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Autore: Atra    22/12/2015    3 recensioni
Un viaggio a piccole tappe nell'infanzia e nell'adolescenza di Seifer
Almasy e di sua sorella, Atra Almasy.
Sarà una lettura alla scoperta di un rapporto del tutto
particolare, che potrebbe addirittura stupirvi.
Ogni ricordo è scolpito integralmente nella mente di Atra,
che racconta disegnando i contorni di un Seifer totalmente diverso da
quello che siamo abituati a conoscere.
Buona lettura!
N.B. Il "What if?" della presenza di Atra è riferito alla
mia fanfiction a capitoli, "Il legame del sangue". 
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fujin, Nuovo Personaggio, Raijin, Seifer Almasy
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami'
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-Così è storto, scimmione ottuso. Ma sai almeno cosa sia la precisione?-.
-Io non sono mica un arciere come te, Atra! E, per la cronaca...-.
-Per la cronaca guarda dove metti i pie...-.
SBADARANGDRANG!
-RAZZA DI IMBECILLE!-.

Era il 22 dicembre, giorno del diciottesimo compleanno di Seifer, e io e gli altri due imbec...ehm, Fujin e Raijin avevamo pensato bene di organizzargli una piccola festa a sorpresa, con il pretesto dell'ennesima riunione del Comitato Disciplinare.
Tuttavia preparare a festa la sala insegnanti, dove di solito si svolgevano le nostre riunioni per gentile concessione del preside, con il solo aiuto di quelle due teste vuote si era rivelata un'impresa.
"Un'impresa impossibile" avevo pensato esattamente, facendo scorrere uno sguardo esasperato lungo l'intera stanza: c'erano palloncini azzurri sparsi ovunque (li aveva portati Fujin, perché l'azzurro era il colore preferito di Seifer...ma a dire la verità, data la quantità industriale, sembrava più che fosse nato un bambino), festoni sparpagliati per terra, sul tavolo e penzolanti dalle pareti, bottiglie di vino e birra accatastate su una sedia, pericolosamente vicine alla torta che avevo trafugato dalla mensa quel pomeriggio.
E poi c'era Fujin che stava cercando di incartare da un'ora e mezza il regalo per Seifer, ma a giudicare dalla forma lui avrebbe pensato che fosse più un soprammobile che un fodero per il Gunblade.
"Un disastro" avevo concluso dedicando l'ultima occhiata a Raijin, ancora con il culo ben piantato a terra e in mano uno striscione tutto spiegazzato su cui troneggiava la scritta "AUGURI LIDER!!!", seguita dalle firme di Fujin e Raijin.
Già, lider. Seriamente. Non serve dire di chi fosse stata l'idea.
-Guarda che si scrive "leader"- lo avevo corretto quando me lo aveva mostrato quel pomeriggio, senza nemmeno chiedermi se volevo firmarlo. Beh, non che chiamassi Seifer "lider", io.
-Ma taci! - aveva berciato Raijin, strappandomi di mano lo scotch e spostando con un cigolio la scala per fare quello che fanno gli scimmioni suoi simili, cioè arrampicarsi - Sempre a criticare, tu!- aveva aggiunto, cercando di liberarsi dallo scotch che, chissà come mai, non voleva collaborare con le sue mani sgraziate.
-Io mi dissocio - avevo commentato con le mani sollevate, la scala che intanto ondeggiava pericolosamente sotto il peso piuma dello scimmione - Tanto per me cadi-.
E infatti dopo soli cinque minuti Raijin si trovava esattamente nella posizione suddetta, come un perfetto...
-IMBECILLE!-.
-Fujin, tu stai zitta e cerca di dare a quel "coso" una dimensione che non sia imbarazzante - l'avevo rimbrottata, incrociando le braccia e guardando per l'ennesima volta l'orologio - Seifer sarà qui a minuti e non avete ancora finito!-.
-E tu? Tu cosa hai fatto?- mi aveva sfidata Raijin, afferrando malamente lo striscione. Avevo indicato la stanza con un gesto noncurante:
-Io ho avuto l'idea, io ho fatto i festoni, io vi ho suggerito il regalo, io ho preso la torta, io...IO TI DISTRUGGO, RAIJIN!-.
Mi ero appena resa conto del fatto che Raijin aveva mollato tutte le bottiglie proprio sopra la torta, non accanto, come avevo pensato prima.
-Io ho fatto lo striscione- si era pavoneggiato intanto lo scimmione, sporgendosi pericolosamente nel tentativo di appenderlo al lampadario.
-Si vede- avevo commentato ironica, sorvegliandolo attentamente con le mani sui fianchi.
-E tu non l'hai nemmeno firma...ops!-.
Il secondo tentativo di Raijin mi aveva praticamente fatto piombare in testa lo striscione, da cui ero riemersa rabbiosa come una vipera:
-Incapace!- avevo ringhiato, lanciandoglielo addosso oltre il tavolo.
-Provaci tu, genio!-.
-Io non appendo al soffitto il tuo schifo! Mi hai capito, sottospecie di Grendell rimbambito?- ero scoppiata, mandandolo a quel paese con una mano.
Raijin aveva allungato rabbiosamente lo striscione a Fujin, che si era arrampicata inciampando sulla scala per provare ad appenderlo, e poi mi aveva fronteggiato:
-Mi ripeti cosa hai detto, Atra?-.
-Quale parte non hai capito, tesoro?- gli avevo risposto melliflua, abbassando i toni giusto per non farmi sentire da Seifer, nel caso fosse arrivato in anticipo (il che sarebbe stato un miracolo degno di Babbo Natale, giusto per essere in tema).
-La mia definizione, professoressa- mi aveva tenuto testa lo scimmione, sicuramente approfittando del fatto che mio fratello non fosse presente.
Beh, ne avrei approfittato anche io:
-Ho detto che sei così brutto che quando vai al bagno ti mimetizzi perfettamente con i cessi e che sei così scemo da non capire nemmeno tu la differenza quando ti guardi allo specchio, hai capito adesso?- avevo risposto tranquillamente.
-Ah, questa era sottile, sorellina!-.
Porca miseria, era arrivato Seifer.
-Capo!-.
-CAP...-.
SBADARANGDRANG (la vendetta)!
-Si può sapere cosa state...-.
-AUGURIIIIII!-.
Raijin mi aveva lasciato perdere per andare a scondinzolare attorno a mio fratello, seguito da una dolorante Fujin.
Avevo lanciato un'occhiata allo striscione appeso di traverso (a quanto pare ero l'unica precisa lì dentro) e mi ero limitata a mettere la scala da parte, cercando di far sbollire l'irritazione provocata dal fatto che quei due avessero rovinato tutto, come al solito.
-Dai Atra, vieni qui!- mi aveva chiamato ridendo Seifer nel momento in cui io avevo chiuso la scala con uno schianto rabbioso. Avevo sollevato il viso per vedere mio fratello distendere le labbra nel sorriso speciale che dedica solo a me, quello che di solito fa quando siamo soli.
Beh, con Fujin e Raijin che litigavano per chi dovesse avere l'onore di dargli il regalo era praticamente come se non ci fosse stato nessun altro oltre a noi due.
-Lo so che l'idea è stata tua- mi aveva detto Seifer, il sorriso che si restringeva in una smorfia furba. Mi era sfuggita una risatina sconsolata:
-Beccata, hai vinto. Ma lo striscione non è opera mia, quindi non offenderti se non l'ho firmato- avevo borbottato, nello stesso momento in cui lo sguardo di mio fratello si posava per la prima volta sul cartellone.
-E' vero che è bello, lider?- era saltato su Raijin, distraendosi dalla sua colluttazione con Fujin, che ne aveva approfittato per strappargli il regalo dalle mani e strillare, battendosi una mano sul petto:
-APPESO!-.
Mio fratello aveva sollevato le sopracciglia, gli angoli della bocca che tremavano mentre cercava di trattenere le risate:
-Certo che è bello, diamine! Bel lavoro, ragazzi!- aveva esclamato però, dando una vigorosa pacca alla schiena del suo compare e sulla spalla dell'altra tirapiedi, tutto soddisfatto.
Avevo incrociato le braccia con uno sbuffo:
-Domani vi faccio scrivere duecento volte la parola "leader", sgrammaticati che non siete altro- avevo mugugnato, senza però trattenere un certo senso di sollievo nel vedere la sincerità sul volto di mio fratello.
Era in momenti come questi che mi sorprendevo sempre di me stessa, di quella ragazza fredda che però si preoccupava costantemente che Seifer stesse bene. Forse era stato da quando era stato bocciato al suo primo esame pratico, forse era a causa dell'avvicinarsi della mia prima prova.
Forse volevo ripagare in qualche modo tutti quegli anni che lui aveva passato a prendersi cura di me. Oppure, più semplicemente, era un comportamento tipico da sorella.

