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Autore: gioiapura    19/12/2015    5 recensioni
"Fall in love", innamorarsi .
Credo che non esista termine più azzeccato per descrivere questo sentimento.
Dai più cinici può essere spiegato come qualcosa di irrazionale , senza una logica definita.
Letteralmente significa Cadere in amore; ed è complicato da spiegare.
Amare è cadere ... cadere e sperare che ci sia qualcuno pronto a prenderti.L'amore è qualcosa che ribalta tutto, che spezza tutti gli schemi convenzionali.
Amare e fare pazzie è sperare e azzardare.
Arianne Parker e Theodor Grey. Lei un giovane chirurgo con carriera brillante davanti a se. Lui Amministratore delegato nella stessa azienda di suo padre.
Lontani,diversi, improbabili...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Phoebe Grey, Theodore Grey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutte ragazze! Sono imperdonabile lo so, ma l'universitá la tesi e tutto macello giú di li rubano davvero molto tempo.

Un grazie a chi ancora segue la storia e spero che vi piaccia questo capitolo.

 

 

Bridge continuava a inveire contro di me da ore, da quando eravamo uscite dal locale in sostanza.

 -Siete andati a letto insieme?- insistette.

-Bridge ti prego, non cominciare con i tuoi film mentali- avevo spalancato la porta del soggiorno, e crollata su una delle poltrone con i miei tacchi stretti in mano.

 Mi fulminò con lo sguardo .

 -Per l’amore del cielo Arianne! Avresti dovuto dirmi tutto giorni fa! E invece hai deciso di non farlo!-

 -Neanche tu mi hai detto del tuo appuntamento con quel Jayden, ma non ricordo di aver creato tutto questo- dissi muovendo le mai per indicare lo spazio tra di noi.

 -Non cambiare discorso bionda questo è tutto un altro paio di maniche ….-

  E tutto questo durò fino a quando Bridge, furiosa si ritirò in camera sua sbattendo la porta.

 A volte m’infastidivano le sue reazioni esagerate.

 Erano imbarazzanti. Erano infantili. Erano …. Fuori il mio controllo ecco!

 Era come tornare  indietro nel tempo, a quando i miei madre mi tormentava con domande riguardo cosa avessi fatto la sera prima o dove fossi andata.  

 Normalmente non riusciva a cavarmi una parola, e usciva dalla mia camera più esasperata di prima.

 Esattamente come lei quella sera.

 Che cosa avrei potuto dirle poi? Non ero neppure capace di dare una spiegazione a quello che stava succedendo a me, figuriamoci come avrei potuto parlarne con lei! E poi come facevo a sapere che Theodor fosse il suo capo? Certo forse ripesandoci avrei potuto fare due più due. Ma diamine! Non vedevo dove fosse il prolema.

 Come poteva in pochissimi giorni, diventare tutto così confuso, strano… così irragionevole!Mi misi a sedere e portai le mani alle tempie cercando di far mente locale su cosa fosse accaduto quella sera.

 

 IL MIO COMPLEANNO, LA SORPRESA DI BRIDGE.

 LUI, L’ALCOL.

 ANCORA LUI,

 LA SUA GIACCA, IL SUO PROFUMO.

 IL SUO BACIO.

 E DÌ NUOVO LUI ….

 

Scossi velocemente la testa.

 Avevo bisogno di una doccia!

 Mi spogliai velocemente, e m’impalai sotto il getto d’acqua senza curarmi dell’effetto che aveva l’acqua quasi bollente sulla mia pelle fredda.

 Era una caratteristica ereditata da mio padre; avere la pelle sempre fredda anche nei periodi in cui il tepore estivo invadeva ogni singolo angolo.

 Contai mentalmente fino a dieci, osservando le mie ciocche bionde bagnarsi e appiccicarsi alle spalle e al seno nudo.

 Ed ecco che i pensieri cominciarono inesorabilmente ad assalirmi …

 Insomma cosa mi era venuto in mente, baciarlo in quel modo!

 E si non mi fossi staccata?

 No! Assolutamente no … non volevo nemmeno pensarci.

 Il tempo di un battito di ciglia ed ero già fuori e sotto le coperte.

 

 

 Il mattino seguente mi risvegliai con la testa pesantissima.

Emicrania.

Cominciai a guardarmi intorno.

 Provai ad alzarmi.

Vertigini. Brutta idea.

Guardai l’orologio e cavoli erano già le 9.00! come diavolo avevo fatto a dormire tutto quel tempo?! E perché Bridge non mi aveva svegliata?  

 Poi ricordai la sua sfuriata della sera prima.

 A fatica mi alzai e come un automa mi diressi in cucina per prendere un’aspirina … anzi due.

