveva osato alzare la voce sul signorino Roses e rispondergli a tono; i loro occhi trasbordavano curiosità di sapere come sarebbe andata a finire.
“Ora stai fermo” concluse perentoria Belle, mentre il ragazzo si limitò ad assumere un’espressione scocciata. Incredibile.
“Comunque, grazie per avermi aiutata” aggiunse dopo un po’, con tono ben più dolce che un’ancor più grande incredulità diffuse sul volto di Adam. Nessuno era mai riuscito a tenergli testa, ma nessuno gli aveva mai mostrato un briciolo di gratitudine … forse perché non se l’era mai meritata, non aveva mai pensato effettivamente agli altri, eppure quelle parole erano suonate così piacevoli.
“Dovere”
 
Spento il computer, Ade raggiunse la sua bella sul divano.
Era una di quelle sere con troppo lavoro, passate col telefono all’orecchio, le dita che correvano sulla tastiera del PC e una sigaretta sempre in bocca. Quanto le odiava! Così noiose e snervanti! Ma aveva magicamente scoperto che bastava poco per migliorare il tutto, la sola presenza di Meg rendeva tutto più piacevole, staccare gli occhi dallo schermo e vederla accoccolata sul sofà … beh … lo incoraggiava a lavorare più velocemente. Dal canto suo, Megara, non disdegnava affatto qualche ora di totale relax nell’unico luogo dove aveva imparato ad essere se stessa, senza genitori pronti a recriminare e amici dal giudizio facile; soltanto lei, un televisore hd e delle piacevoli attenzioni maschili.
“Mi domando …” iniziò l’uomo, allungando senza la minima discrezione il collo “quale ragazzotto sia capace di distrarti da American Horror Story” prima che potesse leggere alcunché, il telefono che destava tanta curiosità, sparì sotto un cuscino e il faccino della proprietaria si fece indignato: “Non sono affari tuoi, poi chi ti dice che sia un ragazzo?”
“Zucchero, se avessi potuto vedere la tua espressione, non avresti avuto neanche tu il minimo dubbio, ho faticato moltissimo a rimanere seduto alla scrivania”
“Oh, poverino” gli concesse un bacio, ma l’uomo era abituato ad ottenere sempre tutto quello che voleva, soprattutto risposte: “Davvero, sai benissimo che non ci sono problemi se vuoi passarti lo sfizio di qualche bambinetto, ma mi sembrava avessi chiuso con loro”
Meg non poté trattenersi dal ridere, ecco il grande uomo d’affari diventare tutto verde per la gelosia e fare giri di parole per sondare la concorrenza.
“Non ti dirò mai chi è, ma non ti agitare tanto, sto solo giocando un po’ … mi intenerisce, non ci sa proprio fare con le ragazze, adoro metterlo in difficoltà”
“Perfida” la strinse ancora più a se “comunque non mi stavo affatto scaldando” chiarì.
“Quindi non sei geloso?” chiese nel tono più scettico esistente, già sapendo quale fosse la verità, nonostante le risposte che le avrebbe rifilato.
“Geloso? Io? Mai! L’importante è che nessuno sia così sciocco da portarti via, ma questo perché odio perdere i miei giocattolini. Il giorno in cui diventerò geloso mi prenderanno fuoco i capelli, cara”
Megara si alzò con fare preoccupato.
“Dove vai?”
“A cercare un estintore”
Peccato che non ebbe tempo di andare da nessuna parte, aveva trovato attività più piacevoli da svolgere.
 
Cinque volte vibrò il telefono e cinque volte sullo schermo del telefono nascosto apparì la scritta: Megafusto.


A.A.
Salve personcine!
Col Natale alle porte, ho pensato bene fosse il caso di finire quel capitolo iniziato mesi fa per farvi un piccolo regalo <3 *finge di non essere un'autrice pessima*
Coooomunque ecco qua un capitolo pieno di situazioni, gente che si vendica, dichiarazioni di guerra, interessantissme sedute di studio e divinità gelose. Spero vi sia piaciuto, come sempre attendo i vostri pareri e suggerimenti sempre graditissimi ed immeritati.
Vorrei ringraziarvi per la pazienza, per le recensioni, per avermi inserito tra i seguiti e anche per avermi letto senza proferir parola. Io vi adoro tutti e vi ringrazio di cuore.

Come sempre vi lascio i link de....
- La raccolta di shot con sempre protagonisti i nostri personaggi preferiti (l'ultimo capitolo è su Flynn!): http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3146800&i=1
-Il mio profilo fb per essere sempre aggiornati (na volta ogni morte di papa) o per qualche chiacchiera: https://www.facebook.com/Lyss.Tarstark
- di una pagina per fangirl dove ogni tanto faccio la mia comparsa: https://www.facebook.com/Langolo-dello-sclero-fangirl-1108502705844456/?fref=ts

Un bacione!
_Lyss
 
  
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