Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Hikari_11    20/12/2015    1 recensioni
(Elsanna)
- Oh..- rispose appena Anna. - Certo.. che stupida che sono, tu hai molti impegni, hai un regno da gestire, non puoi certo perdere del tempo-
-..con me..-concluse infine.
Anna perdonami, ma io...
-Devo andare- aggiunse Elsa e si voltò scattando via in fretta per le scale.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri, FemSlash | Personaggi: Anna, Elsa, Hans
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest
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Capitolo 7

-Quando si ama, non si ha alcun bisogno di capire che cosa accade all’esterno, perché tutto comincia ad accadere dentro di noi- (Paulo Coelho)

-Regina!-

-La regina è tornata!-

-Oh santo cielo Regina! Dove siete stata?-

Le voci dei servitori rimbombavano caoticamente nella testa di Elsa la quale aveva fatto appena rientro a palazzo dopo una frenetica cavalcata. Elsa scese da Aere con aria sconvolta: il viso pallido, le mani tremanti, i capelli scompigliati e lo sguardo perso tra gli occhi accigliati dei cittadini. Alcuni servitori l'accerchiarono per accertarsi che stesse bene ed ella realizzò solo allora che doveva essersi assentata da palazzo per molto tempo perché tutti erano stati avvertiti della sua scomparsa.

-Regina mi sembrate turbata, state bene?- la incalzò una guardia preoccupato.

-Sì sto bene- sussurrò soltanto facendo qualche passo incerto.

-Eravamo tutti in pensiero, siete stata via senza farvi scortare- commentò un altro.

-Regina, una tempesta di neve sta per abbattersi sul paese. Non è prudente uscire con queste condizioni atmosferiche-

-Già, non dovete farci stare in pensiero-

-Ma regina..la principessa?- esclamò poi una voce tra i presenti.

-La principessa non è con voi?- aggiunsero altri e nel sottofondo bisbigli incerti e agitazione si moltiplicarono tra la folla.

I suoi servitori avevano risvegliato in lei il motivo del suo turbamento: Anna, la sua Anna, era ancora fuori, lì nella foresta, dove l'aveva vigliaccamente abbandonata.

Un terribile senso di colpa le attanagliò il cuore e le sue gambe ebbero un attimo di cedimento.

-Regina!- esclamò preoccupato uno delle guardie sorreggendola.

-Cosa succede?-

La regina pose lo sguardo a terra, un brivido gelido le si propagò lungo il corpo.

-Anna..- sussurrò soltanto mentre un' improvvisa folata di vento scosse le sue vesti.

-Anna è in pericolo-

 

 

Era stato organizzato rapidamente un gruppo di venti soldati scelti per l'operazione di salvataggio della principessa. Infatti, il vento del nord si era alzato più precocemente di quanto previsto, preannunciando che la tempesta di neve si sarebbe abbattuta su Arendelle a breve. Nel palazzo calò un silenzio tombale, nessuno si era azzardato a dare pronostici o a commentare la vicenda. Una sola certezza albergava tra i pensieri silenziosi di tutti i sudditi: l'incolumità della principessa Anna era in grave pericolo. I cittadini di Arendelle erano infatti consapevoli della violenza delle tempeste del nord e pertanto sapevano che più tempo la principessa sarebbe rimasta nella foresta, più elevato sarebbe stato il rischio che la neve e il vento gelido rendessero impossibile agli uomini le operazioni di recupero.

Intanto la Regina era stata costretta dai suoi servitori ad aspettare notizie nella sua stanza. Ad ella era stato proibito ogni tentativo di far parte della spedizione nonostante le sue furibonde proteste. Lucidamente Elsa sapeva che, essendo la regina, doveva mettere le questioni personali in secondo piano ma dentro di sé ribolliva di rabbia e di sensi di colpa per aver abbandonato la sorella e avrebbe preferito mettere a repentaglio la propria vita che sapere quella di Anna in pericolo. Se infatti la principessa rischiava di morire, era stata ancora una volta una sua responsabilità: era stata colpa della sua malsana idea di condurla nel bosco senza servirsi della scorta, colpa della sua codardia che l'aveva fatta fuggire lasciando la sorella lì da sola, ed infine colpa del fatto che quelle tempeste di neve, e questo lo sapeva bene, erano in verità causate dai suoi ingestibili poteri e adesso per la seconda volta quest'ultimi avrebbero potuto uccidere Anna.

 

Se solo fossi capace a gestirli, se solo fossi più forte.

Si ripeté incessantemente, ma ella non aveva idea di come rimediare. Ed infine sconsolata e afflitta strinse a sé la sciarpa di Anna pregando che quello non sarebbe stato l'ultimo ricordo di sua sorella.

