Qualcosa di più
“Insomma,
Fred! La vuoi smettere di seguirmi? Ti ho già detto che non ho tempo da
perdere!”
“Fai
progressi, Granger. Vedi, ora sai anche chi sono! Solo mezz’ora fa eri indecisa
se fossi George, mentre ora sai per certo che sono Fred.” Un ghigno scaltro si
delineò sul volto del gemello che stava percorrendo il corridoio del terzo
piano accanto ad un’irritatissima Hermione Granger.
“Certo
che so che sei Fred. Tutti quelli che abbiamo incontrato fin ora ti hanno
salutato chiamandoti Fred. Mi credi
forse così stupida?”
“Certo
che no, Granger. Ma tutti quelli che abbiamo incontrato potrebbero sbagliarsi.
Io potrei essere George sotto copertura.”
Hermione
scosse la testa, infastidita, e non rispose. Senza fermarsi a guardare il suo
molesto interlocutore, imboccò un passaggio segreto che le avrebbe fatto di
certo risparmiare tempo se non fosse stato per il ragazzo che ancora continuava
a tallonarla.
“A
pensarci bene non vorrei proprio essere George sotto copertura.” Continuò
imperterrito il gemello, più parlando a sé stesso che alla ragazza. “Io sono
decisamente più bello!”
Hermione,
all’udire quell’affermazione così semplice ma al contempo così tracotante di
ego maschile, non riuscì a trattenere uno sbuffo.
“Ehi,
che c’è? Hai forse qualcosa da ridire sulla mia bellezza?”
“Avrei
da ridire sul tuo egocentrismo, Fred. E anche su molti altri aspetti del tuo
carattere, per cui, siccome non ho davvero
tempo, lasciami perdere. Qualunque cosa tu voglia da me, la risposta è no.”
“Ma
io non voglio niente da te.” Rispose con tono innocente.
Hermione,
a quel punto, si bloccò a metà dell’uscita del passaggio e, con le mani suoi
fianchi, si preparò a fronteggiare Fred. “Allora mi vuoi spiegare perché è più
di mezz’ora che mi segui per tutta Hogwarts?”
Il
cipiglio severo di Hermione non scosse minimamente il ragazzo, che fece
spallucce. “Semplice, perché non ho altro di meglio da fare.”
Hermione
strabuzzò gli occhi. “Come, scusa?”
“Hai
sentito bene, Granger. Non ho niente da fare. George è stato trattenuto dalla
McGranitt mentre Lee è in punizione con Piton.”
“E
mi vuoi spiegare, per la barba sacrosanta di Merlino, perché hai deciso di fare
una cosa tanto sciocca come quella di starmi tra i piedi?” Hermione stava
decisamente perdendo la pazienza.
“Semplice
anche questo. Stai diventando banale nelle domande, mia cara Prefetto. Sicura
di essere all’altezza del tuo compito?”
“Io
sono all’altezza del mio compito. E
non cercare di rigirare la frittata, Fred. Rispondimi.”
“La
frittata? Quale frittata, Granger?”
“Oh,
per le mutande di Morgana! È un modo di dire babbano, Fred. Smettila adesso e
dimmi subito perché.”
“Ti
sto studiando. Tutto qui.”
Hermione
rimase per un attimo spiazzata. “Tu mi stai… cosa?” Il tono di Hermione stava raggiungendo livelli preoccupanti.
Alcuni soggetti dei quadri appesi vicino a loro si voltarono, incuriositi.
“Ti.
Sto. Studiando.” Scandì Fred come se stesse parlando ad un troll
particolarmente stupido.
Hermione
sbattè un piede a terra, spazientita. “Oh, insomma, Weasley! Smettila di direi
idiozie. Mi stai studiando? E per quale motivo? Sei forse impazzito?” Ad un
tratto Hermione si batté una mano sulla fronte come se avesse avuto una
rivelazione improvvisa. “Ma certo! Ora ho capito! Tu e George state sicuramente
sperimentando una delle vostre dannate Merendine su voi stessi. Per questo ti comporti in modo
così strano da mezz’ora. Non è forse così, Fred?” Questa volta fu Hermione ad
assumere una faccia beffarda, consapevole di aver risolto il mistero di Fred il
Persecutore.
“Non
è esatto, Granger. Perdi colpi. Non sono sotto l’effetto di una Merendina, ma
se proprio ci tieni a saperlo ti posso dire che si tratta di un elisir dagli
effetti a dir poco strabilianti.”
“E
quali sarebbero questi effetti
strabilianti?” Lo imitò la ragazza. Per lo meno era riuscita a capire il
motivo per cui Fred la seguiva: era uno stupido giochetto dei gemelli.
“Beh,
vedi… come posso spiegartelo… dunque, diciamo che questo preziosissimo elisir,
ancora in fase di sperimentazione, permette di captare il desiderio più
profondo della persona più vicina nel momento in cui la pozione è stata
assunta. Quando ho bevuto la pozione, tu sei passata davanti a me nel
corridoio, io, o meglio l’elisir, mi ha spinto a seguirti per permetterti di
realizzare il tuo desiderio.”
