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Autore: DARKOS    23/12/2015    2 recensioni
Roxas era ormai al terzo anno della Twilight Town University, l’accademia di prestigio della regione. Ormai un “veterano”, era anche la celebrità del campus: la storia di come avesse trionfato sul Consiglio Studentesco e sull’utopia di Xemnas neanche due anni addietro era ormai leggenda e tramandata a tutte le matricole. E come ogni leggenda, anche paurosamente gonfiata: lo stesso Roxas aveva addirittura sentito una versione secondo la quale lui aveva affrontato da solo tutti i tirapiedi di Xemnas in dieci diverse prove di abilità, per poi battere il capo stesso con eleganti mosse di judo. Non poté trattenersi dal ridere, primo perché lui non conosceva nemmeno il judo, secondo perché di sicuro non aveva fatto tutto da solo: era solo grazie ai suoi amici che se l’erano cavata.
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Settimo Capitolo

Terza Competizione, Letteratura.
Stavolta l’arena era molto diversa e più rappresentativa degli argomenti di cui si occupava: c’erano sette banchi di scuola con tanto di sedie e un fascicolo di fogli di carta su ciascuno di essi.
“Uh, che brutti ricordi.” Fece Demyx.
“Non è passato poi tanto tempo. E davvero hai ancora una reazione così infantile?” Lo riprese Axel.
“Assolutamente. Datemi il mio sitar e la mia band e sono felice.”
“Come sei stato promosso, solo il cielo lo sa.” Mormorò Larxene.
“Vorrai dire laureato, promosso è per i bambini…”
“So cosa ho detto.”
Zexion distolse l’attenzione di Roxas dal battibecco con una gomitata, indicando la saletta del Departure. Al biondino non servì nemmeno chiedere spiegazioni.
“Vanitas non c’è.”
“Già. Sia lui che Chirithy sono stati estromessi appena finito il loro compito.”
Roxas aveva parlato solo a Zexion della scena che aveva visto quella sera dal balcone, e l’amico si era dimostrato molto interessato alla vicenda. Xion e Riku seguirono il loro sguardo, ma non dissero nulla.
“Secondo te era già stabilito o è perché hanno fallito?”
“Da quello che mi hai detto, Vanitas non pareva d’accordo… ma non prova nulla. Più interessante è sapere come può Ephemera decidere del destino di studenti più anziani di lui.”
Riku poteva non aver sentito (anche perché ora stava guardando Sora cercare di disegnare sul blocco di Naminé), ma Xion era abbastanza vicina. Da quella sera lei e Roxas parlavano solo quando necessario: non c’era più astio, ma la situazione era comunque troppo dolorosa per riprendere subito a conversare. Anche qui, la ragazza decise di lasciare a loro le strategie e congetture e rimase silenziosa. I due dovettero fare lo stesso poiché i partecipanti avevano fatto il loro ingresso nell’arena.
Ovviamente Lexaeus rappresentava la TTU per l’ambito letterario: Roxas l’avrebbe anche messo nella gara finale di retorica, ma il gigante non aveva la lingua abbastanza sciolta. Per il Departure c’era Terra, che al contrario di Vanitas era sorridente e sicuro di sé. Non sembrava ci sarebbero stati turbamenti esterni a interferire questa volta.
“Benvenuti alla gara di Letteratura. Come potete vedere, si inizierà con un esame scritto, che verrà corretto immediatamente dai giudici. Dopo la revisione ogni giudice porrà una domanda libera di Letteratura a uno studente che non sia del suo istituto. Visto l’inusuale schieramento di questa edizione, si è deciso che i rettori Ansem e Eraqus gestiranno i cinque allievi della Foretelling più il signor Terra, tre ciascuno.”
“Allora il nostro Lex verrà interrogato da Xehanort? Brutto affare.” Disse Axel.
“Però ha votato per Naminé il primo giorno. Può darsi sarà equo anche stavolta.”
“Speriamo, Roxy. Io comunque l’avevo detto che questa anomalia avrebbe creato fastidi. L’ho detto, Luxord.”
“Sì, cara, l’hai detto.”

