Crossover
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Autore: Allison_Blackheart    08/03/2009    0 recensioni
My First Trilogy! Si tratta di un crossover tra i personaggi di FF/KH e alcuni inventati dalla mia mente bacata!è ambientata nel medioevo magico e si ispira un po'allo stile "Troisi..";la trama è totalmente diversa da qll originali..beh..buona lettura!Ally
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Videogiochi
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed eccomi tornata con il 2°Capitolo!
Sorry per l'attesa...comunque volevo ringraziare tutti quelli che mi hanno lasciato un commento...significa molto x me!^^(drake!tranquilla ke nel capitolo 4 compari anke tu!XDDD)
Bene e ora vi lascio alla lettura!un bacione e non dimenticate...accetto commentucci!XD
Ally


Quella sera faceva veramente freddo a Blowingsky.
Il vento e la pioggia erano impetuosi e soffiavano minacciosi attraverso le case dove la popolazione si era,intelligentemente,barricata dentro.
La particolarità della cittadina di Blowingsky era proprio questa:il vento e la pioggia potevano durare per giorni,settimane o addirittura mesi.
Così,gli abitanti di quella città, erano costretti a rimanere chiusi in casa dopo essersi procurati un'abbondante scorta di cibo.
A vedersi,pareva proprio una città fantasma.
In realtà era come doversi trovare sotto una specie di letargo,solo che non si era a conoscienza della sua fine.
Dopotutto non era poi così male,pensavano gli abitanti. I più temerari uscivano a gironzolare per le case ma non per più di dieci minuti.
Quella sera accadde qualcosa di insolito.
Alla pioggia e al vento si erano aggiunti lampi e tuoni;il vento formava dei turbini d'aria e foglie che si spargevano qua e là;le persiane di una casa avevano preso a sbatacchiare furiosamente.
Tutto questo era un presagio.
Un presagio che non prometteva nulla di buono.
----------------
Si era alzata una fitta nebbia.
Dal fondo della strada apparve una figura incappucciata.
Avanzava con incedere zoppicante;la spada era sguainata e piccole goccie di liquido vermiglio si mescolavano al fango della strada.
Dopo essersi guardata intorno per in attimo e aver riposto l'arma nel fodero,la figura si diresse verso una locanda.
Non appena vi fu entrata,gli sguardi di tutti i presenti si posarono su di lei.
Vecchi che giocavano a carte bevendo boccali di sidro e fumando dalle loro grandi pipe di legno si voltarono al suo passaggio.
Perfino l'oste aveva smesso di asciugare i bicchieri.
Arrivata al bancone,la figura guardò in faccia l'oste,il quale non riuscì a scorgere il volto del suo interlocutore,se non due grandi occhi azzurri.
"De-desidera?"chiese titubante l'oste.
"Ha una camera libera?" una voce femminile provenì da sotto il mantello.
"Po-potrei sapere chi la vuole occupare?"
La figura scattò in avanti e prese l'oste per il colleto della camicia.
"Non sono affari tuoi vecchio!"la voce si era fatta minacciosa.
Dalla fronte dell'oste cominciarono a scendere piccole gocce di sudore.
"E-ecco le chiavi!"disse il vecchio porgendo il mazzo alla figura che glielo strappò di mano.
"Veda di portarmi una bacinella d'acqua al più presto." Detto questo,si dileguò sotto lo sguardo di tutti.
Non appena fu entrata nella camera,la figura si tolse il mantello scoprendo il volto e le forme di una ragazza.
I capelli purpurei erano raccolti in una treccia lunga fino al fondoschiena;sulle braccia e sulle coscie portava delle fasce nere dello stesso colore del corpetto,dei calzoncini e degli stivali che indossava;in vita erano legate due cinture intrecciate e da queste pendevano dei sacchetti.
Ma la cosa che più colpiva nel guardarla erano gli occhi:azzurro brillante,puro e cristallino;l'opposto del suo animo.
Aveva pressapoco 19 anni,ma c'era chi pensava che fosse più giovane.
Si posizionò di fronte allo specchio ad angolo,poco più in la,e si guardò.
Come si era ridotta!
Aveva delle occhiaie pazzesche,dato che non dormiva da giorni;era pallidissima e sporca di fango.
Come se non bastasse,quella ferita bruciava da morire.
Scostò il calzoncino,scoprendo una profonda ferita.
Proprio in quel momento bussarono alla porta.
Era l'oste con la ciotola d'acqua.
Dopo avergliela strappata di mano,senza nemmeno ringraziarlo,la ragazza gli sbattè la porta in faccia.
Poi si sedette sul letto e cominciò a medicarsi.
Tuttavia,la ferita era troppo profonda e la giovane dubitava che si sarebbe rimarginata da sola.
Imprecò silenziosamente;poi posizionò le mani aperte con i palmi rivolti verso la ferita e chiuse gli occhi.
Si concentrò;dalle sue mani scaturì una luce bianca e,a poco a poco,la ferita si rimarginò.
