Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Recchan8    26/12/2015    1 recensioni
Padre Enrico Pucci venne fermato prima della creazione del Nuovo Universo. La Fondazione Speedwagon e Jotaro Kujo presero una decisione drastica al fine di eliminare per sempre il seme di Dio Brando dalla terra: Enrico Pucci, Ungaro, Rykiel e Donatello Versus furono uccisi. Per vari motivi, solo Giorno Giovanna venne risparmiato.
Maggio 2012: Finalmente ogni traccia oscura di Dio Brando era stata spazzata via.
O meglio, così si credeva.
"Non ti fidare di Jotaro Kujo. Trova Giorno Giovanna; ne va della tua vita" sono le parole che spingono Celeste a fuggire a Napoli. Ma a chi appartiene la voce suadente che le parla? Perché vuole che trovi Giorno? E perché Jotaro Kujo pare ossessionato dalla voglia a forma di stella che possiede Celeste, così tanto da chiederle un campione di DNA?
Che la stirpe di Dio non si sia estinta?
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Giorno Giovanna, Jotaro Kujo, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Deep Memories'
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-"Chiamaci quando vuoi!"-.
-”Lo farò! A presto, segnurine!”-.
Mercuzio guardò il display del cellulare e non poté fare a meno di congratularsi con se stesso. Due numeri di cellulare in meno di venti minuti: meraviglioso!
Non esiste al mondo un essere umano di genere femminile in grado di resistermi!”. Si infilò in tasca il telefono, si accese una sigaretta e lanciò un'occhiata alla fontana alle sue spalle. “Tranne quella rompicoglioni... Oh cazzo!”.
Celeste era sparita, non era più seduta sul bordo della fontana. Mercuzio si guardò intorno ma non la vide da nessuna parte. Prima di farsi prendere dal panico, chiese a un paio di persone se avessero visto una ragazza dai capelli color miele e gli occhi ambrati, con un giacchetto nero di pelle e dei jeans attillati; una donna gli disse di aver visto una ragazza corrispondente a quella descrizione dirigersi a passo spedito verso Piazza del Plebiscito. Il ragazzo ringraziò frettolosamente la donna, gettò la sigaretta per terra e si lanciò alla ricerca di Celeste.
Giorno si era raccomandato di non perderla mai di vista, neppure per una manciata di secondi; aveva saputo da Mista che altre organizzazioni mafiose e i dissidenti di Passione le avevano già messo gli occhi addosso. La protetta di un boss costituisce sempre un punto debole per il boss stesso.
-”Se lei muore, muori anche tu”- gli aveva detto Giorno.
No, no, no! Sono ancora troppo giovane e affascinante per morire!”, pensò Mercuzio mentre si faceva largo tra la folla nella strada. Quando si rese conto che di quel passo non sarebbe mai riuscito a trovare Celeste, si infilò in un vicolo. Non c'era tempo da perdere, doveva trovarla immediatamente.
-”Chaosmyth”-.
In una nube di fumo grigiastro comparve un essere umanoide simile a un giullare. Le braccia, sproporzionate e lunghe, gli arrivavano alle ginocchia sporgenti e a punta; le mani guantate erano provviste di lunghi artigli e le scarpe, decisamente troppo grandi, erano incurvate all'insù. L'essere indossava una sorta di uniforme attillata a motivi geometrici grigi, neri e bianchi e un cappello da giullare dal quale pendevano tre sonagli; il colletto richiamava la forma del cappello. Il suo volto consisteva in una maschera veneziana dall'inquietante sorriso ambiguo. La sua figura, alta quasi due metri e fine, stava con la schiena ricurva in avanti.
Mercuzio, una stranissima espressione sul volto, si girò dall'altra parte per non guardarlo. Lo Stand spalancò le braccia e sia lui che il portatore vennero trasformati in fumo che, muovendosi controvento, iniziò a setacciare la città dall'alto.
Dopo qualche minuto, Mercuzio individuò Celeste: stava percorrendo un vicolo secondario poco trafficato. Il fumo strisciò sul tetto di una palazzina che si affacciava sul vicolo e Mercuzio tornò alla sua forma originale. Chaosmyth sparì.
-”Ti ho trovata, maledetta...”- sussurrò con una punta di sollievo.
Stava per scendere dal tetto e dirgliene di tutti i colori quando vide un uomo sbarrarle l'uscita. Mercuzio si accucciò e osservò la ragazza e l'uomo parlare. Intuì subito che l'uomo appartenesse a un'organizzazione mafiosa rivale di Passione e si preparò a intervenire, ma l'atteggiamento calmo di Celeste lo trattennero dal farlo. Sembrava avere la situazione sotto controllo.
-”Vediamo se sei abbastanza intelligente da capire cosa devi fare”- disse l'uomo con un coltello in mano.
-”Oh, ma certo che lo so!”-.