I partecipanti presero posto e iniziarono a scorrere le domande. Queste passavano anche su uno schermo gigante, in modo tale che il pubblico potesse valutare la prova e magari anche cimentarsi in essa. Non c’era pericolo che suggerissero le risposte: i sette studenti avevano cuffie isolanti sia per quello che per concentrarsi.
Roxas si era aspettato una sequenza di nomi e date, invece rimase sorpreso dal contenuto.
“Elencare le motivazioni… analizzare il messaggio di… in base al contesto sociale, spiegare perché sarebbe sbagliato definire… Accidenti, c’è da pensarci su!”
“Ma certo. La letteratura che ti fanno imparare a memoria a scuola è errata e fuorviante. Che importanza ha sapere l’anno in cui è stata scritta la Commedia? Da solo nulla. Ciò che conta è sapere perché è stata scritta in quell’anno.” Rispose Zexion.
“Commedia… la Divina Commedia?”
“Quella. Ma il titolo originale è solo la Commedia. Lo sapevi, o sai perché ora è diverso dall’originale?”
“No.”
“Allora è una fortuna che ci sia Lexaeus lì sotto.”
“Quindi Lexaeus sa tutte queste cose? O c’è qualcosa che gli sfugge?”
Osservazione particolarmente brillante, specie da parte di Sora. Anche lui sapeva osservare allora.
A rispondere fu Axel. “Un’ottima domanda. Dunque, Lex è amante di diciamo tutte le correnti, ma ha una debolezza. Piuttosto evidente in realtà.”
“Sarebbe?”
“Rinascimento italiano.”
Si voltarono tutti gli altri partecipanti.
“Spero tu stia scherzando. È un periodo importantissimo!” Esclamò Larxene.
“Non ne ha mai parlato prima…” Mormorò Naminé.
Ora fu il turno dei Nobodies veterani di scambiarsi delle occhiate.
“Ah, ha ancora questo problema…”
“Quel suo stupido orgoglio.”
“Beh, non gli fa piacere ammetterlo. Ma tranquilli, conoscendolo sono sicuro ci si è dedicato anima e corpo. E in ambito letterario, conosce anche gli argomenti che non lo appassionano a livello di un docente.”
“Ma Axel, come può avere una falla così vistosa? Il Rinascimento è qualcosa che si impara anche solo frequentando, chiunque all’Università può metterti assieme un discorso al riguardo.”
“Non è un amante del genere. Se ho inteso bene le sue motivazioni, gli sembra che gli scrittori passassero troppo tempo a cercare ideali di perfezione, a decidere il confine della moralità, ad attaccarsi l’un l’altro… cose così.”
“Ma è!” Iniziò Xion ma Luxord la fermò, inaspettatamente.
“Credo di sapere che vuoi dire. Ma questa è la sua visione delle cose: se anche non concordiamo faremmo bene a rispettarla, poiché non esistono risposte corrette in questo caso.”

I partecipanti avevano quasi tutti finito e stavano consegnando i fogli al personale. Terra era stato il più veloce, seguito dal Foreteller dalla testa d’orso, poi da Lexaeus e dagli altri. La revisione fu breve, e dopo nemmeno mezz’ora i giudici tornarono nell’arena.
Iniziò Ansem, che chiamò due Foretellers e Terra. Tutti si affacciarono dagli spalti: non avevano mai sentito quegli individui proferire parola. Tuttavia, sebbene Ansem pose le domande a voce, loro scrissero le risposte su un pezzo di carta. Nulla lo vietava, d’altronde.
“Ma questi li pagano per essere misteriosi o cosa?” Larxene era stizzita.
Roxas si limitava ad osservare i comportamenti del Rettore. A quanto pare le risposte non lo avevano soddisfatto, almeno non del tutto. Poi venne il turno di Terra.
“Terra… parlami dell’autore dell’Exilliteratur David Pike e della sua opera principale, e spiegamene il contenuto.”
“Letteratura Tedesca del periodo nazista,” mormorò Zexion. “Altamente specifico. Qua non te la cavi senza la storia come supporto.”
Terra era evidentemente preparato, rispose correttamente e tornò al suo posto. Fu allora il turno di Eraqus: i rimanenti tre Foretellers scrissero le loro risposte, e l’Orso pareva essere andato bene anche qui. Mancava solo Lexaeus.
Il Rettore Xehanort prese posto e gli fece cenno di avvicinarsi. Lo fissò per un poco, poi gli chiese: “Mi dica… le tematiche ricorrenti nelle opere di J.R.R Tolkien e quali autori può aver inspirato con i suoi lavori.”
“CHE COSA?”
L’esclamazione fuoriuscì da più gole contemporaneamente. Doveva essere la prima volta che una domanda simile veniva posta ai Campionati.
Zexion si riebbe dallo shock per primo. “Beh, a conti fatti è anche quella letteratura. Non è scorretto.”
“Non è scorretto? Nessuna scuola insegna il Signore degli Anelli!”
“Ma da nessuna parte è scritto che le domande saranno solo inerenti ai programmi didattici, anzi. In più è un’opera ormai affermatasi e famosa in tutto il mondo, esistono testi accademici più recenti.”
“Beh, come è messo Lexaeus sul fantasy?” Roxas sentiva di nuovo l’ansia crescere in lui.
Prima che Axel potesse rispondergli, la voce del gigante risuonò chiara e sicura. La sua risposta fu esauriente e dettagliata. Xehanort ascoltò impossibile, lo ringraziò e si ritirò con gli altri giudici.
Confabularono un po’ tra di loro, poi chiamarono l’annunciatore e lo informarono delle loro decisioni.
Questi prese il microfono e annunciò: i Foretellers avevano tutti sbagliato qualcosa nelle ultime domande libere, mentre Terra lì se l’era cavata ma aveva sbagliato un paio di domande nel compito scritto. Infine, Lexaeus: punteggio massimo in tutto. La TTU si aggiudicava quindi la prova di Letteratura.

