Perdonate questa maledetta commentatrice senza licenza – ah! che oltraggio – che di promesse infrante ne ha fatte, senza la previsione di tenere i cocci assieme.
Tutte queste scuse; sognate tra argento e oro che tagliano e fanno sanguinare, che brillano per accecarmi. Cerco le parole, e spesso non le trovo, ma solo quel sangue a macchiare ambedue le facce della medaglia – del secondo perdente – mi svelano il modo per aprire.
Una volta l'ho guardata; le ho detto: "Stanno parlando male di te."
Mi ha osservato senza vedermi: non è il tipo di persona che alza gli occhi. Ha sorriso ed ha lasciato gli occhi a terra. "Non m'importa."
Solo ora capisco che, in quelle parole e quel sorriso che non era triste, ma non era nemmeno un sorriso, voleva dirmi: "A me basti tu."
Anche a me saresti bastata.