 Preparai svogliatamente la colazione, e la consumai seduta al tavolo per poi riporre il piatto in lavastoviglie. Quasi come un rito presi la mia tazza rossa e la poggiai sotto la macchina per il caffè ,la mia droga mattutina. La deliziosa bevanda nera cominciò a scendere e la cucina si riempì di quel familiare profumo che mi riportava a casa mia, nella Carolina del Nord, e alle ormai lontane mattinate in cui quel profumo meraviglioso mi svegliava insieme alle voci della mia famiglia.

 Era incredibile come tutto quello mi mancasse!

 A un tratto il rumore di due colpi alla porta mi distolse dai miei pensieri, appoggiai il mio caffè sul tavolino e corsi ad aprire la porta.

  -Tu?!-

- Buongiorno Arianne –

  Non ci potevo credere, ancora lui ?!

 -Che ci fai qui? Come sapevi il mio indirizzo?-

 -Buongiorno anche a te eh! È bastato guardare la scheda della tua coinquilina Einstein –

 

Arrogante

 

Lo guardai torvo.

 -non hai risposto alla prima domanda che ci fai qui ?

 Dondolò un po’ sui piedi poi mise le mani nelle tasche.

-Non m’inviti ad entrare?-

 -No se non mi spieghi che ci fai fuori la porta di casa mia-

 Fece spallucce –Fammi entrare te lo spiego.-

 Mi decisi a farmi  da parte e farlo entrare, si guardò intorno e poi si sedette sulla poltrona di fronte al tavolino.

 -Avanti, perché sei qui?- ripresi la tazza di caffè e mi sedetti sul divano di fronte a lui .

Mi squadrò in silenzio  esibendo un sorriso incredibilmente sexy.

 Mi mancò un battito alla vista di quella fossetta che gli si era formata a un lato della bocca.

 

VUOI FARMI IMPAZZIRE GREY?

 

-Accogli sempre così i tuoi ospiti?-

 lo guardai in tralice

 Fai sul serio?  

 Stavo per risponderlo a tono, ma prima di aprire bocca mi accorsi di indossare solo un maglione bianco un po’ troppo largo, che lasciava scoperte le gambe più del necessario.

 Avvampai all’istante.

 Dio, che imbarazzo!

 -Può darsi … - Cercai di darmi un contegno.

 

 Mi vedeva le mutande e allora? Tipi come quello ne avranno viste centinaia. 

 

-Forse … ehm … va a mettere qualcosa che ti copra più le… gambe-

-No Grey !sarai anche un dispotico a cui piace impartire ordini, ma questa è casa mia, e in casa mia indosso quello che mi pare !-

 

 Uno a zero per me Grey.

 

Theodor era visibilmente agitato e continuava a muoversi convulsivamente.

 Sembrava … imbarazzato!

 Oh bene! La cosa potrebbe giocare a mio vantaggio.

 -qualcosa ti mette a disagio Grey?- Sentendomi improvvisamente audace accavallai le gambe.

 Il mio attraente ospite deglutii in fretta .

 - Arianne, ti prego non mettere alla prova il mio autocontrollo va a cambiarti –

 Sorrisi soddisfatta del mio lavoro,

 -Adesso va meglio. Vedi? Quando chiedi per favore sembri quasi più simpatico-

 Mi alzai LENTAMENTE, mi voltai, con una coda dell’occhio però notai che cercava di nascondere un più che gradito rigonfiamento nei pantaloni.

 Questo episodio mi riempì di puro orgoglio femminile.

 Sorrisi ancora una volta soddisfatta e m’incamminai verso la mia camera.

 

   un altro punto per me.

 

 Una volta dentro cercai qualcosa da mettere nel guardaroba : optai un paio di Jeans ad alta vita e una camicetta rossa .

Mi levai il maglione e lo gettai sul letto. Avrei pensato a riordinare  dopo. Avevo ben altro di cui occuparmi .

 

 Riapparii in cucina e lo trovai ancora lì, con le labbra sulla mia tazza, che beveva il caffè che avevo poggiato sul tavolino.

 Il mio caffè!

 -Hey! Stai bevendo il mio caffè!-

-Si ed è un po’ freddo, se posso permettermi.-

- lo avrei bevuto tempo fa se tu non avessi interrotto il mio rito mattutino!- dissi sottraendogli la tazza dalle labbra e riprendendo a bere.

 Aveva ragione! Il caffè freddo era orribile.

 

 - rito mattutino? Il caffè è il tuo rito mattutino?-

 - Esatto -

 Seguita dallo sguardo curioso del mio ospite, getto il caffè freddo nel lavabo e riaccendo la macchina, continuo ad armeggiare con il filtro mentre Theodor continua a guardarsi intorno come in cerca di qualcosa, cerco di non pensarci e riprendo a fare il caffè.

