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Autore: Fenice_blu    20/12/2015    2 recensioni
«Allora… che ne dici Bea? Ti andrebbe di uscire con me?»
Ci riflettei un attimo e lo guardai. I capelli un po’ scompigliati, gli occhi verde smeraldo che mi fissavano speranzosi in attesa di una risposta, il sorriso caldo e gentile…
Sorrisi e dissi «sì, mi piacerebbe molto Ale».
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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«Ti prego mi dici come hai fatto a convincermi a venire con te?»
«È semplice: ho delle ottime capacità di persuasione!» risposi, gongolando leggermente.
«No non è vero, sono io che sono stata troppo stupida… andare in campeggio. Per tre giorni per giunta! Chissà cos’avevo nel cervello!» borbottava incessantemente Jasmine.
«Dai! Ci divertiremo! Non solo come sottolineava tua madre “prendere un po’ d’aria fresca ti fa bene”, ma conoscerai anche gente nuova!» le dissi, cercando di farle passare il nervosismo.
«Ammettilo che ti vergogni ad andare da sola!» mi guardò con fare accusatorio.
«Certo che ho vergogna! Sono comunque gli amici di Alessandro! Sono sicura che mi sentirei un intrusa andando da sola!» dissi con un velo di tristezza, perché davvero avevo paura di essere di troppo.
«Oh andiamo! Ormai voi due state insieme e prima o poi dovrai incontrarli.»
«Beh lo stesso vale per te! Tu e Alessandro non vi conoscete ancora! E questa è l’occasione giusta!» ribattei, decisa a non farle cambiare idea. Lei era la mia migliore amica e la volevo con me, e sarebbe anche stato più divertente andare insieme.
«Ce ne saranno altre, più vicine alla civiltà! Basta ho deciso… non ci vengo»
«Uffa!! Ma vedrai sarà un avventura!» esclamai alla fine. «Ti pregooo! Ti prometto che non te ne pentirai!»
La rossa sospirò «Sei tremenda… ma… suppongo che, nonostante tutto, potrei venire…»
L’abbracciai con slancio e gridai entusiasta «EVVIVA! Ti assicuro che non te ne pentirai!»
Lei borbottò «Lo spero.. e comunque ne approfitterò per esaminare il tuo ragazzo…» mi guardò infine con uno sguardo furbo. Capii subito cosa intendeva.
 Jas aveva una caratteristica straordinaria: riusciva subito a capire se un ragazzo era il tipo giusto per una ragazza. A scuola quando vedeva per esempio, una ragazza e un ragazzo insieme, a volte mi diceva “Gli dò due settimane e si mettono insieme”, o a volte quando due ragazzi stavano già insieme «Lui è troppo esibizionista, si lascieranno tra una settimana». Indovinava sempre. Quando si trattava di queste cose Jasmine era un vero asso.
Ero sicura che serebbe stata capace di dirmi di piantare Alessandro, se non gli fosse andato a genio e se avesse avuto la sensazione che non era il tipo giusto per me.
«Sta tranquilla! Non troverai nulla da ridire su di lui!»
La rossa sorrise «Vedremo»
«Piuttosto, adesso vai subito a prepararti! Non c’è un secondo da perdere!»
«Beatrice… mancano ancora due giorni! Datti una CALMATA!»
 
 
 