Tutto ciò che accadde dopo parve privo di senso agli occhi di Mercuzio. Osservò basito l'evolversi della situazione, tentando di capire come fosse possibile che quella ragazza, all'apparenza semplicemente viziata ed egocentrica, nascondesse un'indole così malata e violenta. Il suo viso era una maschera di malvagità e i suoi occhi esigevano sangue.
Quella risata, poi, gli mise i brividi.
C'era qualcosa che non andava in Celeste, qualcosa di terribile e al momento incomprensibile.
-”Sei debole, debole!”- gridò la ragazza. -”Che ne dici? Ti va di contemplare l'oblio della morte?”-.
Stava per macchiarsi di omicidio. Doveva fermarla.
-”Chaosmyth!”-.
Questa volta lo Stand del ragazzo moro si materializzò direttamente sotto forma di fumo e andò a immobilizzare le braccia di Deeper Deeper. Mercuzio scese abilmente nel vicolo e si avvicinò cautamente a Celeste.
-”Mi stavo giusto domandando dove fossi finito”- disse con tranquillità la ragazza. Le sue braccia erano strette lungo i fianchi a causa della morsa che Chaosmyth stava esercitando su Deeper Deeper. L'uomo colse al volo l'opportunità e scappò come un razzo nella via principale.
-”Giallo, cosa stavi facendo?”-.
Celeste si voltò verso il giovane e fece spallucce. A Mercuzio gli occhi della ragazza non parvero quelli di un essere umano, ma di un predatore. Non riuscì a fare a meno di paragonarli a quelli di un vampiro assetato di sangue.
-”Hai quasi ucciso una persona”- le fece notare con tono grave.
-”E allora? Chissà quante ne hai uccise tu”- ribatté.
Mercuzio sussultò e strinse i pugni.
-”Non è un affare che ti riguarda”-.
-”Credimi...”- sussurrò Celeste avvicinandosi a lui. -”So riconoscere benissimo gli occhi di un assassino quando li vedo...”-.
Vecchi ricordi riaffiorarono nella sua mente e, sfortunatamente, non fece in tempo a ricacciarli indietro. Le ginocchia, improvvisamente deboli e tremolanti, cedettero al suo peso. Le immagini che per anni aveva tentato di dimenticare affollarono la mente del ragazzo. Mercuzio si accasciò al suolo sporco e boccheggiò; improvvisamente sentiva mancargli l'aria. La momentanea fragilità del portatore indebolì Chaosmyth, e Deeper Deeper si liberò facilmente dalle catene di fumo. Celeste si sgranchì le braccia e si sciolse le spalle. Si chinò sul ragazzo moro e lo costrinse a guardarla negli occhi; solo allora Mercuzio si accorse, con grande stupore, che l'iride di Celeste era rossa scarlatta.
Questa non è Verde...”, pensò in un misto di orrore e confusione. “Che sta succedendo?!”.
-”Io sono superiore a tutta questa gentaglia”- sibilò la ragazza. -”Sono superiore a tutti. Nessuno deve osare intralciare la mia strada”-.
La situazione stava degenerando; se non avesse trovato un modo per fermare Celeste, la ragazza avrebbe potuto fargli del male, se non addirittura ucciderlo. Mercuzio non poteva più contare sul suo Stand, appena svanito in quella che sembrava una nuvola bianca diradata. Con le poche forze che gli erano rimaste fece una cosa che non si sarebbe mai sognato di fare a una donna.
Le tirò una testata.
Una testata talmente forte da far barcollare Celeste e da oscurare per qualche secondo la vista di Mercuzio con tante stelline scoppiettanti. Poco prima che la giovane svenisse, Deeper Deeper si mosse da solo: un dipinto comparve sopra la ragazza e lo Stand ne trinciò la tela con un fendente dell'alabarda.
Che cazzo...?”, pensò Mercuzio meravigliato. Che fosse un'allucinazione causata dalla testata appena data?
Celeste cadde a terra con un tonfo. Mercuzio, reggendosi la testa con una mano, si trascinò fino al muro del vicolo e ci si appoggiò con la schiena. Facendo dei respiri profondi, lanciò un'occhiata al corpo inerme della ragazza. Prese a fatica il cellulare dalla tasca dei pantaloni e compose il numero di Mista; dopo un paio di squilli ci ripensò e chiuse la telefonata. Quello che era appena successo era una questione che doveva risolvere personalmente con Celeste; ne andava dei ricordi che aveva volutamente nascosto per sette anni.

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE:
Hello (it's me...)! Eccomi tornata dopo la pausa di Natale :3 
Finalmente è comparso lo Stand di Mercuzio, che prende il nome da un'altra canzone del gruppo giapponese ONE OK ROCK. Eh sì, è il mio gruppo preferito, che ci posso fare? :> 
Deeper Deeper ha agito da solo. Per quale motivo? Quali saranno le conseguenze? E cos'è che Mercuzio ha tentato di dimenticare? Tutte le risposte nei prossimi capitoli ;D 
Alla prossima!

   
 
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