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Autore: Ire_2002    22/12/2015    1 recensioni
Jenny è una ragazza normale, la sua vita e la sua famiglia sono del tutto ordinarie.
Ma tutto cambierà il giorno in cui si accorgerà che nella foresta vicina a casa sua c'è qualcuno.
O meglio qualcosa.
Costretta a essere la serva di un mostro.
Condannata alla prigionia.
E intanto nessuno sa dove si trovi.
Ma nella sua gigantesca prigione incontrerà qualcuno pronto ad aiutarla.
Qualcuno che come lei vuole solo una cosa.
La libertà.
Una ragazza che deve cercare di fuggire.
Una Proxy.
Una Proxy che non vuole essere tale.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hoody, Masky, Nuovo personaggio, Offenderman, Ticci Toby
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm not a Proxy'
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Guardo il paesaggo scorrermi di fianco. Foreste, monti, colline. Luoghi che non ho mai visto.
Nelle orecchie sento la canzone "the city is ours", che mi arriva attraverso le grosse cuffie nere e blu che porto. E intanto penso.
Al vecchio appartamento in città, alle magnifiche luci che vedevo dalla finestra di casa mia e alle vecchie amicizie.
E poi penso alla mia "nuova fantastica avventura", come l'ha definita mio padre.
Vedo attraverso al finestrino dell'auto un cartello che indica il nome del paese dove vivrò da ora in poi.
Gli alberi vengono sostituiti da diverse case bianche, dall'aspetto grazioso. 
- Ci siamo quasi- proferisce mio padre, rimasto in silenzio per tutto il viaggio, concentrato sulla strada.
Lancio un'occhiata a mia sorella, e vedo che sta ancora dormendo. Non mi somiglia per niente.
Lei ha i capelli castano scuro, sembrano cioccolato fondente, lasciati sciolti, le arrivano fino a metà schiena. La pelle è abbronzata, e so che sotto le sue palpebre chiuse ci sono due grandi occhi azzurri. Indossa una maglietta lunga, color rosa chiaro, e dei leggins neri, insieme ad un paio di ballerine. Alle orecchie porta due orecchini a forma di perla.
Io sono il suo contrario. La mia pelle è pallida e i miei capelli sono biondi, legati in una treccia. Sotto i miei occhi ambrati ci sono delle occhiaie scure, rese ancora più evidenti dalla mia carnagione. Porto una semplice t-shirt rossa e dei vecchi jeans neri, i miei preferiti. Al collo porto il mio portafortuna, una catenina con un ciondolo a forma di chiave.
Sono un poco più bassa di mia sorella, ma nemmeno troppo, del resto lei è più grande di me di un anno.
La macchina continua a muoversi, uscendo dal paese e finendo in una strada piena di buchi.
Io inizio a sobbalzare, mentre Anne dorme tranquilla. Ma come fa?
E, cosa ben più importante, dove ci sta portando nosro padre?
- Dove cavolo stiamo andando?!?- chiedo, mentre tutta la famiglia sobbalza.
- Non ti preoccupare, siamo quasi arrivati, vedrai che la nuova casa ti piacerà- dice mia madre.
Iniziamo una lunga salita, ed io resto in silenzio, pensando a che razza di camminate dovrò fare per andare a scuola e tornare.
Solo al pensiero mi vengono i conati di vomito.
Arrivati in cima alla collina dove si trova la mia nuova casa, mio padre parcheggia in uno spazio grande appena appena per la nostra auto.
Poco più in alto si trova un piccolo edificio bianco con il tetto rosso e le persiane chiuse.
Non è molto grande ed è circondato da un giardino. Oltre il recinto che delimita quest'ultimo iniziano gli alberi, le cui foglie stanno iniziando a cadere.
Mi tolgo le cuffie e le tengo attorno al mio collo, in modo da non farle cadere. Apro la portiera e mi alzo, stiracchiandomi. Il viaggio è stato fin troppo lungo per i miei gusti. Prendo le mie due valigie e il mio zaino, anche i miei gentori prendono i loro bagagli.
- A voi l'onore di svegliarla!- dico, facendo un cenno verso Anne.
Poi mi volto, camminando verso casa.
Penso ancora. Un paesino con giusto un migliao di abitanti. Mio padre per questioni di lavoro non poteva trasferirsi in una grande città, tipo New York?
Nah, molto meglio un paesino in mezzo al nulla!
Sento un rumore di passi dietro di me e mi trovo davanti mio padre, con le chiavi di casa in mano.
- Hai lasciato a mamma il lavoro sporco, eh?- dico, mentre mio padre apre la porta.
- La tua stanza è la seconda a destra, su per le scale- dice lui.
Inizo a salire gli scalini, zaino in spalla e una valigia in ogni mano.
Impresa non facile, su questo non c'è alcun dubbio.
Coperta di sudore a causa dello sforzo disumano, mi butto sul letto della mia nuova camera.
Non ci sono ancora nè coperte nè lenzuola, ma il materasso è già stato portato.
Sento un mezzo grido di disperazione provenire dal piano di sotto.
Mia sorella deve aver visto le scale.
- Come cavolo faccio?!?
- Arrangiati!- le urlo.
Mi alzo, aprendo le valigie e iniziando a sistemare le mie cose. I mobili sono già qui, una scrivania nera, un letto a due piazze su cui sistemo le coperte rosse, un armadio, un comodino e una libreria.
Devo solo dare il mio tocco personale. Metto i vestiti nell'armadio e copro tutta una parete con foto e disegni. Sistemo i miei libri, la scatola con orecchini, braccialetti e collane, insomma, tutti i miei oggetti personali.
Per ultimo tiro fuori un poster. Rappresenta Masky, Hoody e ticci-Toby. Adoro le creepypasta e loro tre sono i miei personaggi preferiti.
Decido di appenderlo sopra il letto.
Quando ho fatto ammiro un attimo il mio lavoro.
- Ehi Jenny!- la voce di mia sorella mi distrae- Ti va se tra poco facciamo un giro in paese?
Annuisco- Certo! Anche subito!
- No, subito no. Devo ancora finire di sistemare la mia stanza
Noto che la sua voce è ancora impastata dal sonno
- Come vuoi, ma non ti addormentare! Io sono nel giardino sul retro!- dico, uscendo dalla stanza. Un po' d'aria non può che farmi bene.


ANGOLO AUTRICE: Sono o non sono un genio?!? Sono riuscita a cancellare per sbaglio l'intera storia! Ah, la mia intelligenza...
Buon per me che una ragazza ha trasritto la storia su watpad, sennò ero morta! ORA... Ho deciso di approfittare di questo errore dovuto alla mia stupidità per aggiungere qualche dettaglio e per risistemare i capitoli, quindi se qualcosa vi suona nuovo... sapete perchè!
Visto che ormai è periodo di vacanza aggiornerò spesso, sperando di arrivare al punto in cui vi avevo lasciati il più presto  possibile. Vi prego, non uccidetemi...
  
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