Due giorni dopo io, Jasmine e Alessandro ci ritrovammo, armati dei nostri zaini, al limitare di un bosco fuori città (ma molto fuori città), che si trovava vicino ad un piccolo lago.
«Forza seguitemi!» disse Alessandro, che era l’unico che conosceva la strada per l’accampamento dove ci aspettavano i suoi amici. Dovevamo attraversare il bosco e  mentre camminavamo, chiaccheravamo tranquillamente finchè Jas mi guardò con finta rassegnazione disse sotto voce. «Test superato»
Non potei fare a meno di sorridere. Dopo la conferma di Jas potevo davvero stare tranquilla.
«Che cosa?» chiese il castano.
«Niente!» rispondemmo in coro io e Jas. Lui scosse la testa esasperato, però vidi che sorrideva.
«Siamo quasi arrivati» ci informò la nostra guida. E infatti subito dopo scorgemmo un paio di tende e quattro ragazzi.
«Ehi ragazzi!» urlò Alessandro!
«EHI ALEEEE!» gridò in risposta qualcuno dall’accampamento, mentre le altre figure ci salutarono semplicemente con la mano.
Alla fine arrivammo e gli amici di Alessandro lo salutarono festosi.
«Ehi Alex! Alla fine siete arrivati, non ci speravamo più!» lo salutò dandogli il cinque un ragazzo con una bandana blu in testa e dalla pelle abbronzata.
«Beh era anche ora!» lo seguì a ruota un ragazzo dai capelli ricci, che quando sorrise mostrò due fossette agli angoli della bocca, e probabilmente era lui quello che aveva urlato.
«Grandioso non vi siete persi! Deve essere la prima volta!» disse un biondo alto con gli occhiali, intento a finire di montare una delle tende, aiutato da una ragazza minuta, che ci salutò con un sorriso timido.
«Pensa per te Andrew! Sei tu quello che ha il senso dell’orientamento di un ottantenne!» lo prese in giro Alessandro. Gli altri risero, segno che probabilmente era vero.
«Ragazzi, passando alle cose importanti, vi presento Beatrice e Jasmine» Alessandro indicò rispettivamente me e la mia amica e salutammo il gruppo.
«E così tu sei la famosa Beatrice! Abbiamo sentito tanto parlare di te!» disse rivolto a me il riccio.
«Beh ragazze è un piacere! Io sono Daniele ma potete chiamarmi Dan. Allora la cosa più importante da sapere è che qui in mezzo sono il più figo!» esclamò facendo l’occhiolino a Jas.
Jas inarcò un sopracciglio mentre io non riuscii a trattenermi dal ridacchiare.
«Smettila di dire stupidaggini!» lo fulminò con lo sguardo il ragazzo con la bandana.
«Io sono Lorenzo » ci allungò la mano e gliela stringemmo.
«Avete finito? Beatrice Jasmine lasciteli perdere, non fanno sul serio, sono solo un po’ idioti e credono di sembrare simpatici facendo così! Io invece sono Andrea e lei è Nicoletta!» disse indicando la ragazza, la quale ci salutò con la mano e sorrise ancora.
«Benvenute in questo campo di pazzi!» esclamò Alessandro tutto allegro. «Allora quella è la vostra tenda. Per ora iniziamo a sistemarci, poi ci metteremo ad aiutare gli altri.» ci indicò quella appena montata da Andrea.  «Forza diamoci da fare!» concluse Alessandro.
 
 
Sì. Quello era decisamente un campo di pazzi.
Piano piano, io e Jas iniziammo ad ambientarci e a conoscere gli altri ragazzi.
Andrea era probabilmente quello con più sale in zucca della brigata e cercava sempre, in qualche modo, di impedire agli altri di fare casini. Aveva i capelli biondi corti, e dietro gli occhiali erano nascosti due occhi verdi, non come quelli di Alessandro, ma più chiari e tendenti al grigio. Grazie al suo modo di fare più serio rispetto agli altri, e anche grazie alla sua altezza, era molto facile per lui sembrare più grande rispetto a tutti noi.
Daniele era il suo esatto contrario: non era alto (avevamo la stessa altezza e io ero 1,65 m), aveva i capelli castani e ricci, gli occhi color cioccolato ed era un soggetto. Non stava mai fermo, scherzava in continuazione e finiva spesso per creare un sacco di guai (accidentalmente, è chiaro). Ma, per quanto fosse casinista, era impossibile prendersela con lui.
Poi c’era Lorenzo. A primo impatto sembrava un motociclista, uno di quei tipi duri,  con lo sguardo minaccioso. Il corpo era abbronzato e leggermente muscoloso, i capelli bruni e gli occhi nocciola. Ma, come scoprimmo poi, in realtà aveva un gran cuore. Quando qualcuno aveva bisogno di lui, non si tirava mai indietro, di qualsiasi cosa si trattasse, anche se ovviamente cercava di non farlo vedere agli altri. Aveva anche un gran vizio: fumava quanto una ciminiera.
Infine c’era Nicoletta, l’unica ragazza del loro gruppo. Aveva un aspetto delicato, cosa che rispecchiava perfattamente il suo carattere. I lunghi capelli castani e lisci legati in una treccia le scoprivano il viso grazioso, e aveva degli incredibili occhi color ambra. Era una ragazza estremamente timida e gentile, e mentre gli altri trattavano me e Jas come se fossimo state con loro da sempre, lei era l’unica che teneva più le distanze.
 
