Crossover
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Autore: Suikotsu    07/03/2009    3 recensioni
Un malvagio negromante cerca di impossessarsi degli artefatti più potenti del creato per realizzare i suoi diabolici scopi: quattro eroi, riuniti dalla volontà degli dei, uniranno le loro forze per sconfiggere lui ed i suoi spietati generali. Mentre la guerra infuria, un potentissimo elfo corrotto, seguendo la volontà del suo dio, ha liberato un terrificante esercito di demoni, per poi stringere un'alleanza con gli elfi oscuri.
Questa è la mia prima fic: all’inizio sembrerà un po’ banale, ma ci saranno numerosi personaggi e alcuni colpi di scena; consigliata a chiunque piacciano le storie ricche di combattimenti. Se vi ho incuriosito leggete, e lasciate un commentino!(ma non siate troppo severi)
Ho messo “non per stomaci delicati” perché le scene di combattimento spesso sono violente.
Importante: se dovessi commettere dei plagi fatemelo sapere. Grazie!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anime/Manga, Libri, Videogiochi
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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CAPITOLO 72: UN AIUTO INASPETTATO

Ringraziamenti:
XBankotsu: Il libro è "L'eredità di Drizzt", è facile fare confusione.
XIllidan: Sì, non parlano molto, ma combattono come dannati!