Hermione
non poteva credere alle proprie orecchie e, dopo aver osservato attentamente
Fred per un momento, scoppiò a ridere. Quando riuscì a calmarsi disse: “A
quanto pare, Fred, questo elisir ha più di una cosuccia da sistemare. Io non ho
nessun desiderio da realizzare per cui puoi anche andartene ora e lasciarmi in
pace.”
Ma
Fred, che si era messo davanti a lei, le sbarrava la strada.
“E
no, l’elisir non sbaglia. Se sono arrivato fin qui vuol dire che devo aiutarti.
Vorrei solo capire come dato che non ho la minima idea di quale sia questo tuo
desiderio.” Il ragazzo pareva perplesso mentre, con occhio critico, scrutava
Hermione.
La
ragazza si impose di rimanere calma e inspirò profondamente. “Allora, Fred,
adesso possiamo anche smetterla. Tu hai bevuto una robaccia che ti costringe a
seguirmi per chissà quale stupido motivo. Io ti dico che non ho nessun
desiderio che tu possa realizzare per me e ti consiglio di levarti di torno e
andare in infermeria subito. Forse Madama Chips riuscirà a farti rinsavire e…”
Hermione
non fece in tempo a concludere la frase che sul volto di Fred vide comparire un
sorrisetto sghembo che non prometteva nulla di buono.
“Fred,
mi stai ascoltando?” Hermione era sull’orlo di una crisi isterica. Quel
pomeriggio aveva già perso un sacco di tempo.
“Sì,
Granger. Ma a quanto pare ci sono stati degli sviluppi. L’elisir funziona e ci
sta dando una mano. Guarda tu stessa” e indicò qualcosa sopra le loro teste.
Sull’arco dell’uscita del passaggio segreto, stava sputando un rametto di
vischio che prima, decisamente, non c’era.
Il
viso di Hermione s’imporporò all’improvviso. Lei e Fred sotto il vischio? Il
mondo doveva essersi capovolto! E ora che avrebbero fatto?
“Interessante
il tuo desiderio, Granger. Pare che tu mi trova più bello di quanto in realtà
tu stessa non voglia ammettere.” Il ghigno di Fred era spavaldo e per nulla
scioccato. Anzi, sembrava persino lusingato.
“Dev’esserci
uno sbaglio.” Ebbe appena la forza di replicare Hermione.
“L’elisir
non sbaglia.” Fred le si fece più vicino: ora, la ragazza era intrappolata tra
il muro e Fred. Hermione deglutì cercando di recuperare il suo sangue freddo.
“Hai
detto tu stesso che è ancora in fase di sperimentazione.” Si appellò a
quell’ultima sua speranza con tutte le sue forze.
“Sì,
appunto. E ora andrò fino in fondo proprio per vedere se funziona.”
In
un attimo le labbra di Fred si posarono su quelle di Hermione. Fu un bacio
fugace, a metà tra il serio e il faceto, che fece rabbrividire Hermione.
Dopo
alcuni secondi Fred si staccò da lei e subito sentì la mano destra bruciare.
Sul dorso era comparsa una scritta dorata: consummatum est.
Hermione guardò Fred intento ad osservare la propria mano ancora
appoggiata al muro dietro alle sue spalle, come se fosse una sacra reliquia.
“Che cosa significa quella scritta?” La ragazza era paralizzata. In un
attimo era passata dall’imbarazzo più completo al puro terrore.
“Significa Tutto è compiuto. Bene, Granger. Ho esaudito il tuo
desiderio. Certo avresti potuto anche dirmelo prima. Un bacio non te l’avrei
sicuramente negato.” La scritta dorata già incominciava a svanire mentre Fred
riguadagnava la sua baldanza e il suo sorriso sghembo.
Hermione rimase per un attimo a bocca aperta, poi reagì d’istinto.
Uno schiocco sonoro riecheggiò nel corridoio deserto. Alcuni personaggi
dei quadri applaudirono mentre un paio di minute cinque dita cominciarono a
delinearsi sul volto pallido di Fred.
Hermione si portò le mani alla bocca, incredula di quanto aveva fatto,
e, prima che il gemello potesse fermarla, scappò via con la pesante borsa dei
libri che le ballonzolava sul fianco.
Fred rimase interdetto per un momento, poi decise di andare in Sala
Grande. Per il momento avrebbe lasciato correre anche perché ormai era ora di
cena e, sicuramente, George lo stava cercando. Ma si ripromise che, prima o
poi, Hermione Granger avrebbe dovuto dargli una spiegazione. Sì, avrebbe dovuto
spiegargli perché desiderava baciarlo. Dopotutto, anche se di certo si riteneva
un ragazzo brillante e seducente, l’aver fatto perdere la testa a Miss Prefetto
Perfetto non era solo una semplice soddisfazione ma anche qualcosa di più.