Aprì gli occhi e si guardò i palmi nivei.
Si era ripromessa che non l'avrebbe più fatto.
In quel preciso istante,la mente le si riempì di ricordi.
A quel tempo era solo una mocciosa.
Il suo nome era Allison Blackheart.
Orfana fin dalla nascita,Allison visse un'infanzia infelice,essendo stata adottata da più di 10 famiglie prima di trovare quella che sembrava più adatta a lei.
Erano due contadini;due ottime persone che l'amavano molto e che le insegnarono a distinguere il bene dal male.
Allison credeva davvero che avrebbe passato il resto della sua vita con quella famiglia e l'idea non le dispiaceva per niente.
Purtroppo però,si sbagliava.
Una sera,dopo aver aiutato sua madre a sparecchiare e aver dato il bacino della buonanotte al padre,Allison si coricò.
La sua era una stanzetta modesta,ma in fondo le piaceva.
Le pareti erano interamente di legno e dal soffitto pendevano tanti campanellini colorati;durante le notti estive,la brezza li faceva scuotere producendo una dolce melodia.
Il suo letto era stato fatto su misura da suo padre ed era comodissimo.
Per completare l'opera,sua madre le aveva regalato un po' di piantine perchè sapeva che ad Allison piaceva il verde.
Si buttò sul letto a braccia aperte e si addormentò:segno di una giornata faticosa ma,allo stesso tempo,divertente.
Si risvegliò più tardi a causa di un rumore.
Guardò fuori dalla finestra:grandi nubi grigie si stavano addensando proprio sopra di lei.
Poi sentì diversi rumori:vetri infranti,tonfi,schiamazzi e,infine,urla.
L'urlo di sua madre fece accapponare la pelle di Allison che si decise a scendere al piano terra.
Non appena fu entrata in cucina,le scappò un gridolino ma si portò la mano alla bocca per non urlare e per non vomitare.
Tutto era sottosopra:mobili scaraventati contro i muri;sedie rotte ;la finestra in mille pezzi;resti di piatti e bottiglie fracassati.
La cosa che più colpì Allison,però,non era tutto il caos formatosi,bensì un esile corpo disteso per terra;con i capelli che le coprivano il volto;privo di vita.
Dall'altro lato della stanza c'era suo padre che,gravemente ferito,utilizzava le sue ultime forze per contrastare qualcuno.
Un uomo.
Un uomo vestito di nero.
Un uomo con una grande spada.
Un uomo...con due grandi ali nere sulla schiena.
"Allison scappa!Non lasciarti prendere da questo most..."
Dicendo queste parole,suo padre perse la vita per mano di quell'angelo nero che aveva approfittato della sua distrazione.
In un attimo,tutto ciò che aveva conosciuto dell'amore si ritrovò dissolto in una pozza di sangue.
L'angelo le si avvicinò minaccioso.
Allison sapeva benissimo che doveva scappare perchè quell'essere avrebbe ucciso anche lei,tuttavia non riuscì a muoversi.
Era paralizzata;come se una forza la stesse trattenendo. L'angelo la fissò.
Poi pronunciò quel nome.
"Kairi..."
In una frazione di secondo,la testa le si riempì di immagini.
C'era sangue.
Corpi senza vita.
Dovunque.
Poi la vide.
Nel cielo oscuro vi era una ragazza con due grandi ali nere...
Era voltata di schiena,quindi non riuscì a scorgerne il volto.
Stava comandando un grandissimo esercito di angeli neri;questi uccidevano senza pietà.
C'era troppa morte;troppo sangue;troppa violenza.
Allison vide il ghigno quasi disumano della ragazza.
Infine,vide un paio di inquietanti occhi color oro...con la pupilla felina.
Ancora non lo sapeva ma,da allora in poi,quegli occhi l'avrebbero perseguitata anche nei suoi incubi.
Si prese la testa fra le mani.
"Che diavolo mi sta succedendo?"pensò Allison in preda al panico mentre l'angelo era pronto a scoccare il suo colpo micidiale.
Improvvisamente una spada apparì dal nulla.
Allison non si lasciò sfuggire l'occasione:l'afferrò ed indietreggiò.
Anche se non aveva mai toccato nulla di simile prima d'allora doveva comunque cercare di difendersi.
L'angelo tuttavia,non avendo sentimenti,non si fece minimamente scrupoli sul fatto che davanti a lui ci fosse solo una bambina e prese ad attaccare senza pietà.
Allison,più che parare,tentava di schivare i colpi che piovevano da ogni parte.
Poi,con un'abile mossa,l'angelo la fece cadere al suolo.
La spada cadde pochi metri più in là da dove si trovava Allison ma,per la piccola sembrava che non ci fosse più via di scampo.
L'angelo le aveva puntato sotto la gola la sua lunghissima spada.
Allison,ansimante,si guardò attorno in cerca di qualcosa;qualunque cosa che potesse esserle di aiuto.