Era Gargant.
L'umano rimase a bocca aperta per lo stupore.
"Gargant...che cosa ci fai qui?"
Con un colpo di spada il genma ruppe la pietra che imprigionava Samanosuke.
Il samurai si rialzò, confuso.
"Perché stai facendo questo?"
"Mi sembra ovvio."
"No."
"Ti sottovaluti. Sai, per me ucciderti è la cosa più importante. Nella vita non ho altro scopo. Io ti devo eliminare. Non posso permettere che qualcuno lo faccia al posto mio."
L'umano rimase colpito dalle parole.
"Gargant...non credevo che mi odiassi fino a tal punto..."
Il genma sorrise.
"Quando avrai ripreso le forze potremo ribatterci. Ma ora occupiamoci di questo bestione."
I due si misero fianco a fianco e avanzarono verso Arthas.
"Non avrei mai creduto che un giorno avrei lottato al fianco del mio rivale numero uno."
"E io non avrei mai creduto che avrei usato la mia spada per difenderti. Ma sia chiaro una cosa: lo faccio perché voglio ucciderti io in uno scontro leale, e anche perché odio i non-morti."
"E allora facciamolo a pezzi!"
I due urlarono e si divisero, attaccando Arthas da due direzioni diverse.
Il non-morto usò la sua spada, spazzando via i due, ma il genma, fresco e riposato, si riprese subito ed arrivò alle spalle del nemico, prendendolo e tagliandogli la gola.
Arthas cadde a terra, ma non morì e si rialzò, dando un pugno al genma che però lo bloccò.
"Ti vedo un po' malconcio."
"Gargant! Spostati!"
Il genma saltò verso l'alto e schivò i vari talismani che il maestro lanciò contro l'avversario, travolgendolo.
Arthas indietreggiò, indebolito.
"Sarai anche un non-morto, ma il tuo corpo risente comunque di tutti i colpi che hai subito. Non puoi resistere per sempre!"
"E non puoi batterci entrambi! Siamo i combattenti più forti dei nostri schieramenti, e lottiamo assieme! Nemmeno uno come te può resisterci!"
"Cosa credete!? Io sono il più grande generale dell'esercito del sommo Saddler! Non potrete mai battermi!"
"Vediamo!"
Il genma corse incontro al nemico, evitò la spada e con una scivolata lo colpì al fianco, poi si voltò e mentre era ancora in movimento lanciò una serie di palle di fuoco.
Il maestro saltò davanti al rivale, e creò un'ondata di luce che lo costrinse ad indietreggiare.
Arthas cadde in ginocchio, poi i due lo presero da due parti opposte e conficcarono le spade nel suo corpo, trapassandolo e facendole sbucare dall'altra parte.
Il samurai ed il genma si scambiarono così le armi e sorrisero sadici.
"Fermi!"
Il generale fu tempestato da decine di colpi, poi fu sbattuto nella polvere da un doppio calcio.
I due guerrieri si ripresero le armi, si misero fianco a fianco ed unirono le spade.
"Credo che sia giunta l'ora di finirla." - disse l'umano.
"Una volta tanto sono d'accordo con te." - rispose il genma.
"No! No! Fermi!"
"Potere delle Tenebre!"
"Lama dei ghiacci!"
Un raggio nero e uno di ghiaccio si fusero tra loro e travolsero il nemico, che tentò di farsi scudo con la spada, inutilmente.
"Non è possibile! Mio signore, salvatemi!"
Una luce verde comparve sopra ad Arthas e lo risucchiò, salvandolo da morte sicura.
Il colpo alzò un grosso polverone e lasciò un solco lungo e profondo.
Per la prima volta da quando aveva avuto Frostmourne Arthas era dovuto battere in ritirata.
"Ce l'abbiamo fatta." - disse il samurai - "Ma è scappato!"
"Ci vediamo."
Gargant fece per andarsene, ma Samanosuke lo fermò.
"Aspetta...ti devo ringraziare. Mi hai salvato la vita."
"Solo perché voglio essere io a togliertela. Adesso però non sei in forze, quindi ci batteremo quando starai meglio."
"Un momento...c'è un altro favore che dovrei chiederti."
"Cosa?"
"Una mia amica ha perduto la vista a causa di una polvere magica. L'unico modo per guarirla è bagnare i suoi occhi col sangue di un genma potentissimo, e l'unico sei tu."
"Non cederò il mio sangue."
"E se lo conquistasse in duello?"
"Chi?"
"Un mio allievo, si chiama Drizzt, è un drow."
Gargant non disse niente, si limitò a fissare la sua spada.
"Quindi se perdo darò un po' di sangue, se vinco avrò la testa di un drow come trofeo?"
Il maestro, sapendo che Drizzt non avrebbe esitato a rischiare la propria vita, rispose:
"Sì."
"Mi piace come idea. Portami sul posto. Ma dimmi di questo drow: è forte?"
"L'ho allenato personalmente, ed è colui che ha sconfitto uno dei tuoi generali."
"Allora non è debole. Bene, uccidere lui sarà come uccidere una parte di te."
"Sei un tipo strano, lo sai?"
"Dici?"
"Mi vuoi fare soffrire le pene dell'inferno, ma poi mi aiuti: avresti potuto chiedere ad Arthas di lasciarti sferrare il colpo di grazia."
"Semplicemente voglio ucciderti in un duello leale, sennò non ci sarà alcuna gloria per me."
I due proseguirono, l'umano preoccupato per la sorte di Drizzt, il genma con la mente che andava dal suo futuro avversario al suo padrone.
"Non credo che Illidan sarà felice di sapere che, anziché uccidere il monaco, gli ho salvato la vita...questa volta farei meglio a non tornare..chissà che non mi ospitino dopo il duello...no, quando avrò ucciso il drow tornerò con la sua testa come trofeo e mi assumerò la responsabilità delle mie azioni."
Mentre i due camminavano Arthas, svenuto in seguito al violento impatto riprese i sensi in pochi minuti; sbatté gli occhi qualche istante, cercando di capire dove fosse finito. Poi riconobbe il luogo: la sala del trono di Shaddar-Nur.
Davanti a lui, seduto su un trono nero, stava seduto il suo signore: Lord Saddler.
"M...mio signore...stavo quasi per sconfiggere il gran maestro..."
"A me è sembrato che stesse vincendo lui."
La voce era piuttosto ironica.
"Ma...ma...solo perché è intervenuto quel demone..."
"Era un genma di altissimo livello. Questa volta hai preso proprio una bella batosta, he?"
"Concedetemi un'altra possibilità, ve ne prego, padrone!" - fece Arthas inginocchiandosi.
Il vecchio sorrise e si alzò.
"Ma certo."
Saddler alzò le mani, che si trasformarono in tentacoli, e ne uscirono molti altri anche da sotto il suo abito: Arthas ne fu avvolto completamente, poi alcuni gli scesero nella gola, altri nel naso, altri passarono per le orecchie.
Il cavaliere cercò di gridare e di liberarsi, ma senza successo.
Poi i tentacoli si ritirarono.
"Ti ho reso ancora più forte. Ora possiedi un nuovo potere. Hai la gemma?"
Arthas, ancora scosso, la consegnò al suo signore.
"Perfetto. Hai fatto bene a non usarla, dato che ne avevo proibito l'utilizzo. Non possiamo sprecarne le energie. Adesso però ho una missione per te."
"Sono ai vostri ordini!"
"Decio non ci serve più. Grazie a lui abbiamo avuto le posizione delle città più importanti, così da essere in vantaggio, ma ora è giunto il momento di ucciderlo. Prendi un esercito e vai ad eliminarlo, ma prima vai a raccogliere le ultime due gemme, che come ben sai si trovano nello stesso posto."
"Sarà fatto, padrone!"
"Puoi andare."
Arthas si allontanò a capo chino, ma non appena uscì ebbe bisogno della sua spada per mantenersi in equilibrio a causa di tutti i colpi che aveva subito.
Samanosuke e Gargant camminarono in silenzio, finché non arrivarono davanti alle mura.
"Chi diavolo è quel mostro?!" - gridò allarmato un guerriero.
"È con me. Non ha intenzioni ostili. Giusto Gargant? Sei qui solo per una semplice sfida, no?"
"Certo."
I due superarono i cancelli distrutti ed entrarono, trovando decine di guardie.
"Che ci fa qui un demone?!"
"Ma è Gargant!" - gridò Rannek.
Drizzt sfoderò le armi.
"È venuto per sfidarti, Drizzt."
Il drow scese con un balzo dalle mura ed atterrò davanti ai due.
"Sfidarmi?"
"Sì. Se riuscirai a batterlo ti donerà il sangue necessario per aiutare Zhai. In caso contrario..."
"Ti ucciderò. Semplice, no?"
"È il mio avversario è in buono stato? Mi sembra che abbia qualche ferita. Lo affronterò solo se sarà nel pieno delle forze."
"Non capisco se la tua sia lealtà, eccessiva sicurezza o stupidità. In ogni caso ti costerà cara."
"Non mi importa di quello che pensi. Maestro, lo potete guarire?"
"Temevo che me lo avresti chiesto. Ma va bene."
Il monaco appoggiò una mano sulla fronte del genma, curando le sue ferite e trasmettendoli energia, poi si allontanò e levitò sulle mura.
"Maestro, ma cosa è successo?" - chiese Khelben.
"È una  lunga storia. Sappiate solo che devo la vita a quel demone."
Zhai tese le orecchie per poter capire meglio cosa succedeva.
"Drizzt, se dovessi essere in svantaggio, non rischiare! Non ne vale la pena!"
"Non temere, perché io non perderò!"
"Che illuso...vogliamo cominciare?"
"Quando vuoi!"
I due si misero in posizione, pronti a combattere.


  
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