 -Sei una ballerina?- domandò prendendo la foto che tenevo sul tavolino: quella foto raffigurava me e la mamma durante la nostra ultima esibizione al teatro della mia città natale.

 -Lo ero – risposi mentre riempivo due tazze di caffè.

 Gli e ne porgo una e sorseggiando la mia mi accomodo di nuovo di fronte a lui.

 Appoggia di nuovo la cornice al suo posto e mi guarda negli occhi.

 

I suoi sono veramente bellissimi.

 

-Quando hai smesso?-

 -Quando ho cominciato l’università. La distanza ha reso tutto più difficile: il tempo da passare con la mia famiglia e i miei amici era sempre più precario, così ho deciso di mollarla, la danza è sacrificio,impegno e fatica  ma preferivo che io e la mamma usassimo i pochi giorni a nostra disposizione per stare insieme come una famiglia e non urlandomi contro per delle piroette troppo veloci. Non l’ha presa benissimo ma se n’è fatta una ragione -

 - che centra tua madre scusa?-

 - Mia madre è stata la mia insegnante di danza da quando avevo indossato il mio primo tutù- sorrisi tra me e me ricordando tutte le volte che mi aveva fatto indossare quelle dolorose scarpette con le punte. Se papà non l’avesse fermata, penso che me le avrebbe fatte portare anche a scuola.

 -Anche tua madre era una ballerina?-

 Annuii –Si! ed anche la migliore. Pensa che da giovane si è esibita al teatro Scala di Milano. La donna con me nella foto, siamo io e mia madre durante la nostra ultima esibizione insieme.  Ancora balla, ma ha una scuola adesso perciò si limita solo a insegnarla.-

 Rialzò la foto dal tavolino e la osservò con più attenzione, scrutandola nel dettaglio, poi alzò gli occhi posandoli su di me.  Ancora

 -No le somigli per niente – costatò

 Non risposi ma mi limitai ad annuire.

 

 Le somiglio più di quanto tu possa pensare Theodor

 

 -e tuo padre ?-

 - Papà è tutto un altro paio di maniche. è un cardiologo. Ha uno studio privato vicino  casa nostra, ed è la persona più bella e trasparente che si possa conoscere. Sopporta mia madre da trent’anni ormai … meriterebbe una medaglia al valore!- rido di gusto, mi piace pensare ai miei genitori come una coppia agli antipodi.

-Deve essere un bel tipetto tua madre!-

 -Già! Non puoi nemmeno immaginare-

 - fratelli o sorelle?-

 Inclino la testa di lato e lo guardo interrogativa – Perché mi stai facendo tutte queste domande?-

 Ci pensò un po’ su prima di rispondere.

 -Perché mi piace sentirti parlare. I tuoi occhi sorridevano mentre parlavi della tua famiglia, sei ancora più bella quando lo fai . Ti prego continua.-

 Le sue parole mi spiazzarono. Nella mia vita avevo sentito parole bellissime, congratulazioni di ogni tipo, avevo reso fiero qualsiasi professore o mentore mi avesse seguito nel mio percorso scolastico, ero laureata con due anni in anticipo con un risultato lodevole, a venticinque anni ero un cardiochirurgo ben assestato e con una tecnica chirurgica propria.  Niente di tutto questo,però, era stato così inaspettatamente bello.

 

 Si forse in quel momento avevo voglia di baciarlo.

 

 – perché sei qui Theodor?- domandai dopo interminabili minuti di silenzio.

 Avevo previsto che arrivassimo a questo punto.

 Quello che non avevo previsto era questa voglia incontrollabile di saltargli al collo.

 -Perché volevo vederti Arianne. Questa cosa mi sta fuggendo di mano , ieri sera è stato … wow piccola! Ancora mi sembra di sentire le tue labbra, potresti far impazzire chiunque con quelle-

 Abbassai lo sguardo presa dallo sconforto, cosa voleva dire? per la prima volta nella mia vita non avevo la più pallida idea di cosa fare.

 - Cazzo quanto vorrei baciarti in questo momento!-

 A quelle parole alzai di nuovo lo sguardo su di lui e l’espressione dei suoi occhi non mi diede scampo.

  -Cosa diavolo stai aspettando allora ?- Il mio tono di voce era quasi una preghiera.

 Mi fu davanti all’istante, lo vidi chinarsi quel tanto che basta per unire la mia bocca alla sua. Gli buttai le braccia al collo stringendolo più forte.

 Sentii lo stomaco ribaltarsi e il cuore battere ad un ritmo assordante, e quando le nostre lingue cominciarono la loro lenta danza, avrei potuto toccare il paradiso.

 - Arianne - cercò di prendere fiato.

 Posai due dita sulle sua labbra -Zitto Grey baciami e basta.-

  
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