Avevamo mangiato la torta, fortunatamente non totalmente sfracellata sotto il peso delle bottiglie, che ci eravamo scolati una dopo l'altra.
Poi Seifer si era trovato fra le mani il regalo di Fujin e Raijin:
-Aprilo, dai!- aveva ululato Raijin, sventolando una bottiglia di birra vuota.
-FALLO, FALLO, FALLO!- l'aveva seguito a ruota la cantilena di Fujin, ormai ubriaca marcia.
-C-cos'è?!- aveva esclamato imbarazzato mio fratello, rigirandosi fra le mani quello che aveva tutta l'aria di essere un...
-FALLO, FALLO, FALLO!-.
-Fu' intende dire "aprilo" ma l'ha già cantilenato prima, mentre tu stappavi la bottiglia di vino...così ha cambiato- aveva spiegato imbarazzato Raijin, di fronte a un Seifer che si era praticamente pietrificato nell'atto di strappare la carta.
Quando mio fratello lo aveva scartato, rivelando il fodero per il Gunblade, lo aveva studiato con occhio critico (anche se era già ubriaco), prima di dare la sua approvazione tutto compiaciuto:
-Questo mi serviva proprio! Grazie ragazzi!-.
-Suggerito da me, quindi grazie Atra- avevo ironizzato, sventolando una mano in aria. Seifer si era voltato verso di me e mi aveva sussurrato:
-Ci ero arrivato, simpaticona-. Poi mi aveva dato un colpetto al mento con la mano, mentre io gliela trattenevo un secondo fra le mie:
-Il mio te lo do dopo...non potevo portarlo qui e poi capirai perché- avevo sorriso misteriosamente, mentre lui annuiva in silenzio, stranamente senza fare domande. Forse per una volta voleva gustarsi il piacere della sorpresa...sarebbe stata una novità per lui, che voleva sempre tutto subito.