 
Le prime ore le passammo a finire di montare il campo.
Insieme a Nicoletta e Andrea montammo le altre due tende, mentre Daniele controllava che avessimo portato tutto quello che ci serviva nel frigo portatile, e intanto Alessandro e Lorenzo andarono a cercare rami secchi per il fuoco, perché oltre a doverci arrostire i marshmallow come nei film, “che razza di campeggio sarebbe senza il fuoco!” aveva detto Daniele. Dopo che i ragazzi ebbero portato un po’ di rami, e dopo che Daniele ebbe quasi preso fuoco un paio di volte per colpa dei fiammiferi che non sapeva usare, finalmene riuscimmo a mangiare. 
Verso le otto eravamo tutti intorno al fuoco,ognuno sul proprio sacco a pelo, disposti a cerchio: io e Alessandro vicini, subito dopo c’era Lorenzo a gambe incrociate, affianco a lui era finita Jasmine che stava distesa a pancia in giù. Stare vicini non sembrò fare molto piacere a nessuno dei due dato che avevano capito che non andavano molto d’accordo. Al fianco della rossa c’era poi Nicoletta, Andrea e infine Daniele chiudeva il cerchio.
«Bene ragazzi è il momento del gioco della bottiglia!» esclamò entusiasta Daniele.
«NOOO!» gridammo noi altri in coro.
«Uffa che noia che siete! Allora… storie dell’orrore?» propose senza perdersi d’animo.
«Quest’idea mi piace di più…» disse Lorenzo con un ghigno furbo.
«Pff, ma figurati! Non riusciresti a spaventare nemmeno un coniglio!» lo provocò Jasmine.
«Perché tu vorresti spaventare qualcuno? Non farmi ridere!» ribattè a tono.
«Senti tu…» stava per dire Jasmine ma la interruppi prima che potesse dire qualcosa di cui si sarebbe pentita «Va bene niente storie dell’orrore perché qui finisce male!»
«Che ne dite se cantiamo qualcosa? Law hai portato la chitarra vero?» propose Andrea per calmare gli animi.
Lorenzo lo guardò serio «Sì l’ho portata.»
«Perfetto! Allora valla a prendere no? Questa sì che è una cosa da fare assolutamente in campeggio! E già che ci sei prendimi i bonghi!» disse sorridendo Daniele.
«Intanto… Andrea perché hai chiamato Lorenzo Law?» chiesi incuriosita.
Andrea mi accontentò «Certo! In pratica tra di noi ci chiamiamo con i nostri nomi, ma in inglese»
«Sì l’avevo notato»
«Bene! E quindi in pratica io sono Andrew. Daniele è Daniel, ma dato che così non cambia quasi niente lo chiamiamo solo Dan. Alessadro è Alexander, ma per noi è semplicemente Alex. Nicoletta è Niky. E infine Lorenzo in inglese è Lawrence, ma… a lui non piace.»
«Il mio nome in inglese è penoso!» gridò Lorenzo da dentro la tenda.
«Già… Così alla fine abbiamo optato per Law. È l’abbreviazione e gli piace di più» concluse Alessandro.
«Sì. Law invece suona molto meglio» sorrise il diretto interessato tornando con in una mano la chitarra e nell’altra i bongo.
Si sedette di nuovo al suo posto e mi sembrò che stesse accordando la chitarra, ma senza accordatore, il che mi sembrava strano.
Alessandro quasi leggendomi nel pensiero si rivolse a me e disse «Law viene al conservatorio con me. È un mago con la chitarra, ed ha un orecchio talmente buono che riesce ad accordare la chitarra senza accordatore»
«Caspita! Ma è incredibile!» esclamai ammirata.
Lorenzo mi guardò e mi rivolse un sorriso «Beh anche il tuo ragazzo lì con il pianoforte non scherza sai?»
Io ricambiai il sorriso «Sì lo so» A quel punto guardai Alessandro che mi sorrise e ci prendemmo per mano.
«Alex ci ha detto che anche tu sai cantare!» fece Daniele con un po’ troppo entusiasmo.
«Già ed è arrivato il momento di capire se è vero!» concluse Lorenzo con un sorriso furbo mentre si accendeva una sigaretta, cosa che infastidì ancora di più Jasmine.
Prima che potessi dire qualcosa il bruno aggiunse «Dai raga! Scegliete un pezzo!»
Non l’avesse mai detto. Un coro di urla si sovrastavano l’un l’altra, cercando di imporre la propria scelta.
«Bad! Di Micheal Jackson » gridò Jasmine.
«No! Facciamo Baila Morena! Anzi meglio L’Urlo!»
«La canzone del sole! » feci io.
«L’anno che verrà!!» cercò di imporsi Alessandro.
«We are the world!» si intromise Andrea.
«A questo punto allora facciamo “Domani” che almeno sappiamo le parole.» disse Jasmine.
«Bocca di rose» disse timidamente Nicoletta.
«Ragazzi! Basta che ci decidiamo! Le faremo tutte promesso!» fece con un lamento Lorenzo.
«Allora io propongo di iniziare con Bocca di rose» disse Andrea, guardando sorridendo Nicoletta, che ricambiò il sorriso, dopo essere visibilmente arrossita.
«Perfetto! Allora Facciamo prima quella di Niky. Poi andiamo con L’anno che verrà, poi quella della rossa qui affianco, continuiamo con L’Urlo, We are the world, e infine andiamo con Battisti, spero che non ti dispiace se sta alla fine.» disse rivolto a me. Io scossi la testa, contenta perché alla fine erano tutte belle canzoni, e che più o meno conoscevo tutte.
«Perfetto! Allora è deciso! Che il concerto abbia inizio!» gridò sorridendo entusiasta il chitarrista.
 