 

Passarono tre ore, tre ore durante le quali la tempesta si scatenò furiosa su Arendelle e nessuna notizia positiva giunse ancora alle orecchie di Elsa.

La neve ormai aveva ricoperto le strade ed il vento freddo non aveva smesso di spirare violentemente. Esso rendeva difficile anche solo provare ad uscire in strada senza venire sbalzati con impeto a terra.

Intanto, nella foresta, la giovane principessa era riuscita a trovare rifugio in una piccola grotta infossata nella roccia non poco distante dal sentiero che aveva percorso Elsa per tornare indietro. Il vento era glaciale ed Anna non aveva che addosso un vestito di cotone ed una piccola mantellina che si era legata al volto per evitare che il capo le si gelasse. Ella dunque si adagiò a terra, in quella concavità nella roccia, e sperando che il freddo si placasse, non poté far altro che stringersi a sé intrecciando le proprie braccia al petto, cercando di assorbire tepore dalla sua stessa carne.

Gli uomini di Arendelle perlustrarono tutta la zona indicata a loro dalla regina e finalmente dopo tre ore di estenuanti ricerche la trovarono lì: assopita, tremante, con le mani violacee dal freddo, ma fortunatamente ancora cosciente.

 

Finalmente alla quarta ora, quando il vento si placò, gli uomini potettero fare ritorno.

La sentinella scorse il gruppo di soldati poco distanti dal palazzo e annunciò a gran voce la notizia.

-Sono loro, gli uomini fanno ritorno!- echeggiò tra le mura del palazzo.

Elsa si scosse dalla sua silenziosa veglia e senza attendere oltre uscì fuori dalla stanza precipitandosi sotto nel cortile delle guardie, pregando in cuor suo di non riceve brutte notizie.

-Eccoli eccoli, fateli passare!-

-Sono loro!-

-Dov'è la principessa?-

-Fateli passare-

Varie grida e voci si alternavano in una totale confusione tanto che Elsa non riuscì ancora a comprendere chiaramente se Anna stesse bene. Ella si fece freneticamente largo tra la folla che spintonava per ricevere notizie, infine quando fu davanti a tutti, cercò con lo sguardo il corpo della fanciulla per cui aveva pregato per ore ed ore.

E la vide: tra le braccia di uno dei soldati Anna dormiva avvolta in una coperta di lana, il suo dolce viso lentigginoso era pallido e tremante, il naso violaceo e i capelli erano stretti nella mantella.

Un altro violento tuffo al cuore sconvolse i sensi della regina.

-Anna..-sussurrò soltanto.

-E' viva- disse uno di loro sorridendole.

-Fortunatamente si era riparata in una grotta. Ora ha solo bisogno di un po' di caldo e di riposo- continuò.

-Grazie- seppe solo dire Elsa, trattenendo le lacrime agi occhi.

 

Le guardie porsero il corpo di Anna ad un gruppo di servitori che si fecero carico di trasportarla in una stanza attrezzata per il suo riposo. Quest'ultimi avevano fatto accendere un camino, portato una coperta di calda lana ed una catinella di acqua tiepida per riscaldare con un panno le zone più fredde della pelle.

Elsa aveva ordinato ai servitori di preparare l'occorrente e poi congedarsi; desiderava infatti stare da sola con la sorella e prendersi cura lei stessa delle zone congelate.

Quando finalmente fu tutto pronto e le due furono lasciate sole, la bionda si adagiò su una sedia accanto al letto dove riposava Anna e accarezzò dolcemente il viso della sorella. Poi con accortezza le liberò i capelli dal capo che li stringeva e poggiò un panno caldo sulla sua fronte. Un lieve tremore attraversò il volto della più piccola a contatto con quel piacevole tepore.

-Elsa..- parve alla regina che la rossa avesse sussurrato.

-Anna- rispose questa.

-Sei sveglia?- le chiese.

Ma la minore non rispose, stava dormendo e perciò Elsa ne approfittò per poggiarle un bacio sulla tempia. Poi continuò in silenzio il suo lavoro.

Passò il panno minuziosamente su tutte le altre zone più fredde e poi infine avvolse Anna nella coperta di lana, attena a ricoprire ogni parte del corpo infreddolito.

A lavoro concluso la bionda la osservò in viso notando con soddisfazione che le gote di Anna si facevano più rosee e che un sorriso era comparso sulle sue labbra. La vista di sua sorella così indifesa le intenerì il cuore e spinta dal desiderio di averla più vicina si poggiò allora dall'altro lato del letto e le si stese accanto.

-Ci sono io adesso- le sussurrò all'orecchio, carezzandole la mano.

-Perdonami, non ti lascerò mai più- aggiunse ed infine la avvolse a sé in uno stretto abbraccio.