Durante la serata mi ero riscoperta più volte a scrutare il volto di mio fratello: mentre scoppiava a ridere fragorosamente a una battuta di Raijin, mentre scrollava leggermente Fujin quando rischiava di addormentarsi, mentre lottava con me per l'ultimo pezzo di torta, mentre rovesciava la testa all'indietro per prendersi l'ultimo sorso di vino, persino mentre ingaggiava una sonora gara di rutti con Raijin.
Lo avevo osservato con i pensieri che lentamente affondavano nel torpore dell'alcol, facendosi sempre più confusi.
Lo avevo semplicemente osservato ma mi permettevo di farlo poche volte, perché a volte leggerlo mi faceva male.
Mi feriva la consapevolezza che, nonostante il nostro supporto, lui non fosse ancora riuscito a raggiungere i suoi obiettivi. Avrei voluto qualcosa di più per quel ragazzo che nessuno conosceva a fondo...eccetto noi, soprattutto me.
Ma quella sera lui era diverso, era quel Seifer che non vedevo da tanto tempo. Speravo fortemente non fosse l'alcol a darmi le allucinazioni, ma che l'allegria disordinata e terribilmente assurda di Fujin e Raijin e la mia maschera di ghiaccio leggermente allentata riuscissero a essergli di supporto contro quel mondo che lo giudicava, lo colpiva ripetutamente con insulti che piovevano come colpi di mitragliatrice, ne dipingeva a proprio piacimento il ritratto del pregiudizio.
E forse il mio regalo gli avrebbe dato la spinta sufficiente a riprendere in mano la propria vita, che, anche se non lo dava a vedere, era stata sempre più difficile dopo la prima bocciatura.
-Atra! Non fai una gara di braccio di ferro con me, prima di andare a dormire?-.
La voce squillante di Seifer mi aveva fatto trasalire: probabilmente ero scivolata in una sorta di dormiveglia, dato che di quel momento ricordo solo le mie riflessioni.
Comunque la aspettavo, la nostra solita sfida per rendere completa la serata. E avrei dovuto lasciarlo vincere quella volta solo perché era il suo compleanno?! Ma non ci avrei pensato nemmeno! Lo avrei aiutato a spuntarla sugli altri, ma mai su di me. Era questo il bello di essere fratello e sorella.
-Ci sto, ma non aspettarti di vincere-.
-E che gusto ci sarebbe?-.
Era questo il bello di essere sua sorella. Ma questo sarebbe stato difficile da tradurre in parole e io non ero brava a farlo. Dopotutto, non era ciò che mi chiedeva lui.
Non era questo che mi chiedeva lui, mentre mi prendeva la mano e mi appoggiava il gomito sul tavolo.
Mi chiedeva di essere sincera con lui, come ogni volta, come in quel momento mi chiedeva di non rendergli la sfida facile.
Quello sapevo farlo molto bene; ed era una promessa che rinnovavo ogni 22 dicembre, anche per quell'anno in cui io non ero ancora nata e non avrei mai saputo cosa fosse stato di lui.
L'avevo rinnovata tacitamente anche quella sera, stringendogli più forte la mano, senza che lui lo sapesse. Dopotutto, non c'è mai bisogno di ribadire le certezze e di quella promessa io ero certa.
Ne sono certa, sempre.
Auguri, fratellone.



Ecco come riesumare la raccolta di “Fragments”: dedicando un capitolo al compleanno di Seifer, che è oggi 22 dicembre!
Non preoccupatevi, il ricordo sarà presto legato alla storia principale e quindi non è stato inserito a caso. Ho semplicemente pensato fosse giusto che anche Atra avesse la possibilità di fare gli auguri al suo fratellone...anche se non come vorrebbe!

Siete curiosi di sapere che cosa gli ha regalato sua sorella? Tranquilli, il prossimo ricordo parlerà proprio di questo ma per leggerlo dovrete aspettare il capitolo de “Il legame del sangue” a cui è strettamente connesso.
A proposito de “Il legame del sangue”, colgo l’occasione per avvisarvi che riprenderò prestissimo a pubblicare, ora che sono in vacanza da scuola!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e intanto vi saluto! Ciaaaao!
   
 
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