Finalmente vennero riesumati i festeggiamenti nelle stanze della fortezza: Lexaeus era riuscito ancora una volta a riportare l’allegria e a spianare le tensioni e i dissapori. Perfino Terra era passato per complimentarsi. Disse che preferiva perdere contro un simile avversario che contro quegli individui privi di emozioni, e non fu biasimato da nessuno.
Mentre fervevano le esultanze (ma stavolta senza portare in spalla il vincitore per ovvi motivi), Roxas si accostò a Xion.
“Grazie. Non pensavo che ti fossi messa a istruirlo anche sul fantasy.”
Lei lo fissò sorpresa. “Come sai che l’ho aiutato io?”
“Le parole che ha usato… mi ricordo che una volta mi hai parlato anche tu di Tolkien in quel modo. I termini, i concetti, tornava tutto.”
“Roxas… è un episodio risalente a una vita fa. Eravamo agli inizi della nostra relazione.”
“Ah sì? Credo mi sia rimasto impresso, allora. Ti sei offesa?”
“Offesa? Certo che no! Io… grazie. Mi fa piacere che te ne sia accorto. E in un certo senso, sono felice perché ho comunque contribuito a una vittoria.”
“Xion, tu hai sempre contribuito alle nostre vittorie. Chi altro avrebbe mai pensato così fuori dagli schemi?”
Lei lo fissò intensamente. Ed entrambi sorrisero sul serio per la prima volta da quando erano arrivati lì.

Terra si stiracchiò e raggiunse il suo alloggio. Gli dispiaceva aver perso, certo, ma aveva dato il massimo. E poi quel Lexaeus era davvero in gamba, oltre ad essere più grande di età: non poteva fare altro che rassegnarsi e complimentarsi. Almeno sapeva che, a prescindere dall’esito, la sua Aqua sarebbe stata pronta ad accoglierlo nella sua stanza. Il ragazzo fischiettò tutto sommato, aprendo la porta della camera. Ma al suo interno vi trovò uno spettacolo diverso da quello che si era immaginato.
“Salve, Terra.”
“Ephemera. Che ci fai qui?”
“Oh, ero venuto a consolare il mio senior dopo la sua sconfitta… ma vedo che sei di ottimo umore. Strano.”
“Beh, ho dato il massimo, e alla fine-“
“Hai finito il tuo compito in fretta e furia senza riguardarlo, errore che non ti ha mai abbandonato. Mi sorprende tu possa definire ciò ‘dare il massimo’.”
“Ok, ora ascoltami bene.” A Terra non era mai piaciuto il modo di porsi del nuovo arrivato. Era solo un bimbetto, come osava darsi tante arie? “Errare è umano. Non devo rendere conto a nessuno se non al Rettore. E poi, con che diritto mi fai la predica? Potresti sbagliare anche tu-“
“Sbagliare? IO NON- Io non sbaglio mai. Mi è capitato una sola volta, ma ho imparato. E a proposito di apprendere, scoprirai che la tua presenza non è più richiesta qui.”
“Cosa?”
“E prima che tu possa protestare, ti informo che è un ordine diretto del Rettore. Farai ritorno al Departure domani mattina. Poi, quando tutto sarà finito, renderai conto dei tuoi fallimenti.”
“Tu… sei stato tu a cacciare Chirithy e Vanitas. E forse persino Ven!”
“Abbiamo parlato fin troppo, direi. Buona notte, Terra.”
Ephemera uscì dalla stanza. Nel corridoio, si rivolse a una figura nascosta nell’ombra.
“Tu parteciperai alla prossima gara. Vedi di non fare simili figuracce.”
Aqua, mortificata, annuì.
“Non che importi comunque. La TTU vincerà almeno un’altra competizione. Ma alla fine, tutto si svolgerà come previsto.”
E se ne andò, inghiottito dalle ombre del corridoio.
   
 
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