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Autore: Recchan8    21/12/2015    3 recensioni
Il mio nome è Lidia Mormorai. Nobile giovane fiorentina, possedevo tutto ciò che una ragazza della mia età potesse desiderare: una ricca famiglia, una grande villa, un'eccellente vita sociale e l'amore delle persone più care. Ma un giorno in quell'ingranaggio perfetto si insinuò un granello di sabbia; il tutto si disarmonizzò e il macchinario si bloccò improvvisamente, fino a rompersi. La mia famiglia venne uccisa e la nostra villa saccheggiata. Per proteggermi mi macchiai di omicidio e fui costretta a fuggire e a rinnegare il mio nome.
La mia splendida vita si frantumò in mille pezzi che io gettai al vento.
Ma qualcuno si fermò, volse lo sguardo a terra e, incurante del fatto che potesse ferirsi, raccolse quei frammenti.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Entrò nella Rosa Colta attraverso la porta sul retro, come aveva fatto qualche ora prima. Fortunatamente in quel momento le cortigiane erano quasi tutte impegnate, così l'Arcangelo riuscì a raggiungere la scalinata di marmo senza farsi vedere. Salito al primo piano, sulla scalinata che conduceva al secondo piano, la figura snella ma prosperosa di Paola gli si parò davanti, le braccia incrociate al petto e un sopracciglio alzato.
-“Il lupo perde il pelo ma non il vizio...”- commentò scuotendo la testa.
-“A quanto pare...”- borbottò l'Arcangelo.
-“Maria, Fabiana!”- alzò la voce Paola battendo le mani.
Due giovani cortigiane la raggiunsero di corsa con delle bende e una bottiglia di liquore piena a metà.
-“Provvidenti come sempre”- si complimentò la matrona prendendo le bende e la bottiglia.
Dopo averle congedate, con un cenno della mano Paola ordinò al ragazzo di seguirla al secondo piano, fino alla stanza dove l'Arcangelo e una cortigiana avevano lasciato la ragazza della Piazza della Signoria. Paola aprì la porta e, dopo che l'Arcangelo fu entrato, se la chiuse alle spalle e posò gli oggetti che aveva chiesto alle giovani prostitute sul ripiano della toeletta.
-“Lasciala pure sul letto”- gli disse, come se stesse parlando di un pacco.
L'Arcangelo obbedì; poi si guardò intorno e strinse le labbra.
-“Cos'hai?”- gli chiese Paola incuriosita.
-“Non vedo la ragazza di stamani”-.
Paola aprì il ventaglio e scoppiò a ridere.
-“Come pretendi di vederla se continui a portare il cappuccio?”-.
L'Arcangelo, in tutta risposta, si abbassò ancora di più il cappuccio a becco d'aquila e si strinse nelle spalle.
-“Dobbiamo portarlo così”- si giustificò.
-“Vero, ma non sempre”- sospirò Paola. -“Sono anni che non vedo il tuo volto; nessuno l'ha più visto. Perché ti ostini a nasconderlo?”-.
L'Arcangelo non rispose. Si avvicinò alla portafinestra e la spalancò, preparandosi a scavalcare il balcone.
-“Dove pensi di andare? Devi aiutarmi a medicare la ferita della ragazza”- lo fermò Paola afferrandolo per una spalla.
-“Io non...”- provò a protestare, ma dovette arrendersi quando si ritrovò con il liquore in mano.
Sospirò e si avvicinò al letto. Paola osservò il vestito sgualcito e arricciò il naso. Con non poco rammarico strappò la manica sinistra per poter medicare il braccio della giovane.
-“Era uno dei miei preferiti...”- mugugnò prendendo il liquore dalle mani guantate dell'Arcangelo.
-“Avevo visto giusto, allora”- commentò il ragazzo dietro Paola.
Paola si voltò, la fronte corrugata.
-“Ovvero?”-.
-“E' una vostra cortigiana”- rispose l'Arcangelo indicando Lidia.
Paola alzò gli occhi al cielo e scosse la testa. Aprì la bottiglia di liquore e versò il liquido ambrato sulla ferita di Lidia.
-“Tu e la tua fissazione per il cappuccio...”- borbottò.
Improvvisamente Lidia spalancò gli occhi e si tirò su a sedere, stringendo i denti per non urlare dal dolore; il braccio sinistro le stava bruciando tantissimo.
-“Bentornata, mia cara”- la salutò Paola con un sorriso. -“Permettetemi di sistemare la vostra ferita”-.
-“Matrona Paola...”- iniziò Lidia agitata.
Paola la zittì con un cenno della mano e prese le bende, prontamente bagnate di liquore dall'Arcangelo. Fasciò il taglio di Lidia e strinse forte le bende, sperando che la ferita non si aprisse nuovamente.
-“Abbiamo finito”- proclamò Paola. -“Adesso, mia cara, raccontatemi cosa vi è successo”-.
Mentre Lidia raccontava a Paola di come fosse stata aggredita durante la ricerca “di quella persona”, l'Arcangelo si diresse verso la portafinestra col chiaro intento di andarsene.
-“Mi dispiace non essere riuscita a trovarlo...”- concluse Lidia con le lacrime agli occhi.
-“Arcangelo!”- lo richiamò Paola.
Il ragazzo sussultò e si voltò lentamente.
-“Pensavo che il mio compito fosse finito”- si giustificò.
-“Nient'affatto. Mia cara”- si rivolse poi a Lidia. -“Avete ringraziato questo ragazzo?”-.
Lidia annuì con vigore. Paola sorrise compiaciuta e spinse dolcemente l'Arcangelo verso il letto.
-“Arcangelo, ti presento la fanciulla che hai salvato due volte: Beatrice. E Beatrice, vi presento colui che vi ha salvata due volte: Michele”-.

 

 

 

   
 
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