 

__________________

Lo scoppiettio del legno del camino svegliò Anna dal suo lungo sonno, ella si rigirò nel letto, ad occhi chiusi, godendo piacevolmente del tepore sul suo corpo mentre riprendeva piano piano i sensi.

La principessa credette infine di sognare ancora quando muovendosi leggermente percepì di essere avvolta da un calore familiare. La fonte di questo tepore la stringeva a sé delicatamente quasi a volerla proteggere e la rossa le si fece quindi più vicina, sempre di più, finché non percepì un lieve battito vicino al suo orecchio.

Quando Anna comprese che quello non era un sogno aprì timidamente gli occhi.

Il suo viso era poggiato su di un petto dalla candida pelle, alcuni capelli biondi le carezzavano leggermente il viso, un braccio le cingeva la vita ed un respiro dolce le solleticava la tempia.

Che fosse un angelo

Pensò. Ma poi il profumo di quel corpo la riportò alla realtà: quel profumo le parlava di Arendelle, di casa, di famiglia, di amore, quel profumo era per Anna il suo segreto respiro di vita, quel profumo aveva un solo nome: Elsa.

-Elsa..- sussurrò ed alzò leggermente il viso cercando quello della sorella.

Sì, era proprio lei che le si era addormentata accanto. Anna squadrò la bionda silenziosamente.

Era da molto tempo che non la osservava dormire: quando loro due erano state bambine amavano passare le notti abbracciate l'una all'altra e quella situazione ricondusse nostalgicamente Anna a quegli anni, a quei giorni spensierati, senza litigi, senza incomprensioni, quando la presenza di Elsa era quotidiana.

Anna si lasciò sfuggire un sospiro e questo dovette disturbare il sonno leggero della regina perché vide la più grande ricominciare a riprendere anch'essa i sensi.

-Dove sono?- borbottò soltanto, stropicciando appena gli occhi ancora annebbiati dal sonno.

-Elsa-la richiamò la più giovane.

La regina sobbalzò al suono di quella voce e scossa dal ricordo spalancò gli occhi trovandosi di fronte il viso della sorella minore.

-Anna!- disse spostando bruscamente il corpo troppo vicino a quello della rossa, ma quel movimento le fece accorgere che le sue braccia stavano stringendo i fianchi della sorella ed ancora più in imbarazzo allentò la presa e poi si scostò portandosi distante dalla più piccola.

-Avevi paura che scappassi?- chiese in una risata l'altra godendo dell'imbarazzo di Elsa.

-Io..- rispose la bionda non sapendo cosa fare.

-Sei stata qui tutta la notte? Con me?- chiese la rossa.

Elsa annuì soltanto tenendo lo sguardo basso.

-Grazie..-disse la piccola con un sorriso.

 

Come fa a sorridermi ancora?

 

-Non dovresti ringraziarmi io..- bisbigliò la bionda.

Anna comprese cosa voleva dire l'altra e la fermò prima che continuasse.

-Non è stata colpa tua Elsa-

-Certo che è stata colpa mia- esclamò amareggiata in viso.

-Ma va tutto bene, io sto bene Elsa e non ce l'ho con te-

-Dovresti odiarmi invece- sussurrò a fil di voce, poi continuò:

-Ti ho lasciata lì in quel bosco da sola, hai rischiato la vita! e tutto perché..-

Anna allora le prese dolcemente il viso e la costrinse a fissarla interrompendo le sue parole. Flash della giornata precedente passarono nella testa della più piccola.

 

per me tu sei importante

aveva detto Elsa

 

E a quel ricordo Anna non ebbe timore di pronunciare queste parole:

-Ieri ho passato una giornata bellissima con la persona più importante per me nella mia vita quindi è solo questo che ricorderò, tutto il resto è storia passata-

-Anna..- sussurrò Elsa senza parole.

-Non preoccuparti, ok? ora sono qui- continuò fissandola dolcemente.

-Credevo che ti avrei persa- confessò Elsa affranta.

-Allora sono più forte di ciò che credi- esclamò sorridente la rossa.

-E guarda che non sono più piccola, anche se mi lasci per strada io so tornare a casa- precisò ridacchiando.

-Anna non riesci in nessuna situazione ad essere seria! Non cambierai mai..- disse la bionda lasciandosi contagiare dalla sua risata, poi fissò la sorella negli occhi e aggiunse:

-Se ti fosse successo qualcosa non me lo sarei perdonato, lo sai?-

La piccola le sorrise felice, finalmente certa ora di avere un posto dentro al cuore della sorella e istintivamente si fece più vicina a lei poggiando una mano sul petto dell'altra.

Elsa fu colta alla sprovvista da quel gesto e solo in quel momento, quando la sua pelle venne a contatto con quella della sorella, si rese conto di quanto il suo cuore stesse battendo velocemente.

 

 

  
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