 
 
 
Fu bellissimo.
Cantammo tutti insieme e tutte le canzoni: dopo Bocca di rosa, cantammo la canzone di Dalla e a quel punto Lorenzo passò l’accendino ad Andrea per farglielo accendere come ad un concerto; non sapevo che si potesse fare Bad con la chitarra ma a quanto pare Lorenzo poteva e lì ci alzammo tutti a ballare con Alessandro e Jasmine come voci principali; Con L’Urlo di Zucchero ci scatenammo completamente, Lorenzo era in piedi anche lui e ci dava dentro come un matto, Daniele che batteva su quei Bonghi come se non ci fosse un domani, mentre noi altri gridavamo al cielo; a quel punto ci voleva We are the world per fare un “pausa”, e devo ammettere che sia io che Jas e Nicoletta non potemmo fare a meno di commuoverci ( e devo dire che anche Lorenzo sembrava che avesse gli occhi lucidi); quando arrivò la canzone di Battisti , mi lasciai così tanto trasportare che non mi resi conto che sul finale gli altri si erano tutti zittiti e che quindi avevo cantato solo io. Divenni rossa come un pomodoro, ma gli altri mi dissero che ero stata brava, persino Lorenzo stava sorridendo con aria di approvazione. Anche quando finirono le canzoni che avevamo scelto all’inizio non ci fermammo, ma anzi ognuno proponeva una canzone e Lorenzo ci dava il rimo con la chitarra, con Daniele che lo accompagnava con i bongo. Seguirono “Highway to hell” degli AC/DC, "Wake me up” di Avicii, “piccola stella senza cielo” e tante altre.
Alla fine Daniele era crollato chino sui tamburi, Nicoletta si era ritirata in tenda, Andrea stava steso sul sacco a pelo ma non si capiva se dormiva o meno. Lorenzo aveva le mani distrutte, Jasmine in un moto di gentilezza si offrì di prendergli un po’ di ghiaccio. Io e Alessandro stavamo stesi sui sacchi a pelo, il più vicino possibile. Avevamo i visi vicinissimi, e in quel momento mi sentivo davvero felice.
«Grazie per esserci» gli sussurrai guardandolo negli occhi.
«Sono io che devo ringraziarti» rispose a fil di voce, sorridendo dolcemente. E un istante dopo ci baciammo.
Ci addormentammo così. Abbracciati l’uno all’altra, sotto un bellissimo cielo stellato, con una gioia inesprimibile nel cuore.
 


 
 Angolo autrice



 Salve a tutti! Scusate il colossale ritardo ma ultimamente sono stata molto impegnata... ^^" Comunque lasciamo stare! Questo nuovo capitolo è più lungo rispetto agli altri, anche perchè ho aggiunto dei nuovi personaggi. Cosa ne pensate?
 Spero che vi sia piaciuto! Ringrazio tutti coloro che seguono la storia e chi l'ha messa tra le preferite! E un ringraziamento speciale a GreenWind che non perde un capitolo! :) Grazie davvero! Beh credo di aver detto tutto. Allora a presto! :) Fenice_blu
   
 
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