Quando la consapevolezza che non ce l'avrebbe fatta si fece spazio nella sua mente,dagli occhi della piccola sgorgò un fiume di candide lacrime.
L'angelo preparò il colpo mortale;quello che,di sicuro,le avrebbe mozzato la testa.
Allison strizzò gli occhi impaurita.
In quel momento,però,sentì che la sua mano non era più vuota,bensì impugnava l'elsa della spada che le era precedentemente caduta.
Non aveva idea di come le fosse arrivata in mano ma non ci ripensò su due volte:con un colpo netto tagliò il braccio dell'angelo che cadde al suolo con un tonfo metallico prodotto dalla spada ancora impugnata fra le dita.
Lui guardò il braccio che lasciava fuoriuscire fiotti di liquido purpureo;poi puntò il suo sguardo verso la bambina di fronte a lui mentre pensava: "Non c'è dubbio...è proprio lei..."
Dopodichè sparì lasciando dietro di sè solo lacrime e disperazione.
In quei giorni Allison vagò nella cittadina ormai deserta. E così,anche la loro città era stata invasa dalle grandi forze del Tiranno.
La piccola trovò riparo in una chiesetta semi-distrutta che divenne la sua abitazione.
Poi,però,capì il motivo per cui si era salvata dalla morte:vendicare i suoi genitori e tutti i morti della sua città.
Da allora non si separò più dalla sua spada;quella che le aveva salvato la vita e incominciò un duro allenamento.
Dapprima fu solo per difendersi dai nemici;poi però si accorse che quelle tecniche non bastavano più.
Così si incamminò presso la vicina cittadina per cercare qualcuno che le potesse insegnare la difficile arte del combattimento.
Purtroppo nessuno era in grado di farlo;tuttavia,un giovane le disse di recarsi all'Accademia Reale di Whitelight Land:il luogo migliore per imparare tutto ciò che le serviva.
Così,a soli 15 anni entrò nell'Accademia e a soli 18 era diventata talmente abile da acquisire il titolo di Comandante dell'Esercito Imperiale.
Tuttavia non fu l'unica donna Comandante;l'esercito era diviso in due sezioni:la sezione Nord e la sezione Sud.
A capo della prima stava Allison,mentre la seconda era capitanata da Lucrecia Crescent,allora considerata da tutti una valorosissima combattente.
Quest'ultima non fu certo contenta della notizia del nuovo titolo di Allison,tuttavia le due stabilirono un rapporto di amicizia.
Le cose per Allison sembravano andare per il meglio:finalmente era felice ed era riuscita a perfezionarsi.
Non era più la bambina impaurita di un tempo.
Però...
Anche se può sembrare strano...
Quello fu l'inizio della fine.
Durante la battaglia decisiva per la conquista del regno della Terra avvenne un fatto inspiegabile,meglio conosciuto come "l'inspiegabile incidente".
Infatti,nel bel mezzo della battaglia,ad Allison presero dei dolori lancinanti alla testa,dopodichè...
Dopodichè non fu più sè stessa.
Con la sua spada prese ad uccidere non solo i nemici ma anche i propri compagni.
Alla fine di quel massacro,le autorità di Whitelight decisero di cacciare Allison dall'esercito e di bandirla dal regno onde evitare altre stranezze.
Da quel momento fu conosciuta da tutti come "la profuga".
Vagò per mesi senza meta.
Chi la incontrava sul suo cammino si nascondeva,scappava,o addirittura provava a tirarle addosso qualche pietra.
Nonostante tutto ciò,Allison seguiva di nascosto i movimenti dell'esercito e,quando qualche squadra si trovava in difficoltà,prestava segretamente il suo aiuto combattendo contro i nemici.
Era più forte di lei.
Non solo sentiva di doverli aiutare,ma non riusciva neppure a smettere di combattere.
La ragazza smise di pensare e si diresse verso la finestra.
L'oscurità era ormai quasi totale.
Poi guardò la sua spada:era un'arma infinitamente bella;la lama in lega leggiera con delle intagliature sulla parte superiore;il manico nero con una pietra argento incastonata nel mezzo.
Allison aveva notato che,tutte le volte che combatteva,la pietra diventava color oro,anche se non sapeva spiegarsene il motivo.
Inoltre,quando la prendeva in mano,la lama diventava luminosa;una luce azzurrina ma intensa.
Dopo averla riposta nel fodero,Allison mise la fedele spada sotto il cuscino e si coricò.
Prima di addormentarsi ripensò a tutto quello che le era capitato e giunse alla conclusione che,probabilmente,avrebbe passato il resto della sua vita nell'ombra.
Beh...dopotutto era "la profuga".
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Ecco fatto!^^ho finito anke il 2°!XD
Ora avete capito chi è la protagonista della storia eh?...XD
Come me è sempre piena di crisi esistenziali(certo,io non sono orfana!ne ho mai ucciso nessuno...a parte mio fratelloXD!no skerzo...)...però un po' rispecchia il mio carattere!^^
Continuate a seguirmi mi raccomando!ci conto